Il glicogeno è un polisaccaride costituito da unità di glucosio, è il
polisaccaride +diffuso nel corpo umano, che costituisce una riserva
energetica per l organismo. La sue dimensioni dipendono quindi da
quanto glucosio viene immagazzinato. È immagazzinato in muscoli e
fegato, che necessitano di molta energia rispettivamente per compiere
esercizio fisico e produrre enzimi ormoni ecc. Quando l organismo non
ha bisogno di energia il glucosio va a compattarsi nel glicogeno,
quando ha bisogno di energia il glucosio viene rilasciato. Il
glicogeno permette anche di mantenere costante la glicemia, perché
il glucosio presente nel sangue è il primo a essere usato per
produrre energia quindi dev essere sempre disponibile.
Immagine al microscopio elettronico del glicogeno:
La localizzazione cellulare del g. è citoplasmatica
ed è rilevabile al microscopio elettronico sotto
granuli di
forma di particelle dense dette
glicogeno. Tutte le cellule sembra che lo
contengano, ma è soprattutto accumulato
nel fegato (che ne è l’organo percentualmente
più ricco) e nei muscoli (che per l’entità della loro
massa rappresentano il maggior deposito) per
essere poi consumato a seconda delle necessità dell’organismo: il g. del
fegato è utilizzato per mantenere normale il livello della glicemia; quello
dei muscoli per l’espletamento del lavoro muscolare. (Treccani)
Si tratta di un polimero ramificato. I glucosi sono legati tra loro da
leg cov di tipo glicosidico, l idrolisi di questi leg per rilasciare glucosio
richiede energia, si tratta di leg molto stabili. I leg della catena lineare
sono di tipo alpha-1,4 glicosidico perché avvengono tra il C1 del gluc1
e il C4 del gluc2, mentre quelli delle ramificazioni sono di tipo alpha-
1,6 glicosidico perché avvengono tra il C1 del gluc1 e il C6 del gluc2. La
[] di rami e del glicogeno dipende dalla [] di glucosio presente.
Metabolismo del glicogeno e controllo ormonale del glicogeno. La sintesi
del glicogeno ovvero la via anabolica è detta glicogenesi, viene
attivata durante lo stato di riposo in muscoli e fegato, da parte dell
insulina che è un ormone prodotto dal pancreas quando percepisce
una glicemia alta, che viene riconosciuta da dei recettori su fegato e
muscoli. La degradazione del glucosio ovvero la via catabolica
ovvero la glicogenolisi si riscontra durante lo stato di attività in
muscoli e fegato, è attivata dal glucagone che è un ormone prodotto
dal pancreas e viene riconosciuto solo dal fegato o l epinefrina che
viene riconosciuta sia da muscoli che fegato in risposta a glicemia
bassa. L epinefrina, detta anche adrenalina, è un ormone prodotto dalle
ghiandole surrenali.
La glicogenesi è utile per attivare la glicolisi ma anche il contrario perché
condividono la prima tappa di reazione. La glicogenesi inizia insieme
alla prima reazione della glicolisi, ovvero la fosforilazione del
glucosio sul C6 a formare glucosio-6P grazie alla esochinasi. Da
qui può seguire la via della glicolisi o della glicogenesi, viene
semplicemente attivato con il gruppo fosfato. Dato che questo passaggio
può attivare anche la glicogenesi allora non può essere usato come
punto di regolazione della glicolisi nonostante sia irrev. Se entra
nella glicogenesi, il fosfato viene spostato dal C6 al C1 formando
glucosio-1P.
Poi un enzima induce il rilascio di un pirofosfato da parte dell UTP
(uridin-trisfostato, molto simile all atp), che viene idrolizzato a UMP
e che si lega poi al gruppo fosfato del glucosio-1P formando l
UDP-glucosio (UDPG). Questa
sarebbe una reaz reversibile, ma il
pirofosfato PPi è un composto
altamente instabile che a contatto
con l acqua si scinde in due
gruppi fosfato Pi, con una reaz
irrev, catalizzata dalla pirofosfatasi
inorganica. In questo modo tutta la
reazione complessiva risulta
irrev.
Poi la glicogeno sintasi forma la catena lineare aggiungendo i
glucosi e formando nuovi leg alpha-1,4 glicosidici. Questo enzima
lavora a partire da un frammento di 7 glucosi prefabbricato da un
altro enzima, che partendo da una piccola proteina detta glicogeno
primer o glicogenina aggiunge 7 glucosi formando l inizio della cat lin,
e poi la glicogeno sintasi può agire giustapponendo altri glucosi e
rilasciando l udp ad ogni aggiunta.
Le ramificazioni sono create da un enzima ramificante, che
trasferisce un frammento di 7 glucosi da uno dei rami e lo
attacca su un punto della catena lineare, formando un leg alpha-
1,6 glicosidico e un nuovo ramo. Due rami successivi devono
essere separati da minimo 4 glucosi altrimenti la glicogeno sintasi
per il suo ingombro sterico non riuscirebbe ad agire per allungare le
catene lineari.
La glicogenolisi consiste nel rilascio di un glucosio-1P da parte del
glicogeno. La glicogeno fosforilasi è un enzima in grado di staccare
un glucosio dal glicogeno aggiungendo un gruppo fosfato sul C1. Può
lavorare solo lungo la catena lineare e si ferma 4 residui prima del
ramo.
Due enzimi deramificanti convertono la struttura ramificata in
una lineare. Uno trasferisce 3 residui da un ramo a un terminale
della catena lineare del glicogeno. Un altro idrolizza il leg alpah-1,6
glicosidico tra la catena lineare e l ultimo glucosio del ramo.
Ciclo di krebs o ciclo dell acido citrico o TCA=ciclo dell acido
tricarbossilico. È la via catabolica in grado di produrre la maggior
quantità di energia. Parte dall acetil coenzima A (Acetil-coA) e
produce energia sottoforma di NADH FADH2 e GTP e come scarto
la CO2. Le molecole energetiche vengono successivamente
convertite in ATP attraverso la via della fosforilazione ossidativa.
Il piruvato è il prodotto finale della glicolisi. Il complesso della
piruvato deidrogenasi (PDC) converte il piruvato in acetil-coA
mediante una reazione di deacetilazione ossidativa, ovvero il
piruvato perde il COOH, viene ossidato e si lega al coenzima A, mentre il
NAD+ si riduce a NADH, con eliminazione di CO2. A sinistra l immagine
della PDC.