CONTATTI PUNTIFORMI Il contatto tra due sfere generiche, rispettivamente di
r r
raggio ed , sotto l’azione di una forza di
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chiusura Q normale alle superfici, genera una zona di
a
contatto circolare; si indichi con il raggio di tale
δ
areola, mentre rappresenti la deformazione nella
direzione verticale, ovvero l’avvicinamento dei centri
delle due sfere.
CONTATTI LINEARI
In analogia con il caso precedente, si analizzi il caso in cui due cilindri siano in
contatto lungo una generatrice (detto brevemente contatto cilindro-cilindro)
attraverso un’analisi dimensionale. Dalla Figura 3.5 si può notare che l’area effettiva
l 2b.
di contatto è in questo caso un rettangolo di base e altezza
ATTRITO RADENTE: IL MODULO DI COULOMB
L’esperienza dimostra che, quando due corpi strisciano l’uno rispetto all’altro, nasce
sempre una forza, detta di attrito radente, che si oppone al movimento: quando essa è
trascurabile si parla di condizioni operative “ideali” altrimenti di caso “reale”.
Un modo piuttosto classico di descrivere il fenomeno dell’attrito è il seguente: come
noto, nel caso ideale (vincoli lisci) la reazione vincolare che agisce su ciascuno dei
membri della coppia in moto relativo è normale alle superfici coniugate; nel caso reale,
invece, essa si inclina di un angolo ϕd, detto angolo di attrito dinamico (o anche
cinematico); tale inclinazione fa nascere una componente tangenziale, detta forza di
attrito dinamico, che ha verso tale da opporsi al moto.
AZIONI FLUIDODINAMICHE
se un corpo è immerso in un fluido, la presenza di un moto relativo tra corpo e fluido
genera sulla superficie del corpo stesso una distribuzione di pressione fortemente
dipendente da molti parametri, tra i quali l’assetto del corpo e la velocità relativa. Le
forze e coppie risultanti da tale distribuzione di pressione sono dovute alle azioni
normali di pressione ma, nel caso di fluidi reali, anche dalle azioni tangenziali, causate
dalla viscosità del fluido. Entrambe queste componenti costituiscono una resistenza al
moto del corpo e comportano una dissipazione di energia 56meccanica che viene
detta resistenza fluidodinamica (o anche attrito fluidodinamico) e che solitamente si
cerca di ridurre. In altri casi l’azione tra fluido e corpo ha una componente utile che si
cerca di massimizzare, come per esempio la forza portante di un’ala o la propulsione
di un’elica.
ATTRITO INTERNO
Lo smorzamento strutturale dei corpi solidi è dovuto all’attrito interno che si sviluppa
nei relativi materiali, che non sono perfettamente elastici. La curva tensione-
deformazione presenta un ciclo di isteresi dovuto ad un comportamento visco-
elastico del materiale, che reagisce in ritardo alle sollecitazioni applicate. L’area del
ciclo rappresenta l’energia meccanica per unità di volume che viene dissipata nel
materiale dall’attrito interno; tale energia risulta approssimativamente proporzionale
al quadrato dell’ampiezza del ciclo di deformazione e viene “degradata” sotto forma di
calore;
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Lezione 2 Meccanica applicata alle macchine
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Meccanica applicata alle macchine - (parte 2)
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Tavola 2 Laboratorio di meccanica applicata alle macchine
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Appunti Meccanica applicata alle macchine 2