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Corallo Mediterraneo
Nome scientifico [1]
Corallium rubrum Secondo Ovidio (Metamorfosi, IV, 740-752) il corallo rosso nacque dal sangue
di una delle Gorgoni, Medusa, quando Perseo la decapitò. Le Gorgoni avevano la capacità di
pietrificare con lo sguardo, e il sangue di questa, al contatto con la schiuma creata dalle onde,
pietrificò alcune alghe che col sangue divennero rosse
Colore
Dall'arancio al rosso scuro Area di raccolta: tutto il bacino del Mediterraneo e specialmente Italia,
Spagna, Francia, Grecia, Jugoslavia, fino all’Algeria, Marocco, Tunisia.
Profondità
Dai 30/40 metri fino a 150/200.
Caratteristica
Colore uniforme, pasta compatta. Generalmente si presenta in cespi alti 15/20 cm e larghi l0/15cm,
a forma di albero. Il diametro, alla base, varia da 1 a 1,5 cm. Il peso di ogni cespo è di circa
100/1150 grammi. Ha una crescita molto lenta (3-4 cm l’anno) e questo lo rende particolarmente
vulnerabile all’azione di raccolta dell’uomo, un tempo operata con metodi distruttivi; oggi in Italia
si ha una pesca di tipo selettivo, effettuata in acqua direttamente da sub, che permette, se effettuata
con criterio, di massimizzare la resa della pesca con la scelta solo dei rami più grandi permettendo
nel contempo la salvaguardia della specie.
Utilizzo
Essendo compatto nel colore, è indicatissimo per la lavorazione del liscio, vale a dire collane,
cabochons, gocce, pendenti ecc.
Storia
La pesca del corallo rosso è stata ed è particolarmente praticata in Italia, Francia, Spagna, Grecia e
Tunisia, ma anche in maniera più ridotta in Algeria e Croazia. Si stima che negli anni passati,
nell'intero Mediterraneo, fossero pescate 60 tonnellate di corallo ogni anno. La pesca avveniva
attraverso una barca a vela latina denominata corallina, la quale trascinava una grossa croce di legno
a bracci uguali (chiamata dagli abitanti di Torre del Greco, primi pescatori di corallo, “ingegno”,
vale a dire congegno) appesantita attraverso grossi massi ed alla quale erano attaccate reti di canapa
(tale tipo di imbarcazione non è oggi più utilizzato in quanto mediante la stessa venivano sradicati
interamente i vari ceppi di corallo, impedendone la ricrescita).
La storia di Torre del Greco è talmente intrecciata con quella del corallo tanto da costituire un
[15]
binomio inscindibile, ed è documentata fin dal XV secolo . Nel 1790 fu costituita nella città di
Torre del Greco la Reale Compagnia del Corallo, con l'idea di lavorare e vendere il corallo pescato.
Ciò dimostra che la pesca del corallo era fiorente già da tanti anni nella città campana.
Inoltre fu promulgato il 22 dicembre 1789 da Ferdinando IV di Borbone il Codice corallino
(preparato dal giurista napoletano Michele Jorio), con l'intento di regolamentare la pesca del corallo
che in quegli anni vedeva impegnati, oltre ai marinai torresi, anche i genovesi, i livornesi e quelli di
Trapani. Tale regolamentazione non ebbe però il successo sperato. Dal 1805, anno in cui fu fondata
la prima fabbrica per la lavorazione del corallo a Torre del Greco (da Paolo Bartolomeo Martin,
francese ma con origini genovesi), iniziò il periodo d'oro per la lavorazione del corallo nella città
sita alle pendici del Vesuvio, anche perché insieme alla lavorazione la pesca del corallo era sempre
più sotto il dominio dei pescatori torresi. Dal 1875 i torresi iniziarono a lavorare con il corallo di
Sciacca e nel 1878 sorse in città addirittura una Scuola per la lavorazione del corallo (che chiuse
nel 1885 per riaprire nel 1887), presso la quale, nel 1933, fu istituito un Museo del corallo. In
seguito venne il momento della lavorazione del corallo giapponese scoperto sui mercati di Madras e
Calcutta. Oggi a Torre del Greco non viene quasi più praticata la pesca del corallo (l'ultima corallina
risulta in disarmo nel 1989) ma la città resta comunque il più importante centro al mondo per la
lavorazione del corallo, con oltre 2000 addetti al settore.
Sciacca
Nome scientifico
Corallium rubrum
Colore
Arancio (dal chiaro allo scuro).
Zone
Mare di Sciacca (Sicilia).
Profondità
Dai 30/40 metri fino a 150/200.
Caratteristica
Dal 1875 alla fine del secolo furono trovati, fuori Sciacca, tre giacimenti di corallo i quali, fino alla
fine del secolo, fornirono tonnellate e tonnellate di corallo. Si tratta di corallo subfossile, databile ad
alcuni milioni di anni fa.
Utilizzo
Il corallo di Sciacca fu lavorato, circa un secolo fa, per farne pallini, bottoni, spole, cannette.
Ancora oggi si trova un po' di grezzo, conservato gelosamente nei forzieri delle aziende più antiche,
che lo tengono come reliquie.
Bokè
(pelle d'angelo)
Nome scientifico
Corallium elatius
Colore
Rosa intenso compatto
Zone
Giappone
Profondità
200/300 metri
Caratteristica
Non è altro che uno dei colori dell'ampia scala cromatica dei coralli del Giappone. Ha la stessa
pasta, la stessa consistenza del corallo Satsuma. Anch'esso è percorso da un'anima di calcare bianco.
Naturalmente, nel corallo lavorato, meno si vede quest'anima e più il pezzo vale. Quando il rosa è
uniforme, senza macchie, siamo di fronte al pezzo raro.
Utilizzo
Dal momento che se ne trova pochissimo, l'utilizzo è razionalizzato al massimo. Soprattutto se ne
fanno cabochons per anelli e orecchini. Eccezionali sono le collane. è spesso considerato il corallo
più pregiato.
Miss
(Misu)
Nome scientifico
Corallium elatius
Colore
Bianco, bianco rosato, rosa pallido
Zone
Dal Giappone alle Filippine
Profondità
200/300 metri
Caratteristica
Spesso viene confuso (e venduto) come "pelle d'angelo", ma è meno pregiato. E' molto adatto ad
essere lavorato "liscio".
Utilizzo
Se ne ricavano pallini e cabochons dal bel colore rosa pallido.
Satsuma
(Momo, Cerasuolo)
Nome scientifico
Corallium elatius
Colore
Variabile dal rosa carico al rosso vivo.
Zone
Dal Giappone alle Filippine
Profondità
200/300 metri
Caratteristica
Il colore dei coralli giapponesi non è compatto, per cui non è raro trovare rami il cui colore parte dal
rosso di base per arrivare al bianco. Altra peculiarità, presente in tutti i coralli giapponesi, è il fatto
che tutto il cespo, dalla base fino al più piccolo rametto periferico, è percorso, come abbiamo già
detto, da una venatura bianca ("anima"). Ciò aiuta a riconoscere l'autenticità e la provenienza di un
corallo.
Grandezza
I cespi giapponesi per lo più hanno i rami disposti a ventaglio. La loro altezza, mediamente, è di
30/40 cm, la larghezza per lo più è pari all'altezza. Il peso di un cespo è proporzionato alla
grandezza. Mediamente, è intorno a 2/3 kg. t raro trovare qualche ramo eccezionale, di 70/ 80 cm di
altezza.
Utilizzo
E' straordinariamente adatto, per colore e morfologia, a essere inciso.
Tutte le statue, i fiori ecc. sono per lo più realizzati in questo corallo. Molto belli anche i cabochons,
bottoni, mandorle, gocce, i quali, date le misure molto grandi dei rami, possono raggiungere
notevoli dimensioni. Li si potrà riconoscere dal fatto che nella parte posteriore presentano spesso la
caratteristica venatura bianca.
Deep Sea
Nome scientifico
Non classificato
Colore
Tutte le tonalità, dal rosa pallido al rosso chiaro. Particolarmente vitreo, molto brillante
Zone
Hawaii
Profondità
1000/2000 metri.
Caratteristica
I cespi sono grandi da 20 cm in su. Come tutti i coralli del Pacifico, man mano che i rami si fanno
grandi si perde l'omogeneità dei colori. E' quindi impossibile avere, al di là di 10mm, un pallino o
un cabochon che sia omogeneo di colore. Essendo molto vitreo, spesso presenta spaccature.
Un'altra caratteristica è che i polipai sono presenti solo da un lato del cespo. Segno che, data la
profondità e le forti correnti, i polipi cercano protezione nascondendosi dietro i rami della colonia di
coralli.
Utilizzo
Viene usato in tutti i modi.
Aka
(Moro, Sangue di bue, Oxblood)
Nome scientifico
Corallium japonicum
Colore
Dal rosso vivo al rosso scurissimo
Zone
Giappone
Profondità
200/300 metri
Caratteristica
Estremamente vitreo, molto difettoso. è però il corallo nel quale, quando finalmente si riesce a fare
un pezzo senza imperfezioni questo è di una bellezza unica. Si tratta di uno dei coralli più rossi (e
cari) esistenti
Utilizzo
Dal momento che, soprattutto quello che si pesca oggi, è molto difettoso, si riescono a fare a
malapena cabochons. Viste le difficoltà di lavorazione una collana interamente in sangue di bue di
colore uniforme raggiunge valori elevatissimi.
La domanda che più di frequente viene posta è "Quale è il corallo più pregiato?" Non è facile
rispondere in quanto anche per il corallo vale la legge della domanda e dell'offerta. Vi sono stati
periodi nei quali un tipo di corallo a tutti noto, la "pelle d'angelo" dalla delicatissima colorazione
rosa, veniva ritenuto di poco valore e non considerata, mentre oggi è tra i più pregiati che esistano.
Il nome "bokè" in giapponese significa stupido, insignificante.
Le grandi aree di pesca del Pacifico e del Mediterraneo. I puntini rossi indicano le zone nelle quali è
presente il corallo
I rami dei coralli orientali sono molto più robusti di quelli mediterranei e possono arrivare anche a
70/80 cm di altezza. Rarissimi quelli più grandi.
Come si lavora
La lavorazione del corallo si divide in due differenti grosse famiglie: il liscio e l'inciso. Cosa si
intende per liscio? La lavorazione del liscio consiste nel realizzare sfere, barilotti, cannettine per
collane, oppure elementi ovali, tondi quali cabochons per anelli, orecchini. L'incisione consiste
nello scolpire nel corallo figure muliebri, cammei, motivi floreali, statuine. Nel far questo l'artista
deve, naturalmente, leggere nel corallo quello che nel pezzo è insito e cavarlo fuori usando il
bulino.
Fasi della Lavorazione
Lavaggio del corallo
E' la prima fase della lavorazione. Il corallo viene immesso in buratti con acqua ed altri componenti.
I buratti ruotando - fanno sì che il corallo perda la cosiddetta "veste", vale a dire la parte più esterna
e più giovane del ramo, quella che ancora non ha avuto il tempo di calcificarsi.
Tutte queste scorie vengono eliminate e dal buratto viene fuori il corallo rosso