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Nel 1973 Noelle-Neumann dà una ricostruzione, per sommi capi, del susseguirsi delle teorie delle
comunicazioni di massa secondo il seguente schema:
a. Anni Quaranta: teoria ipodermica (potere totale della comunicazione di massa);
b. Anni Sessanta: teoria degli effetti limitati (ridimensionamento di tale potere)→ s’intende dire
che la comunicazione agisce in un ambiente complesso, dove vi sono altre realtà
indipendenti dai media (scuola, famiglia, istituzioni, etc.), ma anche opinion leaders, con cui
va ad interagire ed integrarsi.
c. Anni Settanta: teoria dei media potenti (rivalutazione degli effetti a lungo termine).
L‘approccio sociologico-empirico alla ricerca in tema di comunicazione realizza le ricerche sul campo,
non ricostruisce cioè le situazioni da studiare in laboratorio, ma le indaga nel contesto in cui si
verificano, nei luoghi di fruizione, nella società. Sono individuabili due filoni principali di ricerca
nell’ambito dell’approccio sociologico-empirico, che analizza la connessione tra i processi di
comunicazione di massa e le caratteristiche del contesto sociale entro cui si realizzano: questi sono
le ricerche sul consumo dei media e le analisi delle mediazioni sociali che incidono sul consumo. La
teoria del flusso a due fasi di comunicazione (Two Step Flow of communcation) è stata elaborata da
Paul Felix Lazarsfeld ed Elihu Katz nel 1955. Secondo tale teoria non esiste un flusso costante di
informazioni che va dai media ai destinatari finali, bensì il flusso passa dai media agli opinion leader
e successivamente dagli opinion leader al gruppo sociale di riferimento. In pratica, per quanto
riguarda l’influenza dei media sul pubblico, questa teoria postula che l’influenza sia mediata da una
molteplicità di fattori individuali e sociali, con particolare riferimento alla mediazione esercitata dai
gruppi primari o dai leader d’opinion e che fungono da steps o fase intermedia del flusso di
comunicazione prima che questo giunga agli utenti finali. Il concetto di Opinion Leader (in italiano
Leader di opinione) nasce infatti con la teoria del Flusso di Comunicazione a Due Livelli, secondo tale
teoria, il messaggio prodotto dai media (primo livello del flusso di comunicazione), viene "filtrato"
dai rapporti interpersonali che si instaurano tra gli individui (e tra essi e i leader) e viene dunque
rimandato a un secondo livello. L'Opinion Leader è un utente attivo dei media che interpreta il
significato o il contenuto dei messaggi mediatici per utenti medio-bassi dei media. Un esempio di
Opinion Leader nel campo dell'informatica, potrebbe essere un vicino di casa di professione tecnico
di computer. Il tecnico ha accesso a molte più informazioni in questo campo di un utente medio, ed
ha il necessario bagaglio per capire le relative informazioni. Una possibile definizione di leader
d’opinione o opinion leader potrebbe essere che questi sono soggetti ad alta capacità comunicativa,
sempre informati, che si interessano o sono molto esperti e curiosi in un specifico campo del sociale
tanto da influenzare gli altri. Esistono diversi tipi e modelli di leadership in base ai flussi comunicativi:
1. Leadership orizzontale, influenza che si esercita tra simili e che può essere intercambiabile.
2. Leadership verticale, influenza esercitata da soggetti collocati a un livello superiore nella scala
sociale.
3. Leader d’opinione locale, influenza tra la propria comunità di appartenenza
La scuola di Palo Alto
La scuola di Palo Alto è una scuola di psicoterapia statunitense. La cosiddetta terapia breve (o brief
therapy) è uno dei risultati più significativi fra le innovazioni introdotte dagli psicoterapeuti della
Scuola di Palo Alto. Il suo più noto esponente è Paul Watzlawick. La scuola s’interessa alla forma di
comunicazione di tipo pragmatico, sia la comunicazione biologica e di tipo individuale, sia la
comunicazione verbale che non verbale. Infatti, essa si interessata in modo particolare alla relazione
comunicativa, cioè alla relazione tra due o più soggetti coinvolti in un processo comunicativo. Ogni
processo comunicativo tra esseri umani possiede due dimensioni distinte: da un lato il contenuto,
ciò che le parole dicono, dall'altro la relazione, ovvero quello che i parlanti lasciano intendere, a
livello verbale e più spesso non verbale, sulla qualità della relazione che intercorre tra loro. La Scuola
di Palo Alto, studia la sintassi della comunicazione cioè l’ analisi delle regole grammaticali, e quelle
della semantica cioè l’analisi dei significati attribuiti ai segni. Per pragmatica della comunicazione,
dobbiamo intendere l’ analisi della relazione fra codici, individui che li utilizzano e i comportamenti
connessi all’uso. Infatti, “non è possibile non comunicare” chiunque si trovi in una situazione sociale
è comunque la sorgente di un flusso informativo, indipendentemente dalla propria intenzionalità,
dall’efficacia dell’atto comunicativo o dalla comprensione reciproca.
La comunicazione analogica è essenzialmente ogni tipo di comunicazione non verbale esempio: un
segnale stradale dove è rappresentata un’auto ed una strada è un messaggio analogico.
La comunicazione paradossale si basa sulla teoria del doppio legame: il doppio legame indica una
situazione in cui la comunicazione tra due individui uniti da una relazione emotivamente rilevante,
presenta un’incongruenza tra il livello del discorso esplicito (verbale, quel che vien detto) e un altro
livello, detto metacomunicativo (non verbale, gesti, atteggiamenti, tono di voce), e la situazione sia
tale per cui il ricevente del messaggio non abbia la possibilità di decidere quale dei due livelli ritenere
valido, visto che si contraddicono, e nemmeno di far notare l'incongruenza a livello esplicito. Come
esempio Bateson riporta l'episodio della madre che dopo un lungo periodo rivede il figlio, ricoverato
per disturbi mentali. Il figlio, in un gesto d'affetto, tenta di abbracciare la madre, la quale si irrigidisce;
il figlio a questo punto si ritrae, al che la madre gli dice: "Non devi aver paura ad esprimere i tuoi
sentimenti". A livello di comunicazione implicita (il gesto di irrigidimento) la madre esprime rifiuto
per il gesto d'affetto del figlio, invece a livello di comunicazione esplicita (la frase detta in seguito),
la madre nega di essere la responsabile dell'allontanamento, alludendo al fatto che il figlio si sia
ritratto non perché intimorito dall'irrigidimento della madre, ma perché bloccato dai suoi stessi
sentimenti; il figlio, colpevolizzato, si trova impossibilitato a rispondere.
Logiche della notiziabilità
I media sono ormai una presenza insostituibile nell’ambiente sociale. Ridefiniscono le situazioni
sociali, trasformando progressivamente le percezioni della realtà, il rapporto fra i sessi, fra le
generazioni, con le gerarchie. I media sono un’importante variabile nel processo di costruzione
sociale della realtà, grazie alla loro funzione simbolica di mediazione delle conoscenze. I media,
inoltre, sono un luogo di scambio fra soggetti: scambi politici, economici, di influenza, di
riconoscimento sociale. Il processo cui stiamo assistendo può essere definito mediatizzazione della
realtà. Essa consiste in una maggiore centralità dei media e in una elevata rilevanza del linguaggio
che essi usano. Ma concretamente cosa fanno i media?
Selezionano, gerarchizzano e presentano la realtà, consentendo di passare dal fatto alla notizia.
Questo processo di riduzione di complessità risponde a due ordini di criteri:
• I criteri di pertinenza (che cosa fa notizia, in un particolare contesto sociale e in uno specifico
ambito temporale?). Nell’ambito dei criteri di pertinenza particolare rilevanza assumono:
- La cultura professionale→ si possono individuare 3 dimensioni: la dimensione tecnica,
relazionale e culturale.
- la cultura organizzativa→ consiste nell’applicazione delle pratiche di routine del lavoro
giornalistico. In particolare comprende:
- La settorializzazione (i giornalisti hanno compiti e ambiti di lavoro diversi)
- La categorizzazione dei fatti (gli eventi vengono suddivisi in tipologie e tipizzati)
- I criteri di notiziabilità→ regole pratiche comprendenti un corpus di conoscenze professionali
che spiegano e guidano le procedure lavorative redazionali. Sono qualità degli eventi o della loro
costruzione giornalistica, la cui assenza o presenza fa sì che un fatto sia incluso o meno nel
prodotto informativo. Più un evento presenta tali qualità, maggiori sono le sue chances di essere
incluso→ mediatizzazione della realtà. Sono numerosi i fattori che influenzano la trasformazione
di un evento in una notizia:
- Le caratteristiche del mezzo
- La velocità di circolazione delle informazioni e la rapida obsolescenza delle notizie
- Fattori contingenti (es. estate)
- Il rispetto dei criteri di notiziabilità (caratteristiche che facilitano la categorizzazione e la
tipizzazione degli eventi), spesso impliciti, mutevoli nel tempo e flessibili, applicati
intuitivamente. Le logiche della notiziabilità consistono in: velocizzazione e semplificazione.
• La negoziazione sociale fra una serie di attori→ che implica la consapevolezza che
l’informazione è un luogo di contrattazione fra diversi attori sociali.
La scuola di Francoforte
La teoria cosiddetta “critica” nasce nel 1923 con le teorie della Scuola di Francoforte. La teoria critica
è a sua volta criticabile in quanto, metodologicamente, rifiuta la ricerca empirica sui soggetti e non
presta attenzione alle classiche problematiche della comunicazione mediale (audience, modalità
della fruizione, effetti, etc.), risultando artificiosa e astratta. Il riferimento teorico della teoria della
Scuola di Francoforte è Karl Marx. Per gli studiosi della scuola di Francoforte, la produzione di
prodotti culturali segue la stessa logica di ogni altra produzione industriale. I prodotti culturali, i film,
i programmi radiofonici, le riviste testimoniano la stessa razionalità tecnica, lo stesso schema di
organizzazione e di pianificazione del management della fabbricazione in serie di automobili e di
progetti urbanistici. Per la scuola di Francoforte i media non trasmettono MAI un informazione libera
ed oggettiva e non partecipano mai al processo di elevamento culturale delle masse, ma bensì
rappresentano la realtà secondo l’ideologia della classe dominante (i ricchi). Inoltre i media, attuano
un processo di stereotipizzazione operata dai media. Gli stereotipi sono un elemento indispensabile
per organizzare e anticipare le esperienze della realtà sociale che il soggetto compie. La divisione del
contenuto televisivo in diversi generi ha portato allo