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La malattia di Parkinson
La malattia di Parkinson è un disturbo progressivo del movimento che provoca tremore, rigidità e bradicinesia (movimento rallentato) associati a instabilità posturale. Si verifica una grave compromissione della deambulazione, con compromissione anche delle funzioni esecutive, visuospaziali e attentive. Oltre alle funzioni motorie, il quadro clinico coinvolge anche funzioni cognitive, neurovegetative e comportamentali.
Alterazioni dei parametri del cammino nella malattia di Parkinson:
- Riduzione della velocità del cammino
- Riduzione del ROM (range articolare dell'articolazione dell'anca)
- Riduzione della lunghezza e larghezza del passo
- Riduzione della base dinamica di appoggio
- Aumento della durata della fase di appoggio e doppio supporto
Rischio di cadute: anomalie del cammino, alterazioni posturali associate a un declino più generale della funzionalità fisica, espongono a un forte rischio di caduta. Il rischio è 9 volte maggiore.
cadute ricorrenti e 5 volte maggiore di subire un trauma rispetto ai soggetti sani della stessa fascia di età. Cadute e traumi limitano attività di vita quotidiana e livello di partecipazione (modello ICF). Eziopatogenesi: è considerata una patologia multifattoriale, legata all'interazione tra fattori genetici e ambientali. Le strutture neurali principalmente colpite sono rappresentate dai nuclei della base, strutture coinvolte nella corretta esecuzione dei movimenti. In particolare, si assiste ad una degenerazione dei neuroni dopaminergici nella substania nigra, variabile da soggetto a soggetto, con conseguente variabilità fenotipica ed eterogeneità clinica. Postura: Frequentemente i pazienti con MP presentano alterazioni della postura e deficit di equilibrio: - tronco flesso in avanti; - arti superiori flessi e adesi al tronco; - ginocchia flesse. La deambulazione si caratterizza per: - riduzione dei movimenti pendolari degli arti superiori; - riduzione diampiezza del passo;
riduzione della variabilità del passo;
riduzione della flessione di anca e di ginocchio bilateralmente in fase di oscillazione;
evoluzione verso la festinazione (tendenza a trascinare i piedi e ad accelerare il passo, come per inseguire il proprio baricentro).
Festinazione: quando il soggetto sta per cadere, c’è un aumento improvviso della velocità del passo ed a un certo punto il paziente si blocca, si immobilizza; se la durata di questo blocco va oltre quello fisiologico e non riesce a ripartire si parla del fenomeno del Freezing, conosciuto anche come “congelamento” in cui i pazienti presentano la sensazione di rimanere con i piedi incollati al pavimento come congelati.
La bradicinesia danneggia le risposte posturali e le risposte anticipatorie ai movimenti. I pazienti con MP mostrano, infatti, difficoltà nel cambiare la configurazione posturale. Anche le strategie compensatorie a perturbazioni esterne risultano rallentanti.
Di minore entità rispetto ai pazienti sani, determinando un aumento del rischio di caduta. La rigidità contribuisce a modificare la postura dei pazienti con MP. Difatti, spesso presentano rigidità assiale in flessione, anterocollo, sindrome di Pisa, riduzione delle escursioni articolari e dolore dorso-lombare cronico. I deficit di equilibrio rappresentano una delle problematiche maggiori nella MP e spesso conducono a difficoltà nella deambulazione, instabilità posturale e relative cadute.
Criteri di definizione, deformità posturali:
- Camptocomia: marcata flessione del rachide dorso-lombare sul piano sagittale parzialmente riducibile in posizione supina. Il soggetto a furia di mantenere una postura chiusa anteriormente, i muscoli lavorano costantemente in una situazione di accorciamento, andando verso un peggioramento; questa posizione prende il nome di "postura camptocormica".
- Anterocollo: marcata flessione anteriore del capo parzialmente riducibile.
Ribilanciamento sensomotorio e presentano un ridotto utilizzo delle afferenze vestibolari (importanti nel caso di rapide modificazioni delle configurazioni posturali). Problema di afferenza: dalla periferia al sistema nervoso centrale arrivano delle informazioni non corrette e non adeguate che vengono integrate tra di loro in maniera non corretta continuando a far avvenire l'instabilità posturale.
Anche le problematiche cognitive possono determinare un'influenza negativa sull'equilibrio, postura e deambulazione, in particolare se caratterizzate da deficit dell'attenzione e delle funzioni esecutive.
Nel paziente elderly, quindi, nel paziente anziano, c'è un'instabilità posturale legata anche all'età oltre che dalla malattia. Nel momento in cui il paziente sta per cadere non riesce ad attivare il movimento di difesa per evitare una caduta grave (es. non riesce ad appoggiare il braccio per terra per far avvenire una caduta).
più “soft”). Il soggetto presenta anche un’adduzione degli arti superiori, sta a significare che gli arti vengono portati verso di noi; il movimento contrario, quindi di abduzione/di allontanamento, gli arti vengono portati verso l’esterno.
Approccio riabilitativo:
Gli obiettivi sono:
- ritardare il deterioramento delle funzioni motorie;
- prolungare l’indipendenza funzionale;
- migliorare la qualità della vita.
L’esercizio motorio ha effetto neuroprotettivo.
L’approccio riabilitativo e l’approccio farmacologico sono essenziali per il soggetto con malattia di Parkinson.
La somministrazione dei farmaci in questi soggetti è molto rigorosa in orari precisi; questo perché l’emivita del farmaco fa sì che il nostro paziente sia sempre in una fase di controllo e la fase off sia ridotta. La fase off si presenta nel paziente nel momento in cui termina l’effetto farmacologico e di tutti i segni e i sintomi prevalgono.
quelli del rallentamento.
Parkinsonismo vascolare: sono pazienti che soffrono di vasculopatie o ictus, localizzati a livello sottocorticale e il quadro clinico che si presenta è più assimilato ad una malattia di Parkinson che ad una emiplegia.
Esercizi:
- esercizi compito specifici (task-oriented) per riacquisire abilità;
- esercizi funzionali (goal-based practice): esercizi della vita quotidiana, es. impastare, svitare e avvitare bottiglie, riordinare delle immagini su un tablet o su un quaderno, abbotonare, vestirsi e quindi far sì che il soggetto sia autonomo nella quotidianeità;
- rinforzo attraverso feedback e biofeedback per l'apprendimento: rinforzo muscolare segmentale in maniera indiretta, allenamento aerobico, camminata.
Esercizi:
- esercizi per l'equilibrio: ad esempio tramite le pedane propriocettive con l'obiettivo di recuperare la stabilità anche con l'utilizzo di un feedback visivo, ovvero con lo schermo del computer.