Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
VISUAL CUEING
E’ un paradigma sperimentale, sviluppato da una serie di studi condotti da Posner e
collaboratori, che indaga l’orientamento implicito (covert) dell’attenzione selettiva visiva.
I vantaggi dell’uso di questo paradigma risiedono nel fatto che ha permesso di stabilire le
caratteristiche dell’orientamento volontario ed involontario dell’attenzione; e allo stesso tempo
di stabilire se i due tipi di orientamenti condividono dei meccanismi alla base.
In cosa consiste?
Esistono diverse versioni di questo paradigma. Nella situazione sperimentale tipica, i
partecipanti all’esperimento devono fissare e mantenere lo sguardo per l’intera durata della
prova su una croce di fissazione e presentata in posizione centrale sullo schermo del
computer. Ai lati della croce di fissazione sono presenti due quadrati vuoti che indicano le
possibili posizioni di comparsa dello stimolo target, a cui il partecipante deve rispondere il più
velocemente possibile premendo un tasto di risposta. L’attenzione viene manipolata attraverso
la presentazione di un cue che indica con una certa probabilità la posizione in cui comparirà lo
stimolo target.
Questo paradigma impiega due tipi di indizi (cue):
Centrali e endogeni quali frecce o parole che indicano esplicitamente una porzione di
● spazio
Periferici e esogeni quali flash di luce che indicano implicitamente suggeriscono una
● porzione di spazio
Il cue può essere una freccia che punta verso destra o sinistra e che compare sotto o sopra la croce di
fissazione. Si parla di cue centrale. La freccia è seguita, dopo un certo intervallo temporale definito
SOA, dallo stimolo target.
La probabilità che il target compaia nella posizione indicata dalla freccia è dell’80%. Il
partecipante è sottoposto a un certo numero di prove. Le prove in cui lo stimolo compare nella
posizione precedentemente segnalata dalla freccia sono definite prove valide (nel paradigma di
Posner, prove nelle quali lo stimolo compare nella posizione precedentemente segnalata dal
suggerimento), quelle in cui lo stimolo compare nella posizione opposta sono definite prove
invalide (nel paradigma di Posner, prove nelle quali lo stimolo compare nella posizione opposta a
quella precedentemente segnalata dal suggerimento), le prove in cui il cue non fornisce
indicazioni sulla posizione di comparsa del target sono definite prove neutre (nel paradigma di
Posner, prove nelle quali il suggerimento non fornisce indicazioni sulla posizione di comparsa dello
stimolo). Utilizzando una situazione sperimentale come quella appena illustrata, Posner et al.
trovarono che la prestazione era migliore nelle prove valide rispetto alle prove invalide. La
di erenza nei tempi di risposta tra i due tipi di prove viene definita e etto cueing. Risultati
simili furono trovati anche quando il compito richiedeva di decidere in quale posizione era
comparso lo stimolo target premendo uno dei due tasti.
ORIENTAMENTO VOLONTARIO NEL VISUAL CUEING: la conoscenza della posizione in cui
comparirà lo stimolo rilevante migliora la prestazione e l’elaborazione dell’informazione dei
segnali che si verranno a trovare in quella posizione.
E etto dell’attenzione:
Maggiore velocità ed accuratezza di risposta
● Abbassamento della soglia sensoriale per la posizione segnalata
●
ORIENTAMENTO AUTOMATICO NEL VISUAL CUEING: la presentazione di uno stimolo
esogeno non informativo produce ugualmente un’elaborazione migliore quando il target
compare nella stessa posizione in cui è comparso il segnale esogeno. Prove valide sono più
veloci di quelle invalide.
Orientamento Volontario:
Intenzionale – stimoli endogeni
➔ Può essere interrotto
➔ Minore rapidità di comparsa dell’e etto di validità rispetto all’orientamento automatico
➔ ma maggiore durata
Orientamento Automatico:
Non dipende dalle aspettative e non può essere interrotto
➔ Ha luogo anche se il soggetto sta svolgendo un‘altra attività
➔ L’e etto di validità compare molto rapidamente, ma è di breve durata
➔ Presenza dell’inibizione di ritorno (IOR)
➔
Le principali teorie e modelli che hanno cercato di descrivere l’attenzione spaziale si sono
concentrate sulle caratteristiche del fuoco attentivo.
Tra queste teorie le principali sono:
Teoria dello Spotlight (Posner)
● Modello dello zoom-lens (Eriksen e St.James)
● Modello degli spotlights multipli
●
TEORIA DELLO SPOTLIGHT
Secondo Posner e collaboratori, l’attenzione può essere descritta metaforicamente come un
fascio di luce che si muove nell’ambiente, illuminando in momenti diversi diverse porzioni di
spazio. Nelle prove valide, l’osservatore dirigeva l’attenzione sulla posizione “giusta”, in cui
successivamente compariva lo stimolo. Al momento della comparsa dello stimolo, l’attenzione
era già sul quadrato e il partecipante poteva dare la risposta. Il tempo di risposta era più
veloce. Nelle prove invalide, l’attenzione veniva diretta sulla posizione “sbagliata” e alla
comparsa dello stimolo, l’osservatore doveva orientare l’attenzione nuovamente. Il
ri-orientamento dell’attenzione portava a un allungamento dei tempi di risposta. Le prove
neutre sono una condizione di controllo in cui si ritiene che l’attenzione venga distribuita su
entrambe le possibili posizioni di comparsa dello stimolo. La di erenza nella prestazione tra
prove neutre e prove valide permette di stimare i benefici derivanti dall’aver orientato
l’attenzione sulla posizione di comparsa del target, mentre la di erenza tra prove neutre e
prove invalide permette di stimare i costi legati all’aver orientato l’attenzione sulla posizione
opposta a quella di comparsa del target.
Importante sottolineare che il partecipante dirige l’attenzione nel quadrato indicato dalla
freccia perché sa che quella è la posizione più probabile per la successiva comparsa del target.
L’attenzione è orientata in modo volontario.
Cosa succede se il paradigma viene modificato in modo che, prima della comparsa dello stimolo, uno
dei due quadrati inizia a lampeggiare?
In questo caso, il quadrato che lampeggia funge da cue e viene definito periferico, in quanto
compare alla periferia del campo visivo. Gli studi condotti da Jonides hanno mostrato che
l’osservatore muove l’attenzione sulla posizione segnalata dal cue indipendentemente dalle
istruzioni ricevute, anche se è stato informato che il target ha il 50% di probabilità di
comparire in uno dei due quadrati. Il segnale periferico cattura automaticamente l’attenzione
dell’osservatore e in questo caso l’orientamento dell’attenzione viene definito automatico o
esogeno. Qual è la di erenza tra i due tipi di orientamento?
Esistono alcune di erenze sostanziali tra i due tipi di orientamento: l’orientamento
automatico, a di erenza di quello volontario, non può essere interrotto. Se sotto la croce
centrale compare una freccia rivolta a sinistra, l’osservatore orienta l’attenzione verso sinistra.
Se mentre sta dirigendo l’attenzione verso sinistra, il quadrato a destra comincia a
lampeggiare, l’orientamento volontario verso sinistra viene interrotto ed è sostituito da un
orientamento automatico verso il quadrato che lampeggia. Se, mentre il quadrato di destra
comincia a lampeggiare, l’attenzione viene catturata e orientata automaticamente verso destra.
Se l’orientamento automatico è in corso, anche il quadrato di sinistra comincia a lampeggiare,
l’orientamento automatico verso destra non si interrompe, ma l’attenzione viene orientata sul
quadrato di destra e solo dopo su quello di sinistra. L’orientamento automatico non dipende
dalla probabilità che la prova risulti valida. L’orientamento automatico non è soggetto a
interferenza da parte di un compito eseguito in contemporanea.
MODELLO DELLO ZOOM-LENS
Quando l’attenzione viene orientata su una particolare posizione, gli oggetti presenti in quella
posizione ricadono all’interno del fuoco dell’attenzione e l’elaborazione delle informazioni
contenute in quell’area è facilitata rispetto alle informazioni che cadono al di fuori del fuoco
dell’attenzione. Per spiegare come avviene questo processo di “messa a fuoco” da parte
dell’attenzione sono state proposte due metafore che vedono l’attenzione come fascio di luce
che si sposta nello spazio in modo discreto oppure come il fuoco di una lente le cui dimensioni
possono variare entro certi limiti in base alle richieste del compito. Gli studi comportamentali
hanno mostrato che alla variazione della dimensione del fuoco corrisponde un cambiamento
nella velocità e accuratezza dell’elaborazione che sono maggiori quando l’area coperta dal
fuoco dell’attenzione è più ristretta rispetto a quando è più ampia.
Per capire il perché si ottengono questi risultati dobbiamo pensare all’attenzione come a una
risorsa mentale. Tanto più il fuoco dell’attenzione è ristretto, tanto più le risorse sono
concentrate sull’elaborazione di ciò che cade al suo interno. Il concetto di attenzione come
risorsa verrà ripreso in dettaglio quando parleremo dell’attenzione divisa. Gli studi di
neuroimaging condotti sugli esseri umani hanno mostrato come la focalizzazione su una
regione sia accompagnata da un aumento dell’attivazione nelle aree retinotopiche
corrispondenti della corteccia visiva.
Compito: spostare l’attenzione su un quadrato o su entrambi e di rilevare la
➔ presentazione del bersaglio il più rapidamente possibile
Risultati: i TR per le prove valide sono più rapidi di quelli per le prove neutre ad
➔ entrambi gli intervalli. I TR variano in funzione delle dimensioni del quadrato, ma solo
all’intervallo di 500 msec
Conclusioni: le dimensioni del fuoco sono variabili, ma l’operazione di
➔ dimensionamento richiede tempo (più di 40 msec)
L’e cienza di elaborazione e` una funzione inversa dell’area del fuoco attentivo.
MODELLO DEGLI SPOTLIGHTS MULTIPLI
Diversi studi hanno dimostrato che l’attenzione visiva può essere usata in modo flessibile in
base alla specifica situazione e agli obiettivi.
E’ possibile focalizzare l’attenzione contemporaneamente su più regioni non adiacenti?
Per rispondere alla domanda, Awh e Pashler hanno condotto una serie di esperimenti in cui
chiedevano ai partecipanti di riportare l’identità di due cifre che comparivano all’interno di
una matrice 5 x 5 caratteri insieme a 23 lettere. Prima della comparsa degli stimoli, due indizi
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
Per termini, condizioni e privacy, visita la relativa pagina.