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Coerenza
Si parte dal significato e dalla sua coabitazione con il senso. Il significato è la capacità o il potenziale che un'espressione linguistica ha di rappresentare o trasmettere una conoscenza. Il senso riguarda invece le effettive conoscenze trasmesse dal testo. Il significato è qualcosa di possibile e virtuale, il senso è qualcosa che esiste ed è attuale. Questo determina la conseguenza per cui molte espressioni hanno un solo senso ma hanno virtualmente molti significati. Ciò ci porta nel mondo della coerenza: bisogna far coincidere significato e senso. Se il senso inteso da colui che parla non è immediatamente chiaro, allora abbiamo un caso di indeterminatezza. Se questa indeterminatezza si protrae nel testo si parla di ambiguità. Nel momento in cui l'indeterminatezza non è per caso, allora si parla di polivalenza ovvero un fenomeno indotto da chi produce il testo per uno scopo preciso. La polivalenza quindi nonèinconsapevole.Ci sono testi dove è difficilissimo capire il significato. Nel corso degli anni, molti editori hannoNonostante l’autoreconsiderato la produzione letteraria di Scialoja come destinati a bambini.trovasse sempre una rima, la sua produzione sembrava non avere significato.Esempio: “ Topo topo senza scopo, dopo te cosa vien dopo?”La spiegazione del seguente componimento non è stata trovata neppure dai più grandi esegeti.Nello specifico “il topo” indica lo spazio, il topos centrale, non è l’animale. L’esempio riportatorappresenta una domanda dell’autore sulla vita. La poesia ha frequenti polivalenze.La capacità umana di scoprire il senso realmente inteso e rimuovere le ambiguità non è qualcosache risponde a dei codici. Un testo privo di senso o assurdo è un testo dove i riceventi non riesconoa percepire una continuità di senso. Dobbiamo ritrovare nel testo cheleggiamo delle espressioni testuali che siamo in grado di riconoscere e che attivano il nostro sapere. Se queste attivazioni si interrompono, allora noi definiamo quel testo privo di senso. In altre parole, un testo privo di senso corrisponde ad un testo in cui il lettore non è in grado di riconoscere le espressioni testuali attraverso il proprio sapere. Questo perché è la continuità che dà senso al testo e che si trova alla base della coerenza.
La continuità rappresenta l'accesso a quelli che sono gli elementi base della coerenza ovvero concetti e relazioni base. Quando parliamo di combinazioni di concetti e relazioni facciamo riferimento al fatto che la coerenza deve essere riferita al mondo testuale. Il mondo testuale non deve necessariamente essere parte opponibile al mondo reale. Ci possono essere delle discrepanze che possono portare ad un punto di rottura rispetto alla vicinanza con il mondo reale. La distanza dal mondo reale può
essere notevole ma può non superare un certo punto, il quale si risolve poi in una frattura che rende il mondo testuale incomprensibile. Noi dobbiamo avere presente che il mondo testuale ha una sua autonomia.
Secondo Beaugrande e Dressler, il mondo testuale abbraccia più di quello che noi possiamo conoscere, non abbiamo la soluzione di tutto nel testo di superficie e quindi si verifica una situazione in cui facciamo appello al senso comune, che deriva dalle attese e dalle esperienze dei partecipanti alla comunicazione.
Il sapere o le conoscenze non sono mai identici al significato o al contenuto delle espressioni linguistiche che lo rappresentano. Tale confusione va ricondotta alla difficoltà che abbiamo quando cerchiamo di esprimere saperi e significati senza ricorrere alle espressioni linguistiche. Poiché non sempre le parole descrivono bene l'immagine che abbiamo in mente spesso si ricorre a concetti e relazioni.
conosciuto e richiamato alla memoria con maggiore o minore grado di unitarietà. Si tratta di una definizione operazionale basata sul fatto che chi usa il linguaggio attiva la stessa parte di sapere di un altro. Se ci sono due persone che parlano, un interlocutore attiva la parte di sapere che dovrebbe collegare ciò che lui sa con ciò che sta sentendo. Questo significa che i due soggetti richiamano al deposito attivo della loro memoria la stessa porzione di sapere. Se i concetti possono racchiudere saperi diversi a seconda delle condizioni in cui vengono attivati, dobbiamo riconoscere che i concetti non sono entità primitive come suggeriscono Beaugrande e Dressler. Piuttosto dobbiamo pensare che i concetti contengano delle componenti tenute insieme da una particolare forza di connessione. E le componenti essenziali che Beaugrande e Dressler identificano per l'individuazione del concetto sono quelle di sapere determinato che è conosciuto e richiamato alla memoria con maggiore o minore grado di unitarietà.valido per tutti, cioè uguale per tutti. Il sapere tipico è definito tale perché è di difficile acquisizione. Il concetto di Beaugrande e Dressler lo spiegano attraverso la frase “alcuni uomini sapere accidentale invece, sono biondi”: è un sapere accidentalmente risaputo. Questo ci fa capire che i concetti non sono assoluti e condivisi da tutti, ma dobbiamo essere avveduti sul fatto che sono poche le componenti determinate. Tutto questo lo sappiamo attraverso la competenza di base detta conoscenza del prototipo. Trovare il caso di un sapere determinato che riguarda qualche contingenza non è semplice. Sappiamo che i concetti possono essere distinti in elementi più piccoli ma non è sempre così semplice: ES: UCCIDERE! Sembrerebbe significare qualcosa di preciso: togliere la vita a qualcuno, eppure ci sono testi in cui un’analisi così semplice diventa complicata. Per esempio in un verso di Shakespeare si dice:
“esebbene io non lo uccida sono la causa che tal morte si compia”. In questo verso l’idea di uccidereche io ho non è così determinata come credevo. Quindi qui non sono stabili le componenti stesse deiconcetti.Ogni concetto si compone di elementi scomponibili, ovvero unità più piccole. Le componenti deiconcetti non sono stabili. Invece di chiederci come sia possibile scomporre significati o concettinelle unità più piccole, si potrebbe esaminare come venga attribuito un senso concettuale alleespressioni linguistiche e come questi sensi sono messi insieme in strutture più vaste di un mondotestuale. 21Beaugrande e Dressler dichiarano che attraverso la nostra conoscenza empirica creiamo un sapereche di volta in volta è occasionale, tipico o determinato. Quindi lo studio del significato linguisticoè lo scopo che si è proposta di raggiungere la semantica procedurale.della procedura del linguaggio partendo
dall'esperienzaLa semantica procedurale si è occupataempirica per capire come risaliamo dal senso al significato. Quando si usano espressionilinguistiche in una funzione comunicativa si attivano relazioni e concetti corrispondenti a ciò che èdefinito spazio di lavoro mentale, che Beaugrande e Dressler definiscono deposito attivo, ovverolo spazio che serve a valorizzare le espressioni linguistiche in una determinata occorrenzacomunicativa.Questo deposito non è infinito, può accogliere solo sette elementi. Il grado di efficienza di questodeposito è superiore quando queste unità rappresentano frammenti di conoscenze che sono bendistanti l'uno dall'altro.integrate tra loro invece di essere Da ciò consegue che il sapere alla basedell'uso testuale dovrebbe avere la forma di pattern globali. Cioè quando formiamo o recepiamoun testo basiamo la nostra speranza di comprendere il testo sui pattern globali, chefatto successivamente. Esempio: uno schema potrebbe essere "preparazione di una torta", dove si elencano le fasi necessarie per realizzare la torta, come la preparazione degli ingredienti, la miscelazione, la cottura, ecc. Gli schemi forniscono una struttura logica e temporale al testo. - I copioni sono pattern locali che riguardano le azioni e i dialoghi dei personaggi. Sono delle sequenze di azioni e parole che si ripetono in modo simile in diverse situazioni. Esempio: un copione potrebbe essere "saluto e presentazione" in cui si descrivono le azioni e le parole tipiche di un saluto e di una presentazione. - I progetti sono pattern globali che riguardano l'organizzazione generale del testo. Sono delle strutture che definiscono l'ordine e la disposizione delle diverse parti del testo. Esempio: un progetto potrebbe essere "introduzione, sviluppo, conclusione", dove si stabilisce l'ordine in cui devono essere presentate le informazioni nel testo. In conclusione, l'elaborazione di testi inattesi richiede la conoscenza e l'applicazione di diversi pattern, come le cornici, gli schemi, i copioni e i progetti, che permettono di organizzare e strutturare il testo in modo coerente e comprensibile.fatto dopo in un mondotestuale. Esempio: "C'era una festa, lei era seduta e poi lui entrò" CORNICE + SCHEMA- I progetti sono pattern globali di avvenimenti e situazioni che portano ad un fine premeditato. Si differenziano dagli schemi per il fatto che chi prepara un progetto (ed es. chiproduce un testo) giudica gli elementi in base alla loro utilità per raggiungere il fine preposto. Esempio: "C'era una festa, lei era seduta, lui entrò gli sguardi per un attimo si incrociarono"e ilfinale è quello che tutti si aspettavano.- I copioni sono progetti stabilizzati che vengono richiamati spesso per definire i ruoli e leazioni attese dei partecipanti alla comunicazione. Si distinguono dai progetti perché hanno unaroutine d'uso già consolidata. I ruoli e le attese possono riguardare anche coloro che stanno nellacomunicazione extra-testuale non solo testuale.Esempio: "C'era una festa di compleanno,
lei era seduta, lui entrò, gli sguardi si incrociarono per un’istante e lui le chiese di ballare” “le chiese di ballare” è ciò che da copione ci si aspetta. Un attimo e LA EREDITARIETÀ
Un problema dei modelli procedurali del sapere è quello dell’ereditarietà, cioè la trasmissione di conoscenza tra unità di tipi o sottotipi che sono identici o simili tra loro. Come faccio a trasferire elementi di similitudine tra un tipo testuale e l’altro? Mi trovo di fronte a un tipo testuale (e-mail, fumetto) e do per scontate delle conoscenze. Come faccio a darle per scontate? Si parla qui di ereditarietà: i tipi testuali ereditano delle caratteristiche sulla base di modelli procedurali del sapere. Ci sono vari tipi di ereditarietà: “rappresentante” - come tipo testuale che appartiene a una classe dalla quale eredita delle caratteristiche > cioè se mi accingo ad inviare un’e-mail non posso
Mi dispiace, ma non posso formattare il testo fornito utilizzando tag HTML senza modificare il testo in altro modo.