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LA SCRITTURA INDIVIDUALE
L’idea di accoglienza non può essere legata semplicemente al primo giorno di
scuola. L’attenzione al bambino comincia la suo ingresso nella comunità
educativa quando affida all’insegnante e ai compagni i suoi primi pensieri e le
sue emozioni. Poter scrivere liberamente di sé dà la possibilità di parlare, di
esprimersi, permette a tutti di ascoltare gli altri, di conoscerli. Parlare di sé ha
un valore altamente formativo, consente di riflettere su di sé, sulle proprie
esperienze, quindi contribuisce alla costruzione della personalità, aiuta a
cogliere il punto di vista degli altri, fa scoprire i compagni come portatori
esperienze diverse dalla nostra.
Con i bambini all’inizio è preferibile usare il termine tradurre”, al posto di
correggere. Correggere sottintende che si interviene su un errore. Usare il
termine tradurre non li fa sentire incapaci o pieni di sbagli. Il termine
correggere” verrà col tempo, quando i bambini stessi lo utilizzeranno, con
naturalezza, per chiedere la correzione dei loro compiti. I bambini e le bambine
della prima, generalmente non hanno consapevolezza delle loro competenze.
E’ compito delle insegnanti spingere i bambini a prendere consapevolezza delle
loro capacità ed esprimere i loro pensieri.
L’APPRENDIMENTO IN GRUPPO
“Discutendo si impara” è il titolo di un libro di Pontecorvo che sintetizza le
ricerche compiute nel campo degli apprendimenti da pedagogisti, psicologi,
neuro scienziati. L’individuo non è l’unico responsabile del proprio sapere. La
conoscenza si acquisisce all’interno del tessuto sociale; il gruppo-classe può
essere, luogo privilegiato di confronto, scambio,arricchimento del sapere.
Quando i bambini e le bambine entrano in classe, li accoglie un ambiente
appositamente preparato per loro, allegro e vivace. Gli alunni, devono
contribuire all’abbellimento degli spazi. Gli insegnante chiedono loro di
preparare i disegni che riempiranno i vuoti lasciati nelle pareti. Divisi a
gruppetti . terminato il lavoro, ciascun gruppo deve decidere quale titolo dare
ala propria opera. I bambini hanno a disposizione pareti già piene di scritte
soprattutto il loro nome. I bambini possono muoversi per la classe solo quando
hanno finito il loro disegno. E’ importantissimo abituarli fin da subito all’ordine,
a sapersi muovere senza disturbare il lavoro degli altri. A lavoro ultimato
ricevono con i complimenti dell’insegnante, il testo scritto con il codice corretto
da poter trascrivere e colorare a completamento del loro manifesto che viene
appeso poi sui muri della classe. In questo modo, le pareti diventano un
meraviglioso libro di lettura dove la vita, i pensieri e la fatica di tutti i bambini
si offrono all’osservazione e al commento degli stessi e divengo scambio di
esperienze. Questa procedura rafforza l’autonomia personale e la sicurezza del
sé, stimola la ricerca e consente la soddisfazione del risultato.
LA CORRISPONDENZA
Una delle tecniche più interessanti e attuali di Freinet è quella della
corrispondenza interscolastica, molto stimolante per rompere l’isolamento
degli scolari di campagna; infatti,all’epoca di Freinet non c’era ancora la
televisione, per cui la posta rappresentava il mezzo ideale di collegamento con
l’esterno. L’azione educativa per Freinet ha un valore soprattutto sociale e
politico: è strumento di emancipazione sociale. La sua idea pedagogica è stata
resa possibile grazie anche alla fitta rete di scambi tra scuole messe in contatto
tra loro grazie alla tecnica della corrispondenza interscolastica. Freinet riuscì a
costruire questa rete di cooperazione a distanza tra insegnanti e alunni. A
viaggio di Ulis,
proposito di questo, si può parlare del dove si racconta la sua
della corrispondenza anche attraverso internet.
…con un personaggio fantastico
La corrispondenza viene avviata tra bambini e bambini, tra bambini e adulti e
tra bambini e un personaggio fantastico. Nel progetto i personaggi principali
sono una gallina Evelina che viveva a Rimini, e un lupo Elvis che viveva a
Firenze. Questi due personaggi lasciando lettere ai bambini hanno suscitato in
loro la voglia di rispondere.
….tra bambini
All’interno di un progetto di continuità fra la scuola d’infanzia e scuola primaria
si è realizzata una corrispondenza in cui s chiedeva ai bambini di scrivere una
lettera ai loro compagni più grandi e di attendere una loro risposta. I piccoli,
naturalmente hanno avuto bisogno di uno scriba che potesse mettere per
scritto i loro pensieri ai quali hanno allegato ricchi disegni. Quando l’adulto si
dedica con un singolo bambino a questo compito, generalmente gli altri stanno
tranquilli e sanno rispettare il lavoro degli altri. Molto spesso i bambini più
grandi hanno scritto ai più giovani, talvolta sconosciuti, all’inizio o alla fine della
lettera un Ti voglio bene.
La posta è sempre accolta con emozione: l’arrivo del pacco di lettere è un
momento di gioia, la busta che contiene il proprio nome è aperta con grande
interesse.
…con un adulto
È un progetto di continuità tra due ordini di scuola, in cui i bambini oltre a
scriversi fra di loro, hanno cominciato ascrivere anche ad altri come mamma,
babbo, nonna, zii. Un espediente è stato quello di inventare le figura di una
postina “curiosona” che si è presentata prima attraverso alcune lettere e pi di
persona. I bambini e le bambine rispondono volentieri alle lettere di una
persona adulta che si è rivolta a loro offrendo pregi e difetti.
E’ preciso compito dell’insegnante stimolare questa attività, dare spazi e tempi
perché venga coltivata sia nel suo aspetto di rapporto privato, sia come mezzo
di ampliamento della conoscenza. Anche le lettere offrono preziosi punti di
riferimento per l’acquisizione del codice.
IL GIORNALINO
L’esperienza del giornalino scolastico è ormai diffuso in moltissime scuole. Le
idee che ne stanno alla base derivano dalla pedagogia di Freinet e dalle sue
tecniche, che negli anni 20 e 30 hanno dato origine in Francia alla prima
tipografia scolastica.
La tecnica del testo libero sta alla base di tutte le attività di scrittura. E’ stato
proposto ai bambini, fin dalle prime produzioni scritte, di trascrivere i loro testi
al computer. La crescita di un atteggiamento attivo e consapevole dei bambini
nei confronti delle nuove tecnologie è anche un modo per permettere loro di
non essere schiavi dei media, ma di saperli valutare inserendoli nel loro
contesto e sapendoli adattare alle proprie esigenze. Inoltre, facendo utilizzare il
computer ad almeno due bambini insieme può consentire lo sviluppo e il
potenziamento di capacità relazionali di cooperazione e socializzazione.
LA VIDEOSCRITTURA
Il laboratorio di informatica è diventato presto luogo di scambi sociali positivi,
contribuendo a stimolare lo sviluppo delle competenze e l’apprendimento di
nuovi saperi, rendendo i bambini protagonisti attivi del loro lavoro. Le tecniche
per produrre un giornalino scolastico possono essere tante: la tipografia di
Freinet, la macchina per scrivere, etc. L’uso del computer permette di
accentuare la motivazione, correggere errori conservando un testo pulito senza
scarabocchi, ottenere caratteri gradevoli, archiviare e recuperare i testi,
discutere e revisionare il testo favorendo la collaborazione.
UNA METODOLOGIA PER TUTTI
Il metodo naturale ha tutte le caratteristiche per essere utilizzato in maniera
proficua nelle classi dove sono presenti bambini diversamente abili, bambini
con difficoltà di apprendimento e bambini stranieri. Si parte facendo leva sulla
curiosità del bambino. Ognuno viene valorizzato per le competenze raggiunte e
non viene scoraggiato mettendo in mostra gli errori fatti. Inoltre, vengono
valorizzate tutte le diversità, dalla situazione personale ai ritmi di
apprendimento e questo crea un clima positivo che permette anche ai più
svantaggiati di comunicare tranquillamente. L’uso del piano di lavoro
individuale permette agli insegnanti di elaborare percorsi adatti a ogni singolo
bambini. Anche lavorare a coppie valorizza la socializzazione permettendo ai
bambini stranieri di imparare a comunicare velocemente in forma sia orale che
scritta.
Il pedagogista francese sostiene l’esigenza di un piano di lavoro, fissato con i
bambini, adatto a loro, della durata definita, che ogni bambino possa eseguire
secondo i propri tempi e ritmi. Esso consiste in un programma di studio che
ogni bambino si impegna a svolgere in maniera autonoma. Lo scopo, dice
Freinet, non è l’addestramento ma è lo sviluppo della capacità di pensare da
soli e di esprimere il proprio pensiero, la capacità di creazione in un contesto
sociale favorevole. Il piano di lavoro facilita anche lo sviluppo del senso morale
e sociale, la responsabilità e la presa di coscienza delle necessita della
comunità. Esso orienta il bambino nella direzione della conquista
dell’autonomia personale,nell’imparare ad organizzarsi tempi e spazi, nel
conoscere le proprie modalità di studio.
LA STORIA VERA DI MARIA
Maria era una bambina che alla fine della prima non aveva imparato né a
leggere né a scrivere. Gli insegnanti della classe precedente dicevano che non
aveva nessuna voglia di imparare e che se le veniva proposta un’attività
fingeva di sentirsi male e spesso piangeva. Dopo vari controlli anche all’ASL si
è scoperto che la madre non parlava una sola parola in italiano e che Maria
conosceva pochissime parole della nostra lingua, al punto che le era
impossibile comprendere una semplice storia letta o eseguire delle consegne. Il
piano di lavoro è servito a darle quel tempo che non aveva mai avuto.
Attraverso una serie di attività ludiche come ascoltare la musica, imparare
conte e filastrocche, uscire e leggere insieme insegne e cartelloni pubblicitari,
Maria ha ampliato il suo vocabolario e il suo livello orale era notevolmente
evoluto finché un giorno lei stessa ha dichiarato di voler scrivere un qualcosa di
suo.
I RAPPORTI CON LE FAMIGLIE E IL LORO COINVOLGIMENTO
Spesso si sottovaluta l’ingresso dei bambini alla scuola primaria. Quando il
bambino entra nella prima classe per lui tutto cambia: da bambino che aveva il
permesso di giocare e divertirsi, si trova ad essere un “alunno”. Per questo è
importante incontrare i genitori prima dell’inizio della scuola, in modo da
metterli al corrente di come procederà il lavoro scolastico ed esserne coinvolti
per quanto poss