Gel per polimerizzazione della colla di fibrina. È un processo che
avviene naturalmente nell organismo durante la coagulazione, senza
danneggiare le cell. Di solito invece per gli altri mat la polimerizzazione
non è tollerata dalle cell e quindi si preferisce la reticolazione.
Idrogelo di collagene per transizione termica/ph.
Gel in chitosano per transizione termica/ph. Il chitosano da solo
richiederebbe una transizione di ph che però è poco tollerata delle
cell, allora lo si mette in blend con altri mat per sfruttare una
transizione termica che è tollerata per range maggiori.
Gel in alginato in presenza di ioni Ca++. Gelificazione molto
favorevole per le cell e istantanea. Unico difetto, l organismo non
ha gli enzimi per degradare l alginato, quindi non si tratta di
degradazione ma destabilizzazione del gel e poi smaltimento delle
molecole in modo aspecifico.
PNIPAAm (poli-N-isopropilacrilammide). Scaldandosi passa da sol a gel
per l interazione tra catene e acqua. Transizione termica sfruttabile,
cioè è termo-responsive con solubilità inversa rispetto al riscaldamento.
Polimero sintetico. La sua caratteristica principale non è la sua
iniettabilità ma la cell sheet engineering: devo coltivare dei foglietti cell
da poi staccare, gli attuali metodi fanno staccare le cell dal substrato
ma anche le cell dalle cell, qunidi su usano mat rivestiti da pnipaam in
modo da usare la transiz term per far passare il mat da gel a sol per
staccarlo dal foglietto, applicazione scaffoldfree.
Metilcellulosa. Cellulosa modificata. Funziona come il pnipaam.
Posso modificare dei mat naturali combinandoli con mat sintetici
per avere gelazione termica a 37°.
Colla di fibrina gelazione per polimerizzazione
Chitosano gelazione termica
Alginato gelazione con ioni Ca++
Metil-cellulosa gelazione termica
PNIPAAm gelazione termica
Problema: scarsa sopravvivenza delle cell in volumi di mat grandi
a causa dell inefficienza della diffusione a grosse distanze.
Possibili soluzioni:
- Introdurre dei pori nella matrice gel.
- Iniettare il mat come insieme di microsfere di volume minore, con
le cell all inetrno opp sulla superficie
xPorosità nel gel:
Mischio oltre alle cell delle particelle molto solubili (porogeno), che
vengono eliminate velocemente lasciando una struttura vuota
(particulate leaching). Il mat impiantato poi rilascia questa parte
solubile, quindi devo assicurarmi che non venga rilasciato “porogeno”
troppo velocemìente es sale no, ghiaccio sarebbe ideale.
Oppure faccio la lievitazione, posso inserire sostanze che reagendo
fanno bolle di CO2 e fanno schiumare il mat. Solo che non è una
reaz comoda in vivo. Es Acido ascorbico e bicarbonato di sodio reagendo
creano i pori.
Iniezione di tante microsfere:
Quindi non serve che il mat sia iniettabile di per sé cioè liquido e con
transizione sol-gel, perché basta che le microsfere siano
sufficientemente piccole da attraversare l ago.
Semina cell sulla superficie della microsfera:
>versatilità di trattamento chimico del mat prima, perché le
cell vengono seminate sulla superficie sobito dopo la produzione
delle sferette.
Se le microsfere riescono ad aderire tra di loro, si crea una
struttura +stabile e con una ecrta porosità.
Es. beads in PLGA + coating in
collagene contenente le cell.
Sfere cave, con un trattamento in soda, che dà tanto spazio per lo
scambio di fluidi e sotto sforzo le sfere aderiscono bene tra loro.
Microsfere con cell dentro:
Sospendo le cell all interno di capsule che fungono da membrana
semipermeabile, da calibrare perché passino i nutrienti i gas e
alcune molecole segnale, così riduco la distanza tra interno ed
esterno che diventa il raggio della sfera e miglioro i fenomeni
diffusivi.
Due possibili applicazioni:
- Per la protezione delle cell non autologhe trapiantate dal
sistema immunitario. Allora servono capsule stabili. Approccio
terapeutico.
- Per la rigeneraz del tess con cell autologhe. Allora servono
capsule biodegradabili. Approggio rigenerativo.
E’ nata prima la microcapsula immunoprotettiva, perché tante
malattie sono dovute a un inefficienza id alcune cell che non
producono quello che devono fare , come le cell beta del pancreas
nel diabete. La sostituzione tra farmaco e meccanismo biologico
è grezza, soprattutto es per l insulina in cui ho necessità variabili a
seconda delle condizioni. Quindi devo prendere cell non autologhe, del
tipo che mi interessa. Es isole pancreatiche per insulina, protette da
membrana ma in zona vascolarizzata per avere il feedback sul glucosio.
Sfrutto il meccanismo di feedback giusto raffinato da parte
delle cell
Non ho bisogno di immunosoppressori.
Requisiti e problematiche:
- un impianto stabile nel tempo. I risultati sono promettenti nel
mondo animale ma non in clinica.
- una regolazione fine del cutoff cioè di cosa passa e cosa non,
membrana troppo compatta allora non passa l insulina, se è poco
compatta allora è meno stabile e porosa.
L incapsulamento in alginato è ottimo. L'altro mat che funziona in modo
simile è la pectina. L alginato gelifica con ioni calcio, se lo mettiamo in
soluzione fisiologica il sodio sostituisce il calcio e la struttura a eggbox si
smonta. Allora lo si complessa con mat simili con carica positiva,
es polilisina e chitosano, per avere la stabilità a lungo termine.
Vorrei capsule con diametro controllato e velocemente. Se uso la
gravità ho gocce grandi, se uso un campo elettrico o flusso d aria
sono +piccole. I sistemi di microfluidica permettono di fare particelle
di diametro omogeneo e a stabilire il numero di cell presenti nella
singola capsula.
Coating conformazionale: costruisco la membrana direttamente
intorno alle cell