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PORTONOVO: sito dell'Italia centrale. E' nelle Marche e si sviluppa tra 5900-

5200 a.C. Nelle Marche i siti si dividono in 2 periodi:

-PRIMA FASE (Prima metà VI millennio a.C)

-SECONDA FASE (Seconda metà VI millennio a.C)

(Ricordiamo che quando si comparano più aree diverse bisogna basarci sulle

date al radiocarbonio)

PER COSA E' CONOSCIUTO IL SITO DI PORTONOVO: I FORNI NEOLITICI (Trovati

23 forni dei quali 7 interamente conservati). Il sito è vicino a una falesia (quindi

vicino al mare) e per questo è

stato trovato qualcosa legato al mare (conchiglie, lische di pesce...) ma poco a

differenza dei resti di terra (animali di terra, resti botanici...). Il livello del mare

non era dissimile

da quello attuale (poco più alzato nel neolitico). Oggi il sito ha problemi di

scavo e per lavori di ricostruzione urbana che hanno investito parte dell'area di

scavo (come un parcheggio).

I FORNI: scavati sotto terra. Da un buco scavato per terra e facilmente

accessibile, si scavava una piccola grotticella interrata dove mettere il

materiale per il forno. La terra era

prevalentemente argillosa, e quindi quanto si accendeva il forno nella

grotticella scavata, la terra argillosa si scaldava e si induriva per le proprietà

dell'argilla che si indurisce al

fuoco. La forma dei forni è da pizza.

I forni hanno più o meno tutti le stesse dimensioni. I forni erano appunto dentro

fosse scavate in modo irregolare per accederci e per scavare il forno (e

migliorare la sua funzionalità).

I forni non hanno tracce di interventi e manutenzione (i forni usati avevano

frammenti di parete sul pavimento). Ciò indica che dopo del tempo i forni

venivano abbandonati e poi chiusi,

sigillati con materiale omogeneo, come terra e legno...).

Alcuni forni sono riutilizzati per delle sepolture (due maschi di 35 e 50 anno,

una donna di 20 anni...) che includevano cisterne, silos e altri contenitori per

sepolture.

Attualmente molti dei forni non sono totalmente conservati

I MATERIALI DEI FORNI

Trovati in 4 forni (14-15-16-23) semi di orzo carbonizzati (per la tostatura dei

cereali?) l'operazione non è chiara. I resti faunistici sono abbondanti.

Comunque qui predominavano suini e

ovocaprini. Inoltre ci sono vertebre di pesce. Le CARIOSSIDI DI CEREALI sono

importanti per il trattamento degli alimenti per la conservazione e cottura cibi

(cariossidi trovate in forni).

Trovata tanta SELCE (e si consdera l'importanza del trattamento termico). Con

la selce si creavano strumenti per attività manuali (creare falcetti, lame per

caccia e lavorazione materiali).

Importanza delle tracce d'uso.

PIETRA SCHEGGIATA: Come materiali si recuperavano i ciottoli (facilmente

recuperabili) e si producevano oggetti di buona fattura il materiale della pietra

scheggiata.

Su essa abbiamo molte domande: come si spostavano le genti per prendere

certi tipi di ciottoli disponibili altrove, e perchè usavano poco la pietra locale?

Ricordiamo la presenza dello SHOCK TERMICO: per troppo calore e per

riduzione della resistenza, il materiale poteva essere rotto durante la cottura.

Per la COTTURA: si usavano resti di QUERCIA (legno non resinoso, resistente e

durevole come combustibile: usato per maggiore durabilità nella cottura dei

materiali).

LA CERAMICA. le forme sono prevalentemente CHIUSE e con vari elementi

compositivi.

L'INDUSTRIA LITICA: si prendeva la litica da FONTI SECONDARIE (Siti di Conero,

Foce Musone...). SI producono 3 tipi di prodotti litici:

- PER PERCUSSIONE DIRETTA (Schegge/Lamelle): materiale ad-hoc.

- LAMELLE A PRESSIONE

- PRODUZIONE ESOTICA: per scopo non immediato (come lamelle lunghe)

La materia prima più utilizzata: SELCE GRIGIO-BIANCASTRA

Trovata pure OSSIDIANA (vetro vulcanico) venuta da punti più lontani, come da

Lipari (nel tirreno), Palmarola nell'Italia centrale...

Com'è che si trova così tanto materiale da varie zone d'italia: SONO

ATTESTAZIONI DI SCAMBI TRA COMUNITA'. Quello che ci rimane da tutto questo

attesta attività di scambio.

LAVORO DI ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE: creazione di un forno (durata di 15

ore) simile per dimensioni a quelli di Portonovo. Attuata cottura all'interno con

molte sperimentazioni di cottura

di ceramica/cereali, tostatura e altro. E' stato testato l'ambiente di tipo

OSSIDANTE (circola più ossigeno) e RIDUCENTE (circola meno ossigeno) e

questo modifica la colorazione dei vasi,

nell'ambiente ossidante il colore è più rossiccio, in quello riducente è più scuro

per la presenza di anidride carbonica.

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Scienze biologiche BIO/07 Ecologia

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