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GUSTAVO GIOVANNONI

(1873-1947)

L'INTERESSE PER IL TEMA URBANO

Nel secondo 800 e questo è un evento che riguarda non solo l'Italia ma anche gli altri paesi

europei e si va manifestando un interesse nei confronti del tessuto storico delle città sia in

italia sia in europa. L’attenzione si sposta progressivamente dal monumento inteso come

singola emergenza ad un tessuto urbano perché le città nel seconda metà dell'800 sono

soggette ad una trasformazione che non era stata immaginata fino all’ora e questo a seguito

del fenomeno dell'inurbamento, dell’industrializzazione e della motorizzazione che aveva un

pò messo in crisi tutto il sistema viario degli antichi tessuti urbani. Infatti la struttura viaria, le

maglie strette e irregolari di queste antiche città di impostazione medievale risultavano

inadeguate rispetto alle esigenze della contornata? di allora che erano legate alla densità

abitative che era aumenta notevolmente e poi la mobilità soprattutto veicolare che aveva

messo in crisi il sistema viario medievale fatto di piccole e strette strade anche tortuose che

creava difficoltà per un traffico veicolare che fosse agevolato. Per ovviare a questo problema

prima tra tutte Parigi è stata sottoposta ad una pesante opera di revisione del tessuto urbano

e questo a seguito dell’intervento del barone Osman? che introdusse un nuovo concetto

urbano basato sulla realizzazione dei cosiddetti boulevard cioè dei grandi assi viari che

indifferentemente sventrare il tessuto antico per risolvere il problema di tipo veicolare, per

risolvere anche problemi igienici dovuto al sovraffollamnto ma poi questo divenne

l’occasione di ridisegnare attraverso delle architetture uniformi il tessuto della città antica in

modo tale che questo potesse essere adeguato alle rinnovate esigenze.

La pratica dello sventramento attraversa un pò tutti i paesi europei e anche l’italia, un caso

clamoroso fu quello dello sventramento al tessuto antico della città di Napoli infatti nel 1854

scoppiò il colera e questo a causa di una scarsa igiene e dell’assenza di una rete fognaria

ma anche di aerazione e di spazi così angusti infatti uno dei problemi dovevano essere

proprio l’inadeguatezza di queste strette strade. Forti di una legge del 1865 sugli espropri

per pubblica utilità nel 1885 a Napoli venne varato un grande piano di risanamento con la

realizzazione del famosi rettifilo cioè di corso Umberto I il quale tagliò indifferentemente il

tessuto antico che si svolgeva dal versante collinare fino a scendere al mare. Nasce un

movimento di opposizione che fa riferimento soprattutto a dei teorici tedeschi che guidano la

protesta e tra questi Camillo Sitte, il quale nel 1889 scrive un testo "l'architettura della città”.

Sulla scia delle teorizzazioni di Camillo Sitte poi si muoverà tutto un movimento di opinione

soprattutto in italia sostenuto dall’associazione degli artisti dei cultori dell'architettura a Roma

di cui il massimo esponente fu Gustavo Giovannoni il quale scrisse poi una serie di opere tra

cui “...” dove è evidente l’assorbimento delle teorizzazioni di Camillo Sitte.

L’arte di costruire la città che era l’obiettivo di Camillo Sitte risulta essere una guida per la

progettazione di nuove città non tanto destinato al restauro o alla modifica di tessuti già

esistenti, quindi questo libro di Camillo Sitte era orientato ad offrire una guida per la nuova

progettazione. Di fatto l’obiettivo era quello di interpretare la città antica da cui trarre

ispirazione per poi offrire degli strumenti progettuali all’impostazione della città, Camillo sitte

dice che non sono mai esistiti i rettifili delle città medievali europee particolarmente francesi

tedesche ma anche italiane e afferma come il tessuto in realtà era governato da strade

strette e tortuose che erano funzionali a garantire una percezione graduale degli spazi alla

scala della città e con sempre degli effetti sorpresa e gli slarghi e le piazze non erano mai

state pensate nelle città medievali come degli allargamenti per creare una pausa ma erano

state disegnate con ed erano lo spazio strategico in cui venivano inseriti determinati edifici in

un contesto in cui veniva riconosciuto il carattere d’arte. La nuova progettazione doveva

tenere conto quindi di questi aspetti che erano il carattere identitario delle città medievali e

quindi bisognava garantire una continuità con il passato e non una cesura come gli

sventramenti avevano fatto credere. Le teorie di Sitte vengono accolte un po ' in tutta europa

ma particolarmente in belgio che è un paese particolarmente sensibile alla conservazione e

il sindaco di Bruxelle Charles Buls vuole rinnovare la propria città e il tessuto storico della

propria città sulla base di criteri formali e per questo si ispira alle teorizzazioni di Camillo

Sitte scritte nel libro “l’arte di costruire la città”. L’obiettivo di Buls era quello di creare una

nuova estetica della città esistente negando demolizioni sistematiche e indifferenti rispetto al

tessuto urbano e realizzare delle nuove strade che però si ponesse in continuità e armonia

con il tessuto antico della città. Lo stesso Buls quando ridisegna parte della viabilità del

centro antico di Bruxelle propone un asse curvilineo che asseconda il tessuto della città

antica capace di collegare la parte opposta al palazzo reale con il palazzo reale stesso

senza sacrificare troppo il tessuto antico ma assecondare lo stesso tessuto.

Nella pagina scritta evidenzia la particolarità di alcuni brani di tessuto urbano di città europee

ma anche italiane. Le piazze e le strade che pervengono all'interno di questo spazio urbano

sono viste come strade tangenziali che arrivano non contando su episodi significativi come

per esempio chiese o palazzi municipali, insomma era una continua e progressiva scoperta

che veniva agevolato proprio da questo tessuto viario che invece gli sventramenti volevano

?. Questa è una tranche del tessuto urbano della città di Roma in particolar modo del centro

antico di Roma che è tutto contenuto nell'ansa del tevere che era stato minacciato da una

serie di strategie che a livello comunale erano state dichiarate e che assecondano la pratica

dello sventramento per risolvere ormai quei riconosciuti problemi generalizzati di igiene,

aerazione e traffico veicolare che doveva essere facilitato all’interno di un tessuto che

evidentemente non lo consentiva.

Il piano regolatore redatto da Edmondo Sanjust nel 1908 che prevedeva l'allargamento

indiscriminato dell’antichissima strada della via dei colonnari che era un'antica via di

pellegrinaggio chiamata così perché li si affacciano su di essa le antiche botteghe dove

vendevano gli antichi rosari che i pellegrini compravano per dirigersi a San Pietro si trattava

di una via molto stretta e angusta su cui

prospettavano degli edifici di un’altezza

considerevole e dove c’erano sempre

problemi di illuminazione, di aerazione e

quindi problemi di igiene oltre a problemi

che venivano creati al traffico veicolare che

chiedeva un adeguamento della rete

stradale esistente. Sanjust quindi propone di

demolire gli edifici che si affacciano su

questa via per allargare la strada e creare

un rettifilo ancor più lineare rispetto a quello esistente per far fronte a queste problematiche.

In alternativa a questa idea che avrebbe manomesso il tessuto così stratificato del cuore

antico di Roma Giovannoni propone un'alternativa rispetto a questo modello ormai imposto a

livello italiano ma anche europeo basato sulla pratica degli sventramenti. Sanjust aveva

previsto un asse perpendicolare a via dei coronari che collegava la piazza della chiesa

nuova con il lungoTevere. Queste erano delle grosse operazioni assolutamente indipendenti

dal tessuto urbano esistente a cui non si era dato nessun valore né dal punto di vista storico

né dal punto di vista estetico. Giovannoni uno dei massimi protagonisti dell’associazione che

nasce a Roma nel 1890 presieduta prima da Giovenale che è un po l'alter ego la starp?

fondata William Morris? autore tra l’altro del manifesto della stardal? e dell'associazione

inglese di cui esistono ancora oggi delle succursali un pò in tutta europa, proteggeva i

monumenti dai restauri e l’A.A.C.A.R. (associazione artistica fra i cultori di architettura)

aveva l'obiettivo di promuovere i restauri purchè questi avessero una forte impronta stilistica.

Lavora a stretto contatto con il comune di Roma e propone delle proposte operative per una

nuova sistemazione soprattutto del tessuto antico di Roma e anche delle periferie della

medesima città. Molte proposte vengono dall’A.A.C.A.R. ma vengono sostenute con forza

anche dallo stesso Gustavo Giovannoni, il quale utilizza una metafora e paragona il tessuto

urbano ad un organismo vivente che è dotato di arti, di muscoli e quindi la lettura che lui

propone del tessuto urbano è di carattere morfologico. L’idea è di offrire un’alternativa al

male peggiore che è quello dello sventramento e introduce la cosiddetta teoria del

diradamento che consiste nel proporre delle piccole demolizioni, delle piccole operazioni

chirurgiche a svantaggio di edifici di minore importanza collocati in punti strategici che

potrebbero essere demoliti per creare dei piccoli slarghi e poi ricucire il tutto con aree verdi e

quindi dare aria e luce al tessuto urbano e quarto avrebbe consentito di facilitare anche il

traffico veicolare seppure dovesse adattarsi alla tortuosità delle strade e eventualmente le

strade principali non potendo essere demolite potevano essere sostenute da strade

sussidiarie cioè delle succursali che potevano essere realizzate a valle o a monte della

strada che invece poteva essere conservata e quindi dirottare il traffico nelle retrovie dove

c’erano edifici di minore interesse che potevano essere sacrificati per l’allargamento della

sede stradale della via succursale su cui dirottare il traffico. In alcune circostanze per

garantire il mantenimento di prospetti di isolati a cui Giovannoni aveva riconosciuto un valore

storico ed artistico aveva proposto di far passare la strada attraverso i cortili che si

collocavano all’interno degli isolati salvaguardando le facciate degli isolati.

Un primo disegno della stessa porzione di città che fa capo alla teoria del diradamento di

Giovannoni, una proposta alternativa che lui effettua al piano di Sanjust dove via dei

coronari rimane integra e preferisce dei piccoli slarghi indicati con lettere dell’alfabeto che

segnalano delle emergenze che lui chiama capisaldi intorno ai quali si sarebbero potu

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Ingegneria civile e Architettura ICAR/19 Restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paoladib di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di restauro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Bari o del prof Bartolo Rossella.
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