REGOLAZIONE DELLE VIE METABOLICHE CHE COINVOLGONO IL GLUCOSIO
La regolazione delle vie metaboliche che utilizzano o producono glucosio è essenziale per
mantenere l’equilibrio energetico cellulare e sistemico. Tra queste, la glicolisi è una delle vie più
strettamente controllate, poiché rappresenta il punto d’ingresso principale del glucosio nel
metabolismo energetico.
Regolazione della glicolisi tessuti non gluconeogenetici
La regolazione della glicolisi differisce tra (come il muscolo, che
tessuti gluconeogenetici
utilizza il glucosio solo per produrre energia) e (come il fegato, che può
sia degradare che sintetizzare glucosio).
1. Tessuti non gluconeogenetici funzione prevalentemente catabolica,
Nei tessuti non gluconeogenetici, la glicolisi ha una volta
stato energetico della cellula.
a produrre ATP. In questi casi, la regolazione è legata allo →
L’ATP agisce da inibitore delle ultime due reazioni irreversibili della via glicolitica Un’elevata
concentrazione di ATP segnala che la cellula ha energia a sufficienza, per cui la glicolisi viene
rallentata; al contrario, se l’ATP diminuisce le reazioni vengono riattivate per generare nuova
energia.
In teoria basterebbe regolare una sola reazione irreversibile per modificare la velocità della via
metabolica; tuttavia, per evitare variazioni brusche nelle concentrazioni degli intermedi e squilibri
si interviene su due punti chiave del percorso.
tra vie metaboliche collegate, Questo consente
di minimizzare gli effetti “a monte e a valle” (sulle concentrazioni di intermedi condivisi con altre
vie) e di garantire un controllo più fine e stabile della velocità globale della glicolisi.
• Se aumenta la velocità della prima reazione, la concentrazione del suo prodotto (intermedio B)
aumenta, e di conseguenza crescono anche tutti gli intermedi successivi: l’intera via metabolica
accelera.
• Se, invece, si aumenta la velocità dell’ultima reazione, il prodotto finale (E) aumenta mentre gli
intermedi precedenti diminuiscono, rallentando la via.
Agendo su due punti di controllo, la cellula può compensare queste variazioni, mantenendo un
flusso metabolico coerente e stabile.
Principali punti di regolazione della glicolisi
• Fruttosio-1,6-bisfosfato - Questo intermedio rappresenta un punto di regolazione chiave: se la
sua concentrazione aumenta significa che la prima reazione procede troppo rapidamente; la
cellula utilizza allora questo segnale per stimolare le reazioni successive, bilanciando la velocità
complessiva della via.
• Inibizione allosterica da prodotto - Il glucosio-6-fosfato, prodotto della prima reazione della
glicolisi, agisce come inibitore allosterico dell’enzima esochinasi. Poiché il glucosio-6-fosfato è
un punto di snodo tra molte vie metaboliche (glicogenosintesi, via dei pentosi fosfati, glicolisi),
un suo aumento segnala che la cellula non ha bisogno di ulteriore glucosio fosforilato. Di
conseguenza, l’esochinasi viene inibita, evitando l’accumulo eccessivo di intermedi e
indirizzando il glucosio verso altre vie metaboliche.
2. Tessuti gluconeogenetici
Nei tessuti gluconeogenetici, in particolare nel fegato, la regolazione del metabolismo del glucosio
è più complessa rispetto a quella dei tessuti non gluconeogenetici. Il fegato, infatti, deve
coordinare glicolisi e gluconeogenesi in modo da evitare sprechi energetici e mantenere costante
la glicemia.
Il fegato ha la capacità di accumulare e rilasciare glucosio a seconda delle esigenze
dell’organismo. Poiché il glucosio entra facilmente nel fegato (grazie al trasportatore GLUT2, che
non si satura), la regolazione sull’esochinasi (tramite il suo prodotto, glucosio-6-fosfato) non ha
grande significato funzionale: anche se aumenta la concentrazione di glucosio-6-fosfato, il fegato
continua comunque ad accumulare glucosio.
evitare i cicli futili,
È fondamentale ossia situazioni in cui la glicolisi e la gluconeogenesi si
attivano contemporaneamente, consumando inutilmente ATP. Per questo motivo, le reazioni
chiave che controllano le due vie sono regolate in modo opposto: quando è attiva la glicolisi, la
gluconeogenesi viene inibita; quando si attiva la gluconeogenesi, la glicolisi viene bloccata.
La gluconeogenesi è un processo anabolico e dispendioso in termini energetici, perciò avviene
solo quando la cellula ha energia a sufficienza.
• ADP e AMP Inibiscono la gluconeogenesi
→ (se c’è poca energia, non ha senso sintetizzare
glucosio).
• ATP e acetil-CoA Favoriscono la gluconeogenesi
→ (se l’energia è abbondante, il piruvato
può essere usato per produrre glucosio).
In particolare, l’acetil-CoA è un effettore fondamentale:
• bassa concentrazione non ha energia sufficiente,
Una di acetil-CoA indica che la cellula
glicolisi;
quindi il piruvato viene destinato alla
• concentrazione piruvato carbossilasi,
Un’alta di acetil-CoA attiva la avviando la
gluconeogenesi.
- citrato effettore allosterico positivo della fruttosio-1,6-bisfosfatasi,
Il è un l’enzima chiave
della gluconeogenesi. La sua concentrazione nel citosol è proporzionale alla quantità di acetil-
CoA nei mitocondri, perciò i due segnali sono correlati: entrambi indicano che ci sono
gluconeogenesi.
abbondanti riserve energetiche e che si può procedere con la
- piruvato chinasi,
L’alanina inibisce l’enzima che catalizza l’ultima reazione della glicolisi.
Questo effetto è relativamente modesto, ma significativo dal punto di vista metabolico: poiché il
piruvato può essere convertito in alanina (e viceversa), un’elevata concentrazione di alanina
riduce la glicolisi,
segnala che non serve produrre altro piruvato; la cellula quindi evitando un
eccesso di intermedi.
fruttosio-2,6-bisfosfato (F2,6BP) principale regolatore
Il è il del bilancio tra glicolisi e
gluconeogenesi.
• Alte concentrazioni di F2,6BP attivano la glicolisi.
→
• Basse concentrazioni di F2,6BP favoriscono la gluconeogenesi.
→
Il fruttosio-2,6-bisfosfato (F2,6BP) si forma dal fruttosio-6-fosfato grazie all’enzima
fosfofruttochinasi 2 (PFK-2), che aggiunge un gruppo fosfato in posizione 2. Viene invece
fruttosio-2,6-bisfosfatasi (FBPasi-2),
degradato dall’enzima che rimuove quel gruppo fosfato.
Questi due enzimi sono presenti nello stesso complesso proteico bifunzionale, che può assumere
due forme:
• Defosforilata (attiva come PFK-2) glicolisi;
→ promuove la
• Dosforilata (attiva come FBPasi-2) gluconeogenesi.
→ favorisce la
Il passaggio tra glicolisi e gluconeogenesi è controllato dagli ormoni insulina e glucagone:
• Insulina attiva la PFK-2,
→ →
(ormone dell’abbondanza) aumenta il fruttosio-2,6-bisfosfato
stimola la glicolisi.
• Glucagone attiva la FBPasi-2,
→ →
(ormone del digiuno) riduce il fruttosio-2,6-bisfosfato
stimola la gluconeogenesi.
Questi due enzimi, dunque, rappresentano forme diverse della stessa proteina, regolate dalla
fosforilazione in modo reciprocamente antagonista.
Oltre al controllo tramite F2,6BP, gli ormoni agiscono anche su altri enzimi chiave:
• Glucagone e adrenalina fosforilano la piruvato chinasi, inibendo
→ riducendone l’attività e
la glicolisi.
• cortisolo, sistema contro-insulare, stimola la sintesi degli enzimi
Il principale ormone del
specifici della gluconeogenesi, potenziando così la capacità del fegato di produrre glucosio.
Regolazione della via dei pentosi fosfati (PPP) produrre NADPH,
La via dei pentosi fosfati ha due funzioni principali: fondamentale per le
reazioni biosintetiche (come la sintesi degli acidi grassi e del colesterolo) e per la difesa dallo
fornire zuccheri a 5 atomi di carbonio,
stress ossidativo; come il ribosio-5-fosfato, necessario
per la sintesi di nucleotidi e acidi nucleici.
A differenza della glicolisi e della gluconeogenesi, la via dei pentosi non è fortemente regolata da
disponibilità dei
meccanismi allosterici o ormonali diretti. Le sue reazioni procedono in base alla
substrati, in particolare glucosio-6-fosfato, punto d’ingresso della via, e NADP⁺, accettore di
rapporto NADP⁺/NADPH.
elettroni. Infatti, la velocità della via dipende soprattutto dal
• NADP⁺, si attiva
Se aumenta il la via per rigenerare NADPH;
• abbondanza di NADPH, si rallenta
Se c’è la via automaticamente.
Dunque, il sistema si autoregola in funzione delle necessità biosintetiche e redox della cellula.
Il NADPH prodotto dalla via dei pentosi serve a:
• glutatione ossidato (GSSG) glutatione ridotto (GSH),
Ridurre il in indispensabile per
neutralizzare i radicali liberi;
• biosintesi lipidica colesterolo;
Fornire potere riducente per la e del
• rigenerazione di tetra-idrobiopterina
Sostenere la (nei tessuti dove serve alla sintesi di ossido
nitrico e neurotrasmettitori). modulazione ormonale indiretta
Sebbene la regolazione diretta sia scarsa, esiste una che
agisce sulla sintesi degli enzimi chiave della via:
• Insulina stimola la sintesi
→ degli enzimi della via dei pentosi, per aumentare la produzione di
NADPH (utile nei processi anabolici come la lipogenesi);
• Ormoni contro-insulari glucagone cortisolo) inibiscono la sintesi
→
(come e enzimatica e
quindi riducono il flusso nella via, poiché in condizioni di digiuno l’organismo non ha bisogno di
sintetizzare lipidi.
Regolazione della piruvato deidrogenasi (PDH)
La piruvato deidrogenasi è l’enzima chiave che catalizza la decarbossilazione ossidativa del
piruvato, trasformandolo in acetil-CoA, il substrato di ingresso per il ciclo di Krebs. La sua
regolazione è cruciale perché determina se il piruvato derivante dalla glicolisi viene utilizzato per
produrre energia o risparmiato, ad esempio per mantenere il glucosio disponibile al sistema
nervoso centrale (SNC).
1. Regolazione da prodotto
feedback inibitorio
La PDH è soggetta a da parte dei prodotti della reazione e dello stato
energetico cellulare.
• NADH Inibisce la PDH,
→ segnalando che la cellula ha un’elevata disponibilità di elettroni per
la sintesi di ATP;
• Acetil-CoA Inibisce l’enzima,
→ indicando che ci sono già substrati sufficienti per il ciclo di
Krebs o derivanti dal metabolismo lipidico.
Questo tipo di regolazione viene definita regolazione da prodotto, perché dipende dalla quantità
dei prodotti della reazione.
2. Regolazione covalente fosforilazione/de-fosforilazione,
La PDH può e
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Regolazione glicolisi
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Regolazione metabolica
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Regolazione giurisdizionale
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Vie metaboliche, direzione e capacità di regolazione