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Adescamento e cavitazione
La differenza di pressione che una pompa riesce a conferire al fluido che elabora dipende, per
data prevalenza della macchina, dalla densità del fluido stesso.
Occorre porre molta attenzione al diverso modo di funzionare che può caratterizzare una pompa
quando questa, destinata ad operare con un liquido, si trovi ad essere attraversata da un gas. Il
adescamento (o innesco)
problema, noto con il termine di di una pompa, si presenta soprattutto
in quei casi in cui la pompa, all’atto dell’avviamento, si trovi vuota di liquido e piena di aria. In
questo caso la notevole differenza fra le densità (circa 1 kg/m3 per l’aria contro 1000 kg/m3 per
la differenza di pressione che la pompa riesce a vincere non è in generale
l’acqua) fa sì che
sufficiente a farle svolgere la sua funzione, quale ad esempio quella di sollevare l’acqua da un
serbatoio a livello inferiore rispetto alla sua bocca di aspirazione. sopra
In certi casi, infatti, il lay-out impiantistico obbliga ad una disposizione della pompa
battente, un’altezza superiore al pelo libero
cioè ad del serbatoio di aspirazione.
In caso di prolungato inutilizzo, la macchina ed il condotto di aspirazione tendono a svuotarsi del
liquido, riempiendosi di aria; l’avviamento della pompa, quindi, non risulta più possibile perché
essa non è in grado di innescarsi, richiamando il liquido all’altezza voluta, a causa appunto delle
modestissime differenze di pressione che riesce a vincere se piena d’aria.
Quando sia impossibile una disposizione sotto battente, è necessario inserire nel condotto di
una valvola di non ritorno V,
aspirazione capace di impedire il rifluire del liquido verso il
serbatoio; anche questa soluzione, ottimale nelle condizioni di inizio vita, perde di validità nel
tempo, quando l’usura porta alla diminuzione della tenuta idraulica della valvola.
È allora consigliabile dotare la pompa di un foro di alimentazione (con relativo tappo T) attraverso il
quale sia possibile riempirla di liquido prima di ogni avviamento.
La soluzione più efficace ai problemi di adescamento è rappresentata dall’adozione di pompe
autoadescanti, nelle quali sia la bocca di aspirazione che quella di mandata si trovano ad un livello
superiore a quella della girante. Il tratto di condotto che collega l’aspirazione alla girante crea il
battente necessario a mantenere quest’ultima sempre immersa nel liquido.
↳e deve
condotto essere pieno
Nonostante questo accorgimento non si eliminano del tutto i problemi legati all’innesco, perché il
tratto di condotto di aspirazione a monte potrebbe comunque essere pieno d’aria. In tutte le
applicazioni nelle quali è possibile prevedere che il problema dell’adescamento si possa presentare
con una certa regolarità è da consigliarsi l’utilizzo delle pompe volumetriche, che non presentano
problemi di innesco. In alternativa, quando i costi lo consentono, è possibile ricorrere a particolari
pompa centrifuga collegata con una volumetrica;
pompe autoadescanti costituite da una
all’avviamento la pompa volumetrica provvede ad aspirare l’aria dal condotto di aspirazione
svuotandolo; successivamente viene aspirata l’acqua finché la pompa centrifuga non ne viene
riempita. A questo punto la pompa volumetrica viene disinserita e la pompa centrifuga può lavorare
regolarmente. La pompa volumetrica viene inserita solamente nella fase di svuotamento dell’aria
nella condotta di aspirazione.
Il posizionamento soprabattente è sconsigliabile anche nell’ipotesi di assenza assoluta di problemi
di adescamento, perché può portare all’insorgere del fenomeno della cavitazione. Con riferimento
alla figura, si consideri come piano z=0 il fondo del serbatoio; sia quindi za la quota del pelo libero
del liquido in esso contenuto, alla pressione atmosferica.
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I
Pur non avendo problemi di adescamento, alla sezione 1 si ha una pressione che rispetto al valore
atmosferico è tanto più bassa quanto più:
• la velocità è elevata
• le perdite sono elevate
• Alta sarà la sezione 1
Tutti questi aspetti portano la sezione 1 ad avere una pressione inferiore a quella atmosferica.
Questa pressione può essere insufficiente per mantenere il fluido nel suo stato di liquido: se il
valore di p in 1 è inferiore a una data quota, che dipende dal fluido, si può avere una transizione di
fase: si possono generare bolle di vapore poiché la pressione scende al di sotto della pressione
parziale del gas.
La sezione di ingresso è quella più critica. Nel momento in cui la presisone del fluido torna a salire,
urto meccanico
le bolle di vapore collassano generando un fenomeno di sulla pala della girante
che porta a una vera erosione meccanica.
Per far sì che non avvenga il fenomeno della
Net
cavitazione, si utilizza il parametro
positive suction headl NPSH:
2
tv
NPSH P1 (m]
-
= +
ggag
tv:
tensione di vapore
Questo parametro indica la tendenza in ingresso alla girante a osservare cavitazione o no. Per non
avere cavitazione il NPSH deve essere sempre maggiore di un valore minimo.
NPSH
- NPSHlute
controte -
S
NO -
Arizon*
S -a
ACCOPPIAMENTO POMPA
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X T
Cisi prevaleuze portate
PBSPA verso superiai minari
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Pompe e compressori volumetrici
Pompe volumetriche: non
Si tratta di macchine nelle quali le bocche di aspirazione e di mandata sono in comunicazione
fra loro come nel caso delle pompe centrifughe, e trasferiscono un determinato volume di fluido
dall'ambiente di aspirazione a quello di mandata dopo averlo isolato all'interno.
In queste macchine viene dapprima riempito di fluido il volume in comunicazione con l'aspirazione:
poi questo volume aumenta finché il fluido viene isolato dentro la macchina senza essere più in
comunicazione con l'aspirazione e non ancora con la mandata; infine si apre la comunicazione con
la mandata ed il volume si riduce trasferendo fluido verso l'ambiente a più alta pressione.
volume massimo generato per ogni giro:
Si definisce cilindrata di una pompa il la cilindrata,
che è una caratteristica geometrica e costruttiva della macchina, teoricamente coincide con il
volume di fluido trasferito per giro dall'ambiente a bassa pressione verso quello a più alta
pressione. Pertanto, se è la velocità di rotazione della pompa, la portata di fluido elaborata
teoricamente da una pompa volumetrica sarà data da:
V-n
a =
elaborare fluidi diversi,
Nelle pompe volumetriche si possono anche quelli altamente viscosi che
non consentirebbero l’utilizzo di pompe centrifughe a causa delle notevoli perdite che si
verificherebbero, con conseguente riduzione della prevalenza fino a valori nulli o negativi.
Poiché queste macchine, inoltre, si limitano a trasferire un volume fisso di fluido dall’aspirazione
non si hanno problemi di adescamento
alla mandata, per esse quei tipici delle pompe
centrifughe: le pompe volumetriche se si trovano ad avere aria all'aspirazione la trasferiscono alla
mandata svuotando il condotto di aspirazione e consentendo poi al liquido di essere aspirato e
mandato.
Un'altra caratteristica delle pompe volumetriche che le differenzia sostanzialmente da quelle
centrifughe sta nel modo di funzionare: queste macchine, infatti, non trasferiscono energia al fluido
al loro interno incrementandone la pressione come accade nelle pompe centrifughe ma piuttosto lo
spingono verso la mandata, "contro" l'ambiente a più alta pressione, subendo la differenza di
pressione più che creandola.
si limita a mettere a disposizione del fluido che la attraversa un volume
La macchina, quindi,
fisso che sarà riempito per essere poi trasferito alla mandata.
lavoro da spendere,
Il di conseguenza, non deve essere inteso come energia trasferita al fluido,
energia necessaria per vincere la resistenza offerta dall’ambiente di mandata
ma come
all’introduzione della portata elaborata.
Pompe rotative: pompa a palee
La pompa a palette è caratterizzata da un rotore cilindrico R, posto tra aspirazione e mandata,
collegato all'albero motore e che si mantiene in contatto con la carcassa, almeno idealmente, solo
nel punto G: rotore e statore, in questo modo, hanno in comune una sola generatrice. Il rotore è
disassato rispetto alla carcassa di centro O ed il suo asse di rotazione O' è dotato di eccentricità
e. volume isolato in
- di
un quanto quo
00
l = Maudata Aspirazione
-
- ↳
l
X Pa
P11,
La figura si riferisce ad una macchina a quattro palette, posizionate all’interno di altrettante
fenditure o cave radiali; la presenza di molle sul fondo delle cave e la rotazione del rotore (che
causa una forza centrifuga) assicurano che le palette si mantengano sempre in contatto con lo
statore, in modo tale che tra due palette successive si venga ad isolare un volume
geometricamente ben definito (A).
Tale volume, ovviamente, varierà all’interno della macchina tra un valore minimo ed un valore
massimo ∙ , essendo la lunghezza assiale.
In generale, per una macchina a palette, nella quale sia l’area massima generata tra due di
queste, il rotore e la carcassa, il volume teoricamente inviato per giro è esprimibile come:
V Ad
2 Z: palette
aUNDRA numero
= - isolato
volume
Questo volume definisce la cilindrata della macchina e, se moltiplicato per la velocità di rotazione,
fornisce la portata teoricamente mandata.
V.n 2Adm
a PORTATA
= =
Tale macchina può risultare adatta ad elaborare sia fluidi incomprimibili funzionando come pompa,
che fluidi comprimibili; nel caso particolare di funzionamento come compressore si avr&agrav