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Estratto del documento

SURPLUS

Valore monetario dei vantaggi degli scambi che otterremmo una volta nel mercato vengono

misurati con tre misure:

• Surplus del consumatore

• Variazione equivalente

• Variazione compensativa

Queste tre misure coincidono in un unico caso speciale.

Supponiamo che la benzina si compri in unità fisse di un litro, con r1 indichiamo il massimo che è

un singolo consumatore disposto a pagare per il primo litro, è l’equivalente monetario dell’utilità

marginale del primo litro.

Ora ha un litro, con r2 indichiamo il massimo che è disposto a pagare per il secondo libro, è

l’equivalente monetario dell’utilità marginale del secondo litro. 22

In generale se ha n-1 litri di benzina rn indica il massimo che disposto a pagare per l’n-esimo litro,

rn è l’equivalente monetario dell’utilità marginale dell’n-esimo litro.

r1 + … + rn è l’equivalente monetario della variazione totale di utilità dovuta l’acquisto di n litri di

benzina e un prezzo di $0.

r1 + … + rn - pGn è l’equivalente monetario della variazione totale di utilità dovuta all’acquisto di n

litri di benzina un prezzo di $pG l’uno.

Un grafico con r1, r2, …, rn, … contro il numero di unità acquistate rappresenta la curva dei prezzi

di riserva, che non è esattamente uguale alla curva di domanda.

Valore monetario

dell’utilità degli

scambi

Purtroppo, è molto difficile stimare la curva dei beni di riserva per un bene, possiamo

approssimare la curva dei beni di riserva con la curva di domanda ordinaria. Esse non sono la

stessa cosa perché la curva dei prezzi di riserva descrive sequenzialmente e valori di unità

successive di un bene; mentre, la domanda ordinaria il massimo che il consumatore disposto a

pagare per q unità di un bene acquistate simultaneamente.

Surplus del consumatore

Approssimando il vantaggio aggiuntivo netto di utilità sotto la curva dei prezzi di

riserva con l’aria corrispondente sotto la curva di domanda ordinaria, si ottiene la

misura del guadagno netto di utilità nota come surplus del consumatore.

La differenza tra le due curve dovuta all’effetto reddito,

ma se l’utilità del consumatore è quasi lineare nel

reddito il surplus del consumatore è una misura

monetaria esatta dei guadagni dello scambio. 23

Il surplus del consumatore è una misura esatta

dell’utilità ottenuta consumando il bene 1 quando

l’utilità è quasi lineare nel bene 2, in tutti gli altri casi il

.

surplus del consumatore è un’approssimazione

Ci sono due ulteriori misure monetaria dell’utilità derivante dagli scambi:

1. La variazione compensativa

P aumenta, è l’incremento di reddito che ai nuovi prezzi garantisce al consumatore

1

esattamente il suo livello di utilità originario

2. La variazione equivalente

P aumenta, è la minima diminuzione del reddito che ai prezzi originali garantisce al

1

consumatore esattamente il nuovo livello di utilità. 24

• Relazione 1: se le preferenze sono quasi lineari, le tre misure coincidono.

Considerando la variazione del surplus del consumatore (CS) quando p aumenta da p ’ a p ’’.

1 1 1

Consideriamo la variazione nella variazione compensativa (CV) quando p aumenta da p ’ a p ’’.

1 1 1

L’utilità per un dato p è v (x *(p )) + m – p x * (p )

1 1 1 1 1 1

E CV è il reddito extra che è necessario, ai nuovi prezzi, per ottenere la stessa utilità che aveva

prima.

Consideriamo la variazione nella variazione equivalente (EV) quando p aumenta da p ’ a p ’’.

1 1 1

L’utilità per un dato p è v (x *(p )) + m – p x * (p )

1 1 1 1 1 1

E EV è il reddito extra che è necessario, ai vecchi prezzi, per ottenere la stessa utilità che ha ai

nuovi prezzi.

Se le preferenze sono quasi lineari CV = EV = ∆CS

• Relazione 2: EV < < CV

∆CS

SURPLUS DEL PRODUTTORE E ANALISI COSTI-BENEFICI 25

Il benessere dei produttori può essere tradotto in una metrica monetaria come quello dei

consumatori

Analisi costi benefici a q

una norma che impedisca di scambiare da q 1 0

distrugge questi vantaggi. Questa perdita rappresenta il

costo netto della norma.

TASSE E SUSSIDI

Equilibrio di mercato Un mercato è in equilibrio quando la quantità totale

domandata dagli acquirenti è uguale alla quantità totale

fornita da venditori. 26

Due casi speciali:

1. La quantità offerta è fissa, indipendentemente dal prezzo di mercato.

2. La quantità offerta è estremamente sensibile al prezzo di mercato.

Tasse sulla quantità

Una tassa pagata sulla quantità è una tassa $t pagati per ogni unità scambiata:

- se la tassa viene pagata dai venditori si parla di accisa

- se la tassa viene pagata dai compratori si parla di tassa sulle vendite/ imposta sul valore

aggiunto.

Una tassa con aliquota t rende il prezzo pagato dai compratori (pb) più alto di un ammontare pari

a t del prezzo ricevuto dai venditori (p ). p -p = t

s b s

Il mercato tende ad eliminare eccesso di domanda ed offerta anche in presenza della tassa. La

deve essere uguale alla quantità offerta al prezzo p .

quantità domandata al prezzo p b s

D (p ) = S (p )

b s

Queste condizioni descrivono il nuovo equilibrio di mercato, non dipendono dall’incidenza di

diritto della tassa. Quindi, una tassa sulle vendite $t ha lo stesso effetto di un’ascissa sugli acquisti

$t. 27

Il modo in cui $t è ripartito tra compratori e venditori è l’incidenza di fatto della tassa.

L’incidenza di una tassa dipende dalle elasticità al prezzo

di domanda e offerta.

Intorno a p = p* l’elasticità della domanda è

approssimativamente:

Intorno a p = p* l’elasticità dell’offerta è approssimativamente:

incidenza ed elasticità

La pressione della tassa sulle quantità $t pagata dei compratori aumenta ma mano che l’offerta

diventa più elastica ma mano che la domanda diventa più inelastica 28

Se = 0 I compratori pagano l’intera tassa anche se l’incidente di diritto sui venditori.

D

Perdita secca ed elasticità.

In un mercato competitivo una tassa riduce le quantità scambiate e quindi vantaggi dagli scambi

(la somma dei surplus del produttore del consumatore). Il surplus perso è la perdita secca della

tassa. La perdita secca si riduce ma mano che la domanda o l’offerta

= 0 o = 0 allora la perdita

diventano più in elastiche. Se D S

secca è nulla

Prezzo minimo p prezzo massimo p .

f c RISPARMIO

Scelta intertemporale

Le scelte di consumo formano la domanda di beni, le scelte di risparmio e indebitamento formano

l’offerta di risparmio. Affinché ci sia incentivo a risparmiare o a prendere a prestito ci deve essere

un futuro. 29

Dato un tasso di interesse r, il valore futuro di $1 è FV = 1 + r

Dato un tasso di interesse r, il valore futuro di un reddito m è FV = m(1 + r)

M = 1/(1+r) il valore attuale di $1 ottenuto all’inizio del prossimo periodo.

Il valore attuale di $1 disponibile all’inizio del prossimo periodo è PV = 1/1+r

Il valore attuale di $m disponibili all’inizio del prossimo periodo è PV = m/ 1+r

MRS intertemporale = quante unità di consumo futuro sono

disposto a rinunciare per 1 unità di consumo presente in più,

pendenza della curva di indifferenza intertemporale.

Un individuo poco paziente sarà disposto a rinunciare a più unità

di consumo futuro per una unità di consumo presente in più,

perciò, MRS Intertemporale di un individuo meno paziente è

maggiore in valore assoluto dell’MRS Intertemporale di un

individuo più paziente. Perciò le curve di indifferenza di un

individuo meno paziente saranno più inclinate di quello di un

individuo più paziente.

Effetto sostituzione: aumenta il costo opportunità di consumare oggi C S↑

0

Effetto reddito: cambia seconda del fatto che l’individuo sia risparmiatore oppure debitore

(ipotizziamo che C sia un bene normale)

0

Effetto reddito per un risparmiatore: i diventa più ricco dato C è normale C S↓

↑ ↑

0 0 30

Effetto reddito per un debitore (mutuatario): i diventa più povero dato che C è normale C S↑

0 0

LAVORO

La teoria delle scelte del consumatore permette di analizzare anche la scelta di quanto lavorare

per ottenere reddito da impiegare in consumo.

Le scelte di consumo formano la domanda di beni, le scelte di quanto lavorare determinano

l’offerta di lavoro.

Gli individui possono scegliere quanto lavorare?

- Si, straordinari tipo di lavoro età di pensionamento…

F

Un lavoratore ha una dotazione di ore di tempo che può dedicare a lavoro e tempo pieno.

F = +

Il tempo libero è un bene: R genera utilità

Riceve un salario w per ogni unità di tempo impiegata a lavorare

Il lavoro non genera utilità, ma per lavorare bisogna rinunciare a tempo libero.

Il lavoratore può utilizzare il reddito generato per acquistare beni e servizi. Rappresentiamo beni e

servizi come un generico C, il lavoratore sceglie tra due beni C e R per massimizzare la sua utilità.

U(R,C) .

Il prezzo del generico bene di consumo (o paniere) è p c 31

Il tempo libero costa: devo rinunciare a w per ogni unità di tempo libero, w è il costo opportunità

del tempo libero. 32

33

CURVE DI COSTO

Tipi di curve di costo

- Costo totale

- Costo fisso

- Costo variabile

- Costo medio (fisso, variabile)

- Costo marginale

F è il costo totale dei fattori fissi (nel breve periodo), è detto costo fisso e non cambia al variare

dell’output .

C (y) è il costo totale dei fattori variabili quando si producono y unità di output, è la funzione del

v

costo variabile e dipende dal livello dei fattori fissi.

C(y) è il costo totale di tutti i fattori, fissi e variabili, quando producono y unità di output. C(y) è

dunque la funzione di costo totale: () = + ()

4

5 6 ($)

#

Funzione del costo medio: () = + = () + ()

$ $

5

Curva del costo fisso medio: () = $

Costo marginale è il tasso di variazi

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
77 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Elisa1967 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Mantovani Marco.