RIEPILOGO STRUTTURE COINVOLTE NEL FUSO MITOTICO
• Centrosomi: organizzatori del fuso mitotico, contengono i centrioli.
• Microtubuli astrali: si estendono verso la periferia e aiutano nel posizionamento del fuso.
• Microtubuli interpolari: si sovrappongono al centro della cellula e stabilizzano il fuso.
• Microtubuli del cinetocore: si legano ai cinetocori e trainano i cromatidi.
• Cinetocori: strutture proteiche localizzate sui centromeri, punto di attacco per i
microtubuli.
• Coesine: proteine che tengono uniti i cromatidi fino all’anafase.
• Chinesine e Dineine: motori molecolari che permettono il movimento dei cromosomi e dei
centrosomi.
LA MEIOSI: DIVISIONE RIDUZIONALE E PRODUZIONE DI CELLULE APLOIDI
La meiosi è un tipo di divisione cellulare che avviene esclusivamente nelle cellule germinali
e ha lo scopo di generare gameti aploidi (spermatozoi e ovociti nell’uomo) a partire da
cellule diploidi. Questo processo è essenziale per la riproduzione sessuata, perché consente
di mantenere costante il numero cromosomico tra generazioni e di introdurre variabilità
genetica attraverso il riassortimento e il crossing-over.
A differenza della mitosi, la meiosi comporta due divisioni cellulari consecutive ma una sola
duplicazione del DNA, portando da una cellula diploide (2n) a quattro cellule aploidi (n).
La meiosi si divide in due grandi fasi:
1. Meiosi I: divisione riduzionale → da una cellula 2n a due cellule n (cromosomi ancora
duplicati) 2. Meiosi II: divisione equazionale → separazione dei cromatidi fratelli (simile alla
mitosi)
MEIOSI I: DIVISIONE RIDUZIONALE
1. PROFASE I
È la fase più lunga e complessa dell’intera meiosi. Qui avviene il crossing-over e
l’appaiamento dei cromosomi omologhi. La profase I è suddivisa in cinque sottofasi:
• Leptotene: i cromosomi iniziano a condensarsi e diventano visibili. Ogni cromosoma è
formato da due cromatidi fratelli uniti dalle coesine.
• Zigotene: inizia l’appaiamento dei cromosomi omologhi (uno paterno e uno materno),
processo chiamato sinapsi. Questo è mediato da una struttura proteica detta complesso
sinaptonemico.
• Pachitene: avviene il crossing-over, ovvero lo scambio di segmenti di DNA tra cromatidi
non fratelli di cromosomi omologhi. Questo processo, mediato da enzimi come le
endonucleasi e le ligasi, aumenta la variabilità genetica.
• Diplotene: i cromosomi omologhi iniziano a separarsi, ma rimangono uniti nei punti di
crossing-over chiamati chiasmi. In alcune cellule (es. ovociti), il diplotene può durare anni.
• Diacinesi: i cromosomi si condensano ulteriormente, il nucleolo scompare, e l’involucro
nucleare inizia a frammentarsi. Si formano i microtubuli del fuso meiotico.
In questa fase i cromosomi non sono ancora disposti in singole copie: sono ancora duplicati
(due cromatidi fratelli per ciascun cromosoma), ma omologhi si sono appaiati e pronti a
essere separati.
2. METAFASE I
• Le tetradi (coppie di cromosomi omologhi appaiati) si allineano lungo il piano equatoriale
della cellula.
• I microtubuli del fuso meiotico si attaccano ai cinetocori di ciascun cromosoma.
• A differenza della mitosi, qui i cromatidi fratelli restano uniti: ciò che si separa sono i
cromosomi omologhi.
• L’orientamento dei cromosomi sulla piastra metafasica è casuale, portando al
riassortimento indipendente dei
cromosomi materni e paterni → un’altra fonte di variabilità genetica.
3. ANAFASE I
• Gli omologhi vengono separati e trascinati verso poli opposti della cellula.
• I cromatidi fratelli restano insieme, legati dalle coesine nella regione centromerica.
• Le coesine presenti sui bracci dei cromosomi vengono degradate, ma quelle nella
regione centromerica vengono protette da proteine come shugoshin.
4. TELOFASE I E CITODIERESI• I cromosomi arrivano ai poli, e talvolta si forma un
involucro nucleare transitorio.
• Segue la citodieresi, che dà origine a due cellule aploidi (n), ma i cromosomi sono ancora
duplicati (formati da due cromatidi).
Le cellule entrano poi rapidamente in meiosi II, senza una nuova sintesi di DNA.
MEIOSI II: DIVISIONE EQUAZIONALE
Questa fase è molto simile a una mitosi, ma avviene in cellule aploidi che possiedono
cromosomi ancora duplicati.
1. PROFASE II
• I cromosomi si condensano nuovamente, se si erano decondensati.
• Si forma un nuovo fuso meiotico in ciascuna delle due cellule.
• L’involucro nucleare, se presente, si dissolve
2. METAFASE II
• I cromosomi duplicati (formati da due cromatidi fratelli) si allineano lungo la piastra
metafasica.
• I cinetocori dei cromatidi fratelli si attaccano a microtubuli di poli opposti (a differenza
della meiosi I).
3. ANAFASE II
• Le coesine centromeriche vengono degradate, e i cromatidi fratelli vengono separati.
• Ora ciascun cromatide è considerato un cromosoma indipendente, che viene trascinato
verso i poli.
4. TELOFASE II E CITODIERESI
• I cromosomi raggiungono i poli, si decondensano.
• Si riforma l’involucro nucleare.
• La citodieresi conclude la meiosi.
Alla fine della meiosi II, da ogni cellula che ha iniziato la meiosi I si ottengono quattro cellule
figlie aploidi (n), ognuna con un set di cromosomi non duplicati e geneticamente
diverso.CONCLUSIONI E FUNZIONE BIOLOGICA DELLA MEIOSI
La meiosi ha due scopi principali:
1. Ridurre il numero cromosomico da diploide a aploide, così che alla fecondazione si
ricostituisca il corretto numero diploide.
2. Generare variabilità genetica, tramite:
• Crossing-over nella profase I
• Assortimento casuale dei cromosomi durante la metafase I
Questi meccanismi assicurano che ogni gamete sia geneticamente unico, rendendo la
meiosi essenziale per
l’evoluzione e la diversità biologica.
LA MORTE CELLULARE E L’OMEOSTASI TESSUTALE
La morte cellulare non è un semplice evento distruttivo, ma un processo regolato e
fondamentale per l’omeostasi tissutale, ovvero il mantenimento dell’equilibrio strutturale e
funzionale dei tessuti. Questo equilibrio si basa su un bilancio tra proliferazione,
differenziamento e morte cellulare.
Durante lo sviluppo embrionale, nei processi immunitari, nel ricambio cellulare e nella
risposta a danni o infezioni, la morte cellulare è essenziale per eliminare cellule inutili,
danneggiate o potenzialmente pericolose (es. cellule tumorali). Esistono diversi tipi di morte
cellulare, ciascuno con meccanismi distinti e con diverse conseguenze per i tessuti
circostanti.
1. APOPTÒSI – MORTE CELLULARE PROGRAMMATA
L’apoptosi è un tipo di morte cellulare programmata, geneticamente controllata, che avviene
in modo ordinato, silenzioso e non infiammatorio. Può essere considerata un “suicidio
cellulare altruista” perché serve all’interesse dell’organismo nel suo complesso, eliminando
cellule che non servono più o che possono diventare dannose.
Caratteristiche morfologiche:
• Condensazione della cromatina
• Riduzione del volume cellulare• Formazione di corpi apoptotici
• Mantenimento dell’integrità della membrana plasmatica (nessun rilascio di contenuti nel
tessuto)
• Eliminazione da parte di fagociti, senza infiammazione
Meccanismo molecolare – Le caspasi
L’apoptosi è mediata da una cascata proteolitica irreversibile, guidata da enzimi detti caspasi
(cisteina-aspartato proteasi). Le caspasi esistono in forma inattiva (procaspasi) e vengono
attivate tramite taglio proteolitico.
• Caspasi iniziatrici (es. caspasi-8, -9): attivate da segnali esterni o interni
• Caspasi esecutrici (es. caspasi-3, -6, -7): degradano substrati cellulari chiave
Vie di attivazione dell’apoptosi
Esistono due principali vie di attivazione dell’apoptosi:
• Via estrinseca (da segnali esterni):
Attivata dal legame di ligandi (es. FasL, TNF) ai recettori di morte della membrana. Questo
attiva la caspasi-8, che avvia la cascata.
• Via intrinseca (da segnali interni):
Innescata da stress cellulari (danno al DNA, ROS, mancanza di fattori di sopravvivenza).
Coinvolge i mitocondri, che rilasciano citocromo c, attivando la caspasi-9 tramite il
complesso apoptosoma.
Geni regolatori dell’apoptosi
Il bilanciamento tra proteine pro-apoptotiche e anti-apoptotiche regola la sensibilità della
cellula all’apoptosi:
• Famiglia Bcl-2:
• Antiapoptotiche: Bcl-2, Bcl-xL (inibiscono rilascio del citocromo c)
• Proapoptotiche: Bax, Bak (favoriscono il rilascio mitocondriale)
• p53: attivato in caso di danno al DNA, stimola l’apoptosi
2. NECROSI – MORTE CELLULARE ACCIDENTALE
La necrosi è una morte non programmata, generalmente causata da traumi, ischemia,
infezioni o tossine. A differenza dell’apoptosi, la necrosi è caotica e
infiammatoria.Caratteristiche:
• Gonfiore cellulare
• Rottura della membrana plasmatica
• Rilascio del contenuto citoplasmatico
• Attivazione della risposta infiammatoria
La necrosi può causare danni ai tessuti circostanti ed è considerata una morte passiva e
disordinata.
3. FERROPTOSI
La ferroptosi è un tipo di morte cellulare regolata, ma distinta da apoptosi e necrosi. È
dipendente dal ferro e caratterizzata da accumulo tossico di perossidi lipidici.
Caratteristiche principali:
• Dipendenza da ferro (Fe²⁺)
• Blocco del sistema antiossidante (es. glutatione perossidasi 4, GPX4)
• Perossidazione dei lipidi di membrana
• Morfologia mitocondriale alterata (mitocondri ristretti, con creste ridotte)
È implicata in patologie neurodegenerative, ischemia e tumori. L’inibizione della ferroptosi è
oggetto di studio in ambito terapeutico.
4. PIROPTOSI
La piroptosi è una morte cellulare programmata e infiammatoria, spesso in risposta a
infezioni batteriche o virali.
Caratteristiche:
• Attivazione di inflammasomi (complessi multiproteici che rilevano pericoli)
• Attivazione della caspasi-1 (e talvolta caspasi-4, -5, -11)
• Produzione e rilascio di citochine infiammatorie (es. IL-1β, IL-18)
• Rottura della membrana plasmatica, rilascio del contenuto cellulare
• Attivazione della proteina gasdermina D, che forma pori nella membranaLa piroptosi è
una forma di suicidio cellulare difensivo che ha lo scopo di eliminare cellule infettate e
avvisare il sistema immunitario.
SUICIDIO CELLULARE “ALTRUISTA”
Il termine “suicidio altruista” descrive la morte volontaria di una cellula per proteggere
l’organismo. È un concetto che si applica in particolare all&
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