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MILOPLASTI
• granuli di amido che derivano dall’amido primario, il quale
durante la notte rilascia il glucosio e lo invia alle parti non
raggiungibili dalla luce (come fusto, radici e tessuti di
riserva come i cotiledoni dei semi).
L’amido primario viene prodotto durante le ore di luce
(nella fotosintesi a livello dei cloroplasti) polimerizzando
l’a-glucosio (OH in basso).
Dalla polimerizzazione del b-glucosio invece si ottiene la
cellulosa, importante componente della parete cellulare.
Quando l’amido occupa praticamente l’intera cellula, non
vengono più definiti amiloplasti, ma semplicemente
granuli di amido.
Durante la fase luminosa la quantità di glucosio che si forma è troppa sia per la condizione del
cloroplasto sia perché potrebbe diventare tossico; quindi i monomeri di glucosio vengono
polimerizzati in amido primario.
Durante la notte l’amido primario nel cloroplasto viene demolito e se ne ricava il saccarosio, che
viene trasferito ad altri siti della pianta, dove all’interno dei leucoplasti viene ricondensato in
amido, questa volta secondario, tramite legami a-1,4-glicosidici.
L’amido può essere formato da due forme molecolari: amilosio e amilopectina, le cui percentuali
variano a seconda della specie.
amilosio: polimero dell’a-glucosio. Le unità sono variabili da 200 a 2000 tutte legate tramite
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legame a-1,4-glicosidico che formano una catena elicoidale.
amilopectina: polimero dell’a-glucosio. Le unità variano dalle 2000 alle 500000; ogni circa 20-25
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unità il legame che si forma è un legame a-1,6-glicosidico dando origine così ad una catena
ramificata.
L’amido è la tipica sostanza di riserva delle piante di lunga durata: ad esempio in primavera
quando la pianta riprende l’attività vegetativa ha bisogno di ricominciare a produrre foglie e frutti e
si attiva sfruttando l’energia ricavata dalla demolizione dell’amido.
In alcune specie gli amiloplasti hanno una forma specifica, il che è importante nella produzione
gastronomica (ex: produrre le farine).
Normalmente l’amido comincia a depositarsi attorno ad un centro proteico, che prende il nome di
ilo.
nel fagiolo: l’ilo non è puntiforme, ma ha forma di linea frastagliata attorno alla quale si deposita
• concentricamente l’amido;
nella patata: l’ilo è puntiforme e i granuli si colorano con il liquido i Lugol (colora in blu/viola);
• nell’avena e nel riso: nell’amiloplasto vi sono molti centri di aggregazione, che poi si uniscono gli
• uni agli altri originando granuli d’amido composti.
Nell’apice radicale, gli amiloplasti svolgono una funzione particolare e vengono detti statoliti: si
occupano di percepire la gravità in modo tale da dare indicazioni sulla direzione di crescita della
radice. La variazione di posizione degli amiloplasti nella cellula radicale modifica la direzione di
crescita, dovuta proprio dall’interazione tra statoliti e reticolo endoplasmatico, che percepisce il
segnale di spostamento degli statoliti e invia dei segnali in modo tale che la radice prosegua la sua
crescita secondo il gravitropismo positivo.