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IL PAESAGGIO RURALE
In italia, le ricerche sul paesaggio rurale erano rimaste penalizzate dalla ‘civiltà
agraria’ promossa dal regime fascista.
La letteratura di CARLO LEVI e IGNAZIO SILONE scopriva i paesaggi di un’italia
estranea alla modernità.
Durante gli anni del regime, gli architetti italiani più innovativi avevano mostrato
interesse verso il patrimonio edilizio delle campagne. Gli edifici contadini minacciati
dalla modernizzazione erano considerati dalla cultura nobile come fuori dalla storia,
paesaggi immobili e senza tempo.
Anche in italia però nuovi approcci dimostreranno che anche quei paesaggi sono
carichi di storia e in attesa di adeguati strumenti di lettura.
Importante è il ruolo di EMILIO SERENI: il suo volume dedicato al paesaggio agrario
rappresenta una svolta: il paesaggio entra in scena non come una cornice ma come
protagonista nella sua dimensione oggettiva.
Si apre così una visione dinamica delle campagne basata sulle variazioni osservabili
nel corso del tempo.
In questo periodo si avviano le riforme agrarie del dopoguerra: inizia lo spopolamento
delle campagne e l’industrializzazione. Secondo sereni soltanto la conoscenza del
paesaggio è in grado di fornire una base concreta all’intervento economico.
La storia del paesaggio viene scritta sulla base di affreschi, dipinti..e non solo di fonti
cartografiche come in precedenza.
Le analisi condotte sul terreno hanno riconosciuto una dimensione verticale del
paesaggio italiano. Le forme del territorio non sono statiche ma segno di lotte e
conflitti. Il paesaggio è quindi un documento storico che occorre imparare a decifrare.
DA COSA è COSTITUITO IL PAESAGGIO?
Nella cultura europea e nordamericana la nozione di paesaggio aveva ormai acquisito
dignità scientifica.
Secondo OTTO SCHLUTER la geografia è una scienza che non esamina il divenire
temporale ma la dimensione spaziale.
In italia, nel 1947, RENATO BIASUTTI pubblica ‘il paesaggio terrestre’, un’opera che
riassume la morfologia della superficie terrestre. Biasutti identifica e classifica i grandi
tipi di paesaggio, la geografia diventa una scienza dei paesaggi.
Per SESTINI invece anche la componente temporale è fondamentale in quanto sviluppa
dinamiche di trasformazione del territorio. Introdurre il fattore tempo nella ricerca
geografica significa riconoscere il ruolo della storia.
Ogni paesaggio può essere osservato come un fenomeno unico, frutto dell’equilibrio
tra natura e uomo.
Il paesaggio non è costituito solo dalle sue componenti percettibili ma anche da quelle
impercettibili come il clima, secondo GAMBI infatti l’idea di paesaggio offre una lettura
parziale perché scarta ciò che non è visibile. La realtà di una regione è però molto più
complessa, basata sull’economia, sulle istituzioni, sulla politica, sulle tradizioni, sulla
cultura..tutti fenomeni che non appaiono agli occhi di un osservatore di paesaggi. A
riguardo è importante la considerazione dell’urbanista GIORGIO PICCINATO il quale
denunciava i limiti delle indagini visive sul paesaggio.
Per le nuove generazioni i dati forniti dall’economia erano il modello di lavoro, è
l’avvento della storia quantitativa.
GEORGES BERTRAND apre una nuova prospettiva ecologica della storiografia rurale
basata sul concetto di agrosistema: consiste nella rottura dell’equilibrio e
l’introduzione di un nuovo metodo di sfruttamento delle risorse finalizzato all’accumulo
di beni.
Il concetto di paesaggio visibile passa in secondo piano e le ricerche si concentrano sul
funzionamento del sistema agrario.
L’agrosistema ha un equilibrio instabile perché muta nel corso della storia con il
mutare dei rapporti tra uomo e natura.
La storiografia ecologica dei sistemi agrari studia nel lungo periodo le trasformazioni
degli agrosistemi su vasta scala.
Si diffonde inoltre il concetto di ecosistema, inteso come dimensione dove
interagiscono componenti fisiche, chimiche e biologiche. Il concetto di sistema
permetteva di classificare in modo astratto le diverse realtà regionali.
L’ESTETICA DEI PAESAGGI
L’importanza dei fenomeni economici non doveva però oscurare il ruolo di primo piano
giocato dai caratteri estetici di un paesaggio.
È JOACHIM RITTER ad aver ricondotto il paesaggio alla sua dimensione estetica, nella
sua lettura il paesaggio rappresenta l’intreccio tra uomo e natura ed è destinato ad
essere contemplato dall’uomo. La natura diventa paesaggio quando diviene oggetto di
una contemplazione puramente estetica e non sottoposta ad analisi scientifica.
Un ruolo importante è affidato alle arti figurative: ci educano alla contemplazione
disinteressata, il paesaggio è quindi frutto dell’attività creativa dell’uomo: la
trasformazione della natura in paesaggio si realizzerebbe in due modi: in visu, grazie
ai modelli figurativi proposti dagli artisti, e in situ grazie all’opera degli architetti.
In italia è ROSARIO ASSUNTO a studiare l’idea di paesaggio e a riflettere in particolare
sui giardini: spazio di contatto tra natura e progetto umano.
Il tema dell’estetica assume importanza anche nella pianificazione territoriale.
L’estetica diventa protagonista nella vita di tutti i giorni e non riguarda più solo musei
e teatri.
L’urbanistica è la disciplina chiamata in causa nell’affrontare il problema del paesaggio
minacciato dall’espansione edilizia. Gli architetti più sensibili a questi problemi
lanciavano messaggi di controtendenza e approfondivano il tema del landscape
planning recuperando la posizione di GEDDES sulla pianificazione territoriale in
accordo con la natura.
In italia negli anni 50 del 900 architetti quali ALBERTO POLLINI tentano precoci
tentativi di sensibilizzazione.
Attraverso la cinematografia si riscoprono paesaggi minacciati.
In italia le denunce di aggressione ai beni culturali provenivano soprattutto da
intellettuali e associazioni come ITALIA NOSTRA ma queste battaglie non venivano
prese in considerazione dai professionisti. I centri storici, colpiti dalle offese belliche e
minacciati dal degrado attendevano scelte mature di pianificazione.
GIOVANNI URBANI è stato in italia direttore dell’istituto centrale del restauro svolgendo
attività di tutela sul campo. A lui si deve il primo piano pilota per la conservazione dei
beni culturali in umbria. Il patrimonio artistico e architettonico era in pericolo,
l’architetto era chiamato a diventare l’interprete dei luoghi.
un ruolo importante è attribuito a SAVERIO MURATORI: nel suo laboratorio
sperimentale dell’università di venezia aveva portato avanti le sue ricerche sull’edilizia
della città e sui caratteri permanenti riconoscendo dei tipi edilizi. Questi ultimi non
erano idee di grandi maestri ma dei loro stessi abitanti.
Muratori porta avanti una critica al moderno, la sua battaglia è però destinata a finire:
arrivano le prime contestazioni studentesche dalla facoltà di architettura di roma
contro il suo metodo didattico e che puntano a nuove strategie di pianificazione in
accordo con la convenzione europea del 2000
IL PAESAGGIO COME PARTE DELLA STORIA
Il paesaggio non è più considerato una mera piattaforma ma un luogo di risorse
accessibili secondo criteri di sostenibilità. Negli stati uniti, già nel periodo tra le due
guerre si erano tracciate le basi dell’incontro tra geografia e antropologia culturale: al
centro dell’interesse vi è la nozione di luogo contrapposta a quella di spazio
geometrico.
Al concetto di paesaggio si collegano anche i beni culturali immateriali quali folklore e
dialetti..si tratta di fenomeni che formano un invisible landscape
Il paesaggio non è più un semplice panorama da contemplare ma un ambiente che
partecipa alla storia.
LA SEMIOTICA
Nella geografia contemporanea un ruolo importante è riconosciuto agli aspetti
simbolici dei luoghi. Secondo EUGENIO TURRI l’uomo è sia spettatore che attore del
paesaggio in quanto partecipa attivamente alla sua formazione. Gli elementi che
compongono un ambiente sono investiti di valori culturali per la popolazione. Si tratta
del processo di ‘significazione’, di attribuzione ciò di particolari significati ad elementi
della natura e del cosmo che assumo così un valore identitario per le popolazioni.
LA CRISI DELLO STRUTTURALISMO
È una crisi che coinvolge le discipline storiografiche e archeologiche. Lo strutturalismo
è accusato di rigidità, impone vincoli alle complessità con il rischio di sopprimere le
peculiarità in nome di una struttura predisposta.
I nuovi orientamenti archeologici mostrano scetticismo verso leggi universali in fatto di
archeologia, vogliono rispettare invece la complessità e la frammentarietà. Lo
strumento più valido nelle mani del ricercatore è l’analisi del contesto
Nel campo della storiografia si assiste alla crisi delle grandi narrazioni, si riconosce il
fattore discontinuità, il territorio della storia è infatti costellato di ‘faglie’
La microstoria viene introdotta con successo in francia e mira al superamento delle
grandi periodizzazioni cronologiche e dei modelli economici consolidati.
Anche nella storia dell’arte le etichette stilistiche vengono superate.
La microstoria è una critica alle grandi narrazioni totalizzanti
L’ECOLOGIA STORICA
L’ecologia studia gli ecosistemi e i rapporti tra le componenti.
Il paesaggio è un entità vivente dove uomini e natura interagiscono: questo è il
concetto di biocenosi.
La storiografia tradizionale è caratterizzata da un eccesso di antropocentrismo mentre
l’ecologia storica colloca l’ambiente al centro della ricerca, inteso come un unità di
organismi viventi e fenomeni fisici uniti da un rapporto di interdipendenza
LA STORIA DEL PAESAGGIO
I ricercatori si concentrano sulle diverse stratificazioni degli insediamenti partendo da
quello odierno come risultato finale. Nel corso del tempo la popolazione ha plasmato
l’ambiente e gli insediamenti a seconda delle sue necessità e le diverse stratificazioni
ne sono la testimonianza
Gli insediamenti umani hanno contribuito a creare nel corso del tempo paesaggi unici
e irripetibili.
LA STORIA DEL TERRITORIO
La storia del territorio esamina, in una dimensione locale, gli aspetti economici,
politici, religiosi..
Lo storico del territorio lavora sulle fonti presenti negli archivi, sui documenti e sulla
cartografia
Il paesaggio si distingue dal territorio: uno rappresenta un’area geografica definita,
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