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INSEGNANTE
ISTRUZIONE APPRENDISTATO STRATEGIE
ESPLICITA
Nonostante questi vantaggi, gli approcci didattici che prevedono un elevato controllo da
parte del docente possono indurre a una prolungata dipendenza dell’allievo e non fornirgli
l’opportunità di impegnarsi personalmente nell’apprendimento matematico.
Il modello dell’apprendistato (Brown, Collins 1989)) si fonda sul presupposto che gli allievi
imparano meglio quando sono posti nel ruolo di apprendisti, grazie all’interazione con
esperti che fungono da modello, e quando la matematica è resa evidente nel contesto della
loro vita. La conoscenza è presentata come «necessaria» e non secondo una sequenza
gerarchica, predeterminata di concetti. L’apprendimento matematico è incorporato
all’interno di attività autentiche, problem solving
coinvolgenti e le strategie di ordine superiore, relative per esempio al e al
ragionamento, utilizzate dai più esperti, possono essere condivise con coloro che lo sono
meno, nei gruppi collaborativi tra pari.
Ciò comporta la necessità da parte del docente di decidere come fare esperienza dei
concetti e di lavorare nella«zona di sviluppo prossimale» dell’allievo (Vygotskji, 1966),
sostenendolo nell’individuare esattamente che cosa è necessario per
la sua significativa partecipazione quando non riesce a comprendere autonomamente alcuni
aspetti del compito. La valutazione è parte del processo di apprendimento e richiede da
parte dello studente un riesame delle strategie utilizzate per risolvere il compito, e una
consapevolezza e un controllo di quanto appreso. Anche l’apprendistato rende espliciti i
processi di pensiero inerenti al problem solving matematico, ma, a differenza del primo
modello, implica l’incorporamento in contesti autentici e questo può facilitare gli studenti
con disabilità (Vaughn, Bos eSchumm, 1997). Gli approcci costruttivisti (Dewey, 1970;
Piaget e Chomsky, 1980; Vygotskji, 1987) prevedono la costruzione attiva della conoscenza
Ciò può, da un lato, sollecitare lo studente con disabilità a diventare artefice del proprio
apprendimento, ma, dall’altro, disorientarlo se ha necessità di indicazioni più strutturate
che lo sostengano nel rilevare gli aspetti salienti o se non possiede le conoscenze o le
strategie cognitive richieste. Fondamentale nell’ottica inclusiva è comunque promuovere un
apprendimento situato e realizzare community of learners, con uno scambio sociale di
esperienze, conoscenze, abilità.
La zona di sviluppo
prossimale è un concetto
introdotto per la prima volta
da Vygotskij e indica l’area
in cui si può osservare cosa
il bambino è in grado di fare
da solo e quali sono i
potenziali apprendimenti
possibili nel momento in cui
è sostenuto da un adulto
competente. Succede che si
crea, in questo modo, una
interazione tra adulto e
bambino che porta allo
sviluppo di capacità in
ambito di apprendimento e
facilita l’acquisizione di
• La competenza matematica è la capacità
di sviluppare e applicare il pensiero e la
comprensione matematica per risolvere una serie di
problemi in situazioni quotidiane. Partendo da una
solida padronanza della competenza aritmetico-
matematica, l’accento è posto sugli aspetti del
processo e dell’attività oltre che sulla conoscenza.
La competenza matematica comporta, a differenti
livelli, la capacità di usare modelli matematici di
pensiero e di presentazione (formule, modelli,
costrutti, grafici, diagrammi) e la disponibilità a
farlo.
• Competenza personale, sociale e capacità di
imparare ad imparare .
Competenza in materia di cittadinanza.
Competenza imprenditoriale
•
• Competenza in materia di consapevolezza
ed espressione culturale.
STUDIO DI CASO
Sara è una ragazzina di 15 anni iscritta al primo anno del
liceo scientifico B.T
presenta un «livello intellettivo di tipo borderline
prossimo ai valori medio-inferiori. (70-80). Scarsa capacità
di astrazione, povertà lessicale ed espressiva.
Deficitaria la memoria a breve termine, utilizza memoria
meccanica, difficoltà nelle relazioni e nell’utilizzo degli
operanti verbali. Il linguaggio è spesso ecoico, quasi
assente l’intraverbale. Difficoltà nel mantenere il contatto
oculare.
Da cosa partiresti per progettare un percorso logico
matematico che abbia una ricaduta sul suo progetto
di vita?
COMPETENZE IN ENTRATA ?
• Conoscere l’ordine progressivo dei numeri; riconoscere le date (giorni della settimana) e
saperle ordinare; discriminare numeri.
• Riconoscere il concetto di insieme e di appartenenza.
• Saper ordinare il prima e il dopo, numeri crescenti e decrescenti entro il …
• capacità di sviluppare e applicare il pensiero e la comprensione matematici per risolvere una
serie di problemi in situazioni quotidiane.
• Saper appaiare per forma, colore, dimensione.
• Saper riconoscere il valore posizionale delle cifre
• Saper leggere i numeri naturali in base 10
• Saper scrivere i numeri naturali in base 10
• Saper contare con scioltezza.
• Saper collocare numeri sulla retta.
• Saper confrontare i numeri
• Saper ordinare i numeri
COMPETENZE CONOSCITIVE
Saper cogliere il significato di addizione,
sottrazione e moltiplicazione.
Saper riconoscere le successioni numeriche
Saper intuire in una successione numerica l’operatore
Saper individuare situazioni problematiche desunte dall’esperienza vissuta
COMPETENZE LINGUISTICO/COMUNICATIVE
Saper descrivere come sono generate le successioni numeriche
Saper fare confronti tra quantità
COMPETENZE METODOLOGICO/OPERATIVE
Saper ordinare oggetti secondo differenti proprietà
Saper classificare oggetti secondo differenti proprietà
Saper eseguire, dato uno operatore, successioni numeriche
Saper risolvere situazioni problematiche
COMPETENZE RELAZIONALI
Saper agire in autonomia
Sviluppare la competenza di valutare il proprio processo di apprendimento senza farsi scoraggiare
dai propri errori..
Saper rispettare gli ambienti, le persone e le cose.
PEI DIFFERENZIATO O SEMPLIFICATO
Percorsi didattici
Le Linee Guida dedicano un apposito paragrafo alla relazione tra percorso didattico,
all’interno del PEI, dello studente con disabilità e conseguimento del diploma nella
scuola secondaria.
Questi i percorsi possibili:
• percorsi didattici ordinari, conformi alla progettazione didattica della classe, sulla
base del curricolo d’istituto (nel caso di disabilità attinenti prettamente alla sfera
fisica);
• percorsi didattici personalizzati in relazione agli obiettivi specifici di apprendimento e
ai criteri di valutazione;
• percorsi didattici differenziati.
I percorsi di cui ai punti 2 e 3 rientrano rispettivamente in un “PEI semplificato o per
obiettivi minimi” (punto 2) e in un “PEI differenziato” (punto 3). Dalla tipologia di PEI
adottata (PEI semplificato o differenziato) dipende il conseguimento o meno del diploma
conclusivo della scuola secondaria di II grado.
Il decreto legislativo 62/2017, che disciplina gli esami di Stato di II grado e tratta
il tema del PEI solo in relazione a questi ultimi, prevede che l’alunno può
svolgere diverse tipologie di prove, a seconda del percorso seguito. Le differenti
tipologie di prove (differenziate equipollenti o differenziate non equipollenti)
rientrano nei due succitati percorsi:
PEI con percorso didattico personalizzato e prove equipollenti;
PEI con percorso didattico differenziato e prove non equipollenti.
E’ il consiglio di classe a stabilire, all’interno del PEI, la tipologia di prove che lo
studente deve sostenere.
Nel caso di PEI con percorso personalizzato e prove differenziate equipollenti,
l’alunno consegue il diploma di scuola secondaria di II grado.
Nel caso di PEI con percorso differenziato e prove differenziate non equipollenti,
l’alunno non consegue il diploma ma un attestato di credito formativo.
Quest’ultimo si consegue anche nel caso in cui l’alunno non si presenti all’esame.
Nelle Linee Guida si evidenzia che è sufficiente una singola “non conformità” in
una disciplina per precludere il conseguimento del diploma. Pertanto, basta
differenziare quanto previsto in una disciplina oppure esonerare l’alunno
dall’insegnamento di una sola materia, affinché il percorso sia differenziato e non
Da quanto detto sopra, è chiaro che gli
studenti con disabilità “anche grave hanno
un “diritto allo studio” ma non anche “al
titolo di studio”. E’ questo il principio
enunciato dal Consiglio di Stato in risposta
ad un quesito posto dal Miur dopo la
sentenza della Corte Costituzionale n.215/87,
da cui trae origine la locuzione “PEI
differenziato” (Linee guida ).
TOCCA A VOI….
POTENZIAMENTO COGNITIVO
Perché proporre attività di potenziamento
cognitivo nella disabilità intellettiva? Perché
queste attività possono tranquillamente essere
realizzate in classe da ragazzi non verbali e/o
con grave disabilità intellettiva. In questo modo
gli alunni vengono inseriti in classe, anche se
fanno un programma molto diverso dai
compagni. Leggi un esempio di Buone Pratiche
per alunni dello spettro autistico non verbali
qui.
Per monitorare gli obiettivi, è possibile
compilare questa scheda di REGISTRAZIONE
DELLE RISPOSTE CLASSIFICAZIONE (formato
word – VEDERE SCHEDA) OBIETTIVI
DISCRIMINARE COLORI
• DISCRIMINARE LE FORME
• GEOMETRICHE
DISCRIMINARE I NUMERI
• APPAIARE
• APPAIARE RELAZIONI FUNZIONALI
• Abbinare e classificare oggetti di uso
• quotidiano discriminando una
qualità/non qualità alla volta
(categorie, opposti, colori, funzione
dell’oggetto, legnetti…)
ORDINARE SECONDO GRANDEZZE
• La scelta degli obiettivi
La scelta degli obiettivi e dei percorsi, in
caso di disabilità intellettiva, dovrà in primo
Seriare colori e forme geometriche
• luogo mirare al “Progetto di Vita“. Infatti
Mettere azioni in sequenza
• la scelta degli obiettivi e delle attività da
proporre richiede una scelta di priorità:
l’individuazione cioè di quali siano gli
COMPLETARE SERIE VISIVE
• obiettivi “importanti” e indispensabili e quali
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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