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LO STATO DEL NEUTRO CAP 11
Nei sistemi a tre conduttori di fase, il neutro è quel punto che ha lo stesso potenziale
del centro stella di una terna di impedenze uguali derivate dalla rete trifase. Esso
quindi coincide con il centro stella dei trasformatori trifase (ovviamente quando il
collegamento è a stella) e con quello degli alternatori sincroni. Nei sistemi a quattro
conduttori di fase (come In nel sistema di bassa tensione) il neutro è quel conduttore
che si diparte dal centro stella del trasformatore di distribuzione (che ha sempre il
secondario connesso a stella) o anche dal centro stella di un generatore alimentante la
rete. Una volta specificato cosa si intende per neutro è necessario dare una definizione
del suo “stato”. Esso deve intendersi come stato rispetto al
potenziale indisturbato di terra ovvero se il neutro è esercito:
Isolato rispetto a terra
A terra mediante impedenza di valore trascurabile
A terra mediante reattanza risonante ( o bobina di Petersen, o bobina di
estinzione)
A terra mediante impedenza.
Un primo aspetto molto importante è rappresentato, nel regime sub-transitorio di
guasto, dal rapporto tra la corrente di corto circuito sub-transitoria monofase e quella
trifase.
I ' ' cc 1 f
a= I ' ' cc 3 f
Il rapporto tra due correnti di corto circuito fornisce quindi una importante
informazione sulla loro entità.
se a>1 : prevarrà nel sistema trifase la corrente di corto circuito monofase
Se a<1: la corrente di corto circuito trifase sarà superiore a quella monofase.
La scelta della corrente di corto circuito monofase è giustificata da:
staticamente il guasto monofase è quello più frequente (>80%)
le interferenze elettromagnetiche con sistemi metallici posti in parallelismo e
non distanti dal sistema di potenza
La sicurezza delle persone e cose al momento che la corrente fluisce nel terreno
la corrente di guasto, nel caso di cavi monopolari dotati di schermo metallico,
fluisce sugli schermi dei cavi stessi che sono ovviamente dimensionati per
sopportarla, ma che in caso di giunti mal realizzati causano degli hotspot (punti
caldi) con conseguenti danneggiamenti al cavo;
Nel caso il cortocircuito monofase avvenga all’interno di una cava di una
macchina rotante, vi è il pericolo di profonde “bruciature” e danneggiamenti al
pacco lamellare.
La scelta della corrente di cortocircuito trifase è giustificata dal fatto che quest’ultimo
rappresenta l’unico corto simmetrico ed è indipendente dallo stato del neutro.
La formula di a
diventa:
Compaiono i due rapporti complessi m0 e mi, solitamente nelle reti trifase l’impedenza
alla sequenza diretta sub transitoria è poco discosta dall’impedenza alla sequenza
inversa così che si possa porre mi=1 3
a=
Pertanto la formula di a semplificata vale: (2+m0)
Per quanto riguarda ma è necessario fare alcune importanti precisazioni circa la sua
natura.
Nelle reti a neutro isolato l'impedenza alla sequenza zero è di natura capacitiva
visto che l'unico modo che hanno le tre correnti uguali omopolari di fluire nel terreno È
tramite le capacità verso terra delle linee aeree e in cavo costituenti la rete. ln
− j∗1
Zo=− jXo=
generale si può scrivere: (ω∗C 0)
In cui C0 è la capacità complessiva verso terra delle linee componenti la rete che può
essere pensata come il prodotto delle capacità chilometriche per le lunghezze delle
linee. Il rapporto m0 è quindi negativo e (in modulo) inversamente proporzionale al
quadrato della lunghezza o estensione delle linee; in
simboli:
Nelle reti italiane MT il rapporto m0 può assumere
lavori minori di -20.
Quando il neutro è direttamente a terra (mediante impedenza di valore
trascurabile) l'impedenza alla sequenza omopolare è di natura ohmico-induttiva e
Z 0=R 0+ jωL 0
assume la forma: . (9.8)
Nel caso delle reti AT/AAT esercite con il neutro a terra il valore dell'impedenza alla
sequenza omopolare è
tanto più piccolo quanto maggiori sono le messe terra di funzionamento dei centri
stella dei trasformatori presenti nella rete trifase.
Nel caso di reti di bassa tensione, il valore dell'impedenza alla sequenza omopolare in
(9.8) cambia molto a seconda del sistema di distribuzione usato.
Andamento di a in
funzione di m0 per alcuni
valori del rapporto R0/Xd’’.
Si nota, per R0/Xd’’=0, una
pericolosa condizione di
risonanza serie per m0=-2
cioè nell’ambito delle reti a
neutro isolato. Per rendersi
conto che m0=-2
rappresenta una condizione
di risonanza serie è
sufficiente pensare che il
guasto monofase
corrisponde alla messa in
serie dei tre bipoli alle
sequenze.
In Italia le reti MT sono state da sempre esercite con il neutro isolato: da una decina
d’anni si è iniziato ad utilizzare la bobina di Petersen (o di spegnimento o di
estinzione).
Nel caso di MT a neutro isolato la corrente di corto circuito sub-transitoria monofase è
estremamente
contenuta. Trascurando le impedenze alla sequenza diretta ed inversa rispetto a quella
alla sequenza zero si può ottenere una formula molto comoda per il calcolo di tale
corrente.
Infatti essa è data da:
Si ponga attenzione al fatto che C0 è la capacità complessiva di tutte le linee di MT
metallicamente connesse alla sbarra cui fa capo la linea interessata dal c.c. e non la
sola capacità della linea interessata dal guasto fino al punto di guasto.
Per rendersene conto, anche se in modo un po' semplificato, si consideri che alla
sequenza zero le capacità verso terra di ogni linea sono derivate e quindi è come
fossero tutte in parallelo, ovvero le capacità si sommano a prescindere dalla linea in
cui è avvenuto il guasto. La corrente di corto circuito monofase è quindi indipendente
dal punto in cui occorre il corto circuito.
Su queste considerazione si basa la corrente così definita dalla norme CEI 11-8.
Essa vale:
Se la rete di alta e altissima tensione fosse esercita a neutro isolato si correrebbe il
rischio di cadere nella condizione di risonanza mg = -2. Infatti le reti di AAT e AT sono
caratterizzate da un'elevata estensione delle linee cosi che m0 diminuisce
drasticamente rispetto alla situazione in MT con il rischio di cadere in intorno della
zona di risonanza. Per questo motivo l'AAT e PAT vanno sempre esercite con il neutro
direttamente a terra.
Sovratensioni sostenute alla frequenza di esercizio di 50Hz
Come già dimostrato durante il corto circuito monofase la tensione delle fasi (fasi 2 e
3) sane rispetto a terra è data dalle seguenti due espressioni :
Si può verificare che la tensione della fase 3 è sempre (anche se di poco) superiore a
quella della fase 2. Al fine di ottenere un tensione in per unità ovvero rapportandola
alla tensione nominale stellata Ed” si ricava la
grandezza k data dalla:
E dividendo numeratore e den. per Zd’’
ottengo:
Di fatto k rappresenta quello che le norme definiscono “fattore di guasto a terra”
ovvero il valore più elevato tra i valori efficaci delle tensioni nelle fasi sane durante un
corto circuito monofase
divisa per la tensione
stellata nominale. Se
si studia k in funzione di
m0 per alcuni valori
del rapporto Ro/Xd’’ si
ottiene il grafico: