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Finissaggio: possono essere effettuati per dare una maggiore mano o caratteristica al prodotto finito.
Possono essere fatti con prodotti chimici, con calandre a pressione o a vapore. I tessuti di lana vengono
sottoposti quasi tutti al “decafissaggio”, un trattamento a vapore o a pressione con reagenti chimici per non
far infeltrire la lana. Viene sottoposta anche ai trattamenti di anti infeltrimento, anti ignifugo, di
carbonizzazione con l’acido solforico per le impurità, anti tarme, garzatura della superfice per dare la
follatura alla lana per non farla restringere, idrorepellente mediante un trattamento con siliconi.
Si può lavare fino a 30° e a secco, non può essere candeggiata con cloruro, si può stirare con moderazione.
Cashmire: Fibra prodotta da una capra che vive nell’Himalaya, nel Tibet e nella Mongolia. Sopra il vello
creano una corta lanuggine, soffice, che viene raccolta in primavera (circa 100g) non si taglia.
Capra d’angora : vive in Turchia e ha caratteristiche simili a quelli della lana. I tessuti più fini vengono fatti
con la lana dei capretti.
Cammello : diffuso nell’Asia, ha un manto lungo e setoso mentre il sottomanto è morbido e setoso; viene
raccolto in primavera ed è utilizzata per fare cappotti.
Vigogna : appartiene alla famiglia dei camelidi, vive tra il Chile ed il Perù. L’animale non è domestico, per
prenderlo e tosarlo bisogna ucciderlo, per questo viene usato molto meno.
Alpaca : camelide allevato in Grecia. La tosatura viene fatta ogni 2 anni e il vello è simile a quello del Boer.
Lama
: lana molto lucida, leggera e soffice.
Guanaco : usata negli anni ’60 per fare le coperte. Camelide che vive in regioni molto fredde e per essere
utilizzato deve essere ucciso perché adatto anche a fare pellicce.
Coniglio d’Angora : ricavato dal pelo di un coniglio dell’Asia Orientale, allevato, tosato 4 volte all’anno, ha
un pelo leggero, fine, che assorbe il vapore acqueo. Vengono usati soprattutto per la biancheria intima.
Tessuti Crespati (crepe):
(crepe de chin, crepe georgette, chiffon, crepe satin, crepe marochenne)
La caratteristica di questi filati è dovuta alla crespatura e al tipo di filato molto ritorto, es: tessuti filati nel
crespo piano, tessuti filati nel mezzo crespo. Bisogna fare attenzione anche al tipo di torsione del filato, es:
armatura per crespo, crespo effetto “corteccia” (ottenuto dal tipo di finissaggio), crespo effetto “a botte”.
Cotone
Più importante di tutte le fibre tessili, costituita da peli detti “fibre”. Ricavato da una pianta dicotiledone
appartenente alla famiglia delle malvace cossipium, in Germania chiamato “baovol” (albero della lana); alla
maturazione il fiore si apre. Un tempo le piante erano molte e selvatiche, quando l’uomo intuì che poteva
ricavare qualcosa inizia a coltivarle, possono essere coltivate nelle regioni dove le piogge sono quasi assenti
(Perù, Egitto, Sudan), ad oggi viene coltivata dalla Sicilia all’Africa. La pianta ha numerosi fiorellini di colore
giallastro o bianco e presenta anche dei frutti, arrivati alla maturazione la capsula si apre: contiene il
bioccolo di cotone e dei semi, avvolti da peli; con i peli più lunghi si confezionano i filati, quelli più corti
vengono impiegati per la lavorazione del raion perché contengono il 90% di cellulosa; vengono usati anche
per fare la cellulosa, polvere da sparo, dai semi si può fare l’olio, il mangime per il bestiame, i fertilizzanti
per il terreno. La raccolta del cotone può essere fatta a macchina o a mano, varia a seconda dei paesi. La
resa più alta e più bella è quella egiziana che arriva a 500g per ettaro.
La raccolta è sottoposta alla sgranatura (o ginnatura): processo di separazione dalla granatura al seme, il
cotone viene compresso, chiamato “cotone sodo” per essere trasportato. Dopo di che avviene una seconda
sgranatura per liberare i peli corti che servono per la lavorazione artificiale o della carta.
Le fibre di cotone sono fini e flessibili, è in grado di assorbire il 20% del vapore acqueo e assorbono molto
velocemente i liquidi. A seconda del tipo è + o – confortevole, presenta molta resistenza, migliore se
bagnato, non è elastico, produce basse scariche elettrostatiche.
il trattamento dei cotoni deve essere fatto in soluzione di soda caustica, che rende la sezione
Finissaggio:
della fibra più circolare, più robusta e brillante. Si può trattare anti piega, usando delle resine sintetiche che
creano un legame incrociato con le catene della cellulosa.
Possiamo ottenere:
- Batiste
- Fustagno
- Mussole
- Organza di cotone
- Tele
- Madapolan: lenzuola morbide
- Percalle: camicie
- Picchè
- Popeline
- Rigatini: tovagliati
- Spugne
- Velluto di cotone
- Blue jeans
- Cotone idrofilo
- Ovatta
- Garza
- Calicò
- Cinz
- Cretone
- Damasco
- Drill
- Flanella
- Gabardine
- Oxford
- Interloc
- Cannetè
Il primo reperto archeologico del cotone si è trovato nel Pakistan e nel Messico, risale a 5.000 anni AC; il
commercio del cotone veniva importato dall’India. Molto importante fu anche la produzione in Spagna, nel
periodo del Tiraz. Ad oggi i maggiori produttori sono la Cina, gli Stati Uniti, il Pakistan.
Lino
Stoffe che hanno un grande successo e che vengono coltivate anche in Italia. Fibra dal fusto di una pianta
annuale (Linum usitatissimum appartenente alla famiglia delle Linacee); al momento della maturazione
arriva fino a 1m, ha un fiore azzurro e bianco, foglie strette e appuntite, i frutti sono delle capsule che
contengono dei piccoli semi piatti e lucenti, come per il cotone, non si butta via niente perché ci si può
ricavare anche l’olio. L’uso del lino è antichissimo, risale al periodo degli Egizi; è stato trovato nelle tombe
egiziane, usato per avvolgere le mummie. Viene dal latino “linteulum” che significa “tessuto di lino”. Si
coltiva in tutta Europa, in India, in America. Si può coltivare sia il lino da tiglio che il lino da semi da cui si
ricava l’olio: il lino da tiglio ha uno stelo molto alto e ramificato, quello da semi invece è più basso, la
raccolta avviene quando ha raggiunto la maturazione. La raccolta del lino per fibra viene fatta estirpando le
pianticelle, un tempo si faceva a mano, ora si usano delle macchine agricole; le piante vengono fatte
essiccare e vengono sottoposte alla battitura (bisogna battere questi steli per togliere la lignina che
permette alla pianta di stare in piedi), detta anche “sgranalatura degli steli” per sgranare le capsule e le
foglie; dopo di che avviene la “macerazione” (un tempo fatta a mano, c’erano delle acque con delle
sostanze apposite che si mangiavano la lignina), poi la “maciullatura” dove si liberano le fibre dalle sostanze
gommose che tengono unite in fasci la parte legnosa della pianta. La pianta viene riunita in pannelli quando
si raccoglie, per stare in piedi ha una sostanza chiamata lignina e una gommosa che vanno tolte. Dopo
questi passaggi i bacilli di coltura vengono immersi in acqua calda. Dopo la maciullatura avviene la
“scotolatura” dove ci si libera dei frammenti legnosi. Con la “pettinatura” vengono separate le fibre corte
(stoppe, servivano agli idraulici e imbottiture) dalle fibre lunghe (tessile). Il colore della filaccia del lino è
grigio, giallastro, verdognolo, i più pregiati hanno un bel colore bianco con uno splendore serico. Il lino non
è formato come il cotone esclusivamente da cellulosa ma contiene lignina, grassi e cere. I filamenti sono in
lunghezza dai 50/60 cm. Viene classificato a seconda delle zone di provenienza: il lino del belgio o delle
fiandre, dall’olanda, dall’europa dell’unione sovietica. I filati possono essere usati per biancheria, lenzuola,
abbigliamento, arredamento, cucirini, merletti; è il miglior conduttore di calore e da un senso di maggiore
freschezza, ecco perché si usa d’estate. Le sue fibre si possono miscelare per ottenere un misto-lino: misto
lino-cotone, union (ordito di cotone e trame di lino), viene anche mischiato con fibre liberiane come il sisal
e la canapa oppure con fibre artificiali sintetiche (modal, si stropiccia meno). Può assumere lavaggi ad
altissima temperatura e candeggiato con cloro.
Canapa
Fibra da fusto, ha la caratteristica di essere molto fresca come il lino. “cannabis sativa” termine latino,
appartenente alla famiglia dei “curticacee”, può arrivare all’altezza di 4m, fusto eretto, poco ramificato; la
pianta è una pianta dioica, che presenta sia pianta femminile che maschile: da quella maschile si ricava la
fibra mentre da quella femminile sia le fibre che il seme. La canapa è originaria dell’Asia ma viene coltivata
nell’unione sovietica, in italia, iugoslavia, polonia, ungheria, francia, corea, giappone e cina. La canapa
Italiana è tra le migliori del mondo, le sue fibre sono sia per filaccia che per tiglio, sono riunite come quelle
del lino e cementate da sostanze; per poterle lavorare ci sono delle operazioni simili al lino: una volta
messe nei mannelli vengono lacerate con macerazione, lavaggio, essiccatura e se ne ottiene una fibra di
colore lucente tra il biondo e l’argento. Con la maciullatura e scotolatura, come per il lino, si ottiene la
filaccia che viene poi liberata dalle fibre legnose, le fibre a seconda del colore e lunghezza vengono
considerate più o meno preziose proprio perché sono naturali, la più grossolana tra le fibre può essere
usata per stoppe, carta pregiata mentre quella più sottile per tele, tessuti di abbigliamento e arredamento,
tovagliati, asciugamani. La caratteristica della canapa è che è una fibra fresca, molto particolare, un tempo
non si dava particolare importanza a questa stoffa, al giorno d’oggi invece si grazie alle sue caratteristiche di
resistenza.
Fibre chimiche
Ottenute da polimeri naturali: la sostanza prima viene ottenuta ad esempio dall’inters del cotone.
Viene estratta dalla pianta la macromolecola di queste fibre, sintetizzate e impiegate oppure possono
essere modificate chimicamente per essere filata e dissolta con procedimenti chimici.
Ciò avviene con 4 procedimenti diversi:
- Alla viscosa
- Al cuprammonio
- All’acetato
- Al liocel
Fibre artificiali -> derivano dalla cellulosa.
Fibre ottenuti da polimeri naturali si suddividono in:
- Fibre cellulosiche
- Fibre a base di alginati
- Fibre a base di gomma
- Fibre degli elastomeri -> fibre a base di gomma ottenute dal lattice ma attualmente sostituite da
elastomeri
Fibre cellulosiche
Esistono dal 1845, quando venne scoperto il primo compos