Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
L'IMPORTANZA DI CONSIDERARE IL DOLORE DEL BAMBINO
Il problema è che i bambini che hanno bisogno di cure palliative sono molti ma spesso la risposta di fronte alla terminalità e al dolore psichico la risposta è "non ce ne occupiamo". Il dolore del bambino viene ignorato perché il bambino non può denunciare.RANGE DI ETÀ PER L'ACCESSO ALLE ONCOLOGIE PEDIATRICHE
I centri italiani di pediatria seguivano il paziente fino ai 14-16 anni, vuol dire che un ragazzo di 16 anni con tumore poteva finire in un reparto in cui i pazienti avevano un'età media di 80 anni. A un certo punto in Italia quasi tutti i centri hanno rialzato l'età. L'età evolutiva oggi si considera almeno fino a 18 anni. C'è il tema dei cosiddetti 0-18, giovani adulti AYA (adolescents and young adults) perché ci sono delle caratteristiche di natura sociale fino a quando uno dipende dalla famiglia e fino a quando uno.è a contatto stretto con la famiglia, ad esempio se uno non ha completato gli studi servono misure di supporto adeguate.
Una delle caratteristiche dell’adolescente che può avere un impatto sulla clinica è la ribellione, l’adolescente ha il compito evolutivo di autodeterminarsi. Un adolescente non può scegliere di smettere di curarsi e basta perché ci sono di mezzo i genitori. Occorre un ambiente che possa mettere a bilancio anche una quota di comunicazione nella relazione superiore a quella dell’adulto per ingaggiare i pazienti adolescenti. Occorre ottenere una collaborazione attraverso la costruzione della relazione. Nella cura degli adolescenti un elemento è anche quello di dedicare degli spazi a loro e avere degli educatori. Bisogna programmare delle attività adatte alla fase di sviluppo adolescenziale (ad esempio non fargli infilare le perline nel filo come ai bambini). Tutti gli sforzi di costruire un ambiente e una
La relazione di supporto e di ingaggio sono importanti perché c'è di mezzo la modulazione del dolore. La psicologia ha degli effetti molto importanti anche sulle sintomatologie psicopatologiche. Però nessuno ci insegna come fare queste cose. Quegli strumenti di ingaggio, come distrarre un bambino coi giochi di prestigio mentre ha paura, non ce lo spiegano i manuali di psicologia. Ce lo spiegano delle abilità che sono attoriali, che vengono da altre discipline e che di solito noi guardiamo con sospetto, invece è molto interessante riuscire a guardarsi intorno e collaborare.
Cosa si può fare dal punto psicologico?
- Intanto stare a contatto coi bambini
- Bisogna capire quali bambini staranno male. I percorsi sono legati sostanzialmente alla singolarità, alla singolarità delle occasioni e delle risorse che si riescono ad attivare.
Problema: i bambini con un tumore cerebrale potrebbero essere fortemente a rischio, ma è importante
capire come possono mettere a frutto le loro capacità residue.
LE AMPUTAZIONI E LA MODALITÀ DI COMUNICARLE AL PAZIENTE
Per quanto riguarda i problemi specifici nei primi anni in cui si è cercato di trovare una soluzione attiva per quanto
C'è un problema molto grande che riguarda i pazienti pediatrici e oncologici, si sono voluti dedicare alle amputazioni.
L'amputazione di un arto. Per anni i chirurghi non hanno più fatto amputazioni perché sembrava che l'unico esito dovesse essere la catastrofe psichica e invece quello che si è visto è stato che costruendo un sistema di comunicazione con il paziente semplice ma che offra sostegno e tempo necessario per l'elaborazione, queste persone sono riuscite ad affrontare l'operazione ed elaborarla.
COMUNICAZIONE E RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE
Il tema della comunicazione medico-paziente è importante
Perché è parte integrante del processo di cura, è fondamentale per il trattamento dei pazienti. Se non c'è una buona comunicazione, soprattutto tra medico e paziente, può derivare dal latino "communicare" (communis) render comune. Il termine comunicazione significa innanzitutto dare notizia, fare altri partecipi di una cosa, rendere noto. Comunicare significa anche essere in relazione, essere collegato (a qualcosa o a qualcuno). Il valore fondamentale che sembra dunque accompagnare la parola comunicazione è rintracciabile in un'idea di reciprocità, di partecipazione, di coinvolgimento. Ci si può occupare di comunicazione da diversi punti di vista: - Elementi dello scambio comunicativo (emittente; ricevente; contenuto; canale; codice; messaggio..); - Competenze comunicative (competenza linguistica, paralinguistica, cinesica, prossemica, socio-culturale..) - Origini della comunicazione e le sue funzioni (attaccamento,Bisogno di socialità..)
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE UMANA
Una delle scuole che si è occupata maggiormente di comunicazione è la Scuola Sistemica di Palo Alto, negli anni 50.
Una parte fondamentale del loro modello terapeutico è basato sugli scambi comunicativi, e su quello che funziona o meno all'interno della comunicazione. Hanno identificato i cosiddetti Assiomi della comunicazione umana (sono 5 e descritti nella Pragmatica della Comunicazione umana, noi ci soffermiamo solo su due che sono i principali rispetto ai fini del corso):
- Non è possibile non comunicare"; questo vuol dire che il solo fatto di condividere con altre persone un luogo, un oggetto o un'idea, implica lo scambio continuo di vari messaggi che si realizza tramite il linguaggio verbale e NON verbale. La comunicazione avviene a prescindere dalle nostre intenzioni. Il fatto che due persone condividano uno spazio (anche in silenzio), implica che stia avvenendo una comunicazione.
Ogni parola, gesto e anche la posizione del corpo di una persona indicano sempre qualcosa. Questo assioma costituisce la base su cui si sviluppano tutti gli altri assiomi, perché è la condizione più generale in assoluto della relazione tra le persone.
2- "Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico (digitale) che con quello analogico" questo vuol dire che esiste una parte di comunicazione verbale, e una parte di comunicazione NON verbale
COMUNICAZIONE VERBALE VS COMUNICAZIONE NON VERBALE
A proposito di orientamento spaziale, alcune tipologie:
- La distanza pubblica è quella che si utilizza per uno scambio più formale, senza un grande coinvolgimento;
- La distanza sociale è più ravvicinata, ma ancora impersonale;
- La distanza personale, ossia quella che si utilizza con le persone con cui si è più in confidenza;
- La distanza intima che caratterizza le relazioni più strette, ossia le relazioni in cui
La maggior parte del messaggio se hanno un valore le parole che pronunciamo, un valore ancora maggiore va attribuito al modo in cui tali parole vengono pronunciate. Tutto ciò è importante sia per gli psicologi che per gli operatori sanitari in generale. Infatti, se per esempio viene comunicato un messaggio rassicurante mentre a livello non verbale esprimiamo nervosismo, fretta o preoccupazione, il paziente vulnerabile potrebbe ricevere un messaggio diverso, mal interpretato, che trascura il messaggio verbale.
Che cosa determina la comprensione di un messaggio:
- VERBALE: Uso del linguaggio
- PARA-VERBALE: Modo in cui uso il linguaggio; voce e sue inflessioni
- NON VERBALE: Postura, espressioni del volto, comportamenti, gesti, sguardo
Il canale non verbale può essere efficace sfruttarlo in ambito ospedaliero? Ad esempio, con un paziente arrabbiato, o persone suscettibili alla rabbia (che tengono il tono di voce alto), potremmo abbassare il tono di voce, ma dobbiamo tenere a mente.
questa cosa perché verrebbe automatico alzare il tono di voce (contagio emotivo), invece potrebbe essere efficace fare un passo indietro e non intraprendere la via che verrebbe più automatica. Anche con un paziente particolarmente agitato, rimanere calmi e non alzare la voce sicuramente aiuta.
COMUNICAZIONE MEDICO-PAZIENTE
Ci si occupa della comunicazione medico-paziente perché negli ultimi anni, dopo una serie di studi e approfondimenti in questo ambito, si è rivalutato molto il ruolo ricoperto da una comunicazione funzionale ed efficace con i pazienti, in alla soddisfazione di questi rispetto alla cura, l'aderenza all'eventuale trattamento e la capacità di affrontare la relazione malattia in questo senso una buona comunicazione è parte integrante della cura del paziente, e non una cornice, perché può andare ad influenzare il modo in cui la persona si prende, o non si prende, cura di se"
Una comunicazione efficace
è la pietra angolare di ogni visita medica: è strumento per comprendere il paziente, la sua prospettiva.