R L
termina a tR1 con produzione di cro, e a a tL1 con produzione della proteina N;
● fase precoce ritardata, la proteina N previene la terminazione a t e t permettendo
R1 L1
l’espressione di cII, cro, Q, cIII, xis e int. La decisione tra lisi e lisogenia dipende
dall’accumulo della proteina cII, che viene facilmente degradata da proteasi cellulari,
che sono il prodotto del gene hfl. Il sito cIII protegge cII dalla degradazione.
64
Si ha lisogenia quando si accumula Si ha lisi quando cII è degradata, per cui
sufficiente cII, che si lega a P , attivando l’RNA polimerasi è incapace di iniziare la
RE
la trascrizione di cI, e a P , attivando la trascrizione da P o P , e la trascrizione
I RE I
trascrizione di int. continua da P e P .
L R
In successione: In successione:
● accumulo di cI (inibitore ● produzione di cro (inibitore
trascrizionale); trascrizionale) e Q;
● cI si lega a O e O reprimedno la ● Q previene la terminazione a t ,
R L R2
produzione delle proteine precoci e con espressione dei geni per le
l’espressione dei geni per il ciclo proteine strutturali da P ;
late
litico; ● cro lega O e O e reprime la
R L
● cI, per sopperire alla mancanza di produzione degli mRNA precoci;
cII attiva la propria espressione da ● Q è presente in quantità sufficiente
P ; da garantire la produzione dei
RM
● accumulo di integrasi. messaggeri tardivi.
Il repressore di cI di Lambda è una proteina di 236 aa in forma
dimerica, con 2 domini globulari connessi da un braccio. Il dominio
N-terminale costituisce il sito di legame all’operatore e il dominio
C-terminale è responsabile della formazione del dimero. Il repressore
è capace di legarsi al DNA solamente come dimero.
La scelta tra il ciclo litico e il ciclo lisogenico avviene a livello della regione di immunità
P /O . In questa regione è presente il promotore P per la trascrizione di cro e degli altri geni
R R R
verso destra, e il promotore P , orientato verso sinistra, per la trascizione di cI.
Rm
Sovrapposte ai due promotori vi sono le sequenze di tre siti operatori O , O , O : le
R3 R2 R1
sequenze sono molto simili tra loro ma non identiche. I tre operatori vengono riconosciuti sia
dalla proteina cro che dalla proteina cI ma con diversa affinità.
La proteina cro si lega con affinità decrescente a O (fase precoce) bloccando il promotore
R3
P e la sintesi del repressore di cI, dunque si lega a O e O , come pure a P e O , la
Rm R2 R1 L L
trascrizione dei geni precoci e attivando la trascrizione di P , che porta alla via litica. A
R
questo punto vengono trascritti solo i geni tardivi responsabili della sintesi della testa e della
coda.
Il repressore cI fa l’opposto, quindi si lega a partire da O interrompendo la trascrizione di
R1
P verso destra (controllo negativo) e quindi la sintesi di cro, poi altri dimeri di cI si legano a
R
O grazie al legame di cI in posizione O (legame cooperativo), così da attivare la
R2 R1
trascrizione di cI stesso (regolazione autigena). Con la repressione dei geni precoci, cI è
prodotta esclusivamente da P . L’unico gene a essere trascritto è il gene cI. Fintanto che il
Rm
repressore cI è presente in concentrazioni adeguate viene assicurato il blocco a livello di
P /O e P /O e viene mantenuto lo stato lisogenico. La continua trascrizione di cI assicura il
L L R R
mantenimento dello stato lisogenico, un eccesso di cI viene ricondotto alla norma grazie al
legame in posizione O .
R3
La ricombinazione sito-specifica è un meccanismo molto preciso e fondamentale per
integrare il DNA del fago Lambda nel cromosoma batterico (E. coli). La proteina Int,
ricombinasi della famiglia delle tirosina ricombinasi, catalizza la ricombinazione sito-specifica
tra due sequenze molto simili:
● attP, il sito di attacco sul DNA del fago;
65 ● attB, il sito di attacco sul DNA batterico.
Int si lega ai siti attP e attB con l’aiuto di una proteina accessoria batterica chiamata IHF
(Integration Host Factor). Int taglia in modo preciso il DNA a livello dei due siti e scambia i
segmenti, ricombinandoli: il DNA del fago viene inserito nel cromosoma batterico e si
formano due nuovi siti chiamati attL (left) e attR (right). In pratica, Int incolla con precisione il
DNA del fago dentro quello del batterio, come se facesse un "taglia e incolla" molecolare. Se
poi il fago vuole uscire, ad esempio per passare alla fase litica, serve anche un'altra
proteina, chiamata Xis, che favorisce l'escissione del fago.
La presenza del repressore all’interno del batterio lisogeno spiega anche il fenomeno
dell’immunità alla superinfezione, ovvero un batterio lisogeno per Lambda non viene
ucciso da ulteriore infezione di altri fagi Lambda presenti nell’ambiente (ma può sempre
essere infettato da fagi diversi da Lambda). I dimeri di cI presenti nel batterio lisogeno si
legano immediatamente ai siti O /P e O /P del DNA infettante bloccando la trascrizione dei
R R L L
geni precoci. Il repressore codificato dal profago blocca la trascrizione dei geni precoci del
DNA infettante legandosi a O /P e O /P .
R R L L
L’induzione del ciclo litico rappresenta una risposta a fattori ambientali, come luce UV,
sostanze chimiche ad azione mutagena che danneggiano il DNA dell’ospite. La cellula di E.
coli ha una risposta SOS molecolare, che è correlata all’aumento della concentrazione della
proteina RecA, che normalmente è responsabile della ricombinazione genetica. Ad alta
concentrazione, RecA interagisce con CI stimolando l'attività autoproteolitica del dominio
C-terminale: il risultato è la rottura di cI che si separa nei due domini N-terminale e
C-terminale. Non si possono formare dimeri di repressore, i soli domini N-terminali non sono
capaci di legarsi agli operatori in modo efficace e nel giro di poco tempo non è più presente il
repressore funzionale.
A volte il virus integrato nel cromosoma batterico, durante la fase di escissione, può
escindere in modo errato, per cui il fago porta con sé un pezzo del cromosoma batterico per
errore. I fagi trasducenti inoculano nei batteri anche questi pezzetti di DNA batterico, dando
vita al fenomeno della trasduzione specializzata.
La conversione lisogena si ha quando un fago temperato, una volta integrato nel genoma
del batterio, modifica il fenotipo del batterio ospite, cioè gli dà nuove proprietà.
I batteriofagi ΦX174 e M13 fanno parte della classe II della classificazione di Baltimore.
Sono batteriofagi con DNA a singolo filamento, ΦX174 è icosaedrico e M13 è filamentoso. Il
genoma che permette il processo di replicazione è circolare, per cui è necessario il
passaggio da DNA a singolo filamento a DNA a doppio filamento.
Il fago Φ174 è una particella molto piccola di circa 25 nm con genoma circolare, l’elemento
strutturale è una singola proteina che è presente in 60 copie, che sono unite ai vertici
dell'icosaedro con altre proteine formanti le protuberanze. Possiedono solo una limitata
quantità di informazione genetica (5.386 bp nel DNA a singolo filamento), e per la
replicazione usano il macchinario di replicazione del DNA dell'ospite. In funzione del genoma
ridotto presentano il fenomeno della sovrapposizione genica: i geni producono proteine
sovrapponendosi gli uni sugli altri, per cui la trascrizione avviene su regioni sovrapposte una
sull’altra. La proteina A* è codificata dal gene della proteina A, che serve per l’escissione dei
concatameri, la proteina A* inibisce la sintesi del DNA dell’ospite; la proteina E è necessaria
per la lisi batterica (inibizione dell'enzima coinvolto nella biosintesi della parete).
66
La replicazione del genoma di ΦX174 avviene secondo 3 fasi:
● θ, si parte dal DNA a singolo filamento per sintetizzare il doppio filamento di DNA
tramite una prima sintesi del filamento mancante, processo che coinvolge gli enzimi
cellulari primasi, DNA polimerasi I e III, ligasi e girasi. Termina con la produzione di
forme replicative (RF) di DNA a doppio filamento, che vengono replicate con
formazione di una forchetta replicativa in senso bidirezionale;
● σ, replicazione rolling circle (cerchio rotante) con formazione di concatenameri, che
comprendono più unità genomiche del fago legate tra loro;
● escissione dei concatenameri a singolo filamento (proteina A) e circolarizzazione dei
genomi fagici, assemblaggio e lisi cellulare (proteina E).
I batteriofagi M13 hanno struttura filamentosa (filamento lungo e sottile di 880 nm di
lunghezza e 6,6 nm di larghezza) con genoma a singolo filamento di DNA costituito da 6,4
kb che codificano per 11 geni, alcuni sovrapposti anche se non in modo così evidente.
Infettano E. coli, sono maschio-specifici perché penetrano nella cellula ospite attraverso il
pilo sessuale. Il gene VIII codifica per la proteina strutturale maggiore p8, che forma una
struttura tubulare di 2700 subunità identiche; il gene III codifica per la proteina strutturale
minore p3, che presenta 3-5 copie localizzate all'estremità del capside e permette il legame
al pilo sessuale.
La replicazione del genoma di M13 avviene secondo diverse fasi:
● θ, replicazione del DNA e formazione della forma replicativa (RF) dsDNA, con inizio
della trascrizione e traduzione dei geni virali;
● σ, replicazione rolling circle con produzione singolo filamento e circolarizzazione;
● la proteina pV riveste il genoma di M13 (+) dalla degradazione, e questo si dirige
verso la membrana, dove la proteina pVI e altre proteine formano il poro di
fuoriuscita. La cellula batterica non viene distrutta ma il virus esce gemmando dal
poro;
● la proteina pV è rimossa e la proteina principale pVIII a altre ricoprono il DNA mentre
interagisce con la membrana e fuoriesce. La proteina capsidica principale pVIII, oltre
a pIII, pVII, pIX, è localizzata nella membrana di E. coli, per questo deve essere
acquisita.
Il batteriofago MS2 ha genoma a singolo filamento di RNA, per cui appartiene alla classe IV
della classificazione di Baltimore. Ha dimensioni di 26 nm, capside formato da 180 copie
della proteina capsidica che lega il pilo F di E. coli (fago sesso-specifico).
L’RNA di MS2 è costituito da 3.569 bp, ha polarità positiva. Presentano il fenomeno della
sovrapposizione genica
Codifica per 4 geni:
● proteina del capside;
● proteina della maturazione;
● proteina della lisi;
● subunità della RNA replicasi.
La replicasi di MS2 è una proteina ibrida virus-dipendente, formata dalla proteina P del virus
e da peptidi dell’ospite (appar
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