LA RISPOSTA EMODINAMICA ALLO SFORZO È INFLUENZATA DAL TIPO DI ESERCIZIO
MANIFESTAZIONI DELL'INTOLLERANZA ALL'ATTIVITÀ
• difficoltà a ritornare al valore di FC precdente all'attività entro 3-4 minuti
dal termine
• aumento eccessivo della FC e modificazioni del ritmo
• dispnea , affanno
MECCANISMI/CAUSE
• ridotta perfusione del distretto muscolare scheletrico
• anomalie morfologiche e funzionali del muscolo scheletrico
ACCERTAMENTO
L'accertamento è volto a comprendere la tolleranza
della persona assistita all'attività fisica e la presenza di
possibili situazioni che possono influenzarla o ridurla
• tipo , tempi e frequenza dell'attività fisica
• stanchezza , malessere , vertigini , cardiopalmo , dispnea durante o dopo
l'attività
• tipo e durata dell'attività che provoca l'insorgenza dei sintomi
• tempo di recupero dopo l'attività ( assenza dei sintomi descritti)
• FC , ritmo , PA , FR , profondità e ritmo del respiro prima , durante ,
alla fine e dopo alcuni minuti dalla fine dell'attività
Se i parametri rientrano ai livelli di base entro cinque
minuti dalla fine , l'attività viene tollerata dalla
persona e considerata sicura.
ACCERTAMENTO - FATTORI EZIOLOGICI
• stile di vita ( sedentarietà)
• tipo di lavoro
• presenza di patologie quali malattie cardiovascolari , pomonari croniche ,
osteomuscolari , neurologiche , anemia severa
• fattori ambientali
ALCUNI TEST PER VALUTARE LA TOLLERANZA ALL'ATTIVITÀ
1. CICLOERGOMETRIA
2. TEST DEL CAMMINO : misura la distanza percorsa dal
paziente in 6 minuti di cammino
SCALA DI BORG
Nasce nel 1962 per la valutazione del livello di sforzo
percepito durante l'esercizio fisico . In seguito
modificata nel 1982 per misurare l'intensità della
dispnea , come percezione di mancanza di respiro
correlata all'attività fisica.
PROBLEMI DIAGNOSI INFERMIERISTICHE
1. INTOLLERANZA ALL'ATTIVITÀ/TOLLERANZA
ALL'ATTIVITÀ RIDOTTA
2. RISCHIO DI INTOLLERANZA ALL'ATTIVITÀ
3. FATIGUE
RISULTATI ATTESI
• riduzione della sensazione soggettiva di affaticamento a riposo e/o durante
l'attività
• mantenimento/aumento del grado di tolleranza all'attività fisica senza
comparsa di sintomatologia
• riduzione delle pause durante le attività e/o nella deambulazione
INTERVENTI ASSISTENZIALI
• condividere con assistito e cargiver le aspettative e quali attività sente di
riuscire ad eseguire in autonomia o con un minimo di supporto
• educare la persona e il cargiver nell'aderire ad un programma di attività
fisica personalizzato
• prediligere gli esercizi aerobici (camminare , andare in bicicletta) e evitare
gli esercizi anaerobici ( sollevamento pesi)
• fornire alla persona gli strumenti e gli indicatori per valutare il proprio
grado di tolleranza all'attività
• consigliare di interrompere l'attività fisica , sedendosi o sdraiandosi ,
qualora percepisca vertigine , dispnea o malessere
• accompagnare e sostenere la persona durante la deambulazione ,
posizionare delle sedie durante il tragitto per permettere alla persona di
riposare
• posizionare gli oggetti necessari comodi per il loro uso senza sforzo ( es.
campanello di chiamata)
• somministrare ossigenoterapia se prescritta durante l'attività
• monitorare e documentare l'attività dell'assistito
LESIONI DA PRESSIONE (LDP): DEFINIZIONE E FATTORI
DI RISCHIO
LA CUTE
la cute , chiamata anche pelle o tegumento , è la
corporatura esterna del corpo. È il più esteso dei nostri
organi ( in 1 adulto circa 2 metri quadrati)
Tramite ispezione e palpazione si valuta la cute :
• COLORE : se alterato può indicare deficit di ossigenazione e perfusione o
essere indice di patologia in atto . Le alterazioni sono evidenti anche nelle
mucose , zone periferiche e letto ungueale( cianosi , pallore , ittero)
• UMIDITÀ : normale nelle pliche cutanee. La cute normalmente è liscia.
Secchezza della cute , desquamazione sono segni di eccessiva esposizione al
sole , eccessivo uso di saponi , fumo , stress , disidratazione. Valutare
presenza di dermatiti o eczemi.
• TEMPERATURA : dipende dalla quantità del flusso ematico che scorre
nel derma . Alterazioni della temperatura che non dipendono da
circostanze ambientali possono essere indice di problemi vascolari venosi o
arteriosi.
• ELASTICITÀ : turgore. Si valuta sollevando una plica nella faccia radiale
dell'avambraccio , che al rilascio normalmente si distende.
LESIONI CUTANEE
Normalmente la cute non presenta lesioni , se non
cambiamenti fisiologici dovuti all'età ( es. cheratosi
senile)
es. all'ispezione eritema generalizzato , localizzato
prevalentemente al tronco , con chiazze di colore
rosaceo , tonde a bordi irregolari , di diametro circa 2
cm.
Le lesioni si misurano con un righello a scala
millimetrata . Se possibile si fotografano per rendere
più precisa la descrizione e favorire il monitoraggio.
Le lesioni possono secernere del liquido (essudato) , di
cui va valutato:
• colore
• odore
• quantità
• consistenza ( sieroso,ematico,purulento)
La presenza di lesioni cutanee deve essere seganalata
al medico per eventuali ulteriori indagini.
LESIONI PRIMARIE DELLA CUTE
LESIONI SECONDARIE DELLA CUTE
LESIONE DA PRESSIONE
lesione da pressione o lesione/ulcera da decubito ,
piaga da decubito, sono tutti termini usati per descrivere
una lesione tissutale , con evoluzione necrotica, che
interessa l'epidermide , il derma e gli strati sottocutanei
fino a raggiungere nei casi più gravi , la muscolatura e
le ossa
DEFINIZIONE DI LESIONE DA PRESSIONE
Lesione localizzata alla cute e/o ai tessuti sottostanti
generalmente in corrispondenza di una prominenza
ossea, quale risultato della pressione, o della pressione
in combinazione con forze di taglio e di stiramento.
LA PRESSIONE CAUSA DELLE LESIONI
PRESSIONE : quantità di forza applicata
perpendicolarmente ad una superficie , per unità d'area
di applicazione.
la compressione dei tessuti molli fra le prominenze
ossee e le superfici esterne , provoca un'occlusione
microvascolare con ischemia tissutale e ipossia.
LA COMPRESSIONE PROVOCA
Prima cominciano a dannergiarsi i tessuti profondi e
poi quelli superficiali (sviluppo ad icerberg).
L'effetto che la pressione produce è in stretta relazione
con il fattore tempo : una pressione ridotta ma
esercitata per un periodo di tempo prolungato è più
dannosa di una pressione elevata esercitata per breve
tempo
ALTRI FATTORI LEGATI ALLA PRESSIONE
• INTENSITÀ DELLA PRESSIONE SULL'AREA: una forza applicata
sopra un'area di piccole dimensioni eserciterà una pressione maggiore
rispetto alla medesima forza applicata sopra un'area di dimensioni
maggiori.
• DURATA DELLA PRESSIONE : le LDP possono insorgere sia quando
le aree corporee entrano in contatto con superfici di appoggio che
esercitano alti livelli di pressione di breve durata , sia con bassi livelli di
pressione di lunga durata. se la compressione non viene alleviata , si può
sviluppare una lesione da pressione in 3-4 ore
ZONE A RISCHIO DI FORMAZIONE DI LDP in relazione alla postura,le
zone a rischio di
formazione ldp
anche le persone sottoposto
a utilizzo di dispositivi
medici:
1. sng
2. presidi ossigenoterapia
3. tubi oro/naso tracheali
FATTORI DI RISCHIO ESTRINSECI
• FORZE DI TAGLIO E STIRAMENTO : la forza perpendicolare della
pressione provoca nei tessuti sottostanti la prominenza ossea sollecitazioni
tangenziali e di taglio
• FRIZIONE : è rappresentata dallo sfregamento di due superfici
• MICROCLIMA : temperatura e umidità esistenti in corrispondenza
dell'interfaccia tra cute e superficie di appoggio
FORZE DI TAGLIO E DI STIRAMENTO
La forza perpendicolare della pressione provoca nei
tessuti sottostanti la prominenza ossea , sollecitazioni
di tensione ( di stiramento) e di taglio (di
deformazione)
FRIZIONE
È rappresentata dallo sfregamento di due superfici . Lo
sfregamento della cute contro la superficie del letto
( lenzuola grinzose , non ben tese) o contro gli
indumenti specie se ruvidi può favorire piccole
abrasioni .
MICROCLIMA
Temperatura e umidità esistenti in corrispondenza
dell'interfaccia tra cute e superficie di appoggio. Elevati
livelli di umidità e l'aumento della temperatura cutanea
potenziano l'azione dei fattori precedenti , perchè
rendono la cute più fragile e facilmente aggredibile.
(incontinenza urinaria e fecale , stati febbrili)
FATTORI DI RISCHIO INTRINSECI
• MALNUTRIZIONE , CACHESSIA , OBESITÀ : un alterato stato
nutrizionale rappresenta un fattore predisponente lo sviluppo di ldp , per
le ripercussioni a livello cellulare. Da considerare anche la disidaratazione.
• ETÀ (ANZIANI) : soggetti ultra 70enni sono più suscettibili alla
formazione di ldp a causa delle modificazioni fisiologiche della cute dovute
all'invecchiamento (assottigliamento dello stato cutaneo , ridotta elasticità e
percezione sensoriale , ridotta capacità rigenerativa cellulare)
• PERCEZIONE SENSORIALE : la persona allettata avverte meno il
dolore e quindi modifica meno la sua posizione a letto. Alcune patologie
( es. diabete provoca alterazione percezione sensoriale, ictus per ridotta
sensibilità della parte lesa)
L'IMMOBILITÀ - ALLETTAMENTO
SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE O SINDROME
IPOCINETICA
Stato in cui la persona è a rischio di deterioramento
dei sistemi dell'organismo e della loro funzione a
causa di una prolungata immobilizzazione a letto ,
prescritta o inevitabile.
CLASSIFICAZIONE E CARATTERISTICHE LDP
i membri delle 2 organizzazioni NUAP e EPUAP hanno
sviluppato un sistema di classificazione internazionale
delle ldp , che implica una progressione da 1 a 4 in
base alle conseguenze dell'ischemia sulla perdita di
tessuto.
STADIO 1
iperemia (eritema) non reversibile alla digitopressione ,
localizzata su un'area sede di prominenza ossea .
L'area può presentarsi indurita, molle, calda o anche più
fredda rispetto ai tessuti circostanti ( ridotta
perfusione)
STADIO 2
Lesione cutanea a
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