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● LA VALUTAZIONE DI ADEGUATEZZA DEI MEMBRI
DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE - ECB
In ambito bancario, da qualche anno a questa parte il sistema dei requisiti
necessari per poter far parte del CdA è stato standardizzato dalle Autorità di
vigilanza, prima a livello nazionale e poi, più recentemente, a livello europeo.
La BCE lo scorso anno ha emesso un importante documento che detta i criteri
che devono essere seguiti per valutare l’adeguatezza dei membri del CdA nelle
banche. Questi criteri sono cinque:
1. Esperienza. Indica il bagaglio di conoscenze ed esperienza sul
campo che l’amministratore deve avere: può trattarsi di un’esperienza
derivante dall’aver lavorato per molto tempo nel settore bancario,
sviluppando capacità di gestione, oppure può derivare da studi sul
settore.
2. Reputazione. Bisogna verificare che l’amministratore sia una persona
onesta, verificando la presenza di condanne, carichi pendenti sotto il
profilo penale, passati in giudicato, sanzioni per comportamenti scorretti
e così via. Tali requisiti in ambito bancario sono molto stringenti: dopo
un certo numero di sanzioni, massimo tre, non è più possibile essere
amministratore.
3. Conflitti di interesse e indipendenza di giudizio. Per esempio,
sedere nel CdA di due banche concorrenti è una situazione che genera
conflitti d’interesse. In generale, un amministratore gode della cosiddetta
indipendence on mind, ovvero la capacità di prendere decisioni per il
bene dell’impresa senza essere influenzato da situazioni personali o da
eventuali cariche ricoperte altrove.
4. Disponibilità di tempo. È previsto dalla normativa un numero
massimo di incarichi pari a tre, che può essere superato solo qualora
gli incarichi siano in società dello stesso gruppo (in quanto tali società
potrebbero essere soggette alle stesse problematiche).
(collective suitability).
5. Adeguatezza complessiva All’interno del CdA
di una banca devono essere prese diverse decisioni, dal risk
management, alle risorse umane, alle strategie di business ecc. Benché
una persona possa avere molta esperienza, difficilmente ha conoscenza
su tutti questi aspetti diversi. È quindi opportuno che i membri del CdA
abbiano esperienze e conoscenze diverse, in modo tale da unirle per
prendere decisioni. Si tratta quindi di una valutazione relativa all’intero
CdA, per capire se presenta tutte le competenze che gli sono necessarie.
● I COMITATI ENDO-CONSILIARI
La normativa richiede che il CdA si doti di alcuni comitati endo-consiliari,
ovvero comitati formati da sottogruppi di amministratori che non prendono
decisioni, ma svolgono una fase di pre-istruttoria, ossia approfondiscono
questioni che verranno poi deliberate dal CdA, fornendo pareri in merito. I
comitati principali sono:
Comitato rischi
- Comitato Audit
- Comitato nomine (valuta l’adeguatezza dei manager nominati in
- posizioni specifiche)
Comitato remunerazioni
-
Talvolta, comitato rischi e comitato audit sono cumulati in un unico comitato:
analizzano i report provenienti dal risk management e dall’internal audit prima
di riferirli al CdA.
� COMITATO RISCHI
Consiglia e supporta il Consiglio di Amministrazione su tutte le materie
legate al risk management. Si occupa di:
● Discutere sul risk appetite attuale e futuro.
● Implementazione della strategia di risk management, per tutte le
esposizioni rilevanti.
● Gestione del capitale e della situazione di liquidità.
● Aggiustamento delle strategie per affrontare cambiamenti nel
modello di business, sviluppi di mercato e raccomandazioni
provenienti dalla funzione risk management.
● Scelta dei consulenti esterni per le funzioni essenziali
terziarizzate.
� COMITATO AUDIT
Svolge diverse funzioni:
● Monitora l’efficacia dei controlli interni di qualità e dei sistemi di
monitoraggio dei rischi.
● Supervisiona le politiche contabili. Ciò avviene soprattutto all’estero,
dove le imprese sono sprovviste di collegi sindacali.
financial reporting
● Supervisiona i processi di .
● Monitora l’indipendenza dei revisori dei conti.
● È responsabile della selezione dei revisori dei conti.
● Supervisiona il processo di revisione dei conti.
● Riceve e analizza i rapporti da parte della funzione di internal
audit.
I comitati endo-consiliari presentano alcune caratteristiche nella loro
composizione:
● Almeno 3 componenti.
● Presieduti da un Amministratore non esecutivo, ovvero un
Amministratore che non prende direttamente decisioni di business.
● Significativa presenza e attività degli amministratori
indipendenti.
● Rotazione periodica della Presidenza e della composizione del
comitato. significant
● Nelle banche :
- La maggioranza dei membri devono essere amministratori
indipendenti
- Il Presidente del Comitato deve essere un amministratore
indipendente
● CULTURA DEL RISCHIO
È importante che un’impresa sviluppi una cultura del rischio, ossia una
sensibilità diffusa a livello dei dipendenti nell’essere attenti e
coscienti dell’esposizione al rischio dell’impresa, nonché delle
conseguenze in termini di rischio delle decisioni operative prese. L’istituzione
dovrebbe sviluppare una solida cultura del rischio attraverso policy,
comunicazione e formazione (es. privacy e trattamento dei dati sensibili).
Importanti elementi per una cultura del rischio sono:
Tone from the top
- : la cultura del rischio deve essere diffusa a partire
dall’alto (dal CdA) al fine di sviluppare un atteggiamento attento ad
evitare determinate esposizioni al rischio.
Accountability
- : per ogni rischio deve essere definito chiaramente il
responsabile.
- Ambiente che incoraggia la comunicazione aperta e la critica
costruttiva: può aiutare a evidenziare rischi che possono sfuggire al
singolo. whistleblowing whistleblowing
- Sistemi di allerta interni e : il termine
in inglese significa ‘suonare il fischietto’. Si tratta di portali attraverso il
quale ciascun dipendente, in maniera anonima o non anonima, può
segnalare comportamenti che, a suo modo di vedere, sono rischiosi
o scorretti che possono sfuggire al CdA: le segnalazioni vengono prima
sottoposte ad un’indagine e, eventualmente, si adottano misure
correttive.
● POLITICA DI REMUNERAZIONE
Riguarda le modalità attraverso le quali i manager vengono remunerati: questo
aspetto è legato fortemente al controllo dei rischi. Di fatto, l’esposizione al
rischio di un’impresa dipende dalle decisioni dei manager, per cui una struttura
di remunerazione inappropriata potrebbe avere un effetto devastante
sull’assunzione di rischi, in particolare si potrebbero assumere troppi rischi. La
politica di remunerazione dovrebbe:
- Promuovere una gestione dei rischi solida e efficace;
- Non fornire incentivi per l’assunzione di rischi eccessivi;
- Essere allineata con gli obiettivi di medio-lungo termine dell’impresa.
La remunerazione dei dipendenti coinvolti nelle funzioni di controllo non
dipende dai risultati del business, ma in base ad altri parametri che si
riferiscono alla qualità del controllo dei rischi.
Nelle banche, la politica di remunerazione è stata standardizzata e deve
rispondere a requisiti molto dettagliati:
material risk takers
● Identificazione dei . La normativa stabilisce che
risk takers,
la banca compili ogni anno una lista dei cosiddetti ovvero dei
soggetti che hanno un potere decisionale tale da influenzare la
gestione del rischio.
● Definizione del rapporto massimo fra remunerazione variabile e
fissa. Tendenzialmente, il rapporto potrebbe arrivare massimo al 100%
(la remunerazione fissa è pari a quella variabile), ma, in alcuni casi, il
CdA può deliberare un rapporto superiore a uno.
● Identificazione del periodo di maturazione della remunerazione
accrual period
variabile - (durante il quale viene monitorata la
performance).
● Identificazione dei parametri di performance che
determineranno la remunerazione variabile. Si tratta di un aspetto
delicato: se, ad esempio, si scegliesse come parametro di performance
esclusivamente il profitto, un manager tenderà ad aumentarlo a tutti i
costi, aumentando, di conseguenza, anche il rischio.
● Processo di pagamento per la componente variabile. La normativa
sulle banche definisce vari aspetti:
- La componente variabile di remunerazione non può essere
pagata esclusivamente in contanti: deve essere pagata in
parte in contanti, in parte in azioni (o altri strumenti finanziari). In
linea generale, se il manager riceve delle azioni, diventando
anch’esso azionista, i suoi interessi tendono a convergere con
quelli degli altri azionisti, riducendo i problemi di agenzia.
Quando una società non è quotata, possono essere distribuite
azioni di società collegate o altre tipologie di strumenti finanziari.
Deferral
- (differimento): è un processo per cui il premio viene
pagato al manager con un differimento che può variare tra i 3 e 5
anni. Ciò è dovuto alla necessità di testare l’intervento del
manager nel lungo periodo.
Retention period
- : le azioni consegnate al manager devono
essere detenute per un certo periodo di tempo.
Claw back
- Clausole di : sono clausole attraverso le quali
l’impresa può richiamare le remunerazioni sulla componente
variabile ricevuta dal manager qualora si scopra successivamente
che il manager ha posto in atto azioni inadeguate.
I criteri di performance adottati durante l’accrual period sono:
- Qualitativi vs. quantitativi. I criteri quantitativi dovrebbero coprire
un periodo sufficientemente lungo, in modo da catturare l’effetto dei
risk-adjusted return on capital
rischi presi: un esempio è il (RAROC),
che tiene conto sia del profitto, sia del rischio. Un altro criterio è legato
internal capital
all’esposizione al rischio derivata dal processo di
adequacy assessment process (ICAAP). Una matrice comune fra tutti
questi criteri è quello di essere legati sia al profitto che al rischio
assunto dall’impresa. I criteri qualitativi si riferiscono al
comportamento dei manager: fanno riferimento al raggiungimento di
certi obiettivi di business, per esempio obiettivi strategici, soddisfazione
dei clienti, rispetto della risk management policy e delle regole (interne o
esterne), leadership, capacità di team work, creatività, motivazione e
business units.
cooperazione con altre Come vengono espressi gli
obiettivi è molto importante: può condizionare i comportamenti d