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Tema chiave e anche filo conduttore dello studio della fisiologia è
l’Omeostasi.
L’omeostasi è fondamentale per la sopravvivenza delle cellule che
a loro volta costituiscono gli organi, indispensabili per il
funzionamento del organismo che manterrà a sua volta l’omeostasi
del sistema interno.
La definizione di omeostasi viene fuori dal concetto di ambiente
interno, definito da Claude Bernard (considerato il padre della
medicina moderna ) il quale ha evidenziato la necessità che
l’ambiente interno del organismo sia mantenuto costante al variare
del ambiente esterno;questa è una condizione fondamentale della
vita indipendente.
“Tutti i meccanismi vitali, per quanto possano essere vari, non
hanno che un’unica funzione: quella di mantenere costanti le
condizioni della vita nell’ambiente interno dell’organismo”
Il termine Omeostasi è stato coniato da un americano Walter B.
Cannon e deriva dal greco ómoios’, simile e ‘stasis’, posizione . Per
omeostasi si intende quindi la capacità di un organismo di
mantenere costanti le condizioni chimico fisiche interne anche al
variare delle condizioni ambientali esterne. Quindi l’ambiente
interno è mantenuto costante a differenza di quello esterno che
cambia nel tempo .
L’organismo vivente è un sistema termodinamico aperto , nel senso
che è capace di scambiare sia energia che materia con l’esterno.
Per mantenere costante il sistema l’energia (o la materia) che entra
deve essere uguale a quella che esce ,per far questo ecco che
abbiamo il così detto principio della
COMPARTIMENTALIZZAZIONE:
un principio generale in fisiologia.
E’ ottenuta tramite barriere selettive che regolano cosa e quanto
può passare. Tale barriera è la membrana cellulare .
L’organismo più semplice è quello unicellulare ,in cui abbiamo
l’ambiente interno detto intracellulare e la membrana che lo separa
dall’ ambiente esterno. Per mantenere l’omeostasi e quindi
assicurarsi la sopravvivenza ,questa cellula deve assumere
materia ,ricavarne energia e allontanare i prodotti di rifiuto ;questo
è possibile attraverso una selezione delle molecole e dei gas che
attraversano la membrana . Inoltre una cellula deve essere in grado
di rispondere a determinati segnali che arrivano dal esterno.
Quando un organismo da unicellulare diventa pluricellulare abbiamo
un insieme di cellule ,le quali singolarmente presentano anch’esse
una membrana e un ambiente interno ma non
“vagano”liberamente nel ambiente esterno ;esse sono circondate
da una specie di cuscinetto tampone che è caratterizzato a sua
volta da un ambiente interno (che conterrà il liquido
extracellulare) ,queste cellule formano lo strato epiteliale esterno e
svolgono una funzione protettiva contro tutti gli agenti che arrivano
da fuori.
Gli ambienti di un organismo pluricellulare (noi siamo formati al
60% di acqua ) sono ambienti liquidi ,separati da membrane come
quella presente tra ambiente intracellulare ed extracellulare .
L’ambiente extracellulare è a sua volta diviso in due ambienti :
-uno statico : liquido extracellulare
-uno dinamico :ovvero il sangue che circola in tutto il corpo
tra il sangue e l’ambiente interstiziale avremo una parete di
scambio .
L’ambiente extracellulare che si pone come cuscinetto tampone è
l’ambiente tramite il quale agiscono i sistemi per mantenere
l’omeostasi ( Anche se varia un poco l’ambiente extracellulare
quello intracellulare si mantiene costante).
Ad
esempio un animale in mare a livello esterno subisce grandi
variazioni di ossigeno ,se queste si ripercuotessero sul ambiente
interno si vedrebbe oscillare molto la quantità di Ossigeno cellulare,
necessario per la vita della cellula. La compartimentalizzazione
degli ambienti fa si che questo scompenso non si verifichi ,tramite
sistemi di controllo che minimizzano le oscillazioni ,lasciando il
parametro (in questo caso l’ossigeno) costante.
A seconda del parametro abbiamo la possibilità che questo vari a
seguito della variazione del parametro esterno e questo principio è
detto Conformità. Mentre se il fattore interno è mantenuto
costante anche quando si hanno delle variazioni del fattore esterno
si ha la Regolazione. Se facciamo un grafico che ha sul asse delle
ascisse il nostro parametro esterno e alle ordinate il parametro
interno vedremo che, negli animali conformi i due variano
proporzionalmente. Mentre negli animali Regolatori ,per un range
di
variazione del parametro esterno il parametro dell’ ambiente
interno viene mantenuto costante.
L’esempio più comune è la temperatura corporea ,gli anfibi per
esempio non sono in grado di regolarla e per questo vengono
chiamati pecilotermi, mentre gli animali che sono in grado di
regolarla vengono detti omeotermi .
Questo mantenimento del parametro interno può avvenire
ovviamente finché le condizioni del ambiente esterno non sono
estreme sia in difetto che in eccesso.
Se facciamo un’analisi dei tempi di sopravvivenza vediamo che per
dei valori o troppo bassi o troppo alti l’individuo non sopravvive. Nel
grafico possiamo osservare che vi sono dei punti detti limiti di
tolleranza (L.T.) dove la curva di sopravvivenza diventa costante e
l’animale vive bene .
Il
concetto di regolazione determina l’esistenza di sistemi di
controllo .Questi sistemi di controllo possono essere a circuito
aperto o a circuito chiuso.
Circuito aperto : il controllore in base all’ ingresso dell’
• informazione determina l’azione sul sistema da attenzionare e
all’uscita l’informazione non è più soggetta a controllo. E’ un
sistema la cui azione avviene prima ,anche detti sistemi
anticipatori
Circuito chiuso: è un sistema regolato dall’uscita stessa del
• informazione ,che viene rimandata al controllore e retroagisce
sul sistema da controllare.
In tutti i circuiti sia aperti che chiusi dobbiamo avere i segnali di
ingresso ,sistemi di controllo,segnale d’uscita e una risposta.
Sono importanti in un organismo i parametri che danno la
concentrazione di glucosio nel sangue, poiché è il principale
fornitore di energia delle cellule.
Vi sono diversi ormoni che regolano l’assorbimento del glucosio tra
cui l’insulina ,questa viene rilasciata quando la concentrazione di
glucosio è troppo alta e serve a dare un segnale al organismo per
fornire alle cellule il glucosio di cui hanno bisogno e immagazzinare
quello in eccesso nel tessuto adiposo ,per momenti in cui si avrà
bisogno di energia. Il nostro organismo non ha bisogno di aspettare
che la digestione sia completa ma appena il cibo arriva nel intestino
viene rilasciato un ormone che induce immediatamente il rilascio di
insulina, in modo che intervenga rapidamente. Questo processo è
un esempio di circuito aperto.
In tutte le diete sono infatti suggeriti cinque piccoli pasti per
mantenere costante il rilascio di insulina in modo tale che il glucosio
non si accumuli subito nel tessuto adiposo.
Un altro esempio di circuito aperto è il livello del controllo del
movimento , un giocatore che programma il tiro della palla ,modula
la forza e la sua direzione in anticipo . Una volta che il sistema (la
palla) è messo in movimento non può più essere controllato, perchè
il sistema essendo aperto non regola l’uscita.
Nel sistema a circuito chiuso invece il segnale viene captato
all’uscita e determina nuovamente un effetto sul sistema che
stiamo controllando :questo effetto può rinforzare il segnale in
uscita e questo è detto feedback positivo oppure abbiamo un
amplificatore differenziale che è in grado di trascrivere il segnale
in uscita paragonandolo ad un valore di riferimento ,a questo
punto il segnale d’errore viene rimandato indietro e contrasterà il
segnale in uscita e questo è il feedback negativo
il
feedback negativo è stabilizzante poichè la variazione di un
parametro da controllare attiva una risposta che contrasta la
perturbazione iniziale, riportando il parametro al valore originale .
Ad esempio se abbiamo una riduzione nella risposta il segnale a
feedback negativo darà un aumento per mantenere costante il
valore di riferimento. Il feedback positivo è destabilizzante perché
potenzia troppo ,infatti in natura è poco diffuso. Il feedback
negativo stabilizzante è in grado di mantenere l’omeostasi .
L’organismo per accorgersi che il segnale è cambiato e rispondere
con uno dei due feedback ha bisogno di alcuni sensori (ambito
ingegneristico) che in (ambito biologico) sono detti recettori. I
recettori sono in grado di inviare le informazioni di questo
cambiamento al centro di controllo il quale le interpreta e definisce
una risposta adeguata a riportare la nostra variabile a valore
costante .
Un esempio di feedback negativo non biologico è il termostato su
cui viene fissata una temperatura di riferimento , un recettore
quando vedrà variare la temperatura esterna da quella fissata
procederà all’accensione dei termosifoni fino a quando la
temperatura non tornerà a quella predisposta .
Quindi noi abbiamo un parametro che si deve mantenere costante a
un certo valore ,con al più un piccolo margine di errore (positivo o
negativo) . La variazione del errore è dettata dalla sensibilità dei
sensori . Ad esempio la temperatura corporea è in media 37 gradi
,con piccole differenze da individuo a individuo.
Il PH (fondamentale per il funzionamento degli enzimi) è una delle
costanti chimico fisiche più controllate con un alta sensibilità perché
una sua piccola variazione causa forti scompensi .
Se la temperatura corporea aumenta i recettori avvisano il sistema
di controllo ,in questo caso il sistema nervoso, che reagisce
portando il corpo a produrre sudore e facendo dilatare i vasi
sanguigni e quindi a riabbassare la temperatura.
Se si ha un abbassamento di temperatura invece si ha una vaso
costrizione ,per evitare l’afflusso di sangue in zone fredde del corpo
e si attivano delle contrazioni muscolari non finalizzate al
movimento ma alla produzione di calore,ovvero i brividi, cercando di
disperdere meno energia possibile e di innalzare la temperatura.
Nel feedback positivo ,in cui la componente d’uscita rinforza
l’entrata, è necessario che ci sia un segnale di stop .Sono pochi gli
esempi in natura per il feedback positivo alcuni potrebbero essere
il processo di c