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I COMPITI LAVORATIVI

1. Operativi: i compiti che si traducono nell'effettuazione di operazioni (ex. Operazione manuali)

2. Tecnico specialistici: sono compiti un po' più sofisticati che richiedono un lungo periodo di formazione;

3. Gestionali: si collega al ciclo gestionale

4. Manageriali: compiti deputati a stabilire obbiettivi e strategie

IL CICLO GESTIONALE

Psicologia del lavoro e delle organizzazioni (6 cfu) – Prof. Francesco Avallone

- prevedere

- pianificare

- programmare

- organizzare

- coordinare

- controllare

Questo ciclo esprime la vita lavorativa di una organizzazione e tutto questo è finalizzato al conseguimento di obbiettivi. Gli obbiettivi gestionali saranno poi una categorizzazione degli obbiettivi a carattere strategico.

Ora penso sia chiaro che di fronte a questo insieme di compiti lo strumento principale per gestire il tutto sia indiscutibilmente la COMUNICAZIONE se, comunichiamo in maniera efficace facilitiamo lo svolgimento del lavoro, viceversa se invece non si

è chiari sarà più difficile 1. COMUNICARE TRA PERSONE

Gli elementi fondamentali della comunicazione sono essenzialmente tre:
  1. Comunicare -> Mettere in collegamento, trasmettere informazioni, trasmettere contenuti
  2. Comunicare -> Gestire contenuti e relazioni
  3. Comunicare -> Scambiare significati
2. METTERE IN COLLEGAMENTO, TRASMETTERE INFORMAZIONI

La comunicazione deve essere intesa come una trasmissione di contenuti. Questo significa comunicare e mettere in collegamento (trasmettere informazioni) come:
  • Condividere strumenti, usare gli stessi codici
  • Creare reti, connessioni, possibilità di interazione
L'esempio più concreto è quello della Radio. Sostanzialmente per trasmettere informazioni abbiamo bisogno di un EMITTENTE che trasmette informazioni verso dei soggetti RICEVENTI. Entrambi posseggono dei repertori di emittenti e riceventi e la comunicazione avviene quando i due repertori si sovrappongono (zona di intersezione dei repertori) ma

comunque non si sovrappongono eccessivamente. La trasmissione è efficiente quando riusciamo scambiare le informazioni desiderate. Ora il problema della trasmissione dei contenuti sembra apparentemente semplice ma in realtà non è proprio così. Gli ostacoli più frequenti nella trasmissione delle informazioni tra due o più persone sono:

  • Presupposto non formulato. Quando si comunica un esito ma non si spiega il suo processo di formulazione, per il ricevente può risultare difficile comprenderci;
  • Centratura sul proprio sistema di codifica. Non bisogna pensare che tutti possediamo lo stesso linguaggio, ogni persona ha un sistema di codifica differente e se si ha una centralità eccessiva sul proprio si rischia di non riuscire a comunicare;
  • Molta emissione, poche domande. Molte persone tendono a dire sempre ciò che pensano a differenza di chiedersi e porre domande su quello che pensano gli altri;
  • Incapacità
di affetto, a seconda del contesto e del tono utilizzato-CONTESTO (ambiente) – l’ambiente in cui avviene la comunicazione influisce sul modo in cui viene interpretato il messaggio. Ad esempio, una conversazione informale tra amici avrà un tono diverso da una comunicazione formale in un ambiente di lavoro-ASCOLTO (empatia) – l’ascolto attivo e l’empatia sono fondamentali per una comunicazione efficace. Bisogna essere in grado di mettersi nei panni dell’altro e comprendere le sue emozioni e bisogni-CONCLUSIONE (feedback) – è importante concludere una comunicazione con un feedback chiaro e conciso, in modo da verificare la comprensione reciproca e eventualmente chiarire eventuali dubbi o malintesi.di uno stato d'animo di disagio. Qualsiasi comunicazione si comporta così, se qualcuno viene da noi ci dice qualcosa e ci fa anche intendere la relazione. Per esempio, se un collega ci dice "PASSAMI QUELLA COSA!" l'oggetto della comunicazione (il compito) sarà il passaggio di un documento ma come viene detto ci fa intendere che il compito che dobbiamo svolgere sia in una relazione di potere verso chi la deve fare (relazione). Quindi esplicitamente potremmo interpretare una semplice richiesta o compito da fare ma implicitamente si analizza che c'è una relazione di comando/potere sull'altro. Quanto più la relazione è distesa tanto più si può lavorare tranquillamente sul compito e quindi esplicitamente perché non ci sono problemi relazionali in rilievo, se al contrario la relazione per alcuni versi è problematica questo farà sentire i suoi effetti sui compiti lavorativi e quindi comprendete bene.che alcuni conflitti di contrapposizione su cosa fare in realtà nascondono delle contrapposizioni tra persone che lavorano. Le ingenuità più frequenti nella relazione tra contenuto e relazioni sono:
  • Presupposto non formulato.
  • Centratura solo sul compito o solo sulla relazione. Ad esempio, un capo può essere concentrato solo sugli obiettivi trascurando la relazione con l'altro. Bisogna essere in grado di non essere centrati solo sul compito, è necessario trovare un bilanciamento tra obiettivo e relazione.
  • Reattività emotionale. Ci sono alcune persone che di fronte a un'emozione reagiscono in modo immediato.
  • Risposta limitata all'esplicito. Al contrario del punto precedente.
  • Assenza di segnalazione emotiva. Chi non segnala mai il suo stato emozionale.
  • Attenzione solo alla comunicazione verbale.
  • Refrattarietà alla dimensione simbolica. Attenzione all'altro e non fare l'interrogatorio.

creareinsieme un clima più tranquillo.

3. SCAMBIARE SIGNIFICATI

La realtà ci dà dei segnali importanti e noi dobbiamo dare a questi segnali dei significati, siamo facilitatiin questo senso perché i fatti che si verificano noi li inseriamo in un contesto. In base al fatto noiriusciamo a stabilire dei significati diversi (ex. Se un mio collega ogni mattina mi saluta in manierafestosa, sicuramente non attribuirò nessuno segno particolare al suo comportamento, ma se, unamattina il mio collega mi saluta in un modo particolarmente triste mi renderò conto sicuramente delladiversità ed attribuirò a quel fatto un significato diverso).

Allora questo processo di attribuzione dei significati rispetto ai fatti che succedono nella vita noi locompiamo in base ad alcuni parametri ed al contesto (di tipo scientifico-disciplinare, sociale,organizzativo, natura soggettiva).

In base ad un fatto (tono di un saluto ad esempio) noi diamo un significato (es

sono: 1. Mancanza di chiarezza: quando le persone non riescono a esprimere in modo chiaro e preciso i propri significati, possono verificarsi fraintendimenti e confusioni. 2. Differenze culturali: le diverse culture hanno spesso significati e modi di comunicare diversi. Questo può portare a fraintendimenti e incomprensioni se non si è consapevoli di tali differenze. 3. Interpretazioni errate: le persone possono interpretare i significati in modo errato a causa di pregiudizi, stereotipi o mancanza di informazioni corrette. 4. Mancanza di ascolto attivo: se non si presta attenzione e si ascolta veramente l'altro durante la comunicazione, si rischia di non cogliere appieno i suoi significati e di non rispondere adeguatamente. Per superare queste difficoltà, è importante essere aperti al dialogo, chiedere chiarimenti quando necessario e cercare di comprendere il punto di vista dell'altro. La comunicazione efficace richiede impegno e consapevolezza dei significati sottostanti.sono:
  • Attribuzione all'altro di un unico significato.
    Psicologia del lavoro e delle organizzazioni (6 cfu) - Prof. Francesco Avallone

Quando una persona attribuisce un unico significato ad un altro, bisogna stare attenti ad attribuire un significato. Può darsi che sia così, ma bisogna pensare che il significato dell'altro sia dovuto a una differenza di comunicazione e di significati con la tua.

  • Confusione tra "verità" e significati personali.

Di sicuro una persona è disposta a battersi per i suoi significati, ma questi sono i suoi significati personali e se l'altro non condivide bisogna capire che ha significati diversi. Non è un "infedele" ma ha in sé significati diversi dai tuoi.

  • Incapacità di meta cognizione.

Noi abbiamo l'esigenza di capire qual è la causa di ciò che accade. Andiamo sempre a caccia del responsabile. Cercare di capire il perché si

attribuiscono certe cause agli eventi. Es attribuzione dimerito e di demerito.

•Inconsapevolezza dell’influenza sull’altro.Ciò che noi facciamo produce conseguenze sugli altri e spesso ce ne accorgiamo a posteriori. Ferire glialtri ad esempio senza rendersene conto. Se riusciamo ad interrogarsi sulla previsione delle nostreaffermazioni sugli altri aumenta la nostra capacità di presentare i nostri significati agli altri in modocomprensibile.Se dono una penna ad una persona (anche questa è una forma di comunicazione) e questa risponde inmodo sgarbato, posso pensare che sia maleducata, ma se rifletto posso magari capire che quel dononon era conforme o fuori luogo. È necessario cogliere e comprendere i significati.

L16-VideoLezione 19: Motivare

MOTIVAZIONE AL LAVORO

Motivazione = processo delle forze che attivano, dirigono e sostengono il comportamento nelcorso del tempo e permettono quindi di incoraggiarci in una determinata attività.

Nel

caso della motivazione al lavoro si tratta di analizzare il campo delle variabili in grado di darconto del dispiegamento delle energie psico-fisiche nell'attività professionale, dell'intensità e dellapersistenza di questo investimento.

DIREZIONE: verso un obbiettivo per

ATTIVAZIONE: quando sorge in noi un raggiungere un desiderio che è scaturitogrado di curiosità, spinta o una voglia che dall'attivazione di qualcosa;pone verso una direzione;

MOTIVAZIONE PERSISTENZA: è una costanza, di non

INTENSITA': la forza di raggiungere la mollare ed è fondamentale nellanostra motivazione a tutti i costi; motivazione, perché indica che la personanon demorde.

TEORIE DELLA MOTIVAZIONE AL LAVORO

Ricordando il concetto di teoria esse sono degli assunti che hanno trovato un certo grado di verità e cispiegano come mai accadono alcune cose.

Queste teorie ci spiegano il motivo per cui gli individui sono spinti a lavorare. Sono

  • Primo gruppo
  • Secondo gruppo
  • Terzo gruppo
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
46 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paolococchi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Elementi di psicologia del lavoro e delle organizzazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Unitelma Sapienza di Roma o del prof Avallone Francesco.