Anche il cuore fa parte del sistema controllato, nella sua componente di miocardio ventricolare
(tessuto muscolare cardiaco), responsabile della contrazione dei ventricoli; quando i ventricoli si
contraggono, spingono il sangue nell’aorta, e tanto più forte è la contrazione ventricolare, tanto
maggiore sarà la pressione con cui il sangue circola all’interno del sistema vascolare. Se la forza di
contrazione è maggiore ho una pressione più grande, se la forza di contrazione è minore, ho una
pressione minore. La pressione arteriosa è anche controllata da quanto frequentemente il cuore
batte (dalla frequenza cardiaca); se io ho 60 battiti al minuto, il cuore spinge 60 volte il sangue; se
invece di 60 si contrae 80 volte, la pressione arteriosa aumenta. La frequenza cardiaca è
controllata da cellule del miocardio che si trovano nel lobo senoatriale del cuore (all’imbocco della
vena cava all’interno dell’atrio destro).
Che cosa succede quando ho una variazione della pressione arteriosa? Esempio: come agisce il
feed-back negativo quando ho aumento della pressione; la pressione arteriosa da 100 mmHg
aumenta, e va a 120 mmHg. I recettori presenti a livello delle arterie carotidi e aorta, segnalano
questa variazione, aumentando la frequenza dei potenziali d’azione a livello dei bronchi sensoriali,
rilevato dal centro di controllo cardiovascolare bulbare, che ha come valore di riferimento la
frequenza che si deve aspettare quando la pressione è 100 mmHg. Quindi ho un segnale di errore
che determina un’ attivazione della risposta (funzione di forza), e un aumento della pressione
arteriosa fa sì che dal centro di controllo cardiovascolare bulbare, partano segnali che determinano
una riduzione dell’attività del sistema nervoso simpatico (che controlla il grado di dilatazione delle
arteriole e la forza di contrazione del miocardio, quindi la frequenza cardiaca, regolandola in senso
positivo: il sistema nervoso simpatico agisce determinando un aumento della vasocostrizione e un
aumento della frequenza cardiaca, quando la sua attività aumenta) perché se diminuisce il numero
di potenziali d’azione nell’unità di tempo (la frequenza dei potenziali di azione a livello dei neuroni
del simpatico), io ho una diminuzione dello stato di contrazione della muscolatura liscia arteriolare,
quindi viene indotta una vasodilatazione che provoca una diminuzione della resistenza periferica
che si oppone all’aumento di pressione.
Quindi una diminuzione dell’attività simpatica, agisce a livello del miocardio determinando una
diminuzione della forza di contrazione, determinando a livello del nodo senoatriale, una riduzione
della frequenza cardiaca, e quindi diminuisce la quantità di sangue che nell’unità di tempo viene
immessa nell’aorta, diminuendo la pressione.
Il feed-back agisce su due sistemi, diminuendo l’attività simpatica (che determina effetti che
portano a riduzione pressione), ma aumenta allo stesso tempo l’attività del sistema nervoso
parasimpatico, che a livello cardiaco ha effetti opposti rispetto a quelli del simpatico. Il
parasimpatico controlla la frequenza del battito cardiaco in modo che se aumenta la sua attività, la
frequenza cardiaca diminuisce, e viceversa. Se io ho contemporaneamente la diminuzione
dell’attività simpatica e un aumento dell’attività parasimpatica, contribuisco alla riduzione della
frequenza cardiaca, avendo un ulteriore controllo che permette di abbassare la pressione
arteriosa. Quindi, quando la pressione arteriosa è diminuita, i recettori segnalano il ripristino della
condizione fisiologica (pressione arteriosa 100 mmHg).
PLASTICITA’: un organismo ha la possibilità di modificarsi in funzione delle modifiche ambientali, e
queste modificazioni sono permanenti. Per esempio l’acquisizione di una competenza immunitaria
(capacità id sviluppare una resistenza a malattie virali o batteriche), sintetizzando anticorpi che
permangono e sono in grado di difenderci da un eventuale attacco di batteri o patogeni;
l’acclimatazione all’altitudini (ad altitudini elevate, la pressione atmosferica cambia, e il nostro
sistema circolatorio si adatta alle nuove condizioni ambientali, con un numero maggiore di globuli
rossi che permettono di garantire un’ossigenazione adeguata dei tessuti). Altro esempio è la
plasticità sinaptica, cioè la capacità che il nostro sistema nervoso ha di trasmetter informazione da
una cellula nervosa all’altra, si modifica in funzione di quanto quella sinapsi viene utilizzata. Per
esempio, la nostra capacità di apprendere è legata alla plasticità sinaptica.
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