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(GGG).

La prospettiva keynesiana, contrapposta a quella neoclassica, evidenzia che il mercato non

sempre è in grado di riequilibrare il sistema economico. Secondo Keynes, è necessaria l'azione

dello Stato per stimolare la domanda aggregata e superare situazioni di sottoccupazione o crisi.

2. Effetti prodotti da variazioni della spesa pubblica e delle imposte sul bilancio del settore

pubblico

Il bilancio pubblico (BPBPBP) si calcola come la differenza tra entrate (TTT) e uscite (GGG):

BP=T−GBP = T - GBP=T−G

Quando lo Stato aumenta la spesa pubblica, non necessariamente il bilancio peggiora nella

stessa misura, poiché il reddito cresce moltiplicato, aumentando anche le entrate fiscali. Questo

effetto, teorizzato da economisti keynesiani, è più evidente se la spesa pubblica è produttiva.

Il Teorema di Haavelmo

Il teorema di Haavelmo dimostra che un aumento della spesa pubblica finanziato da un pari

aumento delle imposte può generare un incremento del reddito senza alterare il saldo del

bilancio pubblico. In questo caso, il moltiplicatore della spesa pubblica assume valore pari a 1:

ΔY=ΔG\Delta Y = \Delta GΔY=ΔG Questo accade perché l’aumento delle imposte riduce i

consumi, ma tale effetto è bilanciato dall’incremento della spesa pubblica. Questo risultato è

significativo per le politiche fiscali espansive, poiché mostra come sia possibile stimolare

l’economia senza aggravare il deficit.

Implicazioni del modello

Il modello reddito-spesa con intervento dello Stato evidenzia l'importanza dell'azione pubblica

nel: 1. Stimolare la domanda aggregata, specialmente in situazioni di crisi;

2. Ridurre le disuguaglianze tramite politiche redistributive;

3. Bilanciare il bilancio pubblico senza compromettere la crescita economica.

Questa analisi fornisce un quadro chiaro del ruolo e degli strumenti dello Stato, mettendo in

evidenza i vantaggi e i limiti delle politiche fiscali nell’influenzare il reddito e il benessere

economico generale. 34. Equilibrio nel mercato reale

Analisi dell’equilibrio macroeconomico

L’equilibrio macroeconomico ha radici nella Legge di Walras, secondo cui, se n-1 mercati sono

in equilibrio, anche l’ultimo lo sarà. Keynes adotta questa visione per superare la dicotomia

neoclassica, che separava i fenomeni reali (produzione, occupazione) da quelli monetari (massa

monetaria, prezzi). Il sistema economico è suddiviso in quattro mercati: reale, monetario, del

lavoro e dei titoli. Di questi, Keynes ne esclude due (lavoro e titoli), concentrandosi sui mercati

reale e monetario, collegati da due variabili chiave: reddito (Y) e tasso d’interesse (i).

Per Keynes, il mercato del lavoro è "passivo": l’occupazione non dipende dall’incontro tra

domanda e offerta, ma dal livello di domanda aggregata. La curva di offerta del lavoro è piatta

fino alla piena occupazione, oltre la quale diventa crescente.

Relazione tra tasso d’interesse e domanda aggregata

Nel modello reddito-spesa, gli investimenti erano considerati esogeni. Tuttavia, includendo il

tasso d’interesse (i) come variabile che influenza gli investimenti, la relazione viene

rappresentata come:

I=I0−biI = I_0 - biI=I0−bi

dove bbb misura la sensibilità degli investimenti al tasso d’interesse. Sostituendo nella formula

della domanda aggregata, l’equazione diventa:

SA=C0+cY+G0+I0−biSA = C_0 + cY + G_0 + I_0 - biSA=C0+cY+G0+I0−bi

Qui, la relazione negativa tra tasso d’interesse e investimenti mostra che un aumento del tasso

riduce gli investimenti e viceversa.

Keynes critica la visione neoclassica che vede il tasso d’interesse come "premio" per il

risparmio e suo equilibrio con gli investimenti. Secondo Keynes, il tasso d’interesse è

determinato nel mercato monetario e riflette l’interazione tra offerta e domanda di moneta. Le

politiche economiche, come quelle monetarie o fiscali, influenzano il tasso d’interesse e,

quindi, la distribuzione della domanda tra consumi e investimenti.

L’interazione tra mercato reale e monetario avviene tramite le variazioni di Y e i, con effetti su

produzione, occupazione e domanda di moneta.

Determinazione del reddito di equilibrio

L’introduzione del tasso d’interesse modifica la formula per il reddito di equilibrio:

⋅ ⋅

Y=11−c (A−bi)Y = \frac{1}{1-c} \cdot (A - bi)Y=1−c1 (A−bi)

dove AAA rappresenta le componenti autonome della domanda. Da questa equazione si deriva

la curva IS, che mostra tutte le combinazioni di YYY e iii per le quali il mercato reale è in

equilibrio. La curva ha pendenza negativa: un aumento del reddito richiede un calo del tasso

d’interesse per mantenere l’equilibrio.

La posizione e inclinazione della curva IS dipendono dalla sensibilità degli investimenti al tasso

d’interesse e dal moltiplicatore keynesiano. Una variazione del tasso d’interesse provoca uno

spostamento della curva: se il tasso cala, gli investimenti aumentano, spingendo verso l’alto la

domanda aggregata e il reddito.

35. Equilibrio macroeconomico con prezzi fissi

Mercato della moneta e la curva LM

L’equilibrio nel mercato monetario si verifica quando la domanda di moneta coincide con la

quantità di moneta offerta. La domanda di moneta, suddivisa in componenti transattive e

speculative, è influenzata da due variabili fondamentali: il reddito (Y) e il tasso d’interesse (i).

Il reddito, che si determina nel mercato reale, influisce sulla componente transattiva della

domanda di moneta, mentre il tasso d’interesse, variabile del mercato monetario, condiziona la

componente speculativa.

La relazione tra reddito e tasso d’interesse è rappresentata dalla curva LM, che descrive tutte le

combinazioni di YYY e iii per cui il mercato monetario è in equilibrio. La costruzione della

curva può essere spiegata attraverso tre approcci:

Concettuale: La curva LM si basa sull’idea che un aumento del reddito provoca un

1. incremento della domanda di moneta per scopi transattivi. Poiché l’offerta di moneta è

fissa, l’aumento della domanda transattiva deve essere compensato da una riduzione

della domanda speculativa, possibile solo attraverso un rialzo del tasso d’interesse.

Questo spiega la relazione positiva tra YYY e iii nella LM.

Analitico: Partendo dall’equazione della domanda di moneta (Md=kY−hiM^d = kY -

2. hiMd=kY−hi) e uguagliandola all’offerta di moneta (Ms=M0sM^s = M_0^sMs=M0s,

considerata esogena), si ricava la formula della LM:

i=1h(kY−M0s)i = \frac{1}{h} (kY - M_0^s)i=h1(kY−M0s)

Questa equazione mostra che la posizione della curva dipende dall’offerta di moneta

esogena (M0sM_0^sM0s), mentre la sua inclinazione è determinata dai parametri kkk

(sensibilità della domanda di moneta al reddito) e hhh (sensibilità della domanda di

moneta al tasso d’interesse).

Grafico: Si parte da un equilibrio iniziale tra domanda e offerta di moneta. Un aumento

3. del reddito genera un eccesso di domanda di moneta transattiva, che viene compensato

da un aumento del tasso d’interesse, spostando il punto di equilibrio lungo la curva LM.

La rappresentazione grafica della curva LM rivela che un aumento dell’offerta di moneta sposta

la curva verso il basso, mentre una diminuzione dell’offerta la sposta verso l’alto.

L’inclinazione della curva, invece, è influenzata dai parametri kkk e hhh: un’alta sensibilità al

reddito e una bassa sensibilità al tasso d’interesse rendono la curva più inclinata.

L’equilibrio simultaneo dei mercati: il modello IS-LM

Il modello IS-LM combina l’equilibrio del mercato reale (rappresentato dalla curva IS) e del

mercato monetario (rappresentato dalla curva LM) per determinare simultaneamente il reddito

di equilibrio e il tasso d’interesse di equilibrio.

L’intersezione delle curve IS e LM in un piano cartesiano rappresenta l’unico punto in cui

entrambi i mercati sono in equilibrio. Formalmente, questo significa trovare il tasso d’interesse

che, sostituito nell’equazione della curva IS, genera un livello di reddito che, a sua volta,

soddisfa l’equazione della LM. L’equilibrio simultaneo può essere rappresentato dalle seguenti

equazioni:

• ⋅ ⋅

IS: Y=α(A−b i)Y = \alpha (A - b \cdot i)Y=α(A−b i)

• LM: i=1h(kY−M0s)i = \frac{1}{h} (kY - M_0^s)i=h1(kY−M0s)

Sostituendo l’equazione della LM in quella della IS, si ottiene il reddito di equilibrio:

∗ ⋅ ⋅

Y =hαh+kbα A+bαh+kbα MPY^* = \frac{h\alpha}{h + kb\alpha} \cdot A + \frac{b\alpha}{h

∗ ⋅ ⋅

+ kb\alpha} \cdot \frac{M}{P}Y =h+kbαhα A+h+kbαbα PM

In questa formula, il primo termine rappresenta il moltiplicatore fiscale, che misura l’efficacia

delle politiche di spesa pubblica e tassazione, mentre il secondo termine è il moltiplicatore

monetario, che indica l’effetto delle variazioni dell’offerta nominale di moneta.

Costruzione della curva di domanda aggregata (AD)

Il passaggio successivo consiste nel derivare la curva di domanda aggregata (AD). Per farlo,

si rimuove l’ipotesi di prezzi fissi e si analizza come le variazioni dei prezzi influenzano il

reddito di equilibrio. Una riduzione del livello dei prezzi (PPP) aumenta l’offerta reale di

moneta (M/PM/PM/P), spostando la curva LM verso il basso e a destra. Questo provoca una

riduzione del tasso d’interesse, che stimola gli investimenti e, di conseguenza, il reddito.

La curva AD, che mostra una relazione inversa tra livello dei prezzi e reddito, è decrescente.

Tuttavia, l’inclinazione della curva dipende dalla sensibilità degli investimenti al tasso

d’interesse (bbb) e dalla sensibilità della domanda di moneta al reddito (kkk).

In condizioni estreme, come quelle ipotizzate da Keynes, se gli investimenti sono

completamente insensibili al tasso d’interesse (b=0b = 0b=0), una variazione dell’offerta reale

di moneta non influirebbe sul reddito di equilibrio, e la curva AD diventerebbe verticale.

Il modello IS-LM con prezzi fissi offre una rappresentazione completa dell’interazione tra

mercato reale e mercato monetario. La curva LM evidenzia come variazioni nel reddito

influenzino il tasso d’interesse, mentre il modello IS-LM dimostra che l’equilibrio simultaneo

dipende dall’interdipendenza di domanda aggregata, reddito e tasso d’interesse. Infine,

l’integrazione della curva AD mostra come le variazioni dei prezzi influenzino il sistema

economico, collegando il livello generale dei prezzi con il reddito di equilibrio.

36. Le politiche economiche e la loro ef

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lillafacose di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Universita telematica "Pegaso" di Napoli o del prof Lettieri Mattia.
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