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DEL PATOGENO
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MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO ANTIGENICO: MUTAZIONI GENI VIRALI
VIRUS INFLUENZALE
M O D I F I C A Z I O N E D E L L’ A S S E T T O A N T I G E N I C O : S T R U T T U R A
DELL’EMOAGGLUTININA
questa è la struttura dell’emoagglutinina. Abbiamo
la sua parte attiva che è quella che serve al virus
per infettare ed è anche quella che è riconosciuta
dagli anticorpi neutralizzanti che vanno a
riconoscere questa parte del virus, lo bloccano e
non lo fanno funzionare. Qui cerca allora di mutare
per non essere più riconosciuto dal sistema
immunitario ma mantenendo la funzione della
proteina
DERIVA E COMUNICAZIONE ANTIGENICA
Questo è quello che accade da un anno
all’altro. Il virus dell’anno scorso ha indotto
la produzione di anticorpi e di altre difese
immunitarie come i linfociti t citotossici.
Questi anticorpi riconoscono diverse cose
sul virus. Quelli più importanti sono gli
anticorpi neutralizzanti (in rosso) che
riconoscono le strutture che il virus utilizza
per entrare nella cellula bersaglio. Grazie
all’inserimento di mutazioni puntiformi e un
fenomeno chiamano deriva antigenica
ANTIGENIC DRIFT il virus viene a
cambiare le sue molecole funzionali di
membrana. Il sito di interazione con la cellula cambia (da rosso a blu) e gli
anticorpi non riconoscono più il virus per cui non riescono ad esercitare
questa difesa ef cace che è la neutralizzazione. Un po’ di anticorpi mi
rimangono ma non abbastanza per poter combattere l’in uenza. Una volta
ogni tanto può succedere una variazione molto più drammatica quello che
si chiama ANTIGENIC SHIFT. In questo caso il virus dell’in uenza si fonde
con un altro virus in uenzale generalmente di un animale (in questo caso
del maiale). Se un maiale è infettato da tutte e due, nel corso di questa
infezione mista la produzione di un virus ibrido che contiene geni del virus
del maiale e i geni del virus dell’uomo viene fuori un nuovo virus in grado di
infettare l’uomo e che è riconosciuto malissimo o quasi niente dalle difese
immunitarie del nostro organismo in quanto questo è un virus nuovo.
Questo capita con una pandemia in uenzale. Fino agli anni 70 capitava
una volta ogni dieci anni questo fenomeno poi dagli anni 70 in poi non ce
ne sono più stati.
In alcuni casi, alcuni patogeni hanno un meccanismo genetico che
permette loro di evitare il riconoscimento. Ad esempio interessante quello
adottato dal tripanosoma. Questo è riconosciuto dal sistema immunitario a
livello di una proteina chiamata glicoproteina a variante speci ca di
super cie VSG. Il tripanosoma che è un parassita ha molte varianti geniche
cioè nel suo genoma ha tanti di questi VSG un po’ diversi uno dall’altro e
ne attiva uno alla volta.
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MODIFICAZIONE DELL’ASSETO ANTIGENICO: CONVERSIONE GENICA
DELLA GLICOPROTEINA VARIANTE-SPECIFICA DI SUPERFICIE NEL
TRIPANOSOMA
Questo signore è stato infettato da un tripanosoma che aveva questo VSG
(quello azzurro) VSG1. Ha la febbre e poi sviluppa una risposta anticorpale
molto ef cace contro questa variante azzurra. Se io vado a vedere il
numero di tripanosomi che sono nel sangue vedo che questi aumentano
no ad un picco e poi crollano. Quando crollano è perché il soggetto sta
producendo anticorpi che fanno fuori i tripanosomi.
Questo signore sta bene per un po’ ma poi i tripanosomi ripartono ma con
una VSG differente, in questo caso VSG2 (in rosa) e il sistema immunitario
così non lo riconosce più. Quindi questo tripanosoma può ripartire no a
quando non è riconosciuto dal sistema immunitario e viene fatto fuori
anche questo. Allora i sopravvissuti diventano VSG3, riparte l’infezione e
così via.
L’agente causale della gonorrea è la neisseria sta lì appiccicata alla
mucosa delle vie genitourinarie e li cresce. Sta attaccata tramite la pilina.
Anticorpi che beccano la pilina impediscono al gonococco di stare li
appeso, lo fanno staccare per cui viene eliminato con le urine. Quindi una
risposta IGA, una pilina è una risposta ef cace. Il gonococco utilizza piline
diverse in modo da sottrarsi continuamente al riconoscimento da parte
delle IGA.
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2) MIMETIZZAZIONE DEL PATOGENO: in questo caso il
patogeno non cambia i propri antigeni ma cerca di non
farsi riconoscere. Ci possono essere vari meccanismi ad
esempio nel caso del virus l’herpes questi utilizzano
molto la fase di latenza. Sono virus che hanno un genoma
che si può integrare nel DNA della cellula ospite e una
volta che è integrato questo genoma non viene espresso
e non vengono prodotte le proteine virali. Ad esempio chi
ha l’herpes labiale e lo prende viene fuori questa lesione
causata da questo virus, il sistema immunitario risponde,
attiva i citotossici e fa fuori il virus. Ma il virus si va a
nascondere fango germinale, il sistema immunitario
pensa che non ci sia più ma in realtà c’è ancora. Quando
arriva uno stimolo, il virus si riattiva, percorre le bre
nervose e va a re infettare la mucosa labiale. Non è una
nuova infezione in quanto non sono mai guarito. Questo
vale per altri virus come ad esempio Epstein-Barr che è
la mononucleosi infettiva. Il 94% della popolazione l’ha
già fatta anche se non lo sa perché si può presentare
come una banale in uenza e la maggior parte di quelli
che sono entrati a far parte di questo virus non ne sono
mai usciti. Il 94% delle persone che sono positive agli
anticorpi hanno anche il virus in alcuni linfociti b. questo
non si re attiva in linea di massima ma c’è chi dice che
può essere responsabile di alcune malattie auto immuni.
Oppure un altro virus è quello della varicella chi l’ha fatto
non l’ha mai buttato fuori ma rimane li nascosto. Quando
le difese immunitarie di quel soggetto vanno giù la
malattia può ripartire non come varicella ma come fuoco
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di sant’Antonio. Uno dei motivi per la quale non si riesce
a guarire da HIV è che noi abbiamo dei farmaci molto
potenti per il virus attivo ma il virus si nasconde nelle
cellule dendritiche dei macrofagi e su quel virus nascosto
i farmaci non possono fare niente. Altre forme per
nascondersi sono andare a localizzarsi in un posto dove
il sistema immunitario non arriva. Il plasmodio della
malaria infetta i globuli rossi e la membrana del globulo
rosso lo protegge dal sistema immunitario. Il globulo
rosso è una molecola MHC quindi i citotossici non li
possono riconoscere, non sono riconosciuti dall’NK e gli
anticorpi non possono entrare all’interno del globulo.
Alcuni altri batteri si ricoprono anticorpi poco ef caci o di
brina che è self. Quindi alcuni sta lococchi ricoperti di
brina non sono riconosciuti dal sistema immunitario.
In ne abbiamo visto che i virus inibiscono l’espressione
di MHC di classe1 e quindi non si fanno riconoscere dai
linfociti t citotossici e i più furbi fanno mettere in
membrana la cellula infettata HLA-G che è la molecola di
classe1 che inibisce l’NK. Quindi si proteggono sia dai
linfociti t citotossici sia dall’NK. Questo è il problema della
malaria.
MIMETTIZZAZIONE DEL PATOGENO: MALARIA
Abbiamo la nostra zanzara anofele che è infettata,
punge un soggetto iniettandogli dell’anti coagulante
perché vuole succhiare il sangue e in questo sono
presenti gli sporozoiti che sono la prima forma
infettante. Questi arrivano nel fegato, lo infettano e
rapidamente producono merozoiti che sono la
forma principale del parassita e vanno a colonizzare
i globuli rossi. Dentro il globulo rosso il merozoita
cresce, prolifera e una volta che ha proliferato
troppo fa scoppiare il globulo rosso. Il merozoita
viene rilasciato, induce febbre e c’è il picco febbrile.
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La malaria può essere terzana, quartana questo vuol dire che questi cicli di
rottura dl globulo rosso avvengono ogni 3 o ogni 4 giorni. Una piccola
parte di merozoiti nella divisione produce gameto ti dei quali, quando
questo signore viene punto e infettato, vengono succhiati dalla zanzara e
vanno a riprodursi nell’intestino della zanzara per poi riprendere il ciclo. Il
problema di produrre un vaccino contro la malaria è che non sai che cosa
andare ad aggredire perché il gametocita sta dentro, il merozoita più o
meno anche quello dentro, lo sporozoita sta in circolo troppo poco per
poter essere aggredito andando subito nel fegato.
RESISTENZA AI MECCANISMI EFFETTORI
- Inibizione dei fagociti
♦ Micobatteri tubercolari > Resistenti all’uccisione
dopo la loro fagocitosi
♦ Streptoccocco piogenes > produce una proteina M
che inibisce la fagocitosi stessa
- Inibizione della citotossicità cellulo mediata
♦ Vari virus producono molecole che inibiscono la
cascata apoptotica della cellula; inibiscono
l’apoptosi. Abbiamo visto che i linfociti t citotossici
uccidono per apoptosi
- Inibizione degli anticorpi
♦ Le Neisserie > vanno a distruggere gli anticorpi.
Producono delle proteasi che distruggono le IGa
presenti nelle mucose
- Inibizione del complemento
♦ Virus vaccinico > inibitore del C4b
♦ Herpes simplex > inibitore del C3b
♦ Pseudomonas > elastasi inibisce C3a e C5a
♦ Alcuni Gram > lipide A inibisce lisi
MODULAZIONE DELLA RISPOSTA IMMUNITARIA
Parlando di citochine abbiamo visto che alcuni patogeni producono delle
molecole che assomigliano a recettori citochinici che servono a bloccare
certe citochine o molecole che ci assomigliano che servono a sviare la
risposta immunitaria verso delle forme meno ef caci. Visto che a seconda
della risposta posso avere forme diverse di lebbra, HIV. Quest’ultima nel
corso dell’infezione tende a bloccare la risposta TH1. Quando noi siamo
infettati da HIV abbiamo una risposta immunitaria molto ef cace solo che il
virus muta e quindi il sistema immunitario non lo riconosce.
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Quindi il sistema immunitario insegue sempre il virus. Nel corso di questo
inseguimento il virus riesce ad erodere la risposta immunitaria e pian piano
sposta la risposta da TH1 a TH2. Quando diventa TH2 la risposta non è
più ef cace perché gli anticorpi non sono ef caci nel proteggere da
questa infezione. I citotossici perdono il supporto di TH1 e questo fa si che
il virus parte in modo esponenziale e non più controllato. Le difese
immunitarie crollano e il soggetto muore.
Abbiamo visto come l’HIV produce una mol