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DELLE PROTEINE
Si può iniziare raggruppando i vari compartimenti delle cellule eucariote in tre categorie:
1) il sistema di endomembrane, un sistema di compartimenti membranari interconnessi che include il
reticolo endoplasmatico (RE), l’apparato del Golgi, i lisosomi, le vescicole secretorie, l’involucro
nucleare e la membrana plasmatica;
2) il citosol;
3) mitocondri, cloroplasti, perossisomi (e organelli correlati) e l’interno del nucleo.
Ognuno di questi polipeptidi deve quindi essere indirizzato al corretto compartimento cellulare, per cui deve
contenere qualche tipo di “codice postale” molecolare che assicuri il suo invio alla corretta destinazione. Le
proteine nucleari destinate ai mitocondri utilizzano una sequenza di transito verso il corretto bersaglio.
I polipeptidi codificati dai geni nucleari sono indirizzati ai compartimenti cellulari mediante una varietà di
meccanismi diversi. In ciascun caso, il processo comincia con la trascrizione del DNA in molecole di RNA, che
sono maturate nel nucleo e quindi trasportate per la traduzione, attraverso i pori nucleari, nel citoplasma,
dove è presente la maggior parte dei ribosomi.
Una volta giunti nel citoplasma, questi mRNA si associano ai ribosomi liberi (ribosomi non legati ad alcuna
membrana). Poco dopo l’inizio della traduzione, due principali vie di smistamento dei polipeptidi
neosintetizzati cominciano a divergere (Figura 12.7). La prima via è utilizzata dai polipeptidi destinati sia al
citosol sia a mitocondri, cloroplasti, perossisomi e all’interno del nucleo. I ribosomi che sintetizzano questi
polipeptidi rimangono liberi nel citosol, non legati ad alcuna membrana. Dopo che la traduzione è stata
completata, i polipeptidi sono rilasciati dai ribosomi e possono rimanere nel citosol come destinazione finale
o essere introdotti
nell’appropriato organello.
L’introduzione di questi
polipeptidi completamente
sintetizzati negli organelli
richiede la presenza di
particolari segnali di
indirizzamento e viene
definita importazione post-
traduzionale. Nel caso del
nucleo, i polipeptidi entrano
attraverso i pori nucleari.
L’ingresso dei polipeptidi in
mitocondri, cloroplasti e
perossisomi coinvolge, come
vedremo tra breve, un
meccanismo diverso.
La seconda via è utilizzata dai ribosomi che sintetizzano i polipeptidi destinati al sistema di endomembrane o
all’esportazione dalla cellula. Tali ribosomi si legano presto durante il processo di traduzione alle membrane 15
del RE. Mano a mano che la sintesi procede, le catene polipeptidiche in allungamento sono trasferite
attraverso la membrana del RE nel lume del RE. Questo trasferimento di polipeptidi nel RE è chiamato
importazione co-traduzionale, poiché il movimento dei polipeptidi attraverso o all’interno della membrana
del RE è direttamente accoppiato al processo traduzionale.
Il successivo convogliamento di queste proteine dal RE alla loro destinazione finale è effettuato da varie
vescicole membranose e dall’apparato del Golgi
1) Mentre i ribosomi del RE rugoso sintetizzano le proteine, queste entrano nel lume del RE, dove si
verificano le fasi iniziali della glicosilazione.
2) Le vescicole di transizione trasportano le proteine glicosilate e i lipidi neosintetizzati al CGN.
3) I lipidi e le proteine si spostano attraverso le cisterne della pila del Golgi.
4) Al TGN, alcune vescicole gemmano per dare origine alle vescicole secretorie che rilasciano per
esocitosi i loro contenuti nella membrana plasmatica
4) Altre vescicole gemmano dal TGN per formare gli endosomi che, a loro volta, contribuiscono alla
formazione dei lisosomi. ❶ Contemporaneamente, proteine e altre sostanze vengono internalizzate
nella cellula per endocitosi, formando quindi vescicole di endocitosi che si fondono con gli endosomi
precoci. ❷ Gli endosomi precoci, che contengono sostanze destinate alla digestione, maturano
formando endosomi tardivi e poi lisosomi. ❸ Il movimento retrogrado permette il ritorno delle proteine
compartimento-specifiche ai compartimenti iniziali.
RE rugoso e liscio
I due tipi fondamentali di reticolo endoplasmatico presenti nelle cellule eucariote in genere sono distinti l’uno
dall’altro in base alla presenza o assenza di ribosomi attaccati alla membrana che li delimita. Il reticolo 16
endoplasmatico rugoso (RE rugoso o ruvido) è caratterizzato da ribosomi attaccati sul lato citosolico della
membrana, che si affaccia sul lato esterno rispetto al lume del RE. traduzione delle proteine da parte di questi
ribosomi inizia nel citosol, ma le proteine neosintetizzate entrano subito nel lume del RE. I ribosomi
contengono RNA, ed era questo RNA che reagiva fortemente con i coloranti basici usati inizialmente per
identificare il RE rugoso. Un sottodominio del RE rugoso, gli elementi transizionali (ET), riveste un ruolo
importante nella formazione delle vescicole di transizione che trasportano i lipidi e le proteine dal RE
all’apparato del Golgi. Al contrario, il reticolo endoplasmatico liscio (RE liscio) è così definito a causa
dell’assenza di ribosomi attaccati alla membrana (si veda la Figura 4.16c ) e nella cellula svolge ruoli che
coinvolgono l’elaborazione e l’immagazzinamento di sostanze non proteiche.
Il RE rugoso e quello liscio sono facilmente distinguibili dal punto di vista morfologico. e membrane del RE
rugoso, in genere, formano delle grosse sacche appiattite, mentre le membrane del RE liscio, di solito,
formano strutture tubulari. Gli elementi transizionali del RE rugoso rappresentano un’eccezione a questa
regola; essi assomigliano spesso al RE liscio. RE rugoso e liscio non sono però organelli distinti
Entrambi i tipi di RE sono presenti nella maggior parte delle cellule eucariote, ma le quantità relative variano
considerevolmente, a seconda dell’attività della cellula. Cellule coinvolte nella biosintesi di proteine di
secrezione, come le cellule del fegato e le cellule che producono gli enzimi digestivi, tendono ad avere sistemi
di RE rugoso molto cospicui. 17
RE rugoso
Molti tipi di cellule sono in grado di secernere le proteine sintetizzate dai ribosomi associati al reticolo
endoplasmatico rugoso. Per esempio, alcune cellule del pancreas sintetizzano a livello di ER rugoso l’insulina,
un ormone di natura proteica.
La maggior parte delle proteine che vengono secrete è costituita in realtà da glicoproteine, ovvero proteine
unite a carboidrati mediante legami covalenti. Il legame tra la componente glucidica e quella proteica viene
realizzato mediante l’intervento di enzimi prodotti a livello della membrana del reticolo endoplasmatico
rugoso.
La membrana dell’ER rugoso mantiene le proteine di
secrezione neoformate separate dalle altre proteine nel
citosol, che sono prodotte dai ribosomi liberi. Le proteine di
secrezione si allontanano dall’ER all’interno di vescicole
membranose che si formano da una specifica regione del
reticolo, definita ER di transito. Tali vescicole in transito da
una parte della cellula a un’altra vengono definite vescicole
di trasporto.
Oltre a sintetizzare le proteine di secrezione, il reticolo
endoplasmatico rugoso rappresenta la sede di produzione
delle membrane destinate alla cellula. Dal momento che i
polipeptidi destinati a divenire proteine di membrana si
originano dai ribosomi, tali molecole vengono inserite nella
membrana dello stesso ER e si ancorano a quest’ultima
attraverso le loro porzioni idrofobe. anche l’ER rugoso
produce fosfolipidi di membrana; in particolare, specifici
enzimi associati alla membrana del reticolo producono
molecole fosfolipidiche a partire da precursori presenti nel
citosol. La membrana del reticolo endoplasmatico si accresce
e alcune sue porzioni sono trasferite, sotto forma di vescicole
di trasporto, ad altre componenti del sistema di
endomembrane della cellula. 18
RE rugoso
L’ER liscio è coinvolto in vari processi metabolici che risultano differenti nelle varie tipologie cellulari; tali
processi sono rappresentati per esempio dalla sintesi dei lipidi, dal metabolismo dei carboidrati, dalla
detossificazione di farmaci o di sostanze nocive e dall’immagazzinamento di ioni calcio.
Gli enzimi dell’ER liscio risultano essenziali ai fini della sintesi di vari tipi di lipidi, quali grassi, steroidi e
fosfolipidi di membrana di nuova sintesi.
Altri enzimi dell’ER liscio partecipano alla detossificazione dei farmaci e delle sostanze nocive, specialmente
nelle cellule epatiche. In genere, la detossificazione implica l’aggiunta di gruppi idrossilici alle molecole che
devono essere neutralizzate al fine di rendere tali sostanze idrosolubili e quindi facilmente eliminabili
dall’organismo.
Il sedativo fenobarbital e altri barbiturici costituiscono un esempio di farmaci metabolizzati con questa
modalità dall’ER liscio delle cellule epatiche. Infatti, i barbiturici, l’alcol e molte altre sostanze nocive inducono
un aumento di dimensioni dell’ER liscio e l’attivazione degli enzimi deputati alla detossificazione,
incrementando in tal modo la velocità di detossificazione. Questo processo aumenta la tolleranza ai farmaci
e tale circostanza comporta la necessità di impiegare nelle somministrazioni successive dosi maggiori al fine
di ottenere lo stesso particolare effetto terapeutico, quale per esempio la sedazione. Inoltre, poiché alcuni
degli enzimi deputati alla detossificazione presentano uno
spettro d’azione piuttosto ampio, l’aumento delle
dimensioni dell’ER liscio in risposta alla somministrazione
di un determinato farmaco può aumentare la necessità di
dosi maggiori di altri farmaci. L’abuso di barbiturici, per
esempio, può diminuire l’efficacia d’azione di alcuni
antibiotici e di altri importanti farmaci.
L’ER liscio costituisce anche una sede di
immagazzinamento degli ioni calcio. Quando una cellula
muscolare viene stimolata da un impulso nervoso, il calcio
viene trasferito dal lume del reticolo al citosol e tale
circostanza consente la contrazione della suddetta cellula
muscolare. 19
Apparato del Golgi
Dopo aver lasciato il reticolo endoplasmatico molte vescicole di trasporto raggiungono l’apparato del Golgi.
Tale organello può essere immaginato come un magazzino che riceve, smista, spedisce e, talvolta, fabbrica i
prodotti. In questa sede, i prodotti dell’ER, le proteine, vengono modificati, immagazzinati e successivamente
inviati verso le loro destinazioni finali. Pertanto, non sorprende che l’apparato del Golgi sia particolarmente
sviluppato nelle cellule specializzate nei processi di secrezione.
L’apparato del Golgi risulta costituito da una serie di sacche appiattite delimitate da membrane, le cisterne,
associate tra loro; la particolare disposizione di queste ultime assomiglia a una pila di