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STRATEGIA MARITTIMA
Per esercitare il potere marittimo uno stato si deve dotare di una strategia per l’impiego delle forze
navali.
La u.s. navy si basa sul dislocamento delle sue forze su tutto il globo, Infatti ha Basi in Giappone,
nell’Oceano Indiano, in Spagna (sulla costa Atlantica fuori da Gibilterra) …
La strategia marittima americana si basa su una capacità di operare globalmente assicurando anche
una presenza regionale credibile, basata sulla disponibilità di basi navali dislocate principalmente in
Asia e in parte in Europa.
Mentre la strategia marittima italiana non ha questa esigenza di poter intervenire su scala globale ma
l'area di interesse è quella del "Mediterraneo allargato" che comprende, non solo il bacino
mediterraneo ma arriva in africa fino al golfo di Guinea e fino all'oceano Indiano, fermandosi a est
sulle coste dell'india mentre a nord arriva fino al mare del Nord.
Si parla di:
• presenza avanzata (FORWARD PRESENCE): predispone la disponibilità di basi quindi si per
l'America ma non per l'Italia
• Deterrence : Prevenire la guerra è preferibile a combattere le guerre. La difesa missilistica
balistica marittima rafforzerà la deterrenza fornendo un ombrello di protezione alle forze
schierate, agli amici e agli alleati, contribuendo al contempo alla più ampia architettura
pianificata per la difesa degli Stati Uniti.
• Sea control: Si tratta di assicurare la libertà delle linee di comunicazione
• Power projection: Proiezione di forza - capacità di intervenire a distanza portando truppe
anfibie (dislocare forze terrestre a distanza)
• Maritime security: Attività anti pirateria
• Humanitarian assistance: Assistenza umanitaria
• Disaster Relief
La nave è una unità autonoma e autosufficiente, con la capacità di sottrarsi alle minacce Il rapporto
tra la flotta italiana e quella della US navy è circa 1/10.
La consistenza della squadra della flotta navale italiana è:
- 2 cv
- 4 ddg
- 10 fremm
- 6 opv
- 6 sub
- 2 aor
Per un totale di 30 navi, contro 292 navi dell’US navy.
La US navy ha problemi seri di reclutamento e di formazione degli equipaggi.
I combact strike group (gli Americani ne hanno una decina) è composto da una unità portaerea
nucleare, una unità rifornitrice e un sottomarino nucleare. C’è inoltre un certo numero di unità di
scorta (circa 6) destroyer
DDG 61: è un cacciatorpediniere missilistico guidato di classe Arleigh Burke della Marina degli Stati
Uniti. FFG 13: di classe CL constellation
USS: united states ship , comprende i sottomarini
USNS: united states navy ship - denominazione che si premette a navi che, pur essendo in servizio
presso la marina militare statunitense, non sono propriamente navi da guerra. Si tratta per lo più di
navi-appoggio (per funzioni logistiche) con equipaggio civile, formato da dipendenti del dipartimento
della marina oppure da dipendenti di imprese private (cosiddetti contractor)
CARRIER STRIKE GROUP : è composto da un’unità portaerei nucleare, unita
fornitrice, sottomarino nuclerare, un certo numero di unita' di scorta.
DDG 61 (classe Arleigh Burke) , FFG 63, CL CONSTELLATION
Unità per la lotta anfibia, quella che si vede a sinistra è una porta elicotteri, son navi di oltre 200 m di
lunghezza e sono dotate di un ponte garage.
Possono avere un bacino allargabile a poppa dal quale vengono recuperati sia mezzi dislocanti che
mezzi a cuscino d’aria per lo sbarco a terra dei Marines.
Quella in primo piano ha un ponte di volo poppiere, bacino allargabile.
Sullo sfondo si ha una novità, ha una maggiore capacità di mezzi anfibi perché ha un bacino allagabile
molto grande, con però una capacità minore di portata di truppe e capacità nulla di mezzi aeromobili.
AMPHIBIOUS READINESS GROUP:
Devono assicurare la proiezione di forza.
Un gruppo di pronto intervento anfibio della Marina degli Stati Uniti è composto da un elemento
navale, un gruppo di navi da guerra noto come task force anfibia, e da una forza da sbarco di Marines
statunitensi, per un totale di circa 5.000 persone (MEU - Marine Expeditionary Unit). Insieme, questi
elementi e le unita' di supporto sono addestrati, organizzati ed equipaggiati per eseguire operazioni
anfibie.
Questa classe di navi ha avuto parecchi problemi soprattutto con i motori.
STRATEGIA MARITTIMA ITALIA
funzione preventiva: focalizzata sulla Difesa e la Sicurezza Nazionale, che prevede attivita' di
protezione locale e avanzata delle aree di interesse nazionale e delle relative linee di
comunicazione;
funzione di intervento: attinente all’impegno dell’Italia in campo internazionale, nell’ambito
di alleanze e coalizioni, e al suo ruolo nella Comunità Internazionale.
Implementazione della strategia
Sorveglianza integrata degli spazi marittimi : attività di sorveglianza e di monitoraggio delle aree
- di interesse, nonché' attraverso l’attività di presenza e le operazioni di sicurezza marittima
condotte prevalentemente in alto mare e in cooperazione con altre Marine ed organizzazioni
internazionali;
Proiezione di capacità sul mare e dal mare: Pronta ed efficace capacità di intervento in un ampio
- spettro di operazioni, proiettabile dove e quando necessario
Alcune basi navali italiane:
• La Spezia
• Taranto
• Augusta
• Brindisi
• Messina DIRITTO DEL MARE
Una nave militare è tale quando è comandata da un ufficiale di marina.
Le navi militari sono soggette esclusivamente alla giurisdizione dello stato di bandiera. Vigilano su
traffico marittimo e possono vigilare la loro autorità sulle navi dello stesso stato di bandiera.
Il regime giuridico delle navi militari è regolato da:
• Convenzione delle nazioni unite sul diritto del mare (UNCLOS - convenzione di Montego Bay)
• Legge di guerra italiana
• D.P.R : navi in servizio governativo non commerciale delle Amministrazioni dello Stato il cui
personale non è sottoposto all'ordinamento militare
Per nave da guerra si intende una nave che appartenga alle Forze Armate di uno stato, che porti i segni
distintivi esteriori delle navi militari della sua nazionalita' e sia posta sotto il comando di un Ufficiale
di Marina al servizio dello stato e iscritto nell'apposito ruolo degli Ufficiali o in documento
equivalente, il cui equipaggio sia sottoposto alle regole della disciplina militare
Il regime giuridico delle navi militari è regolato dalle convenzioni delle nazioni unite sul diritto del
mare (UNCLOS: convenzione di Montego Bay).
Definizione nave militare: una nave che appartenga a forze armate di uno stato, che porti i segni
distintivi esteriori delle navi militari della sua nazionalità e sia sottoposta al comando di un ufficiale
di marina al servizio dello stato.
Le navi militari sono esonerate alle norme di protezione dell’ambiente.
Articolo 133: sono navi da guerra quelle comodante ed equipaggiate da personale militare o
militarizzato, iscritte nelle liste del naviglio da guerra, e che legittimano la propria qualità mediante i
segni distintivi adottati, questo fine, allo stato al quale appartengono.
Una nave non militare può essere nello scritto nel registro dell’amministrazione dello stato, e godere
anche questa delle immunità. Questo è riservato alle unità navali con amministrazione di stato.
IMMUNITA’:
• immunità delle navi da guerra e di altre navi di Stato in servizio non commerciale
• Immunità delle navi da guerra in alto mare
• Immunità delle navi impiegate esclusivamente per servizi governativi non commerciali
Il limite delle acque territoriali attualmente è 12 miglia nautiche.
Dalla linea di base si misurano tutte le linee.
La sovranità dello Stato costiero si estende, al di là della terraferma e delle acque interne e, nel caso
di uno Stato arcipelagico, nelle sue acque arcipelagiche su una zona di mare adiacente denominata
acque territoriali.
LINEA DI BASE: Linea dalla quale e' misurata l’ampiezza delle acque territoriali a partire dalla
costa. Si distinguono:
a) linee di base normali: linea di bassa marea lungo la costa, che segue le sinuosita' ed il contorno
delle coste di uno Stato;
b) linee di base rette: linee ideali che collegano punti appropriati della costa, nel caso in cui
questa presenti profonde rientranze e sia molto frastagliata o quando esista nelle sue
immediate vicinanze una frangia di isole;
c) linee di base arcipelagiche: linee di base diritte che congiungono i punti piu' estremi delle isole
e degli scogli piu' esterni di uno Stato arcipelagico.
ACQUE TERRITORIALI: La sovranita' dello Stato costiero si estende, al di la' della terraferma e
delle acque interne e, nel caso di uno Stato arcipelagico, nelle sue acque arcipelagiche su una zona di
mare adiacente denominata acque territoriali. Questa sovranita' si estende anche allo spazio aereo
sovrastante le stesse e al loro fondo e sottofondo marino. L’ampiezza massima delle acque territoriali
e' attualmente stabilita in 12 miglia misurate a partire dalle linee di base.
ZONA CONTIGUA: la zona adiacente alle acque territoriali in cui uno stato puo' esercitare i
controlli necessari a prevenire e reprimere le violazioni alle leggi di polizia doganale, fiscale, sanitaria
o d’immigrazione vigenti sul suo territorio o nelle sue acque territoriali. Per esistere deve essere
proclamata.
ZONA ECONOMICA ESCLUSIVA: costituisce una porzione delle acque internazionali (v.Alto
mare). area esterna e adiacente alle acque territoriali in cui lo Stato costiero ha la titolarita' di diritti
sovrani sulla massa d’acqua sovrastante il fondo marino ai fini dell’esplorazione, sfruttamento,
conservazione e gestione delle risorse naturali, viventi o non viventi, compresa la produzione di
energia dalle acque, dalle correnti o dai venti; — giurisdizione in materia di installazione ed uso di
isole artificiali o strutture fisse, ricerca scientifica in mare e di protezione e conservazione
dell’ambiente marino. La zona economica esclusiva (ZEE) puo' estendersi sino a 200 miglia dalla
linea di base.
Un miglio nautico è 1852 m è corrisponde ad un primo di latitudine.
Le carte nautiche sfruttano il compasso per prendere le misure di grandezze varie.
Oltre alle 12 miglia siamo in acqua internazionali.
PIATTAFORMA CONTINENTALE (non lo chiede dettagliatamente all’esame)
Il termine indica il fondo e il sottofondo delle zone marine costiere che si estendono, al di fuori delle
acque territoriali, sino all’isobata dei 200 metri o, al di la' di questo limite, sino al punto in cui, in
rel