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Come viene quindi distribuito nel corpo umano il mercurio organico? La principale modalità

di assunzione avviene tramite ingestione di organismi contaminati, perciò dal tratto gastro-

intestinale il metilmercurio viene assorbito e distribuito nel corpo, principalmente nel sistema

muscolare causando paralisi agli arti e generale debolezza muscolare e nel sistema nervoso,

dove causa più danni, per esempio alla vista e all’udito, con possibilità di creare allucinazioni,

stati paranoici e depressivi nell’individuo. I soggetti più a rischio sono sicuramente le donne in

gravidanza, quindi i feti e più generalmente i bambini, in quanto ancora in fase di sviluppo.

Quando una donna incinta assume metilmercurio, esso può raggiungere l’utero con

importanti conseguenze sul cervello e il sistema nervoso in crescita della prole,

compromettendone memoria, capacità di linguaggio e pensiero, attenzione e altre abilità

cognitive. È perciò importante prestare attenzione alla propria dieta, bilanciandola e

preferendo piccoli pesci rispetto a grandi predatori per ridurre i rischi di contaminazione.

Oltre all’intossicazione da ingestione di metilmercurio, l’uomo è costantemente esposto alle

sue forme elementari e inorganiche presenti in atmosfera, sicuramente ad impatto minore

sulla salute, ma non per questo trascurabili. L’altra grande fonte di assunzione del mercurio

avviene infatti tramite inalazione di vapori e polveri o per contatto dermico con essi, dalle

grandi industrie fino ai comuni oggetti domestici, il mercurio è largamente presente nella vita

di tutti i giorni. La principale fonte di esposizione umana al mercurio elementare, almeno in

Europa, è rappresentata dai vapori rilasciati dall’amalgama dentale delle otturazioni, essendo

costituita per il 50% da mercurio, dall’applicazione dell’amalgama vengono rilasciati vapori di

e ioni metallici. Questi vapori vengono in parte esalati, in parte inalati nei polmoni e

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assorbiti dal sistema circolatorio ed in parte trattenuti a livello salivare ed inghiottiti. Solo una

minima parte di questo mercurio elementare viene assorbita dal tratto gastro-intestinale, la

maggior parte grazie alla sua elevata tensione di vapore viene facilmente catturata dal tratto

respiratorio e tramite il sistema circolatorio, essendo un elemento liposolubile, è in grado di

attraversare le membrane cellulari come la emato-encefalica, accumulandosi nel sistema

nervoso centrale dove espleta la sua tossicità. Nel resto del mondo il mercurio è ancora

ampiamente impiegato per le attività industriali e di estrazione di oro e altri minerali. Vi sono

infatti categorie lavorative particolarmente esposte a contaminazione da mercurio

elementare e inorganico nei settori di produzione di equipaggiamenti elettrici, termometri,

barometri oppure nel settore chimico come negli impianti cloro-soda e in generale in ogni

industria che utilizzi la combustione del carbone per la produzione di energia, che oltre a

essere il maggiore responsabile dell’inquinamento atmosferico e del cambiamento climatico è

responsabile anche di circa il 24% delle emissioni globali di mercurio! In realtà anche la sola

rottura di prodotti in vetro o metallo contenenti mercurio ci espone a rischio, come anche

l’uso di vernici, cosmetici, l’ingestione di medicine o cibi vegetali contenenti sali di mercurio o

l’utilizzo di alcuni disinfettanti come il mercurocromo, poiché oltre all’inalazione esso può

essere introdotto nel nostro corpo anche per contatto con la pelle. Tengo a precisare che nel

quotidiano è possibile però ridurre i rischi di contaminazione, documentandosi e preferendo

alternative più ecosostenibili e salutari sia per noi che per l’ambiente e che molti prodotti sul

mercato contenenti il mercurio sono già diventati obsoleti da diversi anni.

Capitolo 3: Metabolismo, siti di accumulo, escrezione nell’uomo

Il mercurio presentandosi in diverse forme, possiede differenti vie metaboliche

nell’organismo umano. Nell’inalazione del mercurio elementare circa il 70-80% di esso viene

assorbito nei polmoni dagli alveoli e passa nel torrente circolatorio per essere poi distribuito

in tutto il corpo. L’assorbimento gastro-intestinale, pari allo 0,04%, è trascurabile a causa

della sua rapida trasformazione a livello gastrico in e successivo legame con i gruppi

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sulfidrilici -SH delle proteine, così come l’assorbimento cutaneo in quanto solo il 2% di quello

polmonare. Introdotto nell’organismo il mercurio elementare viene quindi rapidamente

ossidato al suo catione bivalente ad opera dell’enzima catalasi e in questa forma si accumula

in diversi tessuti e organi, primo tra tutti i reni. Prima che venga ossidato è però in grado di

attraversare la barriera emato-encefalica e la barriera placentare grazie alla sua liposolubilità

e alla mancanza di carica elettrica, accumulandosi nel cervello e nel feto se presente. Nel feto

si dirige generalmente nel cervello dove causa maggiori danni, anche se la maggior parte la si

ritrova nel fegato. A seguito di un’esposizione a mercurio elementare, esso circola nel sangue

dai 3 ai 18 giorni e viene escreto prevalentemente tramite l’aria esalata, sudore e saliva.

Il mercurio inorganico sotto forma di catione bivalente, invece, una volta penetrato

nell’organismo, generalmente per inalazione di vapori o utilizzo di creme e saponi contenenti

sali di mercurio, manifesta la sua tossicità prevalentemente in sede renale. Meno del 10% di

mercurio inorganico introdotto tramite cibo contaminato viene assorbito dal tratto gastro-

intestinale. Esso si lega ai tioli (R-SH) delle proteine e può interferire con le funzioni di enzimi

e proteine di struttura delle cellule. La sua esposizione prolungata può inoltre causare danni

ai microtubuli del citoscheletro cellulare e stress ossidativo. Essendo però scarsamente

liposolubile, al contrario della sua forma elementare, non riesce a penetrare le barriere

cellulari se non in minima percentuale, depositandosi principalmente nel fegato e nei reni

molto rapidamente ed è poi in grado di passare nel latte materno. Il trasporto nell’organismo

di avviene grazie al sistema circolatorio, per più del 50% a livello plasmatico e il suo

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tempo di dimezzamento nel sangue è di circa 28 giorni. Viene espluso prevalentemente

tramite feci e urine, oppure in caso di gravidanza nel latto materno legato alle albumine e

caseine sieriche, anche se secondo questa modalità diventa purtroppo fonte di

contaminazione per la prole.

Per quanto riguarda la sua forma organica, nell’uomo il 95% di metilmercurio ingerito

attraverso il cibo viene assorbito dal tratto gastro-intestinale e distribuito dal sistema

circolatorio nell’intero organismo in 1-2 giorni. A livello circolatorio viene trasportato per il

90% all’interno dei globuli rossi grazie ai legami con i gruppi SH dell’emoglobina e per il 10%

nel plasma. La causa della sua ampia distribuzione nell’organismo è la sua capacità di

complessarsi con la cisteina libera (L-Cys), oppure con l’albumina e il glutatione,

rispettivamente una proteina e un peptide contenenti questo amminoacido. Il complesso

metilmercurio-cisteina viene riconosciuto dalle proteine carrier come un altro amminoacido

essenziale ossia la metionina ed è in grado data anche la sua liposolubilità di attraversare la

barriera emato-encefalica e placentare, accumulandosi in cervello, feto in fase di sviluppo, ma

anche in altri organi come reni e fegato. È proprio questa interazione con la cisteina che

determina il suo grado di assorbimento, studi in vitro e su animali hanno dimostrato come il

trasporto di MeHg all’interno del fegato e soprattutto del cervello risulti più efficiente a

seguito della formazione del complesso MeHg-L-Cys, mentre al contrario i suoi complessi

contenenti la D-cisteina (D-Cys) ostacolano la penetrazione del metilmercurio nelle cellule

endoteliali dei capillari cerebrali e quelli contenenti la L-metionina la impediscono

totalmente. Una volta nel sistema nervoso centrale il metilmercurio si accumula all’interno

degli astrociti, cellule della glia con funzione nutritiva e di sostegno per i neuroni, con tempi di

dimezzamento estremamente lunghi, causando violente disfunzioni neurologiche (le

approfondiremo meglio nel prossimo capitolo). Il tempo di dimezzamento del MeHg nel

sangue è di circa 70 giorni negli individui adulti, 90 giorni nei bambini e 46 nelle donne che

allattano. Viene escreto tramite la bile nell’intestino, il 90% di esso viene poi eliminato

definitivamente attraverso le feci e in minima quantità attraverso urine e sudore, mentre la

restante parte viene riassorbita, seguendo il ciclo entero-epatico, con tempi di eliminazione

molto più lenti. La quota di mercurio liberatasi nell’organismo in forma cationica è eliminata

poi per via renale.

Capitolo 4: Meccanismi di tossicità e bersagli preferenziali nell’uomo

Come il mercurio danneggia il nostro corpo? Una volta penetrato nel nostro sistema nervoso

centrale, il metilmercurio si accumula negli astrociti e manifesta eccitossicità. Si tratta di un

fenomeno di tossicità neuronale a seguito di un’esposizione ad elevate concentrazioni di

glutammato (Glu) ossia il principale neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso

centrale. I recettori ionotropici postsinaptici del glutammato sono regolati dal N-metil-D-

aspartano (NMDA) e attivati dal loro ligando o da altri fattori, permettono il passaggio di ioni

e all’interno del neurone e ioni al suo esterno. L’eccitossicità è una delle cause

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principali della neurotossicità del metilmercurio, le aree maggiormente danneggiate dal

mercurio sono quelle che presentano una più cospicua densità di recettori NMDA, difatti le

cellule cerebellari molecolari e del Purkinje, scarsamente popolate di questi recettori, sono

esenti da condizioni di avvelenamento cronico da Hg. Contrariamente le cellule granulari

cerebellari, bersaglio preferenziale nella neurodegenerazione indotta dal mercurio,

presentano elevata densità di recettori NMDA, così come la corteccia visiva primaria. Il

metilmercurio inibisce la penetrazione del glutammato negli astrociti causando un’eccessiva

concentrazione di amminoacidi eccitatori nel liquido extracellulare con conseguente

iperstimolazione del neurone post-sinaptico e distribuzione del dentrite o dell’interno del

neurone per mezzo di processi di necrosi e apoptosi. Questo perché in presenza di MeHg la

capacità degli astrociti di assorbire e rimuovere il glutammato in eccesso viene ostacolata,

determinando un aumento di eccitossicità mediata sempre dai rec

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
10 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/13 Biologia applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Juvi4 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biologia ambientale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Maestri Elena.