vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
EVENTI
Quando si parla di programma serializzati, si pensa più all’accumularsi di eventi
narrativi tra loro connessi che alla presenza costante e coerente di un universo
narrativo popolato da personaggi fissi: ci aspettiamo che ciò che succede in un
episodio venga ricordato dai personaggi negli episodi successivi, e che lasci
qualche traccia nel mondo narrativo.
La maggior parte dei programmi a episodi convenzionali non prendono
una posizione chiara su questo punto, e preferiscono ignorare alcuni
eventi passati piuttosto che negarne esplicitamente l’esistenza.
Le serie nelle quali gli eventi narrativi si accumulano danno invece prova
di quest’evoluzione diegetica tramite i ricordi dei personaggi, lasciando
che siano loro a narrare gli eventi passati mentre li scoprono o li
raccontano ad altri, creando così un senso di continuità attraverso i
dialoghi e le azioni
Anche le ambientazioni possono avere una loro memoria, nel caso in cui
conservino traccia degli eventi narrativi
Una delle difficoltà della tv seriale è riuscire a comunicare agli spettatori le
proprie norme intrinseche, affinché lo spettatore capisca quale livello di
comunità debba aspettarsi dalla serie, una cosa che di solito viene stabilita
dalla frequenza con cui i personaggi fanno riferimento agli eventi passati e da
quanto l’universo narrativo ne reca traccia: più una serie ci ricorda che i suoi
eventi narrativi hanno un impatto cumulativo, più lo spettatore si aspetta da
essa continuità e coerenza.
Esistono diversi tipi di eventi narrativi e non tutti possono essere integrati nella
macrostoria.
Seymour Chatman distingue gli eventi maggiori e gli eventi minori:
- Nuclei (kernel) sono imprescindibili per il funzionamento della
catena di eventi di una trama
- Satelliti (satellite) possono essere omessi senza inficiare la
comprensione della storia, anche se contribuiscono al ritmo, alle
atmosfere e alla profondità dei personaggi.
Una delle attrattive di una narrazione serializzata risiede proprio
nell’invogliare lo spettatore a chiedersi se un dato evento si rivelerà un
nucleo o un satellite, in relazione a un arco temporale più ampio o anche
a tutta la serie
Sono gli eventi maggiori a far avanzare la storia, ma con ripercussioni
sempre diverse. Molti nuclei sono eventi obiettivi che modificano la storia
in modo evidente (ex. Jim e Pam che si sposano in The Office)
Questi eventi si ripercuotono in modo evidente sull’insieme dei
personaggi e modificano gli equilibri dell’universo narrativo
asserzioni narrative
Questi eventi sono perché non rimangono dubbi su
ciò che è successo, perché è successo o come. l’unica domanda che
suscitano è “e adesso?” enigmi narrativi
Alcuni eventi fungono da non chiariscono cosa sia
successo realmente o il perché sia successo e come si sia arrivato a quel
punto, a volte non si sa neanche se l’evento sia accaduto veramente
Gli enigmi narrativi dipendono da ciò che è davvero successo in
precedenza, ma alimentano i dubbi sui dettagli della situazione narrativa
attuale
Ex. la scoperta del corpo di Laura Palmer in Twin Peaks
La maggior parte delle serie tv ruota intorno alle possibili conseguenze
delle affermazioni narrative, piuttosto che alimentare enigmi collegati al
passato
Persino nelle serie in cui il passato dei personaggi è determinante (ex.
Revenge), la trama si sposta principalmente in avanti, proponendo al
massimo flashback riguardanti aspetti peculiari del passato di un
personaggio, ma senza proporre misteri intricati sperando che gli attori
abbiano voglia di dipanarli.
Gli enigmi e le asserzioni narrative suscitano nello spettatore diversi tipi
di coinvolgimento e reazioni diverse:
Suspense
o Sorpresa
o Curiosità
o Istinto di fare delle ipotesi
o
La varietà degli esiti possibili rivela quanto sia importante la temporalità nella
costruzione di una narrazione seriale, poiché se gli spettatori che gli stessi
autori devono gestire i diversi piani temporali del passato, del presente e del
futuro se vogliono far quadrare ciò che succede all’interno di un universo
narrativo
TEMPO è un elemento essenziale e determinante nel caso della televisione
Si possono considerare tre tipologie di flusso temporale che riguardano
qualsiasi narrazione:
- Tempo della storia/story time è la cornice temporale della diegesi, il
modo in cui il tempo trascorre all’interno del mondo narrativo: di
norma, il tempo della storia segue le convenzioni del mondo reale, una
cronologia inequivocabile e una progressione lineare, con eccezioni
soltanto nei casi in cui i personaggi viaggiano nel tempo (ex. Lost)
Le narrazioni complesse spesso riorganizzano il tempo della
storia tramite l’uso di flashback, ripetizioni di eventi passati e
cronologie non lineari si tratta di esplicite manipolazioni
temporali: si parte dal presupposto che i personaggi abbiano
vissuto gli eventi in progressione lineare
- Tempo del discorso/discourse time è la struttura temporale scelta
per raccontare la storia e, di solito, differisce dal tempo della storia
perché omette, tramite il montaggio, gli archi di tempo privi di eventi
rilevante.
- Tempo del racconto/narration time è il tempo materialmente
necessario a raccontare e a fruire una storia
Nei film e in televisione il tempo del racconto è controllato in modo
rigido, dato che un film di due ore ha la stessa durata per tutti gli
spettatori.
Nelle serie il tempo del racconto è ancora più circoscritto per via della
loro cadenza settimanale e delle interruzioni pubblicitarie tempo
Parlando di cinema e televisione è meglio parlare di
dello schermo/screen time
Il suo compito più importante nella ricerca di un equilibrio
tra la forma a episodi e il serial, è quello di creare delle
sequenze di apertura e chiusura di ogni episodio, che
delimitino la puntata, in quanto porzione di un racconto
più ampio, sia l’intervallo tra gli episodi.
Generalmente gli episodi iniziano con:
Riepilogo degli eventi precedenti
Sigla di lunghezza variabile e titoli di testa che
possono anche sovrapporsi alle prime scene
Generalmente si concludono con:
Titoli di coda
Logo della casa di produzione
Anticipazione degli eventi futuri
La comprensione del tempo narrativo da parte dello spettatore è fondamentale
per lo storytelling delle serie, poiché la serialità stessa è definita dal suo utilizzo
del tempo.
La struttura base della forma seriale vede un sistema temporale nel quale la
storia viene raccontata in blocchi separati da intervalli settimanali, nonché
attraverso un uso rigidissimo del tempo dello schermo.
L’intervallo è importante perché dà il tempo agli spettatori di appassionarsi
maggiormente alla serie, partecipando a community, leggendo recensioni e
paratesti, e facendo ipotesi sulle puntate future
Il tempo della storia e il tempo del discorso influiscono sulla serialità meno che
il tempo dello schermo, ma sono comunque importanti.
Alcune serie fanno sì che il tempo del discorso diventi parte importante della
ritualità della fruizione.
Ex. Twin Peaks ricorre a un uso strutturale del tempo del discorso: ogni
episodio si svolge più o meno nell’arco di una sola giornata, dando un ritmo
chiaro al flusso narrativo della serie
Lost crea un legame tra il tempo della storia e il tempo dello schermo perché
crea il suo racconto intorno all’evento narrativo dello schianto del volo 815,
avvenuto nella finzione il 22 settembre del 2004, che è però anche la data
reale della prima tv della serie negli Stati Uniti.
Per quanto esistano senza dubbio altri modelli di racconto televisivo, la
maggior parte delle serie tv complesse si distingue per il modo in cui gestisce
eventi, personaggi e immaginario all’interno di quello spettro di opzioni che va
dalla forma a episodi a quella seriale.
CONTESTI E VINCOLI DELLA COMPLESSITÀ
La complessità narrativa è ormai talmente diffusa e popolare che potremmo
considerare quel periodo che va dagli anni ’90 fino a oggi come l’era della
televisione complessa.
La complessità non ha sostituito le forme convenzionali della maggior parte dei
programmi televisivi a tutt’oggi vanno in onda molte più sitcom e serie
convenzionali che narrazioni complesse, per non parlare dei tanti generi di non-
fiction o semi-fiction di successo come i reality, i telegiornali satirici e i
programmi di lifestyle, che a tutt’oggi sono anzi tra i più diffusi
Alcuni cambiamenti fondamentali riguardanti l’industria dei media, la
tecnologia e i comportamenti del pubblico coincidono cronologicamente con la
diffusione della complessità narrativa.
Un fattore che ha influenzato la diffusione della complessità narrativa in
televisione è stato la graduale legittimazione del mezzo e il conseguente
aumento di attrattività dei suoi autori
Molti dei programmi televisivi innovativi degli ultimi vent’anni sono stati creati
da autori che hanno cominciato nel cinema:
- Joss Whedon Buffy, Angel e Firefly (come sceneggiatore)
- David Lynch Twin Peaks (come autore-regista)
- JJ Abrams Alias, Lost e Fringe (come autore-regista)
Patte dell’attrazione che la televisione ha esercitato su questi autori sta nella
sua reputazione di medium ideale per i producer, un ambiente nel quale gli
autori possono mantenere il controllo sul proprio lavoro, più di quanto avvenga
nel cinema, che è invece incentrato sul regista
Con la diffusione dei reality, quale alternativa popolare e redditizia ai
programmi sceneggiati, gli autori televisivi sembrano ancora più propensi a
ricorrere alle innovazioni per dimostrare che alcune cose si possono fare
soltanto in una serie televisiva
La complessità narrativa mette in evidenza i limiti dei reality, poiché sfoggia
un controllo della trama difficilmente accessibile ai producer di questo genere
televisivo.
Molti autori preferiscono così affrontare le maggiori possibilità e difficoltà
creative connesse a una serie tv di lunga durata rispetto a quelle di un
lungometraggio è semplicemente impossibile, in un film di due ore,
raggiungere lo stesso approfondimento dei personaggi, mantenere una
sottotrama fissa così a lungo o ricorrere a episodi speciali
Anche la televisione ha aspettato a lungo pr