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GAUDENZIO FERRARI - GROTTA DELLA NATIVITÀ
Figura 35: natività (cappella VI)—> gruppo plastico policromo raffigurante la Madonna e San Giuseppe in adorazione del bambino adagiato nella mangiatoia
Figura 36: adorazione dei pastori (cappella VII) —> sono figure che contemplano Gesù
Figura 37: arrivo dei Magi alla grotta della Natività —> sono statue in terracotta dipintaintegrate nella parete ricurva da uno sfondo di figure ad affresco. I Magi scendono daicavalli e vanno verso l'ingresso originario della grotta: uno sta per entrare togliendosi ilturbante, il secondo, con un gesto tratto dall'iconografia più tradizionale, indica la stellache si è fermata sulla capanna, il nero Baldassarre si sofferma mentre un paggio gliscioglie gli speroni. Un cavallo irrompe sulla parete.I visitatori transitavano pressi magi ed entravano nella grotta attraverso la stessa apertura
Figura 38: La madonna nel presepio (cappella VII)
—> È inginocchiata davanti allamangiatoia mentre accanto a lei un asino alita verso il bambino e la madre si distoglie dalla contemplazione del neonato volgendosi verso la porta della grotta
Figura 39 circoncisione (cappella VIII) —> nicchia poligonale con figure in terracotta
Chiesa nera —> chiamata così per la tinta scura dell'intonaco esterno, doveva comprendere due stazioni del tragitto della via dolorosa: il dolore di Maria e una caduta di Cristo sotto il peso della croce
Figura 42: fontana del Cristo risorto —> al termine dell'itinerario attraverso i misteri della redenzione e si arriva a una singolare fontana posta sul piazzale antistante le cappelle del calvario e del sepolcro. La collocazione potrebbe alludere alla pietra rotonda che i pellegrini in Terrasanta non mancavano di Natale nelle loro relazioni. La struttura è decagonale e sia la fontana sia la statua che vi si erge sono coperte da un padiglione di lamiera con pinnacolo.
La statua è stata cambiata diverse volte e ora vi è quella che inizialmente era conservata nella cappella dell'assunzione. -> immagine di Cristo come sorgente perenne di grazia mediante il suo sacrificio e l'effusione del suo sangue. CAPITOLO 3 - CASI PARALLELI Madonna del Sasso di Orsellina - Locarno Qui un frate francescano ebbe una visione della vergine che gli appariva su una sommità di una rupe scoscesa e qui costruì due piccoli oratori che furono poi consacrati nel 1487. Il più alto dedicato a Maria mentre il sottostante alla pietà con un romitorio. Nella cappella della pietà fu collocato un rilievo. Figura 43: i fratelli de Donati, Ancona della pietà -> raffigura in rilievo policromo contro uno sfondo pittorico una sintesi dei temi del compianto e della pietà. Il Cristo in pietà è sostenuto dal discepolo mentre la madre sviene lasciando il braccio del figlio che reggeva. Non lo sfondo.dipinto si aggiungono al lamento corale la Maddalena e altre Maria. Interessante affinità tematica con il sacro Monte di Varallo. Negli anni la chiesa risulta ampliata, tu mi ami del seicento alle cappelle della pietà e della Natività se ne aggiunsero altre, dei Magi, dell'ultima cena, del calvario e in alcune furono collocati alcuni gruppi plastici.
La Gerusalemme di San Vivaldo - Valdelsa. Non è copia di quello di Varallo ma si impronta ad un programma analogo e nasce da un concorso di componenti culturali, spirituali e ambientali in parte affini, con esiti tali da costruire un fenomeno parallelo se non una possibile risonanza di quel primo esempio.
A differenza di Varallo, dove prima dell'insediamento francescano non c'era un luogo di culto, nell'area pre esisteva una chiesa. Le strutture sono di varia rilevanza: alcune destinate alla celebrazione liturgica (chiese), altre come cappelle e più semplici 'loci', evocative dei
rispettivi ministeri. Nel complesso delle cappelle e e narrata la storia della redenzione, l'unico luogo esterno è quello del presepio che hai inserito perché deludente alla storia narrata. Qui molte cappelle subirono trasformazioni sostituzioni, le più antiche presentano strutture piuttosto semplici e possono essere paragonate a quelle del sacro Monte di Varallo ma sono funzionali a una riproduzione dei prototipi. Il devoto si muove seguendo i tragitti che percorse Cristo durante la sua presenza terrena e può contemplarne i misteri.
Figura 44: cappelle della chiesa di Pilato, della salita al calvario e della Madonna dello spasimo.
Figura 45: Santo sepolcro -> riprodotto in dimensioni minori rispetto all'originale; la copia palesa chiarezza, sobrietà e razionalizzazione.
Figura 46: interno della cappella del cenacolo con i misteri della lavanda dei piedi e dell'ultima cena -> la sala è divisa in due vani da una serie di
pilastri come nel cenacolo di Gerusalemme e i due misteri sono raffigurati in aderenza alle pareti da rilievi policromi.
A Varallo i gruppi erano rappresentati a tutto tondo in dimensioni naturali, a San Vivaldo invece le rappresentazioni sono rilievi policromi impiegati per offrire all'osservatore una contemplazione concentrata piuttosto che un nuovo spettacolo coinvolgente. Le figure sono in dimensioni inferiori al naturale e sono sollevate rispetto al suolo.
Figura 48: salita al calvario -> le figure che trascorrono densamente sovrapposte in diversi piani di profondità con un effetto di contrappunto, trascinano con il loro moto lo sguardo dell'osservatore e introducono un nuovo sviluppo della narrazione in senso spettacolare.
Cappella del calvario -> qui si configura l'allestimento di più forte efficacia scenica: edificio sintetizza due luoghi della basilica di Gerusalemme.
Le figure plastiche di Cristo e dei due ladroni, prominenti e fortemente
Espressive si ergono sulle croci addossate alla parete di fondo mentre nell'affresco dietro di queste si affollano i crocifissori e la folla.
Figura 49: edicola dello stabat mater —> all'ambiente principale è affiancato a un livello inferiore, un piccolo vano visibile dall'esterno da cui Maria con le compagne il discepolo Giovanni guarda piangente il Cristo crocifisso attraverso un'apertura che comunica con il piano superiore. Questo porta a un'immedesimazione del fedele nella pena di Maria delle compagne e del discepolo.
Figura 50: statua di Maria Maddalena e il frammento di quella del Cristo risorto - cappella del noli me tangere —> il gruppo è a tutto tondo in grandezza naturale. La figura della santa è tra le più belle opere che sono state attribuite ad Agnolo di Polo, collaboratore di Verrocchio e di Giovanni della Robbia. L'opera mira ad indurre il fedele a immedesimarsi emotivamente negli eventi evocati.
TORINO -
COLLE DI SUPERGA CHIESA DELLA MADONNA1520 —> Relazione con il prototipo di Varallo
SANTUARIO DELLE CAPPELLE - CALABRIA —> rievoca i luoghi del pellegrinaggio a Gerusalemme in un compendio simbolico di quella sacra topografia. Il fondatore si recava in Terrasanta era coglieva reliquie e devoti ricordi. Sono oggi in totale 7 cappelle +9 successive.
Figura 51: cappella del santuario, Natività
Pare possibile che il suo progetto riceveva informazioni dal sacro Monte di Varallo o da San Vivaldo ma sicuramente la mappa delle cappelle arriva anche dal suo ricordo dei luoghi in Terrasanta.
CONVENTO - CORDOVA - 1425 —> un frate domenicano stabilì un percorso mistico tra la sua cella e una collina sulla quale piantò due croci, per poi aggiungere alcuni altri siti per evocare i luoghi della passione di Cristo
GORLITZ —> l'insieme comprende una riproduzione del sepolcro, una cappella della Santa Croce, la pietra dell'unzione (all'interno
di una cappella che ospitava anche il gruppo della pietà), l'orto e un ruscello. TROYES -> chiesa di San Nicolas + due cappelle, del calvario del Santo sepolcro, che andarono distrutti in un incendio nel 1524 e furono poi ricostruite; si tratta sempre di casi in cui ecclesiastici e si recavano a Gerusalemme e al ritorno fondavano qualcosa di simile. In Germania ebbe larga fortuna l'istituzione di percorsi di devozione a immagine della via dolorosa di Gerusalemme. I percorsi sostituiscono il pellegrinaggio nella città santa. CAPITOLO 4 - PELLEGRINAGGI Per alcuni il pellegrinaggio e il ritiro al sacro Monte di Varallo potevano configurarsi come una sostituzione del pellegrinaggio a Gerusalemme. Nel 1525 le strade che portavano a Varallo facevano ancora soffrire i pellegrini e infatti Francesco Secondo Sforza ne ordinò la riparazione. Accanto a personaggi noti e di alto rango che emergono dai documenti e dalle fonti a stampa che andavano in visita al sacro Monte,si muovevano anche pellegrini e visitatori di varia provenienza e di estrazione tra i quali molti lasciarono traccia della loro presenza con graffiti incisi sulle pareti di alcuni cappelle. Esempio: chiesa nera. Nel 1585 il vescovo in occasione della sua visita al sacro Monte vietò i graffiti e dopo quella disposizione divennero meno frequenti. Fra i mezzi che pubblicizzarono la frequentazione del sacro Monte c’erano: - predicazione dei frati che propagandavano la nuova Gerusalemme - Le guide offerte ai pellegrini dai religiosi stanziati nel convento ai piedi della rupe e nel romitorio - Guide e descrizioni stampate dalla seconda metà del 500 Ci sono anche alcuni sfondi di pale d'altare che ricordano e pubblicizzano le cappelle di Varallo. Figura 54: Gerolamo Giovenone, Madonna con il bambino e i santi. Le rappresentazioni del sacro Monte negli anni vengono innovate rispetto alle precedenti testimonianze. CAPITOLO 5 - IL SACRO MONTE DI VARALLO NEL 500 Scarognini questi laFabbrica del Monte di Varallo prima con Caimi poi con Francesco da Marignano.
1493: primi lavori, prime cappelle
1517: costruzione di una fabbriceria: ente che cura la gestione dei beni, i cui redditi sono destinati alla conservazione degli edifici sacri.
Costruzione di una nuova cappella della cattura di Cristo, fu sistemata sul lato del rilievo deputato a rappresentare il monte degli ulivi; fu fornita di statue lignee.
1543: Venne costruito il palazzo di Pilato, un edificio a due piani, fornito di aperture al superiore e di due cappelle ai lati dell'ingresso, dove vi furono situati i misteri della flagellazione e della coronazione di spine.
1548/1553: Bernardino Baldi, nuovo fabbriciere pagava lo scultore milanese Giovanni da Corbetta incaricato di fornire sette figure per il sacro Monte.
Figura 55: Cristo flagellato
La riforma del sacro Monte è concepita da Galeazza Alessi che deve proporre una narrazione continuativa e facilmente comprensibile dei fatti della vita e passione di Cristo.