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DIAGNOSI:

a. Traumatic check list: usato all’inizio, elenco di 49 eventi, bimbo risponde si/no. Si conta poi

numero di “si” e in base a questo si decretava se fosse traumatizzato o meno. 11

b. Revised child impact of events scale: in uso oggi, questionario, domande analizzano tre

dimensioni del CRIES-8/13 (3 conseguenze psico del trauma sul bimbo):

i. Evitamento: strategia di coping funzionale → prevengo presenza emozioni

sgradevoli, ma nascondere trauma a lungo termine non funziona

ii. Intrusione: riemerge il non voluto e non controllabile (emozioni, incubi, feedback)

iii. Hyper-arousal: stato persistente di attivazione e ansietà che riemerge pensando

all’evento traumatico; anche se minaccia non più presente.

Oltre a questo è importante anche osservare il bambino:

- ansie, timori per propria incolumità

- concerns su ritorno situa di violenza

- aumento sofferenza psico

- reazioni eccessive al contatto fisico

- sintomi somatici generalizzati (mal di testa, pancia)

- alterazioni comportamentali

FATTORI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

Sono quattro:

1) Resilienza: capacità di un materiale di tornare alla forma originale dopo aver subito un urto

(scienza dei materiali), ma definizione problematica, perché:

a) omette dimensione apprendimento

b) dimentica elementi di crescita individuale

c) visione reattiva per considerare singolo e ambiente (se non subisco urto non significa

che rimango a forma originale di quando avevo 3 anni)

Infatti oggi si parla di TENUTA

2) Qualità della vita: valutazione cognitiva ed emotiva delle proprie condizioni attuali,

composta da:

a) life satisfaction: valutazione delle condizioni; senso di sè, sicurezza e stabilità e

condizioni oggettive (risorse)

b) affect balance: tra emozioni positive e negative

3) Agency: capacità di definire obiettivi in linea con i propri valori

CARE LEAVERS (69)

Sono ragazzi/e/u che abbandonano i sistemi di cura e i servizi in seguito al raggiungimento della

maggiore età (ad oggi non c’è vera legislazione), in casi eccezionali si arriva a 21 yo.

La costruzione dell’intervento (uscita) è fatto tramite un approccio sistemico in grado di cogliere

varie dimensioni dei bisogni: identità di sé, culturale, salute e benessere, relazioni e supporto

sociale.

- gestione dei care leavers riguarda soggetto + ambiente

Successo o in-successo nell’affrontare l’uscita dai servizi è sia personale che sociale → cosicché si

passi dal ben-essere al ben-diventare.

La loro fase di sviluppo è detta adulta emergente: in 6 mesi devono trovare casa, lavoro e modo

per autogestirsi → passaggio alla vita adulta avviene più rapidamente rispetto ai coetanei. 12

Sfide all’INTERNO del servizio educativo: Sfide all’ESTERNO del servizio di comunità:

- Stigma sociale: non va a casa, ma in - Lavoro

comunità → etichetta - Educazione, alloggio, povertà

- Difficoltà educative - Isolamento e solitudine

- Marginalizzazione: non può uscire con - Salute mentale

amici sempre (orari comunità) - Delinquenza e uso sostanze

- Salute mentale

- Identità e costruzione di sè

Tutti i fattori sono correlati e conseguenza gli uni degli altri.

Ecologia sociale: lavorare sul territorio in tal modo che sappiano orientarsi con servizi mai

sperimentati prima (poste, negozi, comune).

Per gestire la transizione interno - esterno si fa riferimento a due modelli mentali:

1) Indipendenza: li prepara ad abilità pratiche di sopravvivenza → corsi di combattimento

domestico (modello anglosassone e americano)

2) Interdipendenza: priorità su competenze interpersonali + supporto continuo da parte del

servizio (modello europeo)

I care leavers si raggruppano in tre categorie, in base a framework e tenuta (resilienza):

1. Move on: relazione di attaccamento sicura, hanno un certo successo di vita, riescono a

superarla in modo sano

2. Survivors: hanno sperimentato instabilità e disordini durante la comunità, in realtà si

trovano ancora nello stato di trauma anche se sono considerati più forti. Se struttura sta

accanto anche dopo potrebbero muoverli verso i “Move on”

3. Victim: soli, isolati, problemi mentali, male a scuola

Dall’INTRAC → “Be the change: 10 standards for care leavers”, l’educatore scegli su quali

elementi focalizzarsi in base all’individuo.

Bisogna ascoltare i giovani e salvaguardare i loro diritti alla partecipazione (non sono obbligati), si

sostiene l’autonomia dei giovani durante e dopo il servizio (libertà data prima protetta così dopo

sono in grado di gestirla).

Inoltre bisogna garantire l’accesso all’istruzione e onorare la diversità.

Una delle linee guida più difficili da mantenere sono la connessione e il mantenimento dei contatti

con le famiglie biologiche: studi dimostrano che con family è meglio.

Successivamente bisogna fornire un intervento per superare il trauma e garantire la continuità delle

relazioni fornendo supporti a lungo termine e reti di sicurezza affinchè ci sia un’adeguata

preparazione per l’uscita (programmata con largo anticipo), la quale comprende acquisizione di

competenze utili.

- creare quadro giuridico che garantisca diritti ed esigenze + accesso ai servizi (di cui

solitamente non sono consapevoli)

PROGETTO: solitamente composto da care leavers, futuri care leavers, genitori e professionisti.

- Obiettivo generale: contribuire allo sviluppo di capacità strategiche e professionali affinché

si integrino approcci child-based, migliorando la qualità del sostegno.

- Obiettivo principale: fornire ai care leavers un sistema di tutela adeguato per permettere

loro di realizzare il progetto di vita al di fuori della comunità. 13

Approccio play-based → si usa spesso strumento del collage perché:

- non necessaria lingua italiana e competenze grafico-pittoriche

- ambivalenza tra uso casuale e razionale

- deco, scompo, ricompo- sizione attivano un circolo ermeneutico

DISTURBI (23)

La psicopatologia della disabilità è l'insieme delle discipline che si occupa delle manifestazioni dei

disturbi psicologici e dei meccanismi sottostanti.

E’ la descrizione delle alterazioni delle:

Emozioni: capacità di autoregolazione e di fornire una risposta emotiva coerente con l’ambiente

➢ Funzioni cognitive: insieme dei processi base di pensiero

➢ Pensiero

➢ Comportamento

➢ Aspetti sociali

➢ Sistemi di classificazione

Per formulare e proporre una diagnosi si utilizza una classificazione internazionale che osserva e

interpreta segni e sintomi secondo criteri condivisi.

1. Formulazione:

i. raccolta di dati con test e questionari

ii. osservazione

iii. colloquio clinico

2. Proposta diagnosi, che l'utente deve accettare

- indipendentemente da età, status le persone dovrebbero finire nelle stesse categorie diagnostiche.

Medicina clinica fa distinzione tra segni (esame oggettivo) e sintomi (riferiti dal paziente) → psicologia

nega questa distinzione; tutto è sintomo.

Il manuale per definizione è ateorico, basato su fenomeni osservabili, liste di criteri, termini temporali e

creazione di categorie non specifiche per situazione dubbie.

sistemi di classificazione Rischi e cautele

) ICF: matrice europea Non è una classificazione delle persone, ma dei disturbi.

) ICD-10 - Utilità manuale: persone chiedono di vedere riconosciuta

) DSM: matrice USA la propria sofferenza

ICF: la prospettiva di analisi è focus su come il disturbo impatta la sua attività e capacità di

partecipazione.

Inoltre individua bisogni e ostacoli → entra in ottica pedagogica.

Viene strutturata in:

funzioni corporee

➔ strutture corporee

➔ attività e partecipazione

➔ 14

ICD-10: classifica 300 forme diagnostiche, per ogni disturbi sono indicate principali caratteristiche

cliniche e gli aspetti associati

- focus su ciò che è direttamente osservabile

- usa schema alfanumerico: codici a 3 elementi: lettera con due numeri

Questa struttura è costruita in 6 assi

DSM: descrive 370+ disturbi mentali individuati in base alla presenza di un profilo sintomatologico, è

basata sulla frequenza.

- prima versione 1952, ma la diffusione inizia dal 1980.

Ha una struttura multi-assiale; ogni asse si riferisce ad un diverso campo di info che può aiutare clinico a

pianificare trattamento e prevedere l’esito (5 assi).

- questo sistema facilita la valutazione ampia e sistematica dei disturbi e un conveniente schema

per organizzare e comunicare l’informazione clinica

- favorisce l’applicazione del modello biopsicosociale

1. Asse I: bisogni sono temporanei o “non strutturali”: schizofrenia, alimentazione, ansia

apprendimento (disturbi prima infanzia/adolescenza)

2. Asse II: disturbi stabili, strutturali: si manifesta in almeno due di queste aree:

a) cognitiva, affettiva, funzionamento interpersonale, controllo degli impulsi

3. Asse III: condizioni mediche in atto: malattie occhio, infettive, nutrizionali

4. Asse IV: classificati problemi psicosociali e ambientali: economici, istruzione, lavorativi

5. Asse V: si riporta sul giudizio del clinico: utile per pianificare trattamento tramite la Scala per la

Valutazione Globale del Funzionamento (VGF); divisa in 10 ambiti.

Revisione DSM-IV: per ridurre stigmatizzazione da etichette, articolata in 3 sezioni:

● 1: introduzione al manuale

● 2: diagnosi suddivise in 20 capitoli per caratteristiche sintomi e comune vulnerabilità

● 3: condizioni patologiche che richiedono ulteriori studi

Interventi

Il quadro legislativo delinea un piano di intervento suddiviso per:

1. Alunni con disabilità: intellettiva, sensoriale, motoria → Piano educativo individualizzato PEI

2. Alunni con disturbi specifici dell’apprendimento: dislessia, disgrafia, discalculia → piano

didattico personalizzato PDP

3. Alunni con altri bisogni educativi: iter DSA non completato, svantaggio socio economico e

socioculturale → piano didattico personalizzato PDP (deciso da consiglio di classe)

Successivamente si ha una presa in carico di tipo:

● riabilitativo: riacquisto di qualche funzione, intervento specifico con specifici obiettivi in cicli,

frequenza e intensità influenzano precocità

● rieducazione: termini più generali, si collocano nel ciclo di vita

DISABILITA’ UDITIVA (32)

SISTEMA UDITIVO: Analizza suoni complessi e li scinde in frequenze basiche.

Usa le info trasmesse da fibre del nervo acustico per localizzare e riconoscere i suoni e modellare l'output

vocale. 15

Le aree uditive cerebrali ricombinano le caratteristiche basiche della parola, che v

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
28 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Slava28 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della disabilità e dell'integrazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Pepe Alessandro.