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A A C
NALISI QUANTITATIVA NALISI QUALITATIVA INETICA DI REAZIONE
Mono o doppio raggio Doppio raggio Mono o (meglio) doppio raggio
48
Serie di diodi (soprattutto per Serie di diodi (per alte velocità di Serie di diodi (per alte velocità di
analisi multicomponente) acquisizione) acquisizione)
Accuratezza delle lunghezze
Linearità fotometrica Stabilità dello zero
d’onda
Accuratezza e riproducibilità Risoluzione Sensibilità
fotometrica
Luce diffusa Stabilità della linea di base Fedeltà di risposta
Sensibilità
Ricordiamo che lo schema di uno spettrofotometro presenta: una sorgente di radiazione elettromagnetica,
un monocromatore per la selezione della banda passante, una cella portacampione, un detector, un
amplificatore ed infine un display di output.
Mentre in uno spettrofotometro a singolo raggio la cuvetta con il bianco e quella con il campione non
possono essere analizzate nello stesso momento, tale condizione viene soddisfatta da uno spettrofotometro
a doppio raggio. Tale strumento ha inoltre due vantaggi molto importanti:
• Permette di correggere la fluttuazione della sorgente, che avviene inevitabilmente anche in presenza
di un alimentatore stabilizzato
• Permette di correggere errori di perdita della potenza della radiazione emessa dalla sorgente, cioè
fenomeni di riflessione, di diffusione e di scattering
Esistono tre diversi sistemi di shift del raggio luminoso sfruttati da strumenti a doppio raggio:
• Il chopper
• Lo specchio a prisma
• Lo specchio semitrasparente
In figura sono riportati i diversi sistemi di sdoppiamento e di riallineamento dei raggi in spettrometri per
UV/Vis a doppio raggio. 49
a) La radiazione che colpisce il chopper
viene alternativamente riflessa e
trasmessa con una frequenza costante di
50 − 100 ; si ottengono così due raggi
alternati e pulsati di intensità simile alla
radiazione incidente. Il raggio di
riferimento viene diretto sul rivelatore
mediante un sistema di spettri. Il
chopper può essere a due o tre settori. Il
chopper a due settori consente di
mandarla in due direzioni diverse,
mentre quello a tre settori crea anche
una fase di “buio”.
b) Uno specchio a forma di prisma è
allineato rispetto alla sorgente in modo
che le due facce riflettano metà del
raggio verso destra e metà verso sinistra.
Altri specchi inviano i raggi divisi al
campione e al bianco; poi i due raggi
vengono riallineati e pulsati mediante un
chopper, e inviati in rapida successione al
rivelatore.
c) Uno specchio semitrasparente
riflette circa il 50% del raggio incidente e
trasmette l’altra metà nella direzione del
raggio incidente. Uno specchio
semitrasparente è costituito da un
materiale trasparente su cui è
depositato, a strisce, uno strato
metallico altamente riflettente. Lo
specchio sdoppia il raggio proveniente
dalla sorgente. I due raggi vengono poi
riallineati, pulsati mediante un chopper e
inviati al rivelatore.
Per effettuare analisi spettrofotometriche, è prima necessario effettuare una taratura. In tal caso, si possono
adottare due tipologie di metodi:
• Metodo degli standard esterni, per ottenere una curva di calibrazione
• Metodo delle aggiunte standard al campione per la determinazione spettrofotometrica
Vediamo adesso come è possibile ricavare la concentrazione incognita di analita nella soluzione campione
sfruttando il metodo delle aggiunte standard. In particolare, possiamo distinguere sia un metodo analitico
che un metodo grafico. 50
Alcune aliquote identiche di campione di volume e concentrazione
incognita , sono trasferite in matracci tarati di volume . Ad
ognuno dei matracci (con l’eccezione del primo), si aggiunge un
volume variabile (ma noto) di standard a concentrazione . Dopo
l’aggiunta dei reattivi, si porta a volume. L’assorbanza delle soluzioni
è data dalla somma delle assorbanze del campione con quelle dello
standard, cioè della concentrazione totale nel matraccio.
= +
Riportando in grafico i valori dell’assorbanza misurata in funzione
del volume di standard aggiunto alla soluzione su cui è stata
effettuata la misura, si ottiene
= +
Con intercetta e pendenza date da
= =
Notiamo che il contributo all’assorbanza totale dato dal campione è costante in tutte le soluzioni.
Ricavando i valori di e di dalla regressione lineare dei dati ottenuti, si ottiene
= ∙ =
Siccome si conoscono i valori di e di , è possibile rielaborare tale equazione per ottenere il valore di
concentrazione dell’analita:
=
È possibile ricavare tale concentrazione anche per via grafica. Estrapolando sull’asse delle ascisse il valore
= 0),
assoluto di che corrisponde ad un valore di assorbanza nulla ( si ottiene che
=
Da tale relazione, si ottiene che =
Da cui si ricava infine la concentrazione incognita di analita:
=
51
Esistono delle sonde fotometriche in grado di effettuare misurazioni
di assorbanza in continuo. Tali strumenti possono essere impiegati
per la determinazione della concentrazione incognita di analita
tramite una titolazione.
Un fotometro a sonda prevede di inviare una radiazione emessa da
una lampada a tungsteno tramite una fibra ottica al campione. Uno
specchio rifletterà dunque la radiazione non assorbita che, tramite un
percorso di ritorno, giungerà ad un rilevatore/amplificatore a
fotodiodi che restituirà il valore di assorbanza misurato.
Una titolazione che preveda di utilizzare tale fotometro a sonda
consiste nel titolare la soluzione dell’analita con un titolante che
+ →
reagisca con l’analita per dare un prodotto di reazione (
). La curva di titolazione fotometrica dipenderà poi dalla diversa
assorbanza delle tre specie in soluzione; in figura, sono stati riportati
alcuni casi. Il punto equivalente viene quindi ottenuto
dall’intersezione delle rette di linearizzazione della curva stessa.
Spettrofotometria molecolare UV-Vis 190 − 900 .
La spettroscopia molecolare UV-Vis ha un campo di applicazione di lunghezze d’onda di Per
< 185 si assiste ad un assorbimento da parte dell’aria e anche una possibile decomposizione delle
molecole, in quanto la radiazione è sufficientemente energetica da permetterlo. Per lunghezze d’onda
185 − 195
comprese fra i è possibile effettuare misure di assorbanza in corrente di .
2 52
Le transizioni che possono avvenire nel campo UV-Vis possono essere di varia natura. Queste transizioni,
vibrazionali e rotazionali, avvengono a seguito di un’eccitazione elettronica (di elettroni di legame) di
molecole e ioni: ∗
+ ℎ → −8 −9
10 − 10 .
Il tempo di vita medio della molecola eccitata è compresa fra i All’eccitazione, segue un
rilassamento, generalmente per emissione di calore.
∗
→ +
Talvolta, il rilassamento può anche avvenire per collisioni, decomposizione fotochimica o fluorescenza.
L’entità dell’assorbimento di una selezionata lunghezza d’onda da parte di una specie molecolare è
.
controllata dal coefficiente di estinzione molare Ricordiamo che il coefficiente di estinzione molare è
sempre riferito ad una ben specifica lunghezza d’onda, e che a lunghezze d’onda diverse corrispondono
coefficienti di estinzione molari diversi. Il valore di può variare da valori vicino allo zero, fino ad un massimo
5
1 ∙ 10
dell’ordine di .
Il valore del coefficiente di estinzione molare, come già osservato nella dimostrazione della Legge di Lambert-
:
Beer, dipende dalla probabilità della transizione e dalla sezione di cattura trasversale della specie
19
= 8,7 ∙ 10
Da misure di raggi X, l’area della sezione trasversale di cattura per molecole organiche è stata stimata
−15 2
1 ∙ 10
nell’ordine di ; la probabilità, invece, può variare fra 0 ed 1. In particolare, si definiscono
• 4 5
= 0.1 − 1 ⇒ = 1 ∙ 10 − 1 ∙ 10
Transizioni “permesse”:
• 3
< 0.01 ⇒ < 1 ∙ 10
Transizioni “proibite”:
Non tutti gli analiti si prestano a determinazioni analitiche di tipo spettrofotometrico; generalmente, però,
questi tipi di tecniche analitiche sono molto utili per determinazioni quantitative, e soprattutto qualitative,
di composti organici.
Transizioni elettroniche di composti organici ,
Andiamo adesso a studiare le diverse transizioni che possono verificarsi per specie contenenti elettroni
o (cioè di non legame, ad esempio di un doppietto).
Le possibili transizioni sono: • ∗
→
Transizioni - sono transizioni molto energetiche
(siccome il gap di energia fra i due livelli energetici è molto ampio).
Tali transizioni ricadono nella zona dell’UV vuoto, a lunghezze
d’onda molto basse.
• ∗
→
Transizioni - sono transizioni che avvengono in
presenza di atomi con doppietti non condivisi (quali O, S, N e
150 − 250 ,
alogeni). Le lunghezze d’onda sono comprese fra =
dunque dall’UV vuoto al normale UV. Sono caratterizzate da
2 3
10 − 10 e sono poco utilizzate in analisi. 53
∗
→
In presenza di solventi polari come o etanolo, i massimi di assorbimento dovuti a transizioni
2
tendono a spostarsi a lunghezze d’onda ancora più corte.
Le transizioni (che avvengono in presenza di doppi o tripli legami) sono quelle più utilizzate nella
spettrofotometria di assorbimento molecolare UV-Vis a fini analitici (soprattutto per determinazioni
quantitative).
&lo