PIGIATURA
Rottura degli acini e liberazione della polpa e di una parte del succo. Devono operare
in modo soffice, schiacciando unicamente l’acino senza lacerare le bucce e lasciando
integri i vinaccioli ( ).
ed i raspi, se presenti
Le pigiatrici a rulli sono costituite da un telaio su cui sono montate una o più coppie
di rulli pigianti ( ), muniti di scanalature parallele al loro asse, con profili
=corpi pigianti
coniugati e smussati, montati su alberi controrotanti alla velocità di 120-150 giri/min.
I rulli possono essere in gomma alimentare o in acciaio inox ricoperto con uno strato
di materiale neutro semielastico al fine di evitare il maltrattamento del pigiato. I rulli,
montati su cuscinetti a sfere autolubrificanti, sono mossi mediante motore elettrico
dotato di inverter, utile in caso di ingozzamento. La distanza tra i rulli e la velocità di
rotazione sono regolabili. Potenzialità di 3- 100 T/ora. Al di sotto c’è una vasca di
raccolta a profilo tronco-conico con coclea collegata tramite pompa per il trasporto
del pigiato alla successiva stazione ( ).
alla vasca o alla stazione di sgrondo-pressatura
Esistono anche pigiatrici dinamiche che sfruttano l’azione di una turbina con alette a
geometria curvata. La qualità del lavoro di una pigiatrice è valutata in funzione del
grado di lacerazione della buccia e dell’entità di fuoriuscita del succo per
schiacciamento. Si parla di pigiadiraspatura se i rulli scanalati sono montati prima del
buratto, la diraspapigiatura elimina il rischio di schiacciare i raspi che comporterebbe
la liberazione nel succo di costituenti indesiderati.
Nella vinificazione in bianco le uve intere possono essere inviate direttamente alle
presse tramite nastri o coclee, oppure dopo la diraspapigiatuta vengono trasferite per
mezzo di una pompa e possono essere raffreddate, durante il tragitto, per mezzo di
uno scambiatore tubo in tubo. Le pompe per il trasferimento delle uve o del pigiato
sono molto diverse fra di loro per principio e per costruzione. Le più rispettose del
prodotto pompato sono le peristaltiche che possono trasferire pigiato o vinaccia,
purché molto bagnata, fino a prevalenze importanti: alcune permettono di mantenere
l’integrità dell’acino, con minore formazione di feccia, riduzione dei rischi di comparsa
di note erbacee e di ossidazione. Altrettanto delicate per il prodotto pompato, le
pompe a vite elicoidale che tuttavia richiedono particolare attenzione nelle condizioni
d’uso perché non dovrebbero mai girare senza prodotto. Le pompe a lobi o ad oliva
sono più economiche ma più limitate nell’uso, non sono adatte per il vino in quanto
risultano meno rispettose della materia prima con maggiore formazione di feccia.
Alternativa alle pompe è lo sfruttamento della forza di gravità in cantine progettate su
più livelli. SGRONDO-PRESSATURA
Nella vinificazione in rosso la sgrondatura viene effettuata direttamente in pressa. Una
volta effettuato lo sgrondo nelle vinacce rimane, impregnato nelle bucce, una parte
importante di vino che la forza di gravità non riesce a liberare. Va posta estrema cura
all’ottenimento di un vino di pressa di qualità, l’aggiunta del quale nel vino fiore
comporta un miglioramento, almeno in parte. Il valore della pressione da applicare
aumenta con le dimensioni e la compattezza delle bucce. Il liquido che si libera dalla
buccia che si trova all’interno della massa dovrà attraversare lo spessore ( ) di
=pannello
bucce prima di essere raccolto all’esterno. Aumentando la pressione aumenta la
velocità di migrazione del liquido attraverso la massa riducendo il tempo di processo.
Oltre un certo limite le bucce si sfibrano e cedono al vino sostanze che potrebbero
essere eccessive per la qualità e aumentare la torbidità.
Il vino della prima fase di pressione, quando la pressione è ancora blanda, sarà simile
al vino fiore, nei cicli successivi aumentando la pressione, il liquido sarà più carico di
sostanze sgradite, più torbido e conterrà minori percentuali di sostanze utili. È
necessario individuare i livelli di pressione nel tempo del ciclo di pressatura per
ottenere un giusto equilibrio tra quantità e qualità. Le vinacce devono essere
rimescolate per poter cedere il liquido con maggiore facilità ( ed accorciare il percorso
).
all’interno della massa
Tutte le manipolazioni delle vinacce ( estrazione dalla vasca, trasporto fino alla pressa,
) devono essere effettuate evitando al massimo gli effetti
pressatura propriamente detta
negativi dell’ossidazione. Deve essere applicata attenzione alla pulizia dei materiali per
evitare lo sviluppo di batteri acetici. Tutto il vino che impregna le vinacce costituisce
circa il 15 % della totalità del vino. È costituito dal vino interstiziale, facile da separare
e simile al vino fiore e dal vino che satura i tessuti delle vinacce, molto più difficile da
estrarre. Il vino di prima pressatura ( ),
circa il 10% della totalità e i 2/3 del vino di pressa
ottenuto dalla pressatura delle vinacce è di buona qualità. Il vino di seconda pressatura
( ) è di qualità inferiore, poiché è avvenuto lo
circa il 5% del totale ed 1/3 del vino di pressa
sgretolamento delle vinacce. Più amaro, erbaceo, astringente. La qualità delle diverse
frazioni dipende da fattori relativi alle uve ed alle tecnologie ( riempimento della pressa,
conduzione della pressatura, pressione massima raggiunta, numero di cicli, aumento lento e
). Le ultime frazioni sono destinate alla distillazione
regolare o veloce
Si può in alcuni casi ritardare l’aggiunta dei vini di pressa in attesa della loro chiarifica.
L’attesa non deve essere lunga, altrimenti non c’è armonizzazione. Alcuni tecnici
consigliano l’aggiunta rapida, prima della fermentazione malolattica, a partire da
prove in piccolo, con eventuali aggiunte successive.
Le presse possono essere continuo o discontinue. Tra le discontinue la tipologia
tradizionale è il torchio verticale a gabbia, si distingue in tipo a vite e tipo idraulico.
Dal punto di vista qualitativo questo tipo di pressa forse non ha concorrenti, determina
infatti uno sgrondo delicato e consente l’estrazione di liquidi poco fecciosi e più
resistenti all’ossidazione sfruttando l’effetto filtro delle vinacce che comunque è
basso, dato che la sgrondatura è perpendicolare alla torchiatura. La pressione che si
2
esercita sulle vinacce è in genere molto elevata, di media si hanno dai 10 ai 14 kg/cm ,
2
ma può spesso arrivare anche a più di 16 e più kg/cm . Data l’entità dell’impaccamento
delle vinacce, lo sgretolamento è difficoltoso, quindi spesso si procede con un’unica
pressatura. I torchi idraulici preferiti sono i tipi con pressione di esercizio piuttosto
elevata, sulle 300 atmosfere, a gabbie mobili carrellate intercambiabili, indipendenti.
Ve ne sono di tipi in cui la pressione si esercita dall'alto in basso, ma più comuni sono
quelli con pressione dal basso in alto ( ). Le gabbie
foto a destra, torchio sotterrato
vengono collocate su apposite piattaforme a vaschette di metallo ( ),
una volta di legno
provviste sul bordo esterno di un canaletto di raccolta del liquido che fuoriesce dalla
vinaccia pressata. Sulla massa da pressare, una volta riempita la gabbia, viene
appoggiata una piattaforma dove poggia l'organo premente. I torchi idraulici sono
quasi sempre costruiti per essere azionati a motore e installati quasi sempre in modo
da tenere il torchio sempre in lavoro alternando, allo scopo, gabbie mobili carrellate;
mentre una gabbia carica è sotto pressione, un'altra viene scaricata e allestita per la
pressione. Gli aspetti negativi di tale pressa sono il lento esaurimento delle vinacce e
la notevole quantità di manodopera richiesta in fase di carico, sgretolamento e scarico.
Essendo all’aria aperta, è opportuno operare a basse P e limitare i tempi.
Le presse discontinue sono le più utilizzate, possono essere di 2 tipi: meccaniche a
piatti oppure a membrana (= ) a fluido ( ). Il ciclo operativo
pneumatiche aria o acqua
consiste in: 1 riempimento e sgrondo 2 pressatura 3 scarico 4 lavaggio. I cicli di
pressatura si aprono con un incremento relativamente rapido della pressione, fino a
raggiungere la pressione preimpostata, segue un periodo breve a pressione costante
ed infine una riduzione relativamente lenta della pressione. Le variabili più importanti
da combinare per ogni ciclo sono: Pressione massima ed Ampiezza temporale.
Prima di cominciare un ciclo allo stesso livello di P si provvede allo sgretolamento del
pannello. Il principio da seguire è fare il maggior numero di cicli al 1° livello fino a
quando non c’è più convenienza estrattiva. I parametri dei programmi di pressatura:
▪ Livelli successivi della pressione da applicare;
▪ Numero di cicli per livello;
▪ Durata e mantenimento in pressione a ciascun livello;
▪ Numero di giri del serbatoio ( ) che assicurano le azioni di
in quelle a membrana
sgretolamento.
Le presse a piatti ( ) hanno un funzionamento discontinuo meccanico o ad
pressa Vaslin
azione oleodinamica con sgretolamento automatico del pannello. Attualmente sono
utilizzate per lo più per vini rossi ( ).
ossidazioni meno dannose e sgretolamento -> tannini
Si compone di un telaio metallico sul quale è sistemata una gabbia cilindrica, resistente
a forti pressioni, che gira attorno l’asse orizzontale di una vite senza fine con filettature
opposte ( ). La vite senza fine obbliga i 2 piatti
una parte è destrogira, l’altra è levogira
interni ad avvicinarsi o ad allontanarsi secondo il senso di rotazione. Fra i due piatti un
insieme di catene e di cerchi in acciaio inox provvedono allo sgretolamento della
vinaccia durante l'operazione di disserraggio. Il movimento è trasmesso dal motore
alla puleggia da una cinghia collegata ad un motore. Il comando delle diverse
operazioni è ottenuto attraverso una puleggia differenziale che permette due velocità
di serraggio ( ) e due di
avvicinamento dei piatti -> catene intrappolate = effetto drenante
disserraggio ( ). Durante la pressatura la gabbia ruota ed il
allontanamento dei piatti
pressato sgronda ( ) attraverso delle canalette.
sempre perpendicolare
Le presse pneumatiche a membrana effettuano la pressatura all’interno di una gabbia
cilindrica orizzontale tramite una membrana ( in tessuto plastificato atossico, alimentare
) gonfiata per lo più con aria compressa che esercita sul prodotto
ad elevata resistenza
la pressione necessaria ( ) per estrarne la frazione li
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