CAPITOLO 23 IPPOLITO NIEVO: LE DI
CHASSEUR DELLA LETTERATURA. Confessioni d’un
23.1 Premessapatriota garibaldino. Scrive il romanzo le
italiano, dopo aver partecipato alla spedizione dei Mille. La prima sensazione
che si ricava, via via che le pagine scorrono, è quella di navigare in un mare
attraversato da un vento di ponente che a volte appena lo increspa, a volte è
troppo forte per riuscire a mantenere la rotta. La metafora del mare, molto
presente nell'opera di Nievo, è adatta a questo scrittore che non teme le sfide-
la sua stessa vita lo dimostra- e non ha paura di accogliere all'interno dello
stesso testo modalità difficili da conciliare.
Confessioni
Le sono un romanzo, genere a cui il poeta dedica un appassionato
articolo. Scrivere romanzi in quegli anni significa anche fare i conti con
l'ingombrante presenza di Alessandro Manzoni e infatti si può rintracciare
Angelo di bontà
l’imprinting manzoniana sia in (qui lo scrittore, arrivato in
chiusura, si difende con ironia proprio dall'accusa degli odiatissimi critici di aver
Il Conte Pecorajo
<< rubato al Manzoni>>) sia nel romanzo successivo (si
tratta di un'opera vicina ad Angelo di bontà nell’atteggiamento polemico verso
gli scrittori d'oltralpe) è un romanzo storico.
23.2 Le Confessioni Nievo sottolinea la funzione civile del romanzo storico,
specie in Italia: secondo lui in generale tutta la letteratura deve svolgere una
funziona civile ed essere letterari è un ruolo molto importante.
Confessioni d’un italiano,
Uno dei suoi romanzi più celebri è romanzo che lo
scrittore non ha avuto nemmeno tempo di veder pubblicato. È stato scritto tra
Confessioni di
il 1857 e il 1858 e poi pubblicato nel 1867 con il titolo improprio
un ottuagenario (“ottantenne”, età di Carlino Altoviti, il narratore-protagonista).
Carlo Altoviti, protagonista e voce narrante, ripercorre nel romanzo un lasso di
tempo che va dal 1775 al 1860, anni durante i quali storia pubblica e storia
privata si intrecciano. Il romanzo può essere diviso in 3 blocchi (che
corrispondono ai periodi della vita del protagonista): l’infanzia (primi 7
capitoli), la giovinezza (dal capitolo 8 al 17) e la virilità (capitoli 18-23).
Parallelamente si snoda la storia d’Italia: l’ancien régime, le rivoluzioni italiane,
la Restaurazione e i primi moti risorgimentali.
La parte iniziale ha come sfondo il castello di Fratta (**il castello è un topos
del romanzo storico. Nel romanzo l’azione narrativa inizia dal castello di Fratta
e dalla sua corte. Il castello qui è una parodia dei castelli gotici e l’incarnazione
dell’ancien regime ormai prossimo al crollo. Ma rappresenta anche lo sfondo
dell’infanzia di Carlino e il luogo a cui tornare con la memoria. Un altro aspetto
tipico del romanzo storico è l’espediente di inserire nella trama, accanto ai
personaggi di fantasia, personaggi realmente esistiti come in questo caso
Napoleone Bonaparte) e il suo mondo. Qui si narrano le vicende dell’orfano
Carlino fino alla sua partenza per Padova. Carlo non si sentiva appartenere al
mondo nobiliare di Fratta e stringe un rapporto con Pisana, sua cugina a cui
sarà legato per tutta la vita da un rapporto ambiguo e indissolubile.
Nella seconda parte emergono di più gli avvenimenti storico-politici: Carlo
vive la sua <Età dell’Oro>> come Cancelliere a Fratta, a Venezia entra nel
“Maggior Consiglio” e <<diventa segretario della nuova Municipalità>>. Clara
si fa monaca e Pisana si sposa.
Il terzo blocco inizia con un preciso indicatore temporale <<il
milleottocento>> e sottolinea la caduta di Napoleone. Carlino si sposa per
volere di Pisana con Aquilina, ma è anche coinvolto nei moti napoletani del
1821. Viene condannato a morte, la pena gli viene cambiata in esilio e parte
per Londra dove la Pisana si occupa di lui (divenuto cieco). Pisana muore.
Il romanzo si avvia alla conclusione circolarmente con il ritorno di Carlino a
Fratta. Nel capitolo conclusivo il protagonista chiude il romanzo nel ricordo
della Pisana.
Risorgimento e componente popolare sono due elementi che caratterizzano la
letteratura di quegli anni. Questo romanzo rappresenta il percorso che Carlino
compie, da veneziano a italiano, però vissuto da un personaggio che non può
possedere un tratto eroico. Carlino non comprende quanto la storia lo obbliga a
vivere, né la funzione dell’elemento popolare nella fondazione del nuovo Stato.
Nievo evidenzia l’importanza della partecipazione popolare alla formazione del
nuovo Stato.
Il percorso di Carlino può essere considerato (almeno nei primi dieci capitoli) un
Bildungsroman/romanzo di formazione (di quella generazione e di tutta la
generazione che ha combattuto per gli ideali unitari). In verità soltanto i primi
10 capitoli possono essere letti come una sorta di romanzo di formazione; alla
fine di questa parte, lo schema interpretativo dimostra tutta la sua fragilità.
Tutto il primo capitolo è giocato sull’assenza di Carlino, sebbene il lettore
sappia già di lui alcune cose. In questo universo dove tutti hanno un compito,
egli compare subito come un <<escluso privilegiato>>. Le modalità relative
all'ingresso in scena del protagonista, nel secondo capitolo, non fanno che
rafforzare l'immagine dell’<< emarginato>>. A questo si aggiunge poi
l'immagine di Carlino come esploratore/scopritore del mondo fuori dal castello,
dove vede per la prima volta il mare. Non a caso questo episodio si chiude con
l’incontro fra Carlino e Spaccafumo, a sua volta un fuorilegge, che svolge qui la
funzione dell'aiutante: è questo è il primo, ma non il solo incontro destinato,
nel giro di una notte, a mutare l'esistenza del giovane protagonista (il
riferimento è alla visita notturna della Pisana).
La seconda fase della formazione di Carlino è contraddistinta dalla sua
integrazione sociale, sebbene fittizia, ed è caratterizzata da <<una vera e
propria trasfigurazione secondo il modello fiabesco>>, il che non lo sottrae di
cadere in una frustrazione amorosa. Carlino diventa ora << testimone
storico>> e in tale veste assiste a un nuovo uso della parola non più univoca
ma che si presta alla << dissimulazione>>. Ed è ancora la parola a impedire
che Carlino si tolga la vita per l'ennesima delusione amorosa inflittagli dalla
Pisana. Tuttavia anche questo ulteriore passaggio non muta la natura del
protagonista, il suo non essere un eroe a tutto tondo, perché così Nievo lo
vuole, un eroe normale.
23.3 Pisana e gli altriLa funzione educativa del romanzo è svolta dalla
formazione della coscienza civile del protagonista, ma anche dalla sua
educazione sentimentale. Nelle Confessioni l’educazione sentimentale viene
rappresentata dalla doppia coppia Carlino-Pisana / Lucillo-Clara destinati a
percorrere parabole esistenziali inverse. È facile notare come la stessa
specularità accomuni i quattro personaggi.
Lucilio è un carattere complesso. La Pisana entra in scena attraverso il ricordo
di Carlino fin dal primo capitolo e viene subito connotata fisicamente e
caratterialmente sottolineando la sua innata capacità di sedurre. Lei possiede
un carattere contraddittorio e la sua parabola esistenziale si svolge fra due
momenti che siglano il forte legame con Carlino: innanzitutto quello dell'inizio
della << servitù>>, l'episodio della ciocca di capelli e infine, la morte di lei con
accanto il protagonista. Il viaggio esistenziale della Pisana si conclude con un
totale riscatto, si deve guadagnare la santità. Carlino e Pisana sono due Nature
profondamente differenti che si influenzano reciprocamente: la donna consente
al narratore di vivere il legame amoroso in tutta la sua intensità emotiva,
tentando, anche a scapito di lei, di giustificare il proprio accanito sentimento.
Pisana non vuole e non può essere che così. L'amore rende capaci di
comprendere, di dipingere un ritratto veritiero.
Clara è la tipica eroina bionda, pura e innocente che mostra fin da subito i
segni dell'appartenenza al divino. Quando Lucillo e Clara parlano d'amore, si
muovono su terreni differenti: per lui si tratta di un sentimento mondano, che
va conquistato con l'astuzia. Clara nel momento in cui sembra rapita dal
sentimento amoroso, è protagonista di un’estasi mistica, tanto da far nascere
nell’autore il rimpianto per non aver conosciuto la consolazione della fede.
La letteratura, insieme alla storia, è una grande protagonista del romanzo.
Nievo sceglie di parlare di letteratura attraverso le letture dei personaggi e
riproducendo situazioni di chiara ispirazione letteraria, inserendo nella
narrazione nomi di letterati o titoli di opere celebri (Shakespeare, Virgilio,
Tasso).
23.4 Fra idillio e ironiaNella sua pedagogia amorosa, Nievo nelle
Confessioni mette in scena altre coppie: Carlino e Aquilina, Leopardo e Doretta.
La prima coppia si forma per volere di Pisana e il matrimonio tra loro è un atto
d’amore e d’obbedienza che diventa subito motivo di rancore verso Pisana.
L’unione tra loro è solo per dimostrare che Carlino può essere felice anche con
altre donne, ma Aquilina non riuscirà mai ad avere spazio nel suo cuore. Più
che amore la loro unione è per Carlino una sorta di gratificazione nello svolgere
i propri doveri di marito e di padre. Infatti per Carlino si apre, attraverso il
matrimonio, lo spazio per l’idillio domestico.
Il rapporto tra la coppia Leopardo e Doretta rappresenta un vero e proprio
“idillio pastorale”: quando ci si allontana dal luogo in cui l’idillio può essere
agito e si entra a contatto con la storia a Leopardo non resta che la scelta della
morte. Infatti più ci si addentra nel romanzo, più l’idillio perde forza. La
dimensione idilliaca appartiene a un momento anteriore all'ingresso nella
storia, in particolare appartiene all’infanzia.
Il mondo dell’infanzia è il mondo dell’idillio, ma non i luoghi in cui l’infanzia è
trascorsa. Il castello di Fratta, per esempio, è lo sfondo in cui viene agito l’idillio
infantile, ma quando Carlino fa ritorno non riesce più a ricostruire l’idillio. Per
Carlino adulto è possibile solo l’idillio domestico. Carlino può volgersi indietro,
ricordare i luoghi dell’idillio infantile, ma deve necessariamente rapportarsi a
essi con ironico distacco. È usato da Nievo umorismo nel descrivere gli abitanti
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