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Modulo elastico e resistenza dei vasi sanguigni

ID è il diametro interno dopo il trattamento. Un modulo elastico più alto indica una maggiore resistenza (arteria coronarica o femorale), mentre il vaso con un modulo elastico minore è l'arteria polmonare.

Per calcolare la resistenza del materiale, è necessario confrontare il comportamento elastico del materiale con quello dello stent. Consideriamo il modulo elastico su tratti di vaso mediante la misura del diametro esterno. Le pressioni coinvolte sono:

  1. Pressione interna necessaria per espandere lo stent
  2. Pressione che lo stent può resistere

Devono essere considerati due sistemi: il primo è quello della parete che è elastico. Si può immaginare che la situazione sia di questo tipo: il diametro del vaso viene occupato da una certa pressione e la parete farà una certa resistenza di tipo lineare. Essa può essere rappresentata come la resistenza di una molla e quindi come una costante elastica.

Siamo di fronte a due sistemi che possono agire.

contemporaneamente: l'arteria e la placca. La situazione iniziale è di questo tipo: D Ivuole essere portato a D dove si devetfermare. Per fare ciò si devono applicaredelle forze che schiaccino le molle. La pressione permette di ottenere unavariazione dei diametri che dipende dalmodulo elastico del sistema placca-paretevascolare, che sarà dato dalla somma deidue moduli elastici. Il sistema elastico potrebbe riportarsi allaforma iniziale, ma questo ha anche unarigidità come rapporto tra pressione evariazione del suo raggio (Kp):(D indica il diametro iniziale dello stent) La placca arriva fino a D , se riusciamo ad arrivare fino a D l'aumento della pressione è dato dalla retta:l tQuesta è la caratteristica del funzionamento del vaso. Proprietà meccaniche dello stent Avrà comportamento lineare alla Kp Man mano che viene applicata una pressione da parte della placca, il diametro dello stent si restringerà fino a undella ristenosi non sono ancora del tutto chiari, ma si pensa che possano essere dovuti a processi infiammatori e proliferativi. Per prevenire la ristenosi, sono stati sviluppati stent farmacologici, che rilasciano sostanze antiproliferative per inibire la formazione di neo-intima. Questi stent hanno dimostrato di ridurre significativamente il tasso di ristenosi. Tuttavia, anche con l'utilizzo di stent farmacologici, la ristenosi può ancora verificarsi in alcuni casi. In questi casi, possono essere necessari interventi aggiuntivi come l'angioplastica con palloncino o la riposizionamento di un nuovo stent. In conclusione, gli stent sono dispositivi medici utilizzati per trattare le stenosi dei vasi sanguigni. La scelta del diametro e della rigidità dello stent è fondamentale per garantire un corretto funzionamento e prevenire complicanze come la ristenosi. L'utilizzo di stent farmacologici può ridurre il rischio di ristenosi, ma in alcuni casi possono essere necessari interventi aggiuntivi.

La ristenosi è un fenomeno ancora poco conosciuto e varia da paziente a paziente. La rigidità del materiale sembra causare disturbi ai vasi sanguigni, così come la presenza di zone con elevato stress. Si sviluppano tre processi patologici:

  1. Fase infiammatoria, con attivazione delle cellule del sistema immunitario
  2. Proliferazione cellulare
  3. Rimodellamento, che avviene in 10-12 mesi

I fattori che contribuiscono alla ristenosi includono il rilascio di piastrine, trombi e fibrina che aderiscono allo stent, lo stile di vita e le malattie metaboliche, il restringimento del lume del vaso, la concentrazione di stress nella zona finale dello stent e il flusso disturbato all'interno della zona dello stent.

Un primo trattamento per inibire questo meccanismo è un trattamento farmacologico che agisce direttamente sullo stent, bloccando la proliferazione cellulare. Questi farmaci possono includere antineoplastici che bloccano le cellule tumorali, antitrombinici, immunosoppressori e farmaci inibitori della sintesi di collagene. Questi trattamenti sono stati oggetto di studio.

per bloccare la formazione della neo-intima, bloccandoli tra la fase G1 e S della divisione cellulare. Si possono mettere i farmaci come rivestimento sulla maglia dello stent tramite un polimero biodegradabile, che rilascia il farmaco nella zona dove deve agire. In più si può mettere un rivestimento ulteriore esterno che rappresenta una barriera di diffusione in modo da avere un rilascio lento del farmaco, per permettergli di agire nel momento più cruciale della ristenosi, che non avviene subito ma dopo 10-12 mesi. Oppure si possono inserire in alcuni reservoir presenti sulla maglia, caricati di farmaci (drug eluting intravascular stents). Il polimero deve essere a lento riassorbimento, in modo da non ostruire il vaso. Lo studio di questi stent è ancora in corso e in continua evoluzione.

Protesi vascolari

Dispositivi medici impiantati permanentemente per ripristinare la funzione di un tratto vascolare non più in grado di trasportare correttamente il sangue.

tratta di sostituire in tutto o in parte dei vasi arteriosi o venosi, i primi normalmente richiedono la sostituzione con più frequenza, a causa di stenosi o aneurisma. La parete vascolare ha una serie di strati:
  • Endotelio
  • Elastina
  • Cellule muscolari lisce
  • Tessuto fibroso
Questa composizione varia da distretto a distretto e a seconda del tipo di arteria; nelle grosse arterie c'è una componente elastica importante, che va diminuendo in quelle periferiche, inoltre è importante anche il tessuto muscolare liscio che modifica il tono del vaso - attività vasomotoria - questa è la parte più difficile da sostituire. Quando si arriva a dimensioni piccole (arteriole, venule) è difficile trovare un sostituto valido. La parte elastica, muscolare per le vene più piccole è quasi azzerata. Fattori da controllare: pressione, flusso ematico e rigenerabilità. La pressione sanguigna diminuisce allontanandosi dal cuore.

scende a valori non troppo bassi a livello delle arterie di medio calibro; c'è una funzione dei vasi sanguigni che riguarda la rigenerabilità: il tessuto riesce a rigenerare le proprietà meccaniche deponendo matrice, e proliferando cellule quando serve, così rinnova il tessuto.

Il materiale artificiale non può rigenerarsi invece. La componente elastica del materiale è molto alta per le grandi arterie, mentre diminuisce nelle arterie più piccole. È importante garantire che anche la protesi artificiale abbia questa componente.

Dobbiamo considerare anche il flusso del sangue che deve essere regolato dalle proprietà della parete, possiamo osservare i profili di velocità e, data la viscosità e le dimensioni dei vasi, il profilo è parabolico in fase sistolica, mentre in fase diastolica il profilo si appiattisce e può anche invertirsi.

Questa onda di velocità, che deriva dall'onda di pressione

È possibile se le pareti del vaso sono elastiche, in questo modo la trasmissione dell'onda permette una normale funzionalità. Per cui serve riprodurre queste proprietà anche alle protesi.

Nella quasi totalità dei casi gli impianti vascolari sono arteriosi:

  • le patologie venose sono meno frequenti e meno gravi
  • la pressione venosa è inferiore a quella arteriosa (danno vascolare limitato)
  • a livello venoso si generano circoli collaterali, che sopperiscono parallelamente il flusso quando ci sono problemi

Diverse patologie della parete vascolare arteriosa conducono alle due principali cause di malfunzionamento:

  1. stenosi
  2. aneurismi, quando la parete perde resistenza e va incontro a una dilatazione, esponendo il paziente alla eventuale rottura del vaso.

Ci sono dei requisiti per le protesi:

  1. Biocompatibilità
  2. Strutturalmente duratura
  3. Resistente alle infezioni
  4. Facile da sterilizzare e conservare
  5. Disponibile in differenti

dimensioni (diametri/lunghezze) per avere una corrispondenza perfetta

6) Facile da impiantare e suturare

7) Impermeabile al sangue

8) Non-trombogenica

9) In possesso di buona compliance (distensibilità)

10) Di basso costo e facile fabbricazione

La protesi dovrebbe essere il più possibile compatibile con le strutture adiacenti

  • Compatibilità morfologica: avere forma e dimensioni che ne consentano l'impianto
  • Compatibilità biologica: la sua presenza non deve indurre nell'organismo ospite reazioni che possano danneggiare sia l'organismo ricevente che la protesi stessa (es. formazione depositi o coagulazione cellulare)
  • Compatibilità funzionale: in esercizio deve replicare, senza subire rotture, il comportamento meccanico (strutturale, fluidodinamico) del vaso sostituito e mantenere la funzionalità nel tempo

Le valvole sono divise in grosso calibro e piccolo calibro, le prime hanno un successo maggiore nella sostituzione.

a)

Grosso calibro (diametro interno > 6mm) vengono usate per sostituire l'aorta e le sue diramazioni, cioè le arterie che originano dall'arco aortico e dalle arterie iliache. La velocità del flusso ematico è elevata e solo una piccola percentuale di sangue che fluisce attraverso il vaso viene a contatto con la parete, per cui i fenomeni trombotici sono meno drammatici.

Piccolo calibro (diametro interno < 6mm) proprieà essenziali per una protesi di piccolo calibro sono: superficie liscia a basso coefficiente di attrito, non trombogenica; dimensioni e proprietà meccaniche simili a quelle delle arterie che devono essere sostituite. Le protesi di piccolo calibro artificiali sono difficili da realizzare e di problematico funzionamento. Le protesi all'inizio erano biologiche: protesi omologhe con la vena safena, ombelicale o arteria mammaria; protesi eterologhe con la carotide bovina. A volte è difficile trovare un sostituto omologo.

inoltre se il paziente ha la necessità di sostituire una arteria è probabile che anche gli altri suoi vasi nativi non siano adatti. Si è passati perciò a protesi sintetiche: - tessili nylon, vynion, orlon; teflon; dacron - non tessili goro-tex Protesi biologiche: 1- Vasi e tessuti biologici non trattati chimicamente La vena safena autologa è ottimale per by-pass arterioso di diametro < 6mm, incluse le arterie distali e le coronarie. Le arterie autologhe (arteria mammaria, arteria iliaca interna ed esterna, arteria femorale) sono utilizzate per il bypass delle arterie cardiache e arterie periferiche. Entrambi i tipi di distretti vascolari hanno lo svantaggio della limitata disponibilità. In alternativa: La vena safena omologa, arterie omologa (homograft): si può usare una banca di tessuto, che viene prelevato da donatori cadaveri che permettono di risolvere p
Dettagli
A.A. 2022-2023
106 pagine
SSD Scienze mediche MED/36 Diagnostica per immagini e radioterapia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rebeccamassobrio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Dispositivi medicali e diagnostici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Remuzzi Andrea.