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ORGANISMI ANAEROBI
La glicolisi per gli organismi anaerobi
(quelli che vivono in condizioni di
assenza di ossigeno e non hanno
mitocondri) è l’unico modo di
approvvigionarsi di ATP. E’ una modalità
di approvigionamento di ATP molto
limitata perché per ogni mole di glucosio
si producono 4 moli di ATP, ma in realtà
due ne vengono utilizzate nei primi due
passaggi, cioè quello di fosforilazione del
glucosio in glucosio 6-fosfato e di fruttosio in fruttosio 1,6 difosfato,
e pertanto rimangono 2 moli di ATP per mole di glucosio. Si produce
in ultimo il piruvato.
1)Nel caso degli organismi anaerobi il piruvato viene fermentato. Ci
sono due tipi di fermentazione: fermentazione lattica e
fermentazione alcolica.
fermentazione alcolica
La avviene in determinati organismi: il
glucosio viene metabolizzato ad etanolo e anidride carbonica. Si
divide in due parti: nella prima parte il saccarosio viene scisso
formando glucosio e fruttosio.
Nella seconda parte (la vera
fermentazione) si ha la glicolisi del
glucosio e/o del fruttosio con la
formazione di due molecole di
piruvato. Queste due molecole
vengono poi decarbossilate ad
acetaldeide da parte di un enzima,
liberando così anidride carbonica.
In ne l’acetaldeide con l’azione di
un enzima viene ridotta ad etanolo.
fermentazione lattica
La è
presente anche nei nostri
muscoli striati. Quando si fa
attività sportiva in maniera
troppo pronunciata e quindi si
fa lavorare il muscolo in
condizioni di anaerobiosi (cioè il
muscolo utilizza più ossigeno di
quello che l’organismo gli
fornisce con la circolazione), si
ha un accumulo di acido lattico
che provoca un crampo.
Il crampo rappresenta un
segnale d’allarme per avvertirci
che la brocellula (o bra
muscolare) sta lavorando in anaerobiosi quando ciò non dovrebbe
succedere.
fi fi fi
ORGANISMI AEROBI
Nel caso di organismi aerobi invece il piruvato viene attraverso
delle traslocasi (gruppo di proteine trasportatrici presenti nelle
membrane biologiche che permettono il passaggio di molecole e
ioni tra i due lati delle membrane stesse) portato all’interno della
matrice mitocondriale (quindi dei sistemi antiporto) viene ossidato
ad acetato e convertito in acetil- coenzima A.
Ciclo degli acidi tricarbossilici (nella matrice)
L’ acetil-coenzima A entra a far parte di questo ciclo degli acidi
tricarbossilici (o Ciclo di Krebs) che si svolge nella matrice del
mitocondrio.
E’ un ciclo prettamente
biochimico, perché non ci
sono delle strutture
macromolecolari, complessi
multiproteici che sono
deputati a questo, ma
semplicemente degli enzimi
che in maniera sequenziale
agiscono.
Il signi cato del ciclo di
Krebs è il fatto che ci sono
dei coenzimi (cofattori-> NADH e FADH2) che vengono ridotti, e nel
momento in cui vengono riossidati
liberano H+ ed elettroni. Questi prodotti saranno utilizzati
successivamente nel sistema di trasporto degli elettroni che si trova
nelle creste mitocondriali.
Sistema di trasporto degli elettroni (nelle creste)
Le creste mitocondriali sono quelle invaginazioni della membrana
interna, che esistono per aumentare la super cie della membrana
interna, e pertanto per potere alloggiare più citocromi e più
complessi dell’ ATPsintasi possibile. Per tale ragione grazie alle
creste mitocondriali viene resa più e ciente la produzione dell’ATP.
L’immagine raffigura la catena di trasporto degli elettroni. Tale
catena è costituita da dei complessi multiproteici molto grandi. Sono
5 le componenti di questa catena di trasporto degli elettroni che
fi ffi fi vengono
chiamati citocromi, ma prendono anche il nome dall’attività specifica
che viene svolta a livello di ogni complesso. Pertanto si passa dal:
• Complesso 1;
• Complesso 2;
• Complesso 3;
• Citocromo c;
• Complesso 4;
Il complesso 4 è l’ultimo e cede elettroni a idrogeno e
ossigeno, per formare la molecole di acqua nale.
I complessi prendono il nome di:
1.NADH deidrogenasi;
2.Succinato deidrogenasi;
3.Citocromo b-c1;
4.Citocromo c (quello che sta a cavallo tra il III e il IV perché in
realtà c’è una di erenza tra il citocromo c e gli altri);
5.Citocromo ossidasi. L’immagine ci
fa capire che
tutti i
complessi,
tranne il
citocromo c
sono costituiti
da un numero
ff fi
più o meno cospicuo proteine transmembrana (della
membrana interna del mitocondrio).
Il complesso 1 (il più grande) ha 25 subunità (o 25 catene
• proteiche) che si devono organizzare nello spazio a
formare questa grossa macchina;
Il complesso 2 ha 4 subunità;
• I complessi 3 e 4 hanno 10 subunità.
• Il citocromo c è l’unico complesso che è estrinseco (non è
• transmembrana), infatti lo si può vedere disegnato
nell’immagine sopra, sotto forma di una componente
sferica con scritto C e fa da spola tra il complesso 3 e il
complesso 4 (si va muovendo sulla super cie della
membrana dato che non è un complesso
transmembrana). Il citocromo C ha un ruolo importante
nel processo di apoptosi (morte cellulare programmata).
Tali complessi non fanno altro che scambiarsi gli elettroni:
Il complesso 1 li cede al compesso 2;
• Il complesso 2 al complesso 3;
• Il complesso 3 al citocromo c;
• Il citocromo c al complesso 4;
•
Ma come fanno dei complessi multiproteici a scambiarsi degli
elettroni?
Tali complessi non contengono soltanto componenti
proteiche, ma hanno i cosiddetti gruppi prostetici.
Un gruppo prostetico è una molecola di natura non
amminoacidica, presente in un complesso multiproteico.
Due esempi di gruppi
prostetici sono:
1.Il centro di ferro-
zolfo; (a destra)
2.Il gruppo eme (a
sinistra, facente parte
anche fi
dell’emoglobina). Al centro del gruppo prostetico di questi due
gruppi prostetici è presente un atomo di ferro.
Il ferro ha due stati:
1.Ferro ferroso Fe2+ (ferro ossidato);
2.Ferro ferrico Fe3+ (ferro ridotto).
A scambiarsi gli elettroni non sono le proteine del
complesso multiproteico, ma sono gli atomi di ferro che passano
da uno stato ossidato a uno stato ridotto (e viceversa), e quindi
assumono o cedono l’elettrone.
Quello che succede durante questo passaggio è che si liberano dei
quanti di energia. In pratica si va da un alto contenuto energetico a
uno sempre più basso, man mano che gli elettroni scorrono nella
catena di trasporto.
L’energia non può scomparire, ma si trasforma come sostenuto del
resto dal chimico e biologo Antoine-Laurent Lavoisier nella legge
della conservazione della massa:
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Si libera
dell’energia che servirà per il
funzionamento dell’ ATP sintasi.
Nell’immagine sopra è possibile vedere che in punti speci ci della
catena di trasporto, vi è un movimento dei protoni i quali sono la
specie chimica che insieme agli elettroni viene rilasciata dai
cofattori (NADH e FADH2). Gli H+ (protoni) si spostano contro
gradiente dalla matrice verso lo spazio intermembrana. Questi
fi
quanti di energia che si vanno liberando nel passaggio degli
elettroni da un complesso a quello successivo servono ad attivare i
sistemi di trasporto, che spostano un numero x ,per ogni usso di
elettroni, di H+ (nell’immagine sopra sono 10H+) contro gradiente
verso lo spazio intermembrana. In questo modo la matrice
comincia a impoverirsi di H+, mentre lo spazio intermembrana
comincia ad arricchirsi di H+. Dato che H+ è dotato di carica
positiva, la matrice diventa carica negativamente, mentre lo spazio
intermembrana diventa carico positivamente.
Animazione: https://youtu.be/39HTpUG1MwQ
ATPsintasi->Struttura a forma di lecca-lecca Grazie alla
microscopia
elettronica,
che in un
momento
della storia
delle
scoperte
biologiche
ha fornito un
sacco di dati
nuovi che
non si erano
potuti ottenere in precedenza, i microscopisti si accorsero,
guardando delle sezioni di mitocondrio, che nelle creste
mitocondriali c’erano delle strutture che apparivano elettrondense
(quindi colorate in scuro) che avevano la
forma di un lecca-lecca con un peduncolo in lato dentro la
membrana interna del mitocondrio e una parte più slargata che
invece protendeva verso la matrice mitocondriale.
Questo fu un punto di inizio di una serie di
studi, analisi e curiosità sperimentali che i microscopisti
cominciarono a sviluppare.
Per prima cosa si isolarono vescicole di membrana che
contenevano questa struttura a forma di lecca-lecca, e poiché si
sapeva già dalla biochimica e dalla bio sica che a livello della
membrana interna avveniva sia il processo di trasporto degli
fi fi fl
elettroni che la sintesi di ATP, si cominciò a vedere nelle vescicole
intatte, e poi separando la membrana da queste componenti
aforma di lecca-lecca cosa si mantiene di queste prerogative e
cosa invece scompare per riuscire a capire poi qual è la funzione.
Facendo tutte queste prove si vide che se le particelle erano
• intatte (immagine a) il trasporto di elettroni c’era (infatti i
citocromi erano lì) e anche la sintesi dell’ATP, ma non c’era
l’attività ATPasica.
Perché gli scienziati si chiedevano dell’attività ATPasica?
Si sapeva che quell’enzima che era in grado di sintetizzare
l’ATP, (classi cato oggi tra le ATPasi di tipo F) poteva
funzionare anche in maniera opposta, cioè sfruttare l’idrolisi di
ATP (quindi l’attività ATPasica) per spostare delle specie
chimiche;
Nel caso delle particelle submitocondriali (immagine b) tutto
• rimaneva siologico (c’era un trasporto di elettroni, una sintesi
di ATP, ma non c’era un’attività ATPasica;
Se si dissociava la membrana (immagine c) da queste
• componenti proteiche a forma di lecca-lecca, continuava ad
esserci il trasporto di elettroni, ma l’attività ATPasica sostituiva
quella di ATPsintasica, perché oggi si sa che le ATPsintasi
staccate dalla loro localizzazione siologica funzionano
fi fi fi
contrario, cioè come pompe che idrolizzano ATP e non che lo
sintetizzano;
Stessa cosa se si consideravano le membrane da sole e le
• particelle da sole;
quando si ricostituiva il tutto in maniera arti ciale (immagine f)
• ogni co