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TEORIA DEI CIRCUITI
LA TEORIA DEI CIRCUITI
Si occupa essenzialmente della de nizione, dell’analisi e della sintesi dei circuiti
in senso lato. In questo ambito i circuiti elettrici a costanti concentrate hanno una
rilevanza particolare (anche storicamente).
L’idea di circuito è un concetto primitivo, indipendente dalla natura dei sistemi
elettrici o non elettrici; esso discende dalla tendenza della mente umana a
dividere problemi complessi in un insieme di sotto-problemi più piccoli e più
facilmente comprensibili. fi
TEORIA DEI CIRCUITI
LA TEORIA DEI CIRCUITI DIVIDE ET IMPERA
TEORIA DEI CIRCUITI
DEFINIZIONE DI CIRCUITO
Un circuito è costituito da un insieme di componenti (detti anche elementi, o
blocchi o dispositivi), appartenenti ad un insieme noto di tipi, collegati fra loro
attraverso dei collegamenti (detti anche morsetti, o li, o conduttori).
fi
TEORIA DEI CIRCUITI
MODELLO CIRCUITALE: DEFINIZIONE DI COMPONENTE
Elemento circuitale caratterizzato da un particolare insieme di morsetti (di
ingresso/uscita) e da un opportuno insieme di equazioni fra le variabili di
interfaccia (relazioni dipendenti da un numero nito di costanti
costitutive)
numeriche (parametri circuitali del componente). ⃗
F = − k x ⃗
fi
TEORIA DEI CIRCUITI
MODELLO CIRCUITALE: DEFINIZIONE DI COLLEGAMENTO
Un arco orientato o non orientato che collega fra loro i morsetti dei componenti
circuitali. Esso impone sempre sia l’omogeneità (stessa unità di misura) che la
continuità (stesso valore) alle variabili di interfaccia in corrispondenza dei
morsetti. Costituisce quindi una equazione di vincolo.
1) L’insieme dei collegamenti di un circuito può essere descritto da un grafo
opportuno.
2) L’insieme dei collegamenti di un circuito genera un insieme di equazioni di
vincolo fra le variabili di interfaccia.
ANALISI CIRCUITALE
MODELLO CIRCUITALE: RISOLUZIONE E ANALISI DI UN CIRCUITO
Le equazioni costitutive del componente, insieme alle equazioni di vincolo derivanti dalle
‣ condizioni iniziali, da quelle al contorno e dagli andamenti imposti da cause esogene ad alcune
grandezze di interfaccia, formano il sistema risolvente del circuito.
Risolvere un circuito signi ca calcolare gli andamenti temporali di tutte le variabili di interfaccia.
‣ Questo obiettivo è possibile solo se il sistema risolvente del circuito ammette una soluzione unica
‣ per ogni istante di tempo.
fi
ANALISI CIRCUITALE
MODELLO CIRCUITALE: RISOLUZIONE E ANALISI DI UN CIRCUITO
TEORIA DEI CIRCUITI
MODELLO CIRCUITALE: CIRCUITI DIREZIONALI E NON DIREZIONALI
I modelli circuitali possono essere distinti in due classi, a seconda della natura del
sistema di equazioni e della tecnica di soluzione.
Circuiti non direzionali
‣ La direzione degli scambi fra componenti è
indeterminata e non è stabilito un preciso rapporto
di causa-effetto fra le variabili di interfaccia, che in
generale dipendono da tutti i componenti del
circuito. La tecnica di soluzione calcola
congiuntamente tutte le variabili di interfaccia, che
dipendono signi cativamente da tutti i blocchi
interconnessi.
fi
TEORIA DEI CIRCUITI
MODELLO CIRCUITALE: CIRCUITI DIREZIONALI E NON DIREZIONALI
I modelli circuitali possono essere distinti in due classi, a seconda della natura del
sistema di equazioni e della tecnica di soluzione:
Circuiti (uni-)direzionali
‣ La direzione degli scambi fra componenti è
stabilita a priori, il funzionamento dei vari blocchi
è disaccoppiato, la tecnica di soluzione calcola
sequenzialmente le variabili di interfaccia.
TEORIA DEI CIRCUITI
MODELLO CIRCUITALE: VARIABILI DI INTERFACCIA
Sono grandezze (segnali) de nibili sui collegamenti fra i componenti e sono sottoposte
sia alle equazioni di vincolo generate dai collegamenti che alle equazioni (relazioni
costitutive) dei componenti.
Tutte le variabili di interfaccia usualmente sono funzioni di una o più variabili
indipendenti comuni (in genere il tempo).
Tale dipendenza può essere principalmente di 2 tipi:
1) “a tempo continuo”
2) “a tempo discreto” fi
TEORIA DEI CIRCUITI - I SEGNALI
MODELLO CIRCUITALE: SEGNALI
SEGNALI
SEGNALI A TEMPO CONTINUO (ANALOGICI)
Sono funzioni usualmente del tempo che riproducono (sono in stretta analogia
con) l’andamento di grandezze del mondo sico.
Hanno un valore per qualsiasi istante t;
‣ Usualmente sono a valori reali, limitate e continue;
‣ Per estensione si considerano anche a valori complessi, e/o non continue e/o
‣ non limitate. fi
SEGNALI
SEGNALI A TEMPO DISCRETO (DIGITALI)
Sono funzioni di variabili indipendenti a valori discreti o non, de nite solo per
alcuni istanti di tempo.
Hanno un valore solo per istanti di tempo discreti n;
‣ Usualmente sono a valori reali, limitate e continue;
‣ Per estensione si considerano anche a valori complessi, e/o non continue e/o
‣ non limitate. 1.
1
0.
0
-0.
-
-1. 5
0 5 1 1 2 2 3 3 4 4 fi
TEORIA DEI CIRCUITI
CIRCUITI ANALOGICI
Sono circuiti le cui variabili di interfaccia sono analogiche e le relazioni
costitutive dei componenti sono a tempo continuo.
Di grande interesse sono:
I circuiti elettrici a costanti concentrate (analogici e non direzionali)
TEORIA DEI CIRCUITI
CIRCUITI A TEMPO DISCRETO
Sono circuiti le cui variabili di interfaccia sono a tempo discreto e le relazioni
costitutive dei componenti sono a tempo discreto. Di grande interesse sono:
Circuiti digitali (a tempo discreto e uni-direzionali)
TEORIA DEI CIRCUITI
APPROCCIO CIRCUITALE
Può essere utilizzato per modellare fenomeni sici diversi (elettrici, meccanici,
‣ termici, ecc.)
E’ uno strumento di modellazione semplice e essibile
‣ Permette di realizzare modelli sia a tempo continuo che a tempo discreto
‣ MA…
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