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I DIVERSI TIPI DI ATTENZIONE

Sistono diversi tipi di attenzione:

  1. L'attenzione selettiva

Si tratta di un processo che permette di selezionare e organizzare gli stimoli provenienti dall'ambiente esterno o da quello interno (ricordi). Questo tipo d'attenzione viene studiato analizzando i movimenti oculari e la fissazione.

L'attenzione selettiva si rivela particolarmente utile quando si trova ad agire in un contesto sovraccarico a livello di stimolazioni e a tal proposito si parla dell'effetto cocktail party: quando ci troviamo in un luogo affollato (festa), riusciamo a seguire la conversazione con la persona che ci si trova di fronte, malgrado ci siano comunque altri rumori intorno.

L'attenzione selettiva riesce pertanto a selezionare gli stimoli sonori sui quali dirigere l'attenzione (processo di attivazione) e a ignorare tutti gli altri (processo di inibizione).

E' importante precisare che i processi di inibizione possono portare a 2 diversi fenomeni,

la teoria del filtro precoce, Broadbent ha condotto un esperimento in cui i partecipanti dovevano ascoltare due messaggi audio contemporaneamente e ripetere solo quello proveniente da un orecchio. I risultati hanno mostrato che i partecipanti erano in grado di ripetere correttamente solo il messaggio proveniente dall'orecchio selezionato, confermando l'esistenza di un filtro precoce che seleziona gli stimoli in base alle caratteristiche fisiche. 2) Teoria del filtro tardivo (Deutsch e Deutsch): il processo di selezione degli stimoli avviene dopo la fase di elaborazione dell'informazione, quindi tutti gli stimoli vengono elaborati a un certo livello prima di essere selezionati. Secondo questa teoria, il filtro agisce sulla base del significato degli stimoli, permettendo solo quelli rilevanti di passare alla coscienza. 3) Teoria del filtro attivo (Treisman): il filtro agisce in modo selettivo, ma non esclude completamente gli stimoli non rilevanti. Invece, li attenua e li rende meno salienti rispetto agli stimoli rilevanti. Secondo questa teoria, la selezione degli stimoli avviene in base a caratteristiche sia fisiche che semantiche. In conclusione, la cecità da disattenzione e la cecità al cambiamento sono fenomeni che evidenziano come il nostro sistema di attenzione sia limitato e selettivo. La metafora del filtro ci aiuta a comprendere come avviene la selezione degli stimoli e come alcuni stimoli possano sfuggire alla nostra attenzione se non ritenuti rilevanti.

questa teoria, si è usata la tecnica dello shadowing, che consiste nel chiedere al soggetto di ripetere uno dei 2 messaggi che ascolta in contemporanea; si è potuto constatare che l'informazione non ritenuta più rilevante veniva persa precocemente.

2) Teoria del filtro attenuato (Treisman): in questo caso, il filtro non blocca l'elaborazione dell'informazione non rilevante, ma ne attenua l'impatto, a favore dell'informazione considerata rilevante, che essendo più attivata, raggiunge i livelli di consapevolezza.

Si è potuto constatare che anche quando la nostra attenzione è focalizzata su uno stimolo, in realtà vi è sempre una minima parte di risorse mantenuta sull'ambiente: i processi attentivi hanno quindi una funzione adattiva perché permettono di rimanere in allerta rispetto agli stimoli dell'ambiente.

Si tratta però di un canale secondario, sul quale vengono allocate meno risorse attentive,

blu). Il soggetto viene poi chiamato a leggere il colore dell'inchiostro e non il significato della parola. Si osserva che il tempo di reazione è più lungo quando i due sono incongruenti rispetto a quando sono congruenti. 2) Effetto Navon: si presentano al soggetto delle figure composte da piccoli caratteri che formano una figura più grande. Il soggetto viene poi chiamato a individuare un particolare carattere all'interno della figura. Si osserva che il tempo di reazione è più veloce quando il carattere cercato è congruente con la figura più grande rispetto a quando è incongruente. 3) Effetto Simon: si presenta al soggetto una serie di stimoli visivi che consistono in frecce che indicano una direzione. Il soggetto viene poi chiamato a rispondere premendo un pulsante che corrisponde alla direzione indicata dalla freccia. Si osserva che il tempo di reazione è più veloce quando la direzione della freccia è congruente con la posizione del pulsante rispetto a quando è incongruente. Questi esperimenti supportano la teoria del filtro tardivo, secondo la quale l'elaborazione dell'informazione avviene in modo completo, ma solo successivamente viene applicato un filtro che seleziona gli elementi più salienti per la risposta.

giallo). Si chiede al soggetto di pronunciare il nome del colore dell'inchiostro con cui è scritta la parola. Si è potuto constatare che nel caso in cui il significato della parola (stimolo non rilevante) sia diverso rispetto al colore con il quale viene scritta (stimolo rilevante), i tempi di reazione si allungano nel momento della risposta e questo prova che anche l'informazione incongruente viene comunque elaborata.

2) L'effetto Navon: si hanno degli stimoli complessi (ex: grande lettera S) costituiti da tanti microstimoli, che possono essere congruenti (ex: tante piccole s) oppure incongruenti (ex: tante piccole h); quando si chiede al soggetto di porre attenzione sulla lettera locale (lettera piccola), la presenza della lettera globale (lettera grande) - che è incongruente - va a rallentare i tempi di reazione.

3) L'effetto Simon: si chiede al soggetto di premere, sulla base della forma dello stimolo che appare (quadrato vs triangolo), il pulsante

sensibilità e precisione. L'attenzione focale può essere indirizzata volontariamente verso uno stimolo specifico o può essere attratta automaticamente da uno stimolo saliente o rilevante. L'attenzione focale è fondamentale per svolgere attività che richiedono concentrazione e discriminazione tra stimoli simili. Ad esempio, quando si legge un testo, l'attenzione focale si concentra sulle parole e sulle frasi, mentre il resto del testo viene percepito in modo più sfocato. L'attenzione focale può essere influenzata da diversi fattori, come la luminosità, il contrasto, la dimensione e la forma dello stimolo. Inoltre, può essere influenzata anche da fattori interni, come l'interesse e la motivazione dell'individuo. In conclusione, l'attenzione focale è un processo cognitivo che permette di selezionare e concentrarsi su uno stimolo specifico, ignorando gli altri stimoli presenti nell'ambiente. È un elemento fondamentale per la percezione e l'elaborazione delle informazioni.

efficienza proprioperché tutte le risorse attentive sono concentrate su quella piccola area (e come un alone,decrescono intorno).

3) L’attenzione sostenuta
Si parla di attenzione sostenuta quando il fuoco su un determinato stimolo viene prolungato nel tempo; questa tipologia di attenzione richiede capacità di selezione e di controllo che dipendono dalle caratteristiche individuali (livelli motivazionali, ritmi circadiani, etc) e dal tipo di stimolo. L'attenzione sostenuta può diminuire in presenza di stimoli familiari e prevedibili, generando il cosiddetto “fenomeno di abituazione”, che comporta un abbassamento delle risorse attentive emotivazionali allocate sullo stimolo --> un minimo cambiamento dello stimolo (ex: cambiamento del tono della voce o della pettinatura) può portare al fenomeno di disabituazione, per il quale vengono riallocate risorse attentive per analizzare la nuova informazione.

4) L’attenzione divisa
Per attenzione

Divisa si intende la capacità di suddividere le nostre risorse attentive su più compiti; quando i compiti sono contemporanei, questa capacità dipende dal tipo di compito, dalla quantità di risorse attentive che richiede e dal grado di automatizzazione raggiunto.

Es: L'attenzione divisa spiega come sia possibile guidare la macchina, conversando col passeggero: con la pratica, il compito di guidare la macchina diventa automatizzato (poche risorse allocate); uno stimolo imprevisto (una persona sulla strada) porta a riattivare tutte le risorse attentive per poter selezionare le azioni più adeguate (evitare la persona).

È importante sottolineare che in presenza:

  1. di 2 compiti simultanei:
    • di natura diversa: si fanno meno errori, perché si evita l'interferenza strutturale;
    • della stessa natura: questi possono entrare in conflitto tra loro perché richiedono l'attivazione dello stesso tipo di risorse e la stessa elaborazione.

Scatta allora la selezione competitiva, per la quale si presta più attenzione al compito con le caratteristiche più salienti, compito che viene elaborato in modo veloce e completo.

2) di 2 compiti in rapida successione: si verifica lo shift attentivo che nel passaggio da un compito all'altro permette di rifocalizzare l'attenzione sul compito in questione, adattando il proprio set cognitivo.

PROCESSI CONTROLLATI VS AUTOMATICI

I processi controllati (volontari) si basano sulla consapevolezza e sull'intenzionalità di raggiungere un determinato scopo: necessitano di un grande investimento di risorse attentive e richiedono maggior tempo; se necessario, però, possono essere modificati in breve tempo per potersi adattare a situazioni nuove.

Grazie alla pratica, lo svolgimento di un compito può diventare automatizzato, cioè gestito da processi automatici.

I processi automatici sono processi non consapevoli, che non richiedono sforzi attentivi.

Le intenzioni precise. Non sottraendo attenzione, permettono di destinare tutte le proprie risorse attentive sulle attività svolte contemporaneamente.

I processi controllati possono essere influenzati dai processi automatici, generando i cosiddetti errori d'attenzione (ex: ci si toglie gli occhiali, anche se non si hanno; si entra in una stanza ma non si sa perché si è entrati).

È stato ipotizzato che i processi attentivi siano guidati dal SAS (Sistema Attentivo Supervisore).

L'ATTENZIONE NEI BAMBINI

È molto importante analizzare le conoscenze dei bambini per poter poi adattare il proprio intervento educativo e didattico in base ai loro livelli di comprensione.

Le conoscenze che i bambini hanno circa l'attenzione evolvono con l'età:

  • 3/4 anni (scuola dell'infanzia): l'attenzione coincide con il comportamento, e in particolare modo con il rispetto delle regole: per cui fare attenzione significa obbedire, fare i bravi.

Questa è la disattenzione coincide proprio con il mancato rispetto della regola (un bambino a cui viene detto di essere stato disattento, penserà di aver disatteso a qualche regola).

4/6 anni (scuola dell'infanzia-scuola primaria): l'attenzione è ancora strettamente legata agli aspetti comportamentali, per cui essere attenti significa ascoltare l'adulto e le informazioni che vengono date e osservarne le azioni. Per il bambino vi è un rapporto diretto tra l'evento e il comportamento, senza alcuna mediazione a livello cognitivo: a questa età, la distrazione dipende da cause situazionali esterne (rumore, interferenza altrui) o interne (non mentali, ma corporee, comportamentali: non ascoltare, non guardare).

6/8 anni (scuola primaria): i bambini cominciano a comprendere che il pensiero ha un ruolo attivo nei processi attentivi, sia in positivo che in negativo (può essere un distrattore). A questa età i bambini cominciano a

Per individuare delle strategie di attenzione concrete, è possibile adottare i seguenti approcci:

  1. Pianificazione del tempo: organizzare le attività in modo da dedicare periodi specifici alla concentrazione su compiti specifici.
  2. Eliminazione delle distrazioni: ridurre al minimo le fonti di distrazione, come spegnere il telefono o lavorare in un ambiente tranquillo.
  3. Pratica della mindfulness: allenare la mente a rimanere presente nel momento presente, senza lasciarsi distrarre da pensieri o preoccupazioni.
  4. Utilizzo di tecniche di visualizzazione: immaginare mentalmente il completamento di un compito o il raggiungimento di un obiettivo per aumentare la concentrazione.
  5. Adozione di routine: creare una routine quotidiana che includa momenti dedicati all'attenzione e alla concentrazione.
  6. Pratica di esercizi fisici: l'attività fisica regolare può migliorare la capacità di concentrazione e ridurre lo stress.
  7. Utilizzo di tecniche di respirazione: esercizi di respirazione profonda possono aiutare a calmare la mente e migliorare la concentrazione.
  8. Dividere i compiti in piccoli passi: affrontare un compito complesso suddividendolo in compiti più piccoli e gestibili.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
15 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ste_fi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'apprendimento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Cantoia Eliane Manuela.