Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ETEROTROFI E AUTOTROFI
In base al ruolo che svolgono i vari organismi per usare le varie risorse questi si dividono in
autotrofi ed eterotrofi.
Gli autotrofi si dividono in foto e chemio autotrofi, sulla base dell’energia che utilizzano per fissare
l’anidride carbonica, i fotoautotrofi trasformano l’energia solare in chimica; i chemio autotrofi
trasformano le sostanze inorganiche in organiche.
Le forme di energia radiante e chimica utilizzate dagli autotrofi sono trasformate in energia dei
legami carbonio-carbonio. La stragrande maggioranza della produzione avviene attraverso la
fotosintesi, sebbene la chemiosintesi sia fondamentale per alcuni batteri coinvolti nei cicli dei
nutrienti e in alcuni ecosistemi peculiari. Alcuni chemio autotrofi (in tabella 5.1)
Processo dei chemio autotrofi:
1. Sottrazione di elettroni da composti
inorganici ridotti che quindi si ossidano
2. Gli elettroni sono utilizzati per produrre due
composti ad elevata energia: ATP (adenosina
trifosfato) e NADPH (nicotinammide-adenin-
dinucleotide fosfato)
3. L’energia contenuta in ATP e NADPH viene
utilizzata per immagazzinare il carbono contenuto
nella CO2 atmosferica in composti organici
(processo identificato come fissazione del carbonio
attraverso il ciclo di Calvin un po’ diverso dalla fotosintesi) PAGINA 29
4. I composti organici prodotti saranno utilizzati per soddisfare altre esigenze energetiche per
la biosintesi (formazione di altri composti, membrane, organelli, tessuti).
Prima del 1650, si credeva che le piante ottenessero dal suolo le materie necessarie alla crescita.
Van Helmont organizzò un esperimento:
Tempo 0:
Pianta (2,3 kg) Suolo (91 kg)
Innaffiata solo con acqua piovana
Dopo 5 anni:
Pianta (74 kg) Suolo (90,94 kg)
Conclusioni: L’aumento di peso della pianta è dovuta all’acqua assorbita. Le conclusioni erano
sbagliate, ma gettarono le basi per la comprensione del fatto che la CO2 atmosferica era la
responsabile dell’aumento di peso. L’ esperimento mise in evidenza il ruolo della Co2.
Il processo fotosintetico è articolato in due fasi principali:
La prima fase o fase luminosa (400-700nm) - in cui si ha cattura della radiazione e fotolisi
dell’acqua da cui si ottengono elettroni per ridurre NADP a NADPH e per formare ATP. Le foglie
appaiono verdi perché assorbono tutti i colori tranne il verde, mentre alcune piante hanno
pigmenti accessori che fanno assorbire la luce a diverse lunghezza d’onda.
La seconda fase o fase oscura – in cui si ha la fissazione di CO2 e la sintesi di zuccheri. PAGINA 30
Fase oscura
Eterotrofi
La materia organica che fornisce energia agli eterotrofi include:
1. Organismi vivi (erbivori, carnivori)
2. Organismi morti (decompositori)
3. Detrito
L’acquisizione della sostanza organica è associata a tre momenti fondamentali:
a. Ricerca b. Ottenimento del cibo c. Assorbimento di energia e sostanze.
A seconda della materia che mangiano, gli eterotrofi producono una diversa quantità di energia.
Gli eterotrofi trasformano l’energia incorporata nella materia organica in energia chimica
utilizzabile attraverso processi come la respirazione che libera ATP. L’energia che l’eterotrofo può
utilizzare dipende anche da quanta ne consuma per la ricerca e l’ottenimento ma anche dalla
qualità della materia organica assunta. Es. lombrichi nel suolo e predatori si differenziano molto.
PAGINA 31
Le fibre (ricche di carboidrati complessi come
cellulosa o lignina), a differenza dei carboidrati
semplici, delle proteine e dei lipidi, sono considerate
di scarsa energia a causa della loro struttura e
dell’impossibilità di molti eterotrofi di scinderle in
composti utilizzabili.
I tessuti animali sono generalmente più ricchi di
energia di quelli vegetali, in quanto questi ultimi
presentano un’elevata frazione di fibre.
STRATEGIE DI ASSUNZIONE DI CIBO NEGLI ETEROTROFI
I batteri possono essere immersi nel loro cibo e assorbirlo attraverso la membrana cellulare;
spesso liberano all’esterno un’enorme varietà di enzimi (extracellulari) che degradano diverse
sostanze organiche operando una digestione esterna.
Gli insetti possiedono un apparato boccale molto diversificato e che riflette la diversità delle fonti
di cibo (detrito, piante, animali). Le mosche hanno apparato boccale con parti “spugnose” che
emettono saliva che inumidisce il cibo e parti che consentono l’assorbimento e l’ingerimento del
cibo. Le zanzare hanno apparato boccale succhiatore che consente di estrarre i fluidi della loro
fonte d cibo.
Gli uccelli possiedono un becco che mostra morfologie diverse che riflettono la moltitudine di
modi in cui catturano, manipolano e consumano il cibo. PAGINA 32
Gli erbivori, ingerendo cibo di scarsa qualità energetica, possiedono tratti digestivi più lunghi
rispetto a quelli dei carnivori per aumentare il tempo di digestione e la superficie di assorbimento.
Talvolta, sono coprofagi (re-ingeriscono le feci), aumentando l’assorbimento di vitamine.
Spesso, ospitano batteri simbionti che aumentano l’efficienza di assimilazione. Essi contengono
enzimi che ad esempio digeriscono la cellulosa.
PRODUTTIVITÀ
La produttività è la velocità con la quale si produce nuova sostanza organica.
La produttività primaria lorda (PPL) è la velocità totale di fotosintesi, compresa la materia
organica usata per la respirazione durante il periodo di misura. Quanto veloce è stata la fotosintesi.
La produttività primaria netta (PPN) è la velocità di immagazzinamento della materia organica
prodotta, al netto di quella usata per la respirazione (R) dalla pianta stessa durante il periodo di
misura (PPL=PPN+R). Diagramma di flusso che mostra l'allocazione dell‘ energia
per opera delle piante. I costi metabolici della biosintesi
del mantenimento dei tessuti rappresentano energia
perduta attraverso la respirazione e quindi non disponibile
per i livelli trofici superiori.
La quantità di sostanza organica che resta al netto della
respirazione si definisce produttività primaria netta, che è
visibile perché è quella che resta all’interno della biomassa
vegetale.
La produttività netta della comunità è la velocità di
immagazzinamento della materia organica non utilizzata
dagli eterotrofi (cioè la produzione primaria netta meno il
consumo degli eterotrofi) durante il periodo di studio.
La produttività secondaria è la velocità di immagazzinamento dell’energia a livello dei
consumatori. PAGINA 33
Componenti
principali di un ecosistema in un campo.
L’energia viene usata e convertita, si assorbe Co2, si formano carboidrati, si libera O2, la sostanza
organica viene mangiata dagli erbivori etc. (vedi ciclo della materia).
Componenti principali di un ecosistema di acqua dolce.
La differenza tra ecosistema terrestre e marino è la disposizione e distribuzione degli organismi
eterotrofi e autotrofi. Nell’ambiente marino, gli eterotrofi si trovano in tutta la colonna d’acqua,
ma il ciclo è lo stesso. Le sostanze decomposte dai decompositori possono risalire nella parte
superficiale del corpo idrico (in primavera e autunno) tramite mescolamento delle acqua. Durante
l’estate e l’inverno, le sostanze si stratificano per la densità dell’acqua. PAGINA 34
RIMESCOLAMENTO DELLE ACQUE O TERMOCLINO
Il termoclino è lo strato di transizione tra lo strato rimescolato di superficie e lo strato di acqua
profonda in corpi idrici profondi come oceani, mari e laghi. Le definizioni di questi strati sono
basate sulla temperatura. Lo strato di rimescolamento (mixed layer) è vicino alla superficie, dove la
temperatura è costante ed approssimativamente pari a quella dell'acqua di superficie. Nello strato
di termoclino, la temperatura diminuisce rapidamente dal valore assunto nello strato di
mescolamento a quello corrispondente alla temperatura dell'acqua profonda, che è stabile nel
corso dell'anno perché troppo profonda per poter essere influenzata dalla radiazione solare. Il
termoclino rappresenta quindi la zona di transizione tra lo strato superficiale e quello profondo.
Sotto il termoclino la temperatura rimane costantemente bassa. La repentina variazione di densità
costituisce uno sbarramento per la diffusione dei nutrienti quando le acque più calde galleggiano
sopra quelle più fredde. In inverno accade invece che le acque superficiali possono scendere a
temperature inferiori a quelle dello strato profondo, che sono costanti e si scostano di pochi gradi
dallo zero negli oceani. Quando ciò accade quelle profonde tendono a risalire perché meno dense,
ed in questa risalita trascinano verso l'alto i nutrienti, di cui sono ricche. Al contrario, quelle
superficiali tendono a scendere portando in profondità l'ossigeno, di cui sono ricche per effetto del
continuo contatto con l'atmosfera.
Senza l’ossigeno nessun organismo potrebbe vivere sott’acqua.
GRAFICO DELL’ENERGIA DI ODUM
Tramite il grafico vediamo qual è il destino dell’energia una volta che entra nel sistema in un livello
trofico.
L’energia che entra tramite l’input, viene assimilata in parte (organicazione, trasformazione dei
composti inorganici in composti organici), la restante parte no. Dell’energia assimilata una parte
viene respirata (vedere produzione primaria netta e lorda). Dell’assimilato, quello che è al netto
della respirazione va a formare la produzione quindi A = B+R.
L’energia assimilata viene suddivisa per l’accrescimento, per lo stoccaggio e una parte di questa
verrà escreta. Se volessimo mettere un livello trofico di seguito ad un altro notiamo che
dell’energia che arriva al primo livello trofico, soltanto una parte arriva all’ultimo livello, proprio
per continue perdite da un passaggio all’altro. All’interno di un sistema non possono essere
mantenute in esse più di 3-4 livelli trofici perché l’energia che arriva alla fine sarebbe insufficiente
PAGINA 35
per un ulteriore livello trofico. Nell’ambiente acquatico la quantità di energia a passare dal primo
livello al secondo è molto più alta rispetto all’ambiente terrestre, questo perché dipende dalla
quantità di biomassa vegetale, e in acqua c’è abbondanza di fitoplancton che non ha strutture di
mantenimento in cui viene persa energia per lo stoccaggio, dato che sono unicellulari, a differenza
ad esempio degli alberi, di cui vengono consumate solo foglie, frutti e semi.
Negli autotrofi l’energia assimilata (A) è la fotosintesi lorda o produzione primaria lorda. Negli
et