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TRATTAMENTO

Visto le grandi capacità generative del bambino basta soltanto:

• Inizialmente scarico e riposo – limitando il carico sull’articolazione colpita, favorendo la

rivascolarizzazione locale, promuovendo così la guarigione

Promuovendo la rivascolarizzazione si promuove l’attività delle cellule staminali.

• Terapia chirurgica per alcuni esiti e complicanze

- Osteotomia –> girare la parte in modo che il carico vada a gravare sulla porzione sana.

INFEZIONI OSTEO-ARTICOLARI

Infezioni osteoarticolari

DEFINIZIONE e CARATTERISTICHE

• Possono interessare tutte le componenti dei tessuti muscoloscheletrici a parte la cartilagine

poiché non vascolarizzata.

• Situazioni gravi che devono essere riconosciute velocemente!

• Le infezioni dell’apparato muscoloscheletrico possono interessare sostanzialmente:

- L’osso – osteomieliti

- Le articolazioni – artriti settiche (all’interno della membrana sinoviale).

• Localizzazioni particolari:

- I dischi vertebrali (spondilodiscite / discite)

- I tessuti molli (muscoli, fasce muscolari, sottocute [cellulite settica]).

(!) – Fasce muscolari – sono porzioni muscolari rigide che si inseriscono sull’osso che separano tra

loro i grandi gruppi muscolari.

Possono localizzarsi in una sede sottoposta ad un precedente intervento chirurgico o de novo.

1) Infezione in sede di intervento chirurgico:

• In ortopedia è molto grave l’infezione conseguente ad intervento chirurgico –> Generalmente

nelle sedi di intervento vengono inseriti impianti biocompatibili che sono comunque estranei e

quindi possono essere perfetta sede per impianto di germi e di conseguenza infezioni.

• La chirurgia ortopedica è infatti una delle chirurgie più pulite –> i componenti dei muscoli

scheletrici sono separati dall’ambiente esterno ed ogni esposizione con l’ambiente sterno può

essere causa di infezione.

Il passaggio chirurgico da ambiente interno ad ambiente esterno quasi inevitabilmente

 genera infezione.

• Si prendono precauzioni igieniche e antisettiche per evitare infezioni (anche con profilassi

antibiotica pre-intervento) ma, nonostante ciò, il rischio di infezione è comunque alto.

2) Infezioni de novo:

• Infezione che bisogna studiare – si hanno varie possibilità e tipologia di propagazione.

Bisogna capire da dove si origina!

EZIOPATOGENESI

• All’origine dell’infezione vi sono organismi patogeni – Agenti patogeni:

- Miceti (funghi) - Batteri

- Virus - Altri microrganismi (es. protozoi)

Nella maggioranza dei casi le infezioni sono di origine batterica!

• Tra i batteri che creano più problemi – Staphilococcus Aureus

È il germe più frequentemente responsabile delle infezioni dell’apparato muscolo-scheletrico

 poiché ha la capacità di produrre sostanze che lo rendono poco vulnerabile agli anticorpi e

sistemi di difesa dell’organismo:

- Proteina A – che inattiva le IgG

- Polisaccaride capsulare – che riduce l’azione fagocitaria dei macrofagi

- Biofilm (slime) – glicocalice che è come una cupola di materiale gelatinoso al di sotto del

quale colonie batteriche proliferano che aderisce facilmente su protesi e tessuti devitalizzati.

(!) – Il biofilm impedisce l’arrivo degli antibiotici – struttura che impedisce la sua

ridistribuzione al di sotto dello strato gelatinoso.

• La capacità di un organismo di penetrare il sistema immunitario dell’ospite e creare infezione

dipende da:

1) Modalità d’ingresso – cioè come diffonde l’infezione:

- Interventi chirurgici

- Traumi con lesioni ossee o dei tessuti molli – anche semplicemente una ferita puntiforme

come una puntura di insetto.

- Diffusione ematogena – infezione secondaria entrata nel circolo.

- Diffusione per contiguità – infezione vicina, dalla quale i germi diffondono per i tessuti

interposti.

2) Ambiente e fattori predisponenti dell’ospite:

- Ridotta vascolarizzazione – per patologia in atto (es. arteriopatia, diabete, …)

- Fumo – riduce il microcircolo – creazione di zona potenzialmente ischemica.

- Neuropatie

- Traumi – che abbia anche semplicemente danneggiato i tessuti molli rompendo una serie di

vasi con scarsa perfusione (zona potenzialmente ischemica).

- Presenza di impianti protesici

CLINICA Segni e sintomi

Locali

• Dolore localizzato tipicamente nella sede esatta dell’infezione – senza grosse irradiazioni.

• A volte sono concomitanti trauma, ferita penetrante, lacerazione cutanea – aiuta a far capire che

vi è una discontinuità della cute e dei tessuti sottostanti.

• Gonfiore circoscritto

• Calore

• Arrossamento e discromie cutanee

• Fluttuazione (sensazione al tatto di spostamento di liquidi) in prossimità del dolore – a volte, in

un’infezione vi può essere raccolta di liquido, in genere pus.

SISTEMICI

• Febbre intermittente – “febbre settica” (compare principalmente a metà pomeriggio con un altro

picco serale) – Spesso accompagnata da:

- Brividi

- Sudorazioni (notturne in infezione cronica)

- Malessere generale

- Inappetenza

- Decadimento della condizione generale con perdita di peso (infezioni croniche)

(!) – Nel caso in cui vi sia un’infezione in acuto è importante riconoscere subito questo quadro di

infezione prestando maggiormente attenzione –> una disseminazione di germi nel circolo

ematico può portare alla produzione a parte dei germi di tossine batteriche che possono indure

alterazioni importanti a livello cardiocircolatorio:

Ipovolemia con ipotensione importante e conseguente shock.

 Shock ipovolemico che porta a coma.

 Coma che se non trattato porta a morte.

Fascite necrotizzante

DEFINIZIONE e CARATTERISTICHE

• Infezione molto grave che diffonde lungo i piani fasciali –>

(!) – Un’infezione delle fasce muscolari è particolarmente grave

perché favorisce la diffusione del germe in maniera molto

rapida propagandosi pure ai tessuti circostanti.

• È caratterizzata da –> Eritema (arrossamento importante) con:

Edema caratterizzato da indurimento sottocutaneo.

- Cellulite sovrastante (può non esserci).

-

EZIOPATOGENESI

• Il germe penetra nei tessuti molli a seguito a traumi ma anche semplicemente in seguito a:

Abrasioni cutanee Iniezioni ipodermiche

- -

Morso d’insetto Tossicodipendenza

- -

• I Germi più coinvolti nelle fasciti necrotizzanti:

Staphilococcus pyogenes –> in grado di generare pus

- Streptococcus vibrio

- A volte più germi (anaerobi)

-

• Pazienti a rischio – più predisposti a contaminazioni:

Tossicodipendenti

- Alcoolisti – per la loro caratteristica fragilità negli stati di ebrezza.

- Diabetici – predisposizione generalizzata per i disturbi della microcircolazione.

- Obesi

- Post-chirurgia addominale / del perineo / ginecologiche.

- Malattie vascolari periferiche

- Infezioni perineali

- IMPORTANTE RICONOSCERLE SUBITO! – È un’infezione grave con rapida evoluzione

Spesso è semplicemente accompagnata da un trauma lieve

(come una puntura di insetto) che determina una via di accesso

CLINICA Segni e sintomi

Quadro clinico iniziale – passata qualche ora:

• Possibile febbre.

• Tachicardia – molto intensa (non necessariamente

accompagnata / collegata alla febbre).

• Dolore ed edema localizzati – con evoluzione a volte

accompagnata da vescicole sovrastanti.

Quadro clinico avanzato:

• Aree dolenti di indurimento cutaneo.

• Bolle cutanee.

• In 3-5 gg sviluppo di gas e gangrena cutanea.

Progressione di una fascite necrotizzante da Streptococco

TRATTAMENTO

• Antibiotici ad alte dosi (sensibilità maggiore alla

penicillina) + cefalosporine + amminoglicosidi.

• Fasciotomia – Se si ha il sospetto che l’infezione si

sta diffondendo in profondità.

Si interviene con apertura del tessuto per

 drenare il liquido necrotico che si è accumulato

ed esecuzione di un lavaggio per ridurre la carica

microbica.

• V.A.C. Therapy (Vacuum Therapy) – pressione

negativa che aspira le secrezioni necrotiche, e

quindi anche i germi, tenendo pulita e non

ulteriormente contaminabile la ferita.

Gangrena gassosa

DEFINIZIONE e CARATTERISTICHE

• Infezione potenzialmente letale del tessuto muscolare – causata principalmente da batteri

anaerobi – i più tipicamente implicati sono i Clostridi (come il Clostridium perfingens).

(!) – Se non individuata e trattata precocemente porta rapidamente a morte.

EZIOPATOGENESI

• Condizioni che predispongono ad un impianto di germi anaerobi ed allo sviluppo di gangrena –

Lesioni ad alto rischio – comprendono ferite che:

Sono profonde e gravi.

- Coinvolgono anche i muscoli – ischemizzando il tessuto.

- Sono contaminate per aree importanti – da materiale estraneo e numerosi corpi estranei.

- Contengono tessuto necrotico – per interruzione delle vie di comunicazione delle arterie.

-

CLINICA Segni e sintomi

Quadro clinico iniziale

• Dolore intenso – progressivo e sproporzionato alla lesione.

• Tachicardia – non spiegata dalla febbre.

• Produzione di gas – che tende ad accumularsi formando vescicole che tendono a spostarsi nei

tessuti andando in superficie – percepibile localmente alla palpazione con feedback a crepitio

locale.

Nel giro di alcune ore dalla prima sintomatologia si avrà:

• Comparsa di confusione mentale.

• Persistenza della tachicardia.

• Sudorazione intensa.

(!) – Condizione ad evoluzione rapida – se non trattata rapidamente le tossine batteriche portano ad

una condizione di ipotensione con conseguente shock, coma e morte del paziente.

Se non si interviene il quadro diventa avanzato:

• Edema nerastro (a distanza della ferita).

• Superficializzazione delle vescicole o bolle cutanee.

• Secrezione siero-ematica nerastra.

• Cattivo odore.

DIAGNOSTICA

Il sospetto di gangrena gassosa sorge sulla base dei sintomi e dei risultati di un esame obiettivo

• Prelievo dei liquidi provenienti dalla ferita – per fare un esame colturale (capire che tipo di

batterio è) + antibiogramma (capire a cosa è sensibile il batterio patogeno).

• Radiografia – per verificare la presenza

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Scienze mediche MED/18 Chirurgia generale

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