2.1.2 L’ASSETTO ISTITUZIONALE DELLE AZIENDE DI CONSUMO FAMIGLIARE
L’interesse economico prevalente è quello manifestato dai componenti della famiglia e i portatori di interessi istituzionali sono i
membri formalmente e giuridicamente riconosciuti che compongono l’istituto; mentre il soggetto economico è chi assume
decisioni (adulti, capo-famiglia…)
Gli interessi economici non sono prevalenti, infatti le principali finalità sono le relazioni sociali, l’affettività e la procreazione;
mentre gli interessi economici si trovano nella necessità di soddisfare i bisogni attraverso il consumo di beni e servizi e per
garantirli è richiesta la disponibilità di mezzi economici, i quali sono conseguibili attraverso la cessione di risorse lavorative
(produce redditi) o attraverso la gestione dei risparmi.
Inoltre vi sono interessi economici non istituzionali portati da altre aziende famigliari, con le quali si instaurano rapporti di
sostegno o di supporto, oppure da imprese che contano sulla famiglia come cliente finale a cui indirizzare i propri prodotti.
2.1.3 L’ASSETTO ISTITUZIONALE DELLE AZIENDE COMPOSTE PUBBLICHE (STATO)
Nello Stato gli interessi istituzionali sono espressi dai cittadini attraverso la manifestazione di bisogni che possono essere
soddisfatti con il ricorso a beni o servizi pubblici, la cui erogazione è possibile dal prelievo di ricchezza degli stessi cittadini sotto
forma di imposte e tributi.
Inoltre i cittadini possono esprimere interessi economici nei confronti dello Stato poiché investono nei titoli del debito pubblico
e perciò attendono adeguate remunerazioni; però la sottoscrizione di titoli del debito pubblico di uno Stato può essere
effettuato anche da soggetti diversi dai propri cittadini e quindi essi entrano nel soggetto d’istituto pur appartenendo a
comunità politiche e territoriali differenti.
Altri interessi economici sono manifestati dalle persone che prestano la loro attività lavorativa come dipendenti e collaboratori.
Il soggetto economico dello Stato è rappresentato dall’insieme di persone che detiene il comando ed esercita i meccanismi di
rappresentanza della cittadinanza (come Governo, Parlamento, Sindaco…).
2.2 IL SOGGETTO ECONOMICO DELLE IMPRESE
Il soggetto economico è formato dall’insieme di persone nel cui interesse primario (o istituzionale) l’impresa è creata e gestita,
ovvero da chi la governa e la controlla. Si formano due concetti distinti che non sempre coincidono:
• Rappresentato dalle persone che beneficiano dell’attività d’azienda.
• Rappresentato dalle persone che controllano l’attività d’azienda.
Nonostante ciò il soggetto economico, anche se formato da più persone, è un organismo unitario data la caratteristica di
unitarietà dei processi aziendali e delle finalità. Ad esso fanno capo le prerogative di governo aziendali, dalla sua costituzione al
funzionamento.
Se le persone che detengono il diritto-dovere di governare sono troppo numerose bisogna individuare, attraverso la delega, un
organismo amministrativo, come il consiglio di amministrazione.
Però può anche accadere che il soggetto economico sia improprio, ovvero quando non tutti i componenti nominali esercitano le
proprie prerogative di governo, per esempio nel caso dei soci silenti, i quali, in mancanza di volontà o possibilità di partecipare
alla vita dell’impresa, si spogliano del proprio diritto attribuendolo al consiglio di amministrazione.
Il soggetto economico può essere identificato in relazione alle diverse forme con cui è consentito l’esercizio dell’attività
d’impresa:
• Nelle imprese individuali: il proprietario imprenditore coincide con il titolare dell’attività che conferisce i mezzi
patrimoniali e le prestazioni lavorative, perciò coincide anche con il soggetto economico.
• Nelle società: il soggetto economico non coincide necessariamente con i proprietari, inoltre molto spesso il fattore
lavoro non trova espressione e rappresentanza all’interno di esso; oppure può accadere il contrario, ovvero quando i
manager e i dirigenti non soci (conferenti lavoro), scelti con la delega a causa della spogliazione dei diritti di governo
dei proprietari (conferenti capitale), possono sostituire completamente i soci-proprietari nella conduzione d’impresa.
2.3 IL SOGGETTO GIURIDICO
Il soggetto giuridico è l’insieme delle persone che assume i diritti e risponde alle obbligazioni aziendali, esso può essere
identificato nelle diverse forme di esercizio dell’impresa:
• Imprese individuali: il titolare è il soggetto giuridico e perciò assume le responsabilità giuridiche nei confronti di terzi
con l’intero patrimonio personale.
• Società: separazione tra patrimonio personale e quello dei singoli soci, perciò si ha un’autonomia patrimoniale e il
soggetto giuridico è rappresentato dal patrimonio sociale; l’autonomia patrimoniale può avere vari gradi e quindi si
crea una distinzione tra:
o Società di persone: autonomia debole, in quanto se il patrimonio sociale non è sufficiente per rispondere agli
interessi di terzi, i soci devono mettere a disposizione il proprio patrimonio personale e devono rispondere in modo
illimitato e solidale. Perciò il soggetto giuridico coincide con i soci.
o Società di capitali: autonomia perfetta, infatti il capitale sociale è lo strumento di garanzia nei confronti di terzi e il
patrimonio personale dei soci rimane escluso. In questo caso il soggetto giuridico è la società stessa che opera
attraverso un rappresentante legale.
• Società cooperative: operano con una specifica e principale finalità; sono rivolte alla creazione di condizioni favorevoli
per le esigenze dei soci (cooperative di consumo) e formati da attività lavorativa (cooperative di produzione e lavoro, di
solidarietà sociale) o da fattori produttivi (cooperative di trasformazione e produzione). Esse possono assumere
alternativamente una responsabilità limitata al patrimonio sociale (soggetto giuridico = società) o illimitata (soggetto
giuridico = soci).
• Ente pubblico economico: il soggetto giuridico coincide con la società stessa poiché ha piena personalità giuridica per
l’attività economica e ha autonomia patrimoniale.
• Associazione: persegue scopi di natura assistenziale e volontaria e può essere:
o Riconosciuta: il soggetto giuridico è la società stessa poiché è dotata di personalità giuridica. Per esempio le ONLUS
(Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale).
o Non riconosciuta: il soggetto giuridico è l’insieme degli associati.
• Fondazione: soggetti di diritto privato che destinano un patrimonio al perseguimento di un fine di natura solidaristica;
essi hanno piena personalità giuridica e autonomia patrimoniale, perciò il soggetto giuridico è la fondazione stessa.
• Aziende di consumo familiare: il soggetto giuridico è dato dai componenti del nucleo in pieno possesso della capacità
di agire.
Le aziende possono collaborare tra loro e rinunciare progressivamente alla propria autonomia per perseguire un fine comune;
nei gruppi aziendali la rinuncia all’autonomia è completa, perciò il soggetto economico della singola società coincide con quello
della capogruppo, mentre le singole società mantengono la propria autonomia giuridica e perciò il soggetto giuridico coincide
con esse. In questo caso si assiste alla formazione di un unico soggetto economico, ma molteplici soggetti giuridici.
2.4 IL CONTRIBUTO DEGLI STUDI DI CORPORATE GOVERNANCE
Con corporate governance si identificano le relazioni tra strutture d’impresa e assetti proprietari, cioè tra i diversi soggetti che
operano nelle società per azioni (azionisti, consiglieri di amministrazione e manager) e gli strumenti con cui i conferenti capitale
si assicurano un ritorno sui propri investimenti.
Nel caso di azionariato diffuso, la principale conseguenza della separazione tra proprietà e controllo è l’attribuzione di potere ad
un manager; questa situazione può condurre ad effetti negativi e gli studi di corporate governance mirano a contenerli. Da ciò
nasce il cosiddetto “rapporto di agenzia” (Jensen, Meckling), ovvero le relazioni tra un soggetto, il principale (ovvero gli
azionisti), che delega l’utilizzo di risorse ad un altro soggetto, l’agente (ovvero il manager/gli amministratori), che detiene il
potere di controllo; in questo rapporto si determinano alcune criticità:
• Gli interessi dell’agente e del principale non coincidono.
• La propensione al rischio è differente tra agente e principale.
• Asimmetria informativa: le informazioni di cui dispone l’agente sono superiori rispetto a quelle del principale.
• Adverse selection: la scelta dell’agente non è proficua agli interessi del principale.
• Moral hazard: l’agente può avere comportamenti sleali.
Le leve su cui il principale-azionista può agire per garantire il massimo rendimento e ridurre i comportamenti opportunistici
dell’agente-manager, che possono portare ad un deterioramento dell’intero sistema di interessi degli stakeholder, sono:
• Sistemi di controllo e incentivazione dell’operato dei manager-agenti.
• Disponibilità di sistemi informativi affidabili e trasparenti.
CAPITOLO 3: I GRUPPI E LE ALTRE AGGREGAZIONI AZIENDALI
3.1 CENNI INTRODUTTIVI
Le aziende sono sistemi aperti che hanno relazioni di interdipendenza con l’ambiente, esse possono essere di due tipi:
• Concorrenza:
o Stimola le aziende all’efficienza e all’efficacia.
o Assicura ai consumatori e ai clienti le migliori condizioni d’acquisto.
o È favorita dalla globalizzazione e dalla liberalizzazione.
o Tutelata dalle autorità antitrust, le quali puniscono i comportamenti volti al perseguimento di posizioni
dominanti sul mercato.
• Collaborazione:
o Tende a limitare la concorrenza.
o Migliora la posizione competitiva dell’azienda.
o Permette una migliore realizzazione degli obiettivi.
o Riduce i costi di produzione e perciò migliora la produttività.
o Porta alla formazione di aggregazioni aziendali.
3.2 IL PRINCIPIO DELL’AUTONOMIA AZIENDALE
Un’azienda è autonoma se può essere costituita, gestita e liquidata in piena libertà dal soggetto economico compatibilmente
con l’ordinamento giuridico, inoltre deve essere caratterizzata dall’esistenza di un patrimonio proprio e dalla capacità di
conseguire i propri fini.
Tuttavia l’autonomia è un con
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