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E
ovvero le coppie di vertici. Quindi rispettivamente:
{ } ( ) ⊆V
=
V 1,2 , … , n n∈ N ; E ×V ;
Di seguito è riportato un esempio sulla rappresentazione
grafica: 8
Il digrafo può anche essere rappresentato tramite la sua
G
matrice di adiacenza: .
( ) ( ) ∈
=1, =1⇔
A= A … ,n : A i, j E
i , j i , j
i , j
Nei digraf sono anche presenti dei gradi, che possono essere
di uscita o di entrata in un vertice. Si afferma quindi:
- Grado in Uscita (out-degree): rappresenta il numero di
rami distinti che originano in i
- Grado in Entrata (in-degree): rappresenta il numero di
rami distinti che incidono su i
Sono anche presenti dei cammini, che hanno una certa
lunghezza ed una sequenza determinata da di
+1
l
( ) ∈V
l i , … , i
l l+1
vertici distinti.
l+ l
Di seguito è rappresentato un esempio:
9
Il cammino è propenso a diventare un ciclo solo se risulta:
, i cammini di una stessa riga formano un ciclo.
( ) ∈
i ,i E
l+1 l
Inoltre un digrafo è connesso solo se per ogni coppia di vertici
esiste almeno un cammino che li unisce.
Di seguito alcune tipologie di graf e digraf.
I. Digrafi Hamiltoniani:
Un cammino (in questo caso ciclo) in un grafo è detto
Hamiltoniano se esso tocca tutti i vertici del grafo una
e una sola volta. Un esempio di Ciclo Hamiltoniano:
come è possibile notare, i vertici vengono attraversati
una sola volta dal cammino.
II. Digrafi Pesati: 10
Un digrafo si dice pesato solamente se è dotato di una
funzione (che sarebbe il peso) che associa valori
numerici reali ai rami di .
E
III. Grafi Non Orientati:
Un grafo non orientato (o non direzionato) è
defnito come un digrafo tranne per il fatto che i suoi
rami sono coppie non ordinate di vertici; comunemente
è interpretato come Digrafo Simmetrico.
IV. Sottografi:
Un sottografo è defnibile come un grafo ottenibile da
un altro considerandone solo alcuni spigoli e vertici e si
indica con la lettera (considerando il grafo
G' G
originale).
2.2 GLI ALBERI
Un albero (radicato) è un grafo non orientato, connesso,
aciclico che ha:
- Una radice al livello zero;
x
- Vertice al livello se e solo se esiste un cammino
i h ≥ 0
di lunghezza che origina in e termina in .
h x h
11
CAPITOLO 3: TEORIA DEI SEGNALI
3.1 SEGNALI ANALOGICI
Un segnale rappresenta una qualsiasi grandezza fsica che
varia nel tempo in maniera deterministica o aleatoria.
Tipicamente può essere un segnale acustico, un segnale
elettrico o un segnale elettromagnetico e si propaga
tipicamente in un mezzo trasmissivo che ne costituisce il
canale di propagazione o comunicazione e che può essere lo
spazio libero, un cavo o una struttura guidante.
Esistono essenzialmente due tipi di segnali: Analogico e
Digitale. I segnali analogici sono segnali che è possibile
trovare in natura ed hanno la particolarità di avere infniti
valori. I segnali digitali, invece, posseggono solo due valori: 0
e 1 (oppure On e Of), possono essere visti come dei “Segnali
Artifciali”. È possibile convertire un segnale dalla forma
analogica in quella digitale, il che lo vedremo più avanti.
I sistemi elettronici analogici elaborano segnali che variano
con continuità nel tempo, formalmente esprimibili attraverso
funzioni più che numerabili a valori reali.
12
Un tipico segnale sinusoidale, limitato tra un valore massimo
ed uno minimo (rispettivamente e ). Questo tipo di
−A
A
segnale è anche detto segnale periodico, poiché continua ad
intervalli regolari , chiamato anche periodo. I segnali
T
interessati nei sistemi di elaborazione subiscono normalmente
delle variazioni di potenziale elettrico. Questo viene
misurato su punti tipici rispetto alla massa. Come detto in
precedenza, i segnali analogici sono presenti in natura, ciò
implica, quindi, che è possibile convertire le varie grandezze
fsiche in segnali. In effetti è possibile attraverso dispositivi
specifci in grado di trasformare la percezione dei fenomeni
fsici in segnali elettrici: i trasduttori.
3.2 CONVERSIONE ANALOGICO-DIGITALE
3.2.1 FREQUENZA
La frequenza indica quante oscillazioni compie il segnale nel
periodo, signifca che possiamo considerarla come il reciproco
del periodo :
T
[ ]
1 1
=
f u . m. Hz=
T s
Solitamente si utilizzano i multipli e quindi si parla di e,
MHz
molto più comunemente, di . Al contrario, per il periodo si
GHz
13
utilizzano i sottomultipli, andando a parlare di millisecondi.
Vediamo un esempio:
Questo concetto è fondamentale per comprendere al meglio
Campionamento, Discretizzazione e la conversione
Analogico-Digitale.
Il Campionamento è il primo passo da effettuare per la
conversione del segnale; come ben sappiamo i segnali
analogici hanno infniti valori e sarebbe impensabile poterli
prendere tutti quanti, per questo si è deciso di campionare solo
alcuni valori ad istanti di tempo consecutivi ed equidistanti tra
loro.
Successivamente si passa alla Discretizzazione, serve
principalmente ad andare a defnire in modo più preciso il
segnale campionato, defnendo un’approssimazione del
segnale analogico. Ovviamente si procede con un elevato
Grado di Accuratezza, facendo decrescere il passo di
campionamento per andare a defnire le linee del segnale.
3.2.2 CODIFICA BINARIA
Quando si effettua la discretizzazione del segnale analogico,
notiamo che il segnale digitale inizia a prendere la forma di un
Segnale a Gradino, di conseguenza può essere convertito
ancora una volta, ma, questa volta, in stringhe di bit (si
prendono in considerazione solo i valori 0 e 1) secondo un
principio ben defnito: quando il nostro segnale assume valori
positivi si considera come valore 1 (ON), altrimenti si
considera il valore 0 (OFF). Di seguito vi è un esempio su un
segnale digitale per comprendere meglio il concetto.
14
Come è possibile notare, i livelli di tensione dei gradini sono
compresi tra una soglia massima (5 Volt) ed una minima (0
Volt). Questo intervallo è suddiviso a sua volta in altri due sotto
intervalli: ( )
min+max
{ }
[ ] [ ] in cui
si assumono gli intervalli V ,V e V ,V av=
min av av MAX 2
In logica positiva, nel primo sotto intervallo si considera il bit
0 mentre nel secondo corrisponde il valore 1. In logica
negativa, invece, si adotta la convenzione duale; ovvero
anziché assegnare il valore 1 alla tensione maggiore, a
quest’ultima viene assegnata il valore 0. In questo modo le
variazioni dei livelli di tensione sono esprimibili attraverso
stringhe di bit, che formano le onde a gradino. Questo è il
processo che avviene per effettuare la conversione da un
segnale analogico ad uno digitale a due soli valori, ovvero 0 ed
1.
Inoltre, un sistema che elabora segnali interpretabili in stringhe
binarie è in grado di distinguere due oggetti diversi, ovvero è in
grado di distinguere la combinazione tra due possibili stringhe
di bit. Come è stato possibile intuire, la capacità di codifca si
misura in bit o, preferibilmente, in byte; che non è
nientedimeno che un suo multiplo (1 byte = 8 bit).
15
Ovviamente da qui seguono altri multipli del byte:
CAPITOLO 4: ELABORAZIONE
COMBINATORIA
4.1 FUNZIONI BOOLEANE
Una funzione booleana associa parole (come stringhe o
sequenze) binarie a parole binarie. La funzione è defnita
fssando la lunghezza delle parole, dichiarando la legge
associativa tra gli elementi del dominio e del codominio.
Le funzioni elementari (o di base) sono:
16
- Il NOT, complemento di un bit
- L’AND, prodotto di due bit
- L’OR, somma di due bit
- Il NOR (o il NAND), complemento dell’OR
- Lo XOR, comma modulo due di due bit
Adesso vediamole più approfonditamente.
La porta logica NOT si effettua su una sola variabile. L’uscita
assume il valore logico opposto a quello applicato in ingresso.
Detta A la variabile di ingresso, la negazione si scrive:
Il prodotto logico AND si effettua su due o più variabili,
l’uscita assume lo stato logico 1 solo se tutte le variabili di
ingresso sono allo stato logico equivalente a 1. Nel caso di due
variabili di ingresso A e B, detta Y la variabile di uscita, si scrive
la funzione logica:
(e si legge A and B)
=
Y A∗B
La somma logica OR si effettua su due o più variabili, l’uscita
assume lo stato logico 1 se almeno una variabile di ingresso è
allo stato logico 1. Nel caso di due variabili di ingresso A e B,
detta Y la variabile di uscita, si scrive:
(e si legge A or B)
=
Y A+ B 17
La somma logica negata NOR si effettua su due o più
variabili, l’uscita assume lo stato logico 0 se almeno una
variabile di ingresso è allo stato logico 1. In tutti gli altri casi
. Corrisponde ad una OR con in cascata una NOT. Per due
=1
Y
variabili di ingresso A e B la funzione logica è:
(e si legge A nor B)
=
Y A+ B
Il prodotto logico negato NAND si effettua su due o più
variabili, l’uscita assume lo stato logico 0 se tutte le variabili di
ingresso sono allo stato logico 1. In tutti gli altri casi .
=1
Y
Corrisponde ad una AND con in cascata una NOT. La funzione
logica si scrive:
(e si legge A nand B)
=
Y A∗B
La porta logica XOR (o OR esclusivo) ha un meccanismo
davvero semplice: se rileva due bit uguali in ingresso (ad es. 1
1), ritorna come risultato 0; se i bit sono diversi (ad es. 0 1)
restituisce come risultato 1. Ovviamente vi è anche la
complementare di quest’ultima, ovvero la XNOR ma è molto
meno comune rispetto a quelle citate in precedenza.
4.2 I CIRCUITI
Gli elementi per la realizzazione delle operazioni sono i circuiti
combinatori. I circuiti combinatori di base sono associati alle
18
principali operazioni e sono identifcati dalle porte logiche
sopracitate.
Il seguente schema utilizza collegamenti in serie ed in parallelo
sfruttando 2 NOT, 3 AND ed una sola OR.
I circuiti si distinguono per la profondità (ossia il tempo di
calcolo), lo spazio e il costo. Il tutto è riducibile al numero di
porte che stiamo utilizzando. I circuiti danno come risultato
fnale un bit, ciò signifca che la nostra rete esegue delle
operazioni che sono, naturalmente, esprimibili in espressioni
formate da variabili binarie che sono defnite da:
n
- Un valore costante (0 oppure 1)
- Una variab