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8. GLI ASPETTI PSICOLOGICI DEL CICLO DELLA VITA
Con l'espressione "ciclo di vita" ci si riferisce all'insieme delle fasi evolutive che caratterizzano lo
sviluppo dell'uomo.
1. Vita fetale e nascita: lo sviluppo dell'uomo ha inizio a partire dalla vita fetale. È ormai
consolidato che l'attività psichica inizi già nella fase fetale e non coincida con il momento della
nascita; infatti, a partire dal sesto mese il feto è capace sia di rispondere a stimolazioni di varia
natura sia di imparare, cioè di memorizzare e conservare tracce di alcune percezioni. La
percezione può essere o tattile o uditiva.
-La nascita può essere definita come evento traumatico, è infatti la separazione della madre dal
figlio. Quindi, il piccolo è chiamato a distinguersi in un ambiente del tutto nuovo, supportato dal
legame con la figura materna, ma anche da competenze innate che lo caratterizzano come un essere
attivo. Ad esempio, egli è in grado di distinguere l'odore della propria madre da quello di altre
persone; dimostra di possedere una certa sensibilità termica, smettendo di succhiare il latte se è
troppo caldo o troppo freddo.
2. infanzia: Ciò che determina il successivo sviluppo psico- logico del neonato è la qualità del
legame di attaccamento che si viene ad instaurare tra il piccolo e la persona che si prende cura di lui
(caregiver). I teorici dell’“attaccamento", il più famoso dei quali è John Bowlby, sostengono che il
legame che si viene a creare tra il bambino e il caregiver, di solito la madre, è il risultato di un
sistema di schemi comportamentali a base innata che hanno la funzione biologica di protezione del
piccolo. Bowlby denomina, con l'espressione "base sicura", quel tipo di relazione che offre al
bambino garanzie di sicurezza e di protezione.
-Ci sono 3 diversi tipi di attaccamenti:
⇨
-insicuro (non sano) ambivalente bambini o troppo affettuosi o evitanti;
⇨
-sicuro (sano) il bambino torna dalla madre (affettuoso);
-insicuro (non sano) evitante⇨ il bambino eviterà qualsiasi contatto con la mamma.
Questi tipi di attaccamento verranno poi sviluppati durante la vita del ragazzo. Le carenze o peggio
la mancanza di cure materne provocano nel bambino gravi ritardi nello sviluppo, sia in generale che
in particolare rispetto allo sviluppo cognitivo, oltre ai vari disturbi di carattere psicosomatico.
Questo verrà studiato nel 1958 da Spitz con diversi esperimenti in un istituto di orfani. Questi studi
sono stati poi confrontati con quelli di bambini “normali”. Spitz ha visto che questo portava a
grandi mancanze.
Durante i primi anni di vita ha inizio un processo di separazione - individuazione. I parametri per i
quali si capisce che si ha un corretto sviluppo identitario sono:
-sorriso sociale (terzo mese: sorride a tutti);
-sorriso solo a chi conoscere (sesto mese);
-angoscia dell’estraneo (ottavo mese).
Un’altra importante tappa evolutiva è la deambulazione, quindi lo sviluppo di un’autonomia a circa
un anno. Altra cosa fondamentale è il linguaggio. Tra i 5 e i 10 mesi si sviluppano suoni vocalici e
consonantici e la lallazione (“mamma”, “papa”).
3. preadolescenza e adolescenza: per preadolescenza si intende il periodo compreso tra i 1 -12
anni e i 14 anni, caratterizzato da forti elementi di discontinuità con le precedenti fasi di sviluppo.
In primo luogo, il preadolescente si trova ad affrontare i cambiamenti del proprio corpo indotti dallo
sviluppo ormonale, che risultano difficili da accettare e integrare a livello della propria immagine di
sé, tali da provocare una profonda crisi di identità. Lo sviluppo ormonale incide principalmente
sullo sviluppo sessuale. Emerge, quindi, un graduale interessamento per la sessualità, che può
assumere 2 direzioni: una è quella della sessualità autocentrata, ossia della masturbazione. L'altra è
quella della sessualità eterocentrata, rivolta ai coetanei.
Altro elemento di discontinuità di questo periodo è il rapporto con i genitori. La relazione viene
vissuta dal preadolescente con un marcato senso di ambivalenza, tale da oscillare tra, il bisogno
primario di dipendenza affettiva e l'emergente desiderio di autonomia. In questa oscillazione
continua, il preadolescente inizia a cercare all'esterno della famiglia dei nuovi modelli di
riferimento, ad esempio nel gruppo dei coetanei.
L'adolescenza inizia indicativamente intorno ai 14 anni per concludersi intorno ai 18-20 anni. In
questo periodo caratterizzato da marcati conflitti, è come se gli elementi di discontinuità emersi nel
periodo preadolescenziale acquisissero un totale controllo nella vita dell'adolescente.
Dal punto di vista dello sviluppo sessuale, l'adolescente ha raggiunto una maturazione sessuale che
non si accompagna ad una parallela maturità psicologica nello stabilire delle relazioni durevoli.
Durante questa fase domina in maniera completa l'esigenza di essere autonomo, che egli esprime
con atteggiamenti aggressivi nei confronti delle figure genitoriali, allo scopo di affermare
l'indipendenza del proprio Io della famiglia d'origine. L’ adolescente, inoltre, cerca di placare questo
senso di rabbia e frustrazione rifugiandosi in droghe o alcool.
4. età adulta: l'individuo arriva all'età adulta dopo aver posto le basi della formazione della sua
identità nelle fasi precedenti dello sviluppo. Le caratteristiche principali dell'adulto sono:
l’acquisizione della fiducia in se stesso e negli altri, sicurezza nell’affrontare la realtà, senso di
autonomia, acquisita consapevolezza della propria immagine di sé, sia da un punto di vista fisico sia
da un punto di vista psicologico, capacità di stabilire delle relazioni affettive stabili e durature,
possibilità di autorealizzazione attraverso l'attività lavorativa, che consente all'individuo di sentirsi
utile e socialmente realizzato e capacità di tollerare la frustrazione e l'insuccesso e di elaborare delle
strategie.
5. maturità: è il tempo dei bilanci rispetto a ciò che sono riuscito o no a fare. Ci sono anche delle
modificazioni corporee lente che possono essere vissute dall'individuo in modo negativo.
6. vecchiaia: siamo consapevoli del fatto che ciò che abbiamo vissuto sarà sempre di più rispetto a
ciò che ci resta da vivere. Ci sono dei cambiamenti fisici e a livello di salute, inoltre, si ritorna ad
essere più egocentrici e si assiste alla perdita di congiunti e amici.
- lo sviluppo cognitivo nel bambino: lo sviluppo affettivo-relazionale del bambino va di pari passo
con il suo sviluppo cognitivo. Jean Piaget ha individuato le varie operazioni di pensiero nel corso
dello sviluppo infantile, suddividendole in 4 stadi:
1. stadio sensomotorio (dalla nascita ai 2 anni);
2. stadio preoperatorio (dai 2 ai 7anni);
3. stadio delle operazioni concrete (dai 7 agli 11 anni);
4. stadio delle operazioni formali (dagli 11 anni in poi).
-stadio sensomotorio:
primo stadio → esercita solo riflessi presenti alla nascita (competenze innate, il primo riflesso è
quello del succhiare);
seconda stadio → coordina i riflessi e le risposte;
terzo stadio → comincia a prevedere le conseguenze dei suoi atti e di ripetere risposte che hanno
avuto un esito positivo (gioca con i sonagli);
quarto stadio → comincia a differenziare i mezzi dai fini;
quinto stadio (dai 12 ai 24 mesi) → esplorazione e sperimentazione;
sesto stadio → transizione tra la fase senso motoria e la fase rappresentativa, il bambino a livello
mentale riesce a rappresentarsi le cose.
Durante lo stadio sensomotorio si sviluppa il processo di separazione-individuazione, una capacità
rappresentativa della mente. Si sviluppa il linguaggio e la capacità di rappresentazione grafica. A
partire dai 2 anni di vita il bambino sviluppa la fase del no (comincia a dire no).
-stadio preoperatorio: nasce il pensiero di tipo intuitivo. Lo stadio è caratterizzato da
egocentrismo (il mondo ruota intorno al soggetto), rigidità del pensiero (mancanza di reversibilità
nella mente del bambino), animismo (dare un’anima a tutte le cose, quindi anche agli oggetti) e
artificialismo (tutto ciò che succede il bambino pensa l'abbia fatto lui). Inoltre si sviluppa una
progressione del linguaggio, dell’espressione grafica e del gioco simbolico. In questa fase si
comincia a sviluppare l’identità sessuale quindi l’identificazione di genere. Spesso questa
identificazione coincide con un adulto del proprio sesso, di solito il genitore.
- stadio delle operazioni concrete: in questo stadio nasce lo sviluppo dell’identità sessuale e dei
rapporti sociali (ci si allontana dal proprio egocentrismo) e si assiste ad uno sviluppo cognitivo,
apprendimento della lettura e della scrittura e la capacità di reversibilità nel pensiero (capacità di
saper cambiare idea).
-stadio delle operazioni formali: secondo Piaget, questo stadio rappresenta la tappa più avanzata
dello sviluppo dell’intelligenza. L’adolescente, infatti, è in grado di utilizzare il pensiero ipotetico-
deduttivo, ossia formulare delle ipotesi poste sulla base di strutture logiche.
PRINCIPI DI PSICOLOGIA CLINICA:
1.LA MALATTIA
La malattia rappresenta un evento critico nella vita dell'individuo, in quanto comporta una marcata
trasformazione dell'esistenza della persona, costringendola ad uno sforzo profondo di adattamento.
Rispetto alla malattia le fasi che il paziente “attraversa” sono:
1. negazione;
2. rabbia;
3. patteggiamento;
4. depressione;
5. accettazione.
Le reazioni emotive reattive all’ospedalizzazione:
-depersonalizzazione;
-senso di isolamento;
-regressione;
-ansia.
-la malattia nel bambino: la malattia nel bambino può essere caratterizzata da un pensiero magico
(la malattia come punizione, il bambino pensa che sia la conseguenza di un comportamento
negativo). Inoltre, assume una relazione direttamente proporzionale all’atteggiamento dei familiari
nei confronti della malattia.
-la malattia nell’anziano: la malattia e al conseguente ospedalizzazione della persona anziana
rappresentano una sorta di dichiarazione del bisogno di aiuto e di assistenza, a cui il paziente può
reagire attraverso atteggiamenti regressivi, che includono comportamenti di tipo egocentrico con
continue richieste di cura e di attenzioni rivolte sia al personale sanitario sia ai familiari; oppure
tramite una marcata difficoltà di adattamento al contesto ospedaliero, identificato come una novità
difficile da integrare nella propria vita.