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Comunicazione empatica con il paziente

Si deve poi identificare il problema ed esprimere comprensione: solitamente il paziente riporta fatti e emozioni associate, dobbiamo aiutare il paziente a riprodurre il suo disagio in parole permettendogli quindi di descriverci la sua sofferenza. Si deve comunicare con interesse per il disagio espresso e rispondere con empatia, comprensione, genuinità e spontaneità. Si deve prestare particolare attenzione al contesto e al tempismo delle osservazioni e, se siamo in difficoltà nel dimostrare empatia, ci si può astenere e concentrarsi sul porre le domande appropriate. È importantissimo valutare la capacità di insight del paziente, quindi la consapevolezza che esso ha del proprio problema, osservando i problemi del paziente dal suo punto di vista. Il paziente può avere insight completo, quindi può descrivere i propri sintomi come conseguenza di un disturbo mentale, insight parziale, quindi può attribuire la colpa a circostanze esterne ma...

mostrare comunque la capacità di prendere coscienza del proprio disagio e insight assente quindi può negare totalmente che la propria sofferenza sia rappresenta un disturbo mentale e può negare il proprio disagio. È importante fare appello alla parte sana del paziente isolando la parte malata, questa cosa è più facile con un paziente con insight completo a cui si può spiegare la natura del disturbo e fornire le indicazioni sulla terapia, con un paziente con insight parziale dobbiamo accettare la realtà del paziente e fare breccia nella parte di lui che vuole essere liberata dal disagio, con un paziente con insight assente non esiste un osservatore sano ma dobbiamo fare leva sulla parte spaventata, sofferente, preoccupata e in questo caso si può magari anche chiedere a chi lo ha convinto ad andare in terapia o lo ha accompagnato (se c'è qualcuno) su cosa hanno fatto leva e approfittare di queste informazioni. Gliobiettivi terapeutici sono 2: uno condiviso con il paziente e uno da determinare in base al disturbo ed è gestito più autonomamente dallo psicologo, in particolare con pazienti con insight completo. Questi due obiettivi sono sovrapposti, nel paziente con insight parziale sono inizialmente separati e l'obiettivo è proprio condurre ad un insight completo, mentre in un paziente con insight assente gli obiettivi sono separati e il processo per portarli a sovrapporsi sarà molto lento e minuzioso. Bisogna poi mostrare competenza professionale e questo si può fare inserendo la malattia in una prospettiva più ampia, sottolineando che spesso magari i problemi vengono tenuti nascosti. Si può sottolineare che ogni persona reagisce con una modalità unica e correggere eventuali concetti errati riguardo ai problemi mentali. Inoltre possiamo mostrare competenza professionale indagando i sintomi specifici della malattia, soddisfacendo lecuriosità del paziente e nel caso in cui non si sapesse rispondere a una domanda si può ammettere la propria ignoranza. Si può inoltre confrontare il paziente sui dubbi che può avere riguardo alla nostra competenza chiedendo cosa lo porta a dubitare, gestendoli adeguatamente e magari fornendo alcune interpretazioni di questa cosa. Si deve poi creare speranza per il futuro discutendo i risultati attesi sia in fase di diagnosi che di trattamento, facendo attenzione a non dare aspettative irrealistiche. Dobbiamo inoltre assumere la leadership che è la capacità di motivare il paziente e fargli da guida, questo assumendo il controllo della nostra interazione con il paziente e interessandoci al suo benessere emotivo, andolo al cambiamento; se il paziente accetta le nostre spiegazioni e desidera aderire al trattamento abbiamo una buona capacità di leadership. Bisogna fare particolarmente attenzione al rischio di assumere un ruolo autoritario, alladolore e la sofferenza per attirare l'attenzione, il resistente che cerca di evitare di affrontare i problemi e il collaboratore che è disposto a lavorare attivamente per migliorare la propria situazione. Durante il colloquio, è importante che lo psicologo sia consapevole di questi diversi ruoli e sappia come gestirli. Deve essere in grado di creare un ambiente sicuro e di fiducia in cui il paziente si senta libero di esprimersi e di esplorare i propri problemi. Allo stesso tempo, deve essere in grado di stabilire dei confini professionali e di guidare il paziente nel processo terapeutico. La relazione tra lo psicologo e il paziente è fondamentale per il successo della terapia. Una buona relazione di fiducia e collaborazione può favorire il cambiamento e il benessere del paziente. Al contrario, una relazione compromessa può ostacolare il processo terapeutico e portare a risultati insoddisfacenti. In conclusione, la relazione tra lo psicologo e il paziente è complessa e influenzata da diversi fattori. È importante che entrambe le parti siano consapevoli dei propri ruoli e delle dinamiche che si creano durante il colloquio. Solo così si può creare un ambiente terapeutico efficace e favorevole alla crescita e al cambiamento del paziente.

propria malattia e può fare richieste insostenibili; dobbiamo porre dei limiti pur mostrando empatia, il vip che si sente privilegiato e si aspetta un trattamento preferenziale e qui è ancora più importante stabilire dei limiti. Per mantenere la relazione occorre creare un equilibrio costante tra i ruoli che possono modificarsi durante l'interazione per cui vanno monitorati costantemente e reagire di conseguenza.

Paziente collaborante

Il paziente collaborante è quello che si presenta volontariamente ed è in grado di parlare di sé. Di solito porta un problema riguardante il funzionamento personale o quello relazionale e dal clinico si aspetta empatia e un possibile trattamento. Per ottenere informazioni da queste tipologie di paziente esistono le tecniche di apertura, di chiarificazione e di conduzione.

Le tecniche di apertura consistono in domande a risposta aperta e domande a risposta chiusa. Le domande a risposta aperta sono un approccio

centrare l'attenzione su un punto specifico, chiedendo al paziente di fornire maggiori dettagli o di essere più preciso. Ad esempio, potremmo chiedere al paziente di specificare la frequenza con cui ha avuto determinati sintomi o di descrivere in modo più dettagliato la gravità dei sintomi che sta sperimentando. Un'altra tecnica di chiarificazione è la ripetizione, che consiste nel ripetere ciò che il paziente ha detto, in modo da confermare di aver compreso correttamente e di permettere al paziente di correggere eventuali fraintendimenti. Inoltre, l'uso di domande aperte può essere utile per incoraggiare il paziente a esprimersi liberamente e a fornire informazioni più dettagliate. Le domande aperte richiedono risposte più estese e permettono al paziente di raccontare la propria storia in modo più completo. Infine, è importante utilizzare un linguaggio chiaro e semplice, evitando termini tecnici o complessi che potrebbero confondere il paziente. Dobbiamo essere empatici e ascoltare attentamente il paziente, mostrando interesse e rispetto per le sue esperienze e emozioni.aiutare il paziente ad esprimersi più precisamente e rimandargli ciò che siete riusciti a capire. Serve anche per invitarlo a descrivere l'episodio più recente, più grave. E se utilizza attraverso domande chiuse e ripetizioni di parole vaghe. La generalizzazione serve invece a comprendere in modo più ampio un pattern comportamentale ericorrente, soprattutto quando il paziente si concentra solo su singoli episodi. La verifica dei sintomi consiste nel presentare una serie di sintomi per aiutare a descrivere il disagio. Per evitare di suggerirli al paziente, dobbiamo farlo in modo incrociato. Il sondaggio serve a scoprire le ragioni e la logica sottostante alcune affermazioni, a identificare il livello di insight, indagare le interpretazioni degli eventi e evocare le risposte emotive. Qui si deve evitare di essere provocatorio, ma dobbiamo porre le domande in modo neutrale. La correlazione serve invece a verificare il collegamento tra elementi che sono

Apparentemente indipendenti o illogici. Il riassunto per riproporre gli elementi riferiti in modo più organizzato e quindi verificare la propria impressione e dare un'idea al paziente di ciò che pensiamo, è importante qui utilizzare le stesse parole del paziente e dobbiamo essere consapevoli che i riassunti possono guidarlo. Ci sono poi domande guida che suggeriscono al paziente una specifica risposta, quindi a parte in casi circoscritti, sono da evitare.

Le tecniche di conduzione, invece, servono a condurre il colloquio nella direzione desiderata e quindi a guidare il paziente. Tra queste c'è la continuazione per incoraggiare il paziente a proseguire, quindi descrivere i problemi con le proprie parole. L'enfatizzazione, chiamata anche tecnica dell'ECO, che consiste nel ripetere solo una parte della risposta del paziente, invitandolo quindi ad approfondire un determinato tema. Lo psicologo sceglie quindi cosa enfatizzare ed è utile.

quando il paziente offre diversi spunti, ma si vuole che ne segua uno specifico. C'è poi il ridirezionamento che invita il paziente a tornare al discorso iniziale ed è utile soprattutto con quei pazienti che divagano o sono poco informativi. La transizione, invece, serve a condurre il paziente su diversi argomenti, può essere di vario tipo e dipende dallo stato mentale del paziente. La transizione graduale dà l'impressione che la relazione sia già evidente e può essere una relazione di causa effetto oppure temporale. La transizione accentuata accantona il tema precedente, enfatizzando il passaggio ad un altro tema e serve anche a ravvivare l'attenzione del paziente, mentre la transizione improvvisa introduce un nuovo argomento senza preavviso ed è utile soprattutto quando si pensa che il paziente stia mentendo. Paziente resistente Il paziente resistente evita volontariamente e consapevolmente un determinato argomento. Mostraquindi un aperto rifiuto e di solito presenta risposte brevi e vaghe. Presenta una resistenza che è appunto il tentativo volontario di evitare un argomento. E lo psicologo deve identificarla e decidere se tollerarla o persuadere il paziente a superarla. Le tecniche per affrontare la resistenza sono l'accettazione che consiste nell'esprimere appunto accettazioni dei pensieri e dei sentimenti del paziente, incoraggiandone la libera espressione, e nel verbalizzare che si desidera sapere cosa un dato evento significa per il paziente. La confrontazione serve a focalizzare l'attenzione e crescere la consapevolezza del paziente circa la sua resistenza, invitandolo ad un chiarimento. La confrontazione sulle conseguenze consiste nel presentare i vantaggi derivanti dalla collaborazione con il clinico, in modo tale che il paziente si senta supportato e per favorire l'esperienza di libertà di scelta. Lo spostamento consiste nell'affrontare l'argomento dauna diversa angolazione, utilizzando una via più vantaggiosa per il paziente e permette a quest'ultimo di sentirsi più libero. L'esagerazione consiste nel calarsi nella prospettiva del paziente e paragonare il suo comportamento a qualcosa di molto più grave, in
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Publisher
A.A. 2022-2023
11 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nineehs di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia clinica I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Gostoli Sara.