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BONELLI
Quindi dice:
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Bonelli è contrario all’operazione di costruzione e dice invece che quell’operazione di
costruzione può portare a una nuova possibilità, una nuova creazione e una nuova forma
di arte.
Il restauro quindi per Borelli è un’operazione di reintegrazione, di conservazione e il
ritrovamento del valore espressivo legato all’immagine che lui dice che il restauratore può
ottenere attraverso un atto creativo.
Bonelli ci dice che per:
Bonelli dice, ok ci sono molte aggiunte, ne periodi storici diversi, il suo punto di vista però
è che ciò che vale alla ne è l’integrità del valore d’arte che vuole esprimere. Se
l’operazione che vado a fare è quello di valorizzare il progetto da un punto di vista della
creatività posso farlo.
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Bonelli dice che la ricostruzione deve essere abolita da ogni punto di vista, perché una
volta persa l’unità della gura questa non può più essere ricostruita ma si può ricostruire
purché ci siano delle assiduamente sicure che possono essere completate per dare una
completezza dell’immagine.
In questo modo noi possiamo guardare ad esempio allestimento che è stato fatto negli
anni ’20 del 900, Museo di Castelvecchio vediamo che è un allestimento dove il principale
obiettivo era di restituire una dimensione quotidiana e storica del castello se noi invece
vediamo con gli occhi di Bonelli e con l’uso della parola fantasia guardiamo l’allestimento
di Carlo Scarpa (sempre Castelvecchio) possiamo comprendere che il superamento della
storia agisce con questo approccio che consente di contestualizzare l’opera storica dal
suo originale contesto per creare una forma nuova espressiva che sia una nuova forma di
arte.
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Castelvecchio:
Ingresso Querini Stampalia:
Resturo come processo da un lato critico dall’altro creativo
8 In sintesi il resturo per Bonelli è realizzare e attualizzare un atto creativo
ssato nella forma.
Questo procedimento serve a ottenere una nuova fruizione culturale ed artistica.
Quindi il restauro ha da un lato il rispetto verso un opera in esame e dall’altro di assumere
un intervento diretto a modi care la forma.
Nel sistema di criteri e di concetti il restauro sono non solamente legati alla percezione
dell’opera ma anche a quelli concettuali, etici, psicologici.
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Mostra di Palazzo Grassi del 2017: Treasures from the wreck of the unbelievable
C’è uno storytelling, si etra nella mostra e c’è questo video che parla del ritrovamento di
una nave di un collezionista greco che ha avuto un naufragio e quindi la nave è a ondata.
In questa mostra dovrebbero essere esposti i pezzi che in qualche modo possono
sembrare archeologici, lo sembrano perché sono fatti bene solo che se ci si avvicina si
notano delle imitazioni di persone x.
Ci dice questa statua che vedi è come è stata emersa dalle acque mentre la seconda è la
versione della scultura restaurata, mentre la terza è la scultura reintegrata.
E ci chiede secondo voi qual’è la più autentica?
Solo alla ne della mostra comprendiamo che sono tutte non autentiche perché sono tutti
pezzi fatti nel 2017. Ci racconta che quello che io vedo è autentico in tutte è tre le
sculture, come faccio a capire che è autentico? In base al soggetto che ce lo dice, ci
vuole qualcuno che ci dice che è autentico.
In qualche modo ci riconduce a Bonelli
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fi ff
La posizione di Pane, Brandi e Bonelli attua una cesura molto forte rispetto la
conservazione del momento, lavora sull’immagine sulla visione.
Liliana Grassi
Scrive un libro nel ’44, si laurea a Milano, gura che diventerà molto importante anche se
meno conosciuta dei suoi colleghi. Amica di Gio Ponti.
Nasce nel ’23 e muore nel ’85. Lavora per quasi tutta la sua vita al restauro dell’attuale
Università Statale di Milano. de nizione di restauro:
Nel 1981 poco prima di morire dà la
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Prima domanda: Perché devo conservare?
Devo conservarla come immagine? Come documento come i dati storici?
Studia quindi cosa diceva Giovannoni e cosa diceva Bonelli, e dice non c’è un’unica
strada, non devo solo conservare il monumento o la forma, la cosa importante è il giusto
bilanciamento fra iter storico e visione. Iter storico mi porta ad avere un atteggiamento più
stilistico mentre la visione mi porta più all’immagine.
Nel ’43 quando l’ospedale maggiore di Milano viene bombardato le prime azioni fatte
sono delle azioni tecniche lasciando quelle non controllate rinforzandole con dei
contra orti, quando lei interviene a lavorare su di esso va a riprendere le murature che
erano state conservate.
Vuole conservare la memoria del ’47 che rappresentano una parte di come si è lavorato in
Italia ma pensa qual’è la forma espressiva in cui può far comprendere le sue azioni? La
forma degli interventi e la storia di questi elementi.
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ff Conserva il nuovo costruito del ’47 aggiunge una parte costruita nel ’55/’56 con delle
tecniche contemporanee come ad esempio il c.l.s. ma ricompone le parti dei frammenti
dei crolli nel ’61/’67 creando una lettura molto storica ell’edi cio.
Con semplici cose come la presenza delle cornici che in qualche modo rimanda al ritmo
delle architetture, la scansione dei pieni e vuoti che cerca di colmare il vuoto dei
bombardamenti, utilizzo della creatività degli elementi delle aperture. Tutti questi
atteggiamenti sono ugualmente contemporanei, il progetto si può svincolare dal scegliere
a cosa appartenere perché il modo in cui pensiamo alla conservazione genera un
atteggiamento del progetto completamente di erente ed è sempre contemporaneo.
Questo progetto funziona, liberando e costruito il piano del ’43, vengono poi ricomposte
alcune partizioni delle colonne così come erano prima, ma soprattutto le colonne nuove
che saranno la base del nuovo modo di progettare, mettere insieme il valore
dell’immagine con la storia con l’idea del linguaggio assolutamente in cifra moderna in cui
si possa essere compreso e valorizzato il valore d’arte.
Utilizzare il linguaggio dell’architettura per dialogare con la storia ed esprimerla in questo
nuovo elemento.
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Mette insieme la contingenza e questa idea di trasmissione.
Il restauro dunque ha una fondazione loso ca che è un fondazione che abbraccia
l’estetica e che mette insieme l tempo nito dell’uso dell’architettura con in nito dell’arte
cioè il nostro arte creativo del progetto.
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