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Conseguenze dell'invecchiamento sul sistema immunitario
Un soggetto anziano presenta difficoltà limitatamente alla produzione di anticorpi verso antigeni nuovi, che non sono in grado di stimolare la transizione da linfocita B a plasmacellula senza l'intervento dei linfociti T.
Le conseguenze dell'invecchiamento sono quindi:
- Aumentata suscettibilità alle infezioni, poiché soprattutto la componente cellulo-mediata è deficitaria.
Quindi in un soggetto anziano è importante avere un protocollo vaccinale corretto e continuativo. Partendo dal presupposto che i soggetti anziani hanno una memoria immunologica persistente verso antigeni noti, ma possono non riuscire a montare una risposta immunitaria primaria efficace nei confronti di antigeni nuovi che non hanno mai incontrato prima, il "trucco" è non far "perdere la memoria" al sistema immunitario. Le vaccinazioni non vanno quindi interrotte quando un animale invecchia, ma vanno modulate, prevedendo dei richiami analoghi.
quelli per i soggetti adulti. Si può eventualmente controllare la copertura vaccinale con un vacci-check.
neoplasie -2. Aumentata incidenza di entra in gioco il gene p53, che è un gene mutato più frequentemente in pazienti con neoplasia. Se la sua funzione è ridotta o assente, questo aumenta le possibilità di sviluppo di tumori. Al contrario, se è pienamente funzionante non ci sarà lo sviluppo di tumori ma si avrà un invecchiamento precoce.
fenomeni autoimmuni -3. Comparsa di in soggetti anziani si ha una concentrazione sierica anormalmente elevata di auto-anticorpi. Non significa per forza che sia in atto un meccanismo autoimmune, ma è il segnale di un qualcosa che non va e deve essere tenuto sotto controllo.
inflammageing4. Fenomeno di - termine coniato appositamente per descrivere gli effetti della stimolazione antigenica cumulativa sulle cellule di difesa dell'organismo. Secondo questa teoria, il ripetuto incontro tra
- Reazione d'allarme - i fenomeni specifici sono sollecitati dall'improvvisa esposizione a qualsiasi cosa percepita come 'pericolo'.
- Fase di resistenza - l'organismo tenta di combattere gli effetti negativi dell'affaticamento prolungato conseguente al prolungarsi dell'esposizione allo stimolo nocivo e tenta di adattarsi allo stress con risposte
ormonali specifiche.
3. Fase di esaurimento - l'organismo è sopraffatto dagli eventi e può perdere la capacità di adattamento, che stava acquisendo durante la fase di resistenza. Nei casi estremi si può arrivare alla morte.
Ogni individuo interpreta lo stress in maniera diversa e avrà una reazione conseguente diversa, anche per una sua esperienza personale, una memoria del passato o di come è in grado di affrontare una determinata situazione.
Il sistema dello stress
Sistema complesso che comprende:
Componente centrale
Si trova a livello nervoso, nel nucleo paraventricolare dell'ipotalamo, che secerne: →
dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (AIIS) CHR e- CRH, l'ormone di rilascio della corticotropina;
vasopressina, che erano stati rilasciati a livello ipotalamico, attivano l'asse, vanno a livello di ipofisi
Il locus coeruleus secerne
Invece noradrenalina. anteriore e permettono la secrezione di ACTH. Questo ormone va in circolo e arriva a livello di corteccia surrenale, qui stimola le cellule a secernere glucocorticoidi - sono i veri effettori dello stress. Accanto all'AISS, c'è il sistema simpato-adrenomidollare che secerne adrenalina e noradrenalina, molto importanti perché aiuteranno nella gestione della situazione facendo diminuire per esempio la percezione del dolore. La comunicazione tra il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale (per quanto riguarda lo stress) è bidirezionale: i mediatori del SNC riescono ad agire anche sul sistema immunitario e contemporaneamente il sistema immunitario con la secrezione di citochine agisce a livello di SNC.
Quando si parla di stress, è necessario distinguere due situazioni:
Distress - lo stress come lo intendiamo noi, con la sua valenza negativa e tutte le conseguenze del caso. ❌
Eustress - lo stress positivo, nel senso
Originario della sindrome generale di adattamento. Diversi stimoli esterni 'allenano' la capacità di adattamento psicofisico di un soggetto e sono necessari per mantenerlo attivo e reattivo.
Stressor: Agenti stressanti
Grossi animali!
Gli stressor principali saranno legati alla tipologia di allevamento di questi animali:
- trasporto (fino a qualche anno fa, non c'era nessuna normativa che regolasse il trasporto di animali dagli allevamenti fino al macello);
- sovraffollamento o isolamento;
- ambiente nuovo;
- gruppi disomogenei (nei suini vi è una notevole gerarchia);
- manualità veterinarie come marchiatura, decornazione e vaccinazione;
- situazioni parafisiologiche ossia la gravidanza, il parto, la lattazione e anche lo svezzamento. Sono situazioni diverse dalla normalità che possono portare ad una percezione diversa delle situazioni.
Avicoli!
- trasporto;
- sovraffollamento;
- scarsa ventilazione;
- lettiera bagnata con alti livelli di ammoniaca;
eosinopenia). Neutrofilia Aumentano i neturofili perché vengono rilasciate più cellule da parte del midollo osseo, la loro emivita si allunga e rimangono più in circolo. In condizioni di stress i neutrofili non riescono a uscire dal circolo per diapedesi e dirigersi verso la periferia. Questo non vuol dire che svolgano meglio la loro funzione, anzi, sono di più ma funzionano peggio.
Monocitosi Anche i monociti aumentano perché rimangono per più tempo in circolo e non si trasformano in macrofagi. Se poi questo avviene, funzionano meno bene poiché vi è un'espressione ridotta sulla loro superficie delle molecole di MHC II.
Lipofenia, eosinopenia e basopenia Le altre cellule al contrario vanno incontro ad un calo e chiaramente non funzionano correttamente.